ENNESIMO TRATTAMENTO PSICHIATRICO DOPO LUNGHE MOLESTIE DI OLTRE TRE ANNI DI TIPO PREMEDITATO DEL TIRATORE IN BICI DI MOLINELLA

                                                                

                                                                               

                                                                                                                                 Bologna, 19 giugno 2019

All’Attenzione della Polizia Municipale di Molinella

OGGETTO: Segnalazioni di molestie reiterate alla mia persona da parte di alcune figure delle Istituzioni di Molinella come di alcune a Bologna e messemi in atto da terzi che da queste sono stati demandati al tutto, con la collaborazione dei Servizi di Igiene Mentale di Budrio alle stesse, e da cui ho subito ulteriori maltrattamenti.

Di seguito a diverse mie segnalazioni senza alcun esito fatte ai Carabinieri di Molinella per un molestatore assillante, di nome Mirco Giacometti, residente in via Marconi, 43 che mi molesta da oltre tre anni, passandomi con la sua bici davanti, e da dove mi colpisce anche a distanza di 800 metri con un espediente a me sconosciuto che non rientra nella nomenclatura convenzionale delle armi, ma della quale esistenza sono certa poiché sento che ogni volta che costui mi passa vicino, io precipito improvvisamente in uno stato di disagio psico-fisico continuo in quanto avverto che i miei recettori nervosi vengono compromessi dalla loro normale funzionalità, così come la mia respirazione diaframmatica che si altera, dopo uno strano colpo che mi arriva alle viscere, sono giunta nella giornata del 13 giugno c.a. a dovermi difendere da costui, spintonandolo semplicemente da dentro un bar, poiché me la sferra a me contro, la suddetta arma, in modo subdolo da diverso tempo; il tutto, dopo essermi prima rivolta ad una avvocatessa di Molinella di nome Rita Passerini perché mi rappresentasse in un percorso di giustizia, ma i Carabinieri alla stessa non le rivelavano mai i dati anagrafici della persona da me segnalata, anche se con me, essi, mi dissero che lo avevano fatto, così da farla disertare questa dal difendermi, avendo capito il legale in oggetto, che era una faccenda alquanto torbida, che si doveva contemplare nel penale, ed ella non vi poteva più adempiere occupandosi di civilistica, dandomi quindi il nome di un altro avvocato, suo collega, che era sempre di Molinella. Il quale ultimo, però dopo avermi dato un primo appuntamento al telefono, dove io fornì alla sua segretaria una breve delucidazione rispetto al mio bisogno di una assistenza, dallo stesso Studio di quest’altro legale, mi si richiamò l’indomani per annullare l’appuntamento preso con me, perché a detta loro “avrebbero avuto altri casi più urgenti…”, e che era stato appunto quello del Avv.to Lorenzo Catozzi di Corso Mazzini, 167; in questo modo, fui costretta conseguentemente ad informarmi delle generalità di questo ragazzo che mi molestava, per mio conto, rivolgendomi alla stessa gente del paese che lo conosceva, imparando così molte cose di egli, e che non mi tornavano sul modo dubbioso in cui si manteneva, visto che non ha più neanche i genitori che lo possano aiutare economicamente, ma solo unicamente un fratello che vive a Medicina a detta dei miei stessi compaesani. E’ infatti un ragazzo di circa trentacinque anni che sopravvive di piccoli lavori saltuari, e che ha già chiesto del denaro a delle persone per aiutarlo a pagarsi le sue bollette, oltre ad aver rubato diverse biciclette in giro (con almeno sei l’avevo visto girare lungo il tal periodo). A questo proposito, c’è un uomo di circa cinquant’anni chiamato in paese familiarmente “Mimmo” – suo vicino di casa e che è sotto all’U.s.l di igiene mentale di Budrio da molti anni, a differenza di lui, che è visibilmente un ritardato di mente, e che non chiede sostegno psicologico ed economico a nessuno, ma che però sono venuta ad imparare da certuni che importuna oltre che me, anche altre donne secondo quanto mi ha detto un vigile urbano di Molinella, come la stessa cosa me l’ha riferita pure un signore di nome Gianni Bonetti, marito della Sig.ra Giuseppina, ai quali coniughi è morto il figlio Andrea di cancro, e che era in classe con me all’elementari – , che un giorno a sua madre Antonietta, intestataria di una casa del Comune in via Mondo come ce l’ha avuta lo stesso ragazzo in questione nell’averla ereditata dalla sua di madre che è deceduta da qualche anno, andò a suonare costui alla porta per chiederle 300.00 euro, da quanto mi ha raccontato lo stesso Domenico in confidenza, che ne era il figlio, e che conoscevo da quando avevo vent’anni; il ragazzo suddetto, alterna alla raccolta della frutta in estate, qualche servizio per il Comune di Molinella, dove fino a qualche mese fa, portava per conto della Casa di riposo del paese, del cibo a casa per degli ammalati, vivendo per questo impiego di circa 50.00 euro al mese, ed usufruendo con esso, anche lui stesso di quelle vivande, a ragione di questa sua presunta precarietà economica nella quale versa, essendo stato infatti lui senza un vero reddito. Eppure il ragazzo in oggetto compare alla mia vista quasi tutti i giorni con sempre nuovi capi d’abbigliamento, ogni volta diversi fra loro, e che alterna anche in uno stesso giorno; e soprattutto dal tempo in cui lo vidi per la prima volta ben poco in ordine, adesso si pone tutto ad un tratto stranamente azzimato, e tosato di “fresco” di barbiere. Sempre questo mio amico di cui ho poc’anzi parlato, mi avrebbe inoltre riferito sul suo conto, che avrebbe pure rinunciato ad un lavoro di lavapiatti che un suo cugino gli aveva trovato anche se in un altra città, dove gli avrebbero dato 400.00 euro, ma egli per non spostarsi da Molinella e poter rimanere un individuo a carico del servizio comunale, presso cui va spesso a rompere le scatole a tutti in municipio perché lo si aiuti, e ciò a mio avviso allo scopo di continuare a non fare niente gironzolando sempre in bicicletta lungo il paese, ha appunto rifiutato. Oltretutto sempre a detta del Sig. “Mimmo”, l’ente assegnatario delle case dell’ERP gli avrebbe da mesi intimato lo sfratto, per insolvenza delle rate d’affitto allo stesso e che lui ad esso deve. Ci si domanda allora, chi lo mantenga questo ragazzo che per me, sarebbe importante come informazione, al fine di appurare la cosa, che costui non è semplicemente uno strano personaggio, come tanti lo giudicano, sommariamente, ma in verità, un vero e proprio mercenario, sotto le mentite spoglie di un strambo soggetto, e a far queste da alibi alla sua reale funzione, per cui taluni lo sovvenzionano al fine di lavorare per conto di qualcuno in capo: come per esempio rubare le bici per conto dei Carabinieri di Molinella. SECONDA DENUNCIA A DISTANZA DI QUATTRO ANNI DA UN’ALTRA BICI CHE MI HANNO RUBATA SEMPRE QUI, E DOVE NONOSTANTE ABBIA SPECIFICATO AGLI UFFICIALI DIVERSE COSE DELLA STESSA, ME NE HANNO RIPORTATO SOLO IL COLORE, E NELLA QUALE SEGNALAZIONE, SOPRATTUTTO, VI HANNO SCRITTO CHE NON RICHIEDEVO DI ESSERE MESSA AL CORRENTE DELL’ARCHIVIAZIONE DELLE INDAGINI SENZA DOMANDARMELO A RIPROVA QUESTO FATTO  CHE SONO I CARABINIERI CHE LE RUBANO ESSE (Si veda invece rispetