PROBLEMI IN ALBERGO DAL 2018

PDF DELL’ESPOSTO PER ESTESO, PRESENTATO IN UN COMMISSARIATO, SU DELLE MOLESTIE CHE SUBISCO IN ALCUNI ALBERGHI DOVE VADO A DORMIRE, E A SCRIVERE SUL MIO BLOG; COME ANCHE QUESTA ULTIMA COSA, DI VENIRE MOLESTATA DALLA MAFIA, IN QUELLO STESSO PERIODO, PROSEGUI’ A FARMELA VIVERE LA STESSA IN QUEL MODO, CONTEMPORANEAMENTE NELLE BIBLIOTECHE CON L’ACCESSO ALLE POSTAZIONI D’INTERNET, PRIMA CHE CHIUDETTERO A CAUSA DEL COVID, E CHE ALTERNAVO AL TEMPO, COME POSTI IN CUI ANDARE A NAVIGARE, E DI CUI PARLO IN QUESTO ATTO; FACENDO MENZIONE DEI CARNEFICI DELLA TAL RITORSIONE A DISTURBARMI, TRA LE FIGURE DEI RESPOSABILI DELLE STESSE; CITANDO ANCHE QUELLA DI PERSONALITA’ DEL COMANDANTE DEI CARABINIERI DI MOLINELLA, COINVOLTO, DA SEMPRE, A CREARMI DEI PROBLEMI CONDOMINIALI, CON DEI MIEI NUOVI INQUILINI CHE MI AVEVA CORROTTO, PER CONTINUARE, QUESTI, A FARMI AVERE DEI PROBLEMI A CASA, PERTANTO MI ERO DI NUOVO RITROVATA AD ALLOGGIARE A BOLOGNA (da clik sopra e scritto molto male perché quella notte in oggetto non avevo chiuso occhio e la receptionist dell’hotel  in cui navigavo sul PC del posto medesimo fece del casino di proposito dopo essere stata corrotta per questo).

JPG DEL FRONTALE DELLO STESSO ESPOSTO SOPRA

Le persone dei video allegato qui sotto, sono state corrotte anch’esse, per infastidirmi in modo premeditato, con la scusa che essendo io stata in una hall dell’hotel, dove mi trovavo per navigare al computer messo a disposizione dalla stessa struttura ricettiva, e presso cui ci si può intrattenere comunemente per li’ sostare, il loro, fosse da considerarsi un rumore di circostanza; salvo che nel mio caso in specifico mi vengono vicino apposta col fine preciso di disturbare, per cui si noti anche il brusio in sottofondo che si sente, e che proviene dalla TV che qualcuno aveva accesa da spenta che era stata fino a quel momento; il tutto, in realtà, a venirmi prodotto “solo” alla mia presenza dai vari albergatori con la complicita’ di certi clienti che si mettono poco lontano da me a fare finta di “cazzeggiare”, dopo essere stati coinvolti dalla mafia come dicevo, per impedirmi appunto di scrivere:

RAGAZZI DELLA PROTEZIONE CIVILE CHE ERANO LI’ PER IL COVID 19 E CHE FANNO “BALLOTTA” IN HOTEL NONOSTAN IIITE IL DIVIETO DURANTE IL PERIODO DELLA QUARANTENA DI ASSEMBRAMENTO: UNO, SUONA ADDIRITTURA LA CHITARRA MENTRE IO STAVO CERCANDO DI PROVARE A CORREGGERE DEI CAPITOLI DEL MIO TESTO ALL’INTERNO DEL MIO SITO:

ALCUNI ELEMENTI DEL PERSONALE MEDICO, ANCH’ESSI ALLOGGIATI IN QUESTA STRUTTURA RICETTIVA PER IL COVID19, IN CUI I DOTTORI QUI DEL TAPE, CHE ERANO STATI RECLUTATI DALLA MAFIA PER DISTURBARMI, SI VENGONO A METTERE A LAVORARE POCO LONTANO DA DOVE SCRIVEVO IO, ANZICHE’ FARLO CIO’ NELLE PROPRIE DI RISPETTIVE STANZE A LORO DISPOSIZIONE

IL TIPO CHE HO QUI INQUADRATO NEL VIDEO, ERA APPENA SCESO DALLA SUA STANZA E  MI AVEVA ACCESO IL TELEVISORE DELLA HALL, DA SPENTO IN CUI ERA RIMASTO FINO A QUEL MOMENTO, DOPO CHE PROBABILMENTE QUALCUNO GLI AVEVA DETTO DI COMPORTARSI COSI’.

ANCHE QUEST’ALTRO PERSONAGGIO ERA DELLA PROTEZIONE CIVILE (SU SEI DI LORO, DUE IN PARTICOLARE STAVANO SEMPRE DENTRO ALL’HOTEL PER ROMPERMI LE SCATOLE, ANZICHE’ ANDARE FUORI A PRESTARE IL SERVIZIO PER CUI SI TROVAVANO LI’; E DOVE SI VEDE LUI CHE SI METTE POCO DISTANTE DA ME A FINGERE DI CHIACCHIERARE CON QUALCUNO PUR DI DISTURBARMI DAL MIO INTENTO DI SCRIVERE, MENTRE DALL’ALTRA PARTE AVEVO LA TV CHE QUALCUNO AVEVA ACCESA DA SPENTA IN CUI ERA RIMASTA FINO A POCO PRIMA.

ALCUNI INFERMIERI OSPITI, CERTUNI DEI QUALI, CORROTTI ANCHE LORO, ASSIEME A QUALCHE MEDICO, COME GIA’ DETTO, PER DISTURBARMI DI PROPOSITO DANDOSENE IL CAMBIO, CHE FANNO “BALLOTTA” NELLA HALL, DOVE MI INTRATTENEVO PER LAVORARE SUL MIO SITO COL COMPUTER DELL’ALBERGO,

UN ALTRO STRONZONE CHE PARLA AMABILMENTE POCO LONTANO DA DOVE MI TROVAVO IO, SEMPRE NELLA HALL, PER CERCARE DI SCRIVERE SUL MIO BLOG COL PC DELL’HOTEL.

MIA RICHIESTA DI UNA VERIFICA AGLI ORGANI COMPETENTI SU DEI RUMORI CHE IMPROVVISAMENTE PROVENNERO DA FUORI DI UN ALBERGO DOVE AVEVO PERNOTTATO UNA NOTTE IN UNA CAMERA, NEL PRECISO MOMENTO IN CUI ERO INTENTA AD ANDARE A DORMIRE (da clik. sopra).

RISPOSTA CON ESITO NEGATIVO DELLA MUNICIPALE NELLA ZONA DI RIFERIMENTO ALLA MIA RICHESTA DI ACCERTAMENTI DI CUI SOPRA

                                                           

                                                                                                                                Molinella, 10/07/2018

 

All’att.ne della FEDERAL ALBERGHI DI BOLOGNA (e come lettera mai inviata, in realtà, allo stesso ente turistico).

Oggetto: Segnalazione di un disservizio nei miei confronti da parte di un paio di albergatori, presso le cui infrastrutture ho alloggiato in un certo periodo.

Sabato 7 luglio c.a alle ore 1.45 di notte, mi portavo all’hotel Best Western Maggiore, nella zona che ospita l’ospedale omonimo e da cui prende il nome la stessa struttura ricettiva, per poter dormire in una camera. L’albergatore mi diceva che ne erano rimaste solo due, ma avendogli chiesto se cortesemente mi desse quella più silenziosa, egli mi manderà nella 66 al sesto piano. Quando nel varcarne la porta, mi arrivarono sin dallo mio entrare in essa dei rumori, che sembravano  provenire da in su il soffitto e che io attribuì a qualcuno che andava avanti e indietro con delle scarpe col tacco, nonostante l’orario ormai tardo. Dunque, inizialmente, avrei provato d’intrattenermici lo stesso sperando che chi vi camminava al suo interno da sopra la mia testa, smettesse da un momento all’altro, anche perché presumevo che l’altra stanza rimasta dovesse essere ancora più rumorosa, visto che mi era stata assegnata quella in cui mi trovavo proprio per questa ragione; ma però dopo un’ora che continuavo a sentire del trambusto, sino al mio distinto percepire tra i rumori prodotti dalla persona che si spostava da una parte all’altra della stanza, anche quelli inerenti allo spostamento di alcune sue cose che, doveva riporre dentro ad un armadio della cui anta ne udivo di frequente l’apertura e  la chiusura, mentre contemporaneamente a questo, la udì a parlare pure con qualcuno che le rispondeva con una voce maschile, avrei cercato al termine di mettermi in contatto col ragazzo della reception attraverso il telefono della stanza; salvo che nel premere il “9” la linea s’interrompeva ogni volta. Di conseguenza mi ero alla fine dovuta rivestire per andare direttamente giù nell’hall dell’albergo, ad invocarne all’impiegato addetto il silenzio, sebbene prima di farlo questo, avessi provato a salire al piano superiore al mio per cercare di capire quello che stava succedendo esattamente, e dove angolarmente alla camera rumorosa in questione, vidi che ce ne era una con la porta aperta sul cui uscio avevo chiesto se ci fosse qualcuno. Mi rispose senza poterlo scorgere un uomo meridionale che in modo molto scortese e minaccioso mi diede l’altolà dall’entrarvi dentro, da poco lontano in cui si doveva trovare egli nell’incutermelo il suddetto divieto; con la sottoscritta medesima che lo avrebbe rassicurato prontamente, dicendogli che non ne avevo nessunissima intenzione, in quanto mi trovavo lì solo per capire da che punto preciso provenissero certi rumori che mi impedivano di dormire, per esortare il suo responsabile all’astenersi dal produrmeli ancora, visto l’ora. Così dal momento che quest’uomo, certamente, di età giovanile a giudicare dalla sua voce, poteva costituire per me un’eventuale testimone dell’episodio che si stava verificando, lo avrei interpellato sempre dalla soglia di quella stanza, dalla quale continuavo a non riuscirlo a vedere per via della struttura ad “elle” della stessa camera che me ne precludeva della sua visione per esteso, se a proposito del calpestio famoso appena accennato, lo avesse per caso udito anche lui, ottenendone una risposta affermativa; per poi subito dopo al mio breve interloquire con questi, aver bussato direttamente alla porta della stanza in oggetto, da cui sentivo appunto giungere quel baccano. Ora, mi apriva una donna tra i quaranta e i cinquant’anni coi capelli castano rossi e gli occhi scuri, meridionale pure lei, che al mio pacato invito, ma non meno intransigente, a fare un po’ meno rumore, mi rispose al suo pari emettendo ella un pacioso ed insieme divertito: “sii…!”, quasi per assecondarmi “da mera presa per il sedere”; e in cui feci  caso, solo adesso che ai piedi portava delle scarpe a tennis, anziché delle calzature rumorose, come invece ero stra-certa che avesse dovuto indossare dalla mia stanza, oltre al fatto di non aver scorto assieme ad ella proprio nessun altro all’interno della stessa, quando tutto d’un tratto, il cliente della camera accanto mi sbatté violentemente la porta di fianco a me, senza che potei riuscire a vederlo in faccia, tanto la cosa fu improvvisa, da avere capito unicamente allora di quella mattanza. A questo punto, scesi con l’ascensore giù alla reception per chiedere all’impiegato, se me la cambiava la mia camera con l’altra che era rimasta. Costui mi dirà che non poteva vendermene una nuova, anche perché non l’aveva più (…??); pertanto, ormai molto innervosita dal tutto, mi sarei impuntata dal pretenderne una diversa, altrimenti avrei chiamato i Carabinieri; e solo ora il ragazzo di circa trent’anni, se ne farà saltare fuori una (…??), ma stavolta all’ottavo piano che “guarda un po’…” si trovava proprio in corrispondenza della camera famosa, sopra a quella rumorosa, che era infatti al settimo; la quale ennesima stanza, l’avevo poi dovuta alla fine prendere lo stesso pur presagendo che non sarebbe stata certamente tanto più tranquilla della precedente, come ho successivamente constatato una volta giunta nella stanza medesima: la quale, non a caso, era ad essa sopra angolare. E già che c’ero, gli domandai anche del motivo per il quale, il telefono non aveva funzionato nel provare di contattarlo dalla mia camera, quando “proprio in quel momento” fece un trillo alla reception, con egli che la prendeva …, e ridendoci sopra su, in quanto era la mia chiamata di prima che sarebbe arrivata in ritardo, in una sana goliardata alla mia intelligenza! Dunque, ritornai su alla 66 per prendere le mie cose e spostarmi nella 84, e una volta in quest’altra, continuai a sentire ancora la persona molesta che proseguiva a camminare avanti ed indietro, contemporaneamente all’aprire la portiera dell’armadio che richiudeva ogni volta subito di seguito, con un tonfo sordo; ad un bel momento, però, mi sarei rassegnata definitivamente dal potervi qui dormire, sdraiandomi sul letto ugualmente giusto per poter stendere almeno il mio corpo, nonostante quel chiasso notturno che me ne impediva il riposo, dato che comunque avendo durante l’intero giorno camminato molto a lungo, avevo lo stesso bisogno di tenerlo un po’ a riposo. Dopo un’altra ora – erano quasi le 4.00 – che costei la sentivo eterea a far del casino, provai di ritelefonare al receptionist  per vedere in extremis, di convincerlo a dirle qualcosa perché ella si morigerasse un attimo della tal cosa, nella mia folle illusione che il tutto potesse essere riconducibile ad una pura circostanza; ma paradossalmente, anche quest’altro apparecchio non me ne dava la linea, finendo di conseguenza per trascorrere l’intera nottata in bianco.

Alle 6.00 mi alzerò per scendere al piano terra, dirigendomi direttamene alla reception e così reclamare che non ero riuscita a dormire fino all’alba, in quanto la cliente molesta aveva proseguito a far baccano, e dicendogli anche che avevo provato di richiamarlo giù col telefono della stanza, ma fallendovi poiché pure quest’altro di apparecchio non me ne aveva dato la linea. Lui se ne era dispiaciuto, come da prassi formale, e subito dopo mi chiedeva serafico il saldo del pagamento di 50 euro più la tassa di soggiorno, che almeno quest’ultima gli avrei richiesto se me la esentava dal prezzo della camera per quell’inconveniente, ottenendone al meno qua il consenso.

Terminata la colazione navigai in una postazione internet dell’hotel dalle 7.00 alle 11.00 vicino al banco, per cercare di poterla avvistare la cliente molesta e chiederle i suoi dati anagrafici, poiché nel pretenderli dallo stesso receptionist, quest’ultimo mi dira’ che non era autorizzato a fornirmeli; tuttavia la persona in oggetto, non si fece mai vedere da me a passare dal corridoio della hall, anche se il collega del receptionist che gli diede il cambio, sostenne del suo esatto contrario – e che era stato forse lo stesso proprietario dell’albergo – . Dicendomi questi che invece fosse già uscita; in merito invece alla questione sulla restituzione del mio denaro che fra le righe gli avrei sottoposto, ma senza troppo farglielo capire cio’, per giustificarmi anche del fatto dei dati della tipa che avevo richiesto loro (visto che io in primis mi imbarazzo dell’altrui meschinità e me ne prendo pure le colpe), ma soprattutto per tastare anche il terreno su dei miei presunti diritti, in quanto consumatore che era rimasto fregato per quello che mi era accaduto li’, quello stesso mio interlocutore se ne era uscito al termine del discorso perfettamente rilassato, dicendomi con un sospiro totalmente disinteressato: “Eh i clienti … purtroppo alcuni sono così”!

Di seguito, la risposta email di come mi liquidò l’avvocato per la mia richiesta di far loro causa, a testimonianza della sistematica corruzione che subisco da ogni fronte:

Vorrei comunque precisare che in questo posto, avevo già vissuto delle altre situazioni di analoga assurdità (vedi capitolo 15), e ai cui proprietari alla fine ho sempre corrisposto il dovuto compenso, sperando ogni volta della circostanza fortuita degli eventi; ma che a postumi di diversi anni dai fatti, credo ormai, non siano mai stati affatto una pura casualità.

Concludo nell’aggiungere che prima di approdare a notte fonda in questa struttura recettiva, avevo provato alle 22.00 della stessa nottata di andare anche al Motel “Marco Polo” per trascorrerla là nella zona Lame; dove subito dopo che il receptionist al telefono me ne dava un codice da digitare sulla tastiera fuori dalla porta dell’ingresso all’albergo per potervi entrare, e che era il numero 470705 oltre a quello della mia stanza: il 114, in coincidenza di questo fatto, vedevo arrivare parallelamente nel parcheggio del piazzale della stessa pensione, una camionetta di carpentieri da cui ne era sceso un ragazzo giovane di colore, al quale avevo chiesto per curiosità di dirmi per caso il suo di numero stanza, rispondendomi egli la 113. Premetto che il parcheggio del motel era vuoto e che quindi noi due, fossimo stati gli unici clienti in quella sera; e di tutto cio’ ritengo fautore qualcuno che mi crea problemi da sempre, pur di farmi vivere continuamente nel disagio, avendomi fatto mettere vicino in tale circostanza ad un muratore; pertanto avevo finito per fare retro front incamminandomi a piedi sino all’albergo della zona dell’Ospedale Maggiore, oltrepassando la mezzanotte e al termine mi sono fermata qui, senza per giunta essermi riuscita a riposare.

Il complotto qui, lo adduco al fatto che la medesima cosa mi era capitata qualche giorno prima all’hotel “Villa Azzurra”, quando nel sopraggiungervi li’ in viale Felsina verso le 21.00 vedevo sin da subito gia’ posteggiate dentro il suo cortile tre camionette di muratori, che in genere non pernottavano mai essi in questa struttura; quella sera però facendo molto caldo non avevo avuto alla fine le forze di cercarmene un altro di albergo, così mi sono dovuta fermare in questo posto, mio malgrado. La stanza che mi venne data, non a caso, era casualmente accanto a uno di questi carpentieri che mi aveva difatti precluso dall’averci dormito pure qui l’intera nottata, come da presagio iniziale (nell’andare questi su e giù per le scale, nel parlare lui al telefono ad alta voce, fino al suo russare fragoroso da averlo sentito da un capo all’altro del corridoio che ci separava, ecc.); uscendo quindi io dall’albergo alle 3.00 del mattino poiché al termine me ne ero spazientita. E quella non era stata la prima volta, da un po’ di mesi a quella parte che avevo avuto dei problemi negli alberghi in questo modo così assiduo, mentre in un recente passato erano stati al contrario dei veri e propri porti franchi, al punto che in un periodo della mia vita, si sostituirono ad una fissa dimora vera e propria.

A integrazione di quanto sopra, la sera del 29 luglio all’albergo Caselle di San Lazzaro di Savena, mi veniva assegnata la stanza: 306 dove subito dopo ne prendeva una angolare alla mia, un altro cliente: la 307,  che era entrato ed uscito in modo rumoroso dalla sua porta un paio di volte che sbatte’ violentemente, tanto da avermi svegliata di soprassalto e senza più riuscire ad addormentarmi, in quanto costui sembrava non decidersi mai a chiudervisi al suo interno, definitivamente. Premetto che alla mattina nello scendere giù nella hall, avevo visto diverse chiavi attaccate al portachiavi: la 301, la 302, la 303, la 304, 205, 207, 208, 201, 202, 203, 105, 106,108, 104; per la cui ragione, quella appunto dell’ampia disponibilità delle stanze nell’albergo, avrebbe potuto il receptionist separarci tranquillamente l’uno dall’altro. E la stessa situazione, l’avevo già vissuta precedentemente dieci giorni prima nella medesima struttura; infatti pochi minuti a seguire che avevo preso possesso di una camera, subito dopo a me, arrivava una coppia di due amanti che ne presero una accanto alla mia, che vi rumoreggiarono parecchio anche loro al suo interno, da impedirmene il riposo, e dove anche in quell’occasione l’hotel era stato quasi vuoto. Oltretutto nel mettere successivamente fuori dalla finestra della camera lo stesso giorno i miei indumenti affinché arieggiassero, si era nel frattempo scatenato un temporale da farmeli volare via; ma un inserviente dell’albergo me li era riusciti a recuperare quasi tutti all’infuori di un reggiseno molto bello; un fatto, questo, che ho ritenuto particolarmente bizzarro, visto che pur essendoci stata della sterpaglia intorno alla struttura ricettiva, sarebbe dovuto rimanere comunque nel raggio dello stesso complesso per venire ritrovato poco dopo. Ma soprattutto era curiosa la cosa che proprio quello non fu ritrovato, che guarda caso, era il capo più prezioso. Mentre stamane al mio risveglio sempre nell’albergo in oggetto, avevo notato che mi era scomparso da dentro la mia borsa un orologio e una ricevuta dell’hotel Bestwestern Maggiore, che fino alla sera prima c’erano stati ancora al suo interno per doverla richiederla nuovamente all’hotel in questione. Di conseguenza stavolta avevo ritenuto di non doverli pagare andandomene via da lì senza mai più ritornarci.

Chiedo di prendere atto di questa situazione a mio torto.

                                                                                                                                                                                                                                                          Carla Zandi

AL 18°ANNO DI RITORSIONI MAFIOSE IN CUI SONO ARRIVATA AD OGGI CHE SIAMO NEL 2018, RECENTEMENTE HO INIZIATO AD AVERE DEI PROBLEMI ANCHE IN QUESTI LUOGHI, DOVE UN TEMPO QUI VI TROVAVO UN RIFUGIO; TUTTO CIO’ IN UNA SORTA DI RESTRINGIMENTO MAFIOSO PURE AL SUDDETTO AMBITO; SEBBENE PURE IN QUESTO CONTESTO NON MI ABBIANO MAI DEL TUTTO PRECLUSO TOTALMENTE DAL FARMI SUBIRE DI TANTO IN TANTO DEI DISAGI, SOPRATTUTTO IN CERTI MOMENTI DI MIA PARTICOLARE URGENZA: VEDI NEL CAP. 15, 18 E 21.

IN QUESTO DOCUMENTO CHIEDO AL COMUNE DI ESSERE ESENTATA DALLA TASSA DI SOGGIORNO PER LE RAGIONI RIPORTATE NELLA STESSA SEGNALAZIONE CHE FACCIO, SENZA CHE DA ESSO ABBIA MAI OTTENUTO RISPOSTA.

REGOLAMENTO DELL’APPLICAZIONE DELLA TASSA DI SOGGIORNO, che mi ha dato il Comune nel tentativo di informarvi meglio su come evaderla visto che in un certo periodo gli alberghi erano stati la mia casa.

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PARTE DELLE RICEVUTE D’ALBERGO 2009-2014; 2016-2017 Riassunte

DAL 28 OTTOBRE 2009 ALBERGHI

DAL 28 DICEMBRE 2009 ALBERGHI

DAL 17 GIUGNO 2010 ALBERGHI

DAL 20 SETTEMBRE 2010 ALBERGHI

DAL 5 NOVEMBRE 2010 ALBERGHI

DAL 14 FEBBRAIO 2012 ALBERGHI

UNA PAGINA DI DIARIO SOTTO DI QUELLO CHE MI ERA SUCCESSO IN UN ALBERGO (L’HOTEL ATLANTIC), IN CUI MI AVEVANO TRATTATO MOLTO MALE DOPO CHE MI ERO LAMENTATA DI QUALCOSA SU DEI RUMORI CHE PROVENIVANO FIN DENTRO LA MIA CAMERA, DA UNO STABILE VICINO, MA FIANCALE ALLO STESSO HOTEL. DOVE LA SUA PROPRIETARIA DISSE AI SUOI IMPIEGATI DI NON DARMI PIU’ OSPITALITA’; BENCHE’ LI’ NON CI FOSSI MAI ANDATA CON NESSUN CLIENTE, E ANDASSI IN QUEL POSTO DA DIVERSO TEMPO, E CHE TENEVO SOLO PER RIAPPROPRIARMI DELLA MIA PRIVACY E NONOSTANTE LI’ COL PERSONALE ADDETTO, LA SOTTOSCRITTA MEDESIMA SI SIA SEMPRE COMPORTATA IN MODO ZELANTE, COME E’ MIA ABITUDINE COMPORTARMI OVUNQUE IO VADA, DAI TEMPI DEI TEMPI.

 

TRADUZIONE: “Sono al centro commerciale Lame, perché stamattina all’Atlantic, mi sono alzata molto presto poiché non mi hanno fatto dormire anche stanotte. Stavolta erano degli inquilini vicino all’albergo che hanno fatto baccano, in quanto era una serata tra amici dove parlavano forte, ascoltavano la musica ad alto volume, giocavano a giochi di società, cucinavano spadellando, spentolando con acciotolii di piatti e stoviglie varie. Avrei prima citofonato alla reception, ma il tipo mi risponde senza alcun rispetto che fino alle 12 si poteva far rumore ma che se avessero continuato oltre l’ora, a quel punto si poteva dir loro qualcosa. Quindi mi sarei permessa di dire io di fare meno rumore dalla finestra e alla fine mi avrebbero risposto positivamente formulandomi delle scuse. Poi invece dopo un’ora avevano ripreso a far casino e stavolta avrei sentito le voci di due ragazzi diversi. All’inizio erano solo ragazze. Forse di 25 – 30 anni massimo. A quel punto ho ricitofonato giù per dire che continuavano, mettendo giù il telefono ad un altro receptionist che aveva dato il cambio all’altro che aveva il giorno prima preso le mie lamentele di quello che parlava al cellulare alle 2.00 – 3.00 di notte e che è stato quello più stronzo dei due e col quale ho provato di interagire per chiarirsi ma senza successo perché ho capito che questi due tipi appartengono alla categoria del capisco tutto io e non consentono anche agli altri di avere una loro idea, perciò se io sentivo del rumore era perché ero troppo sensibile e esasperata. Gli ho risposto che non lo volevo pagare visto che mi sono poi addormentata (per modo di dire) alle 3.00 e avrei fatto bene anche perché ho pochi soldi, ma alla fine ho pensato voglio provare di tirarci fuori un ragno dal buco e vedere se riesco ancora ad andarci perché è uno dei messo meglio come qualità prezzo. Adesso dovrei andare dai Carabinieri per la tessera del bancomat che ho perso per fare trading, e non so se farla anche questa cosa, e della casa di via Ferriera (?)”.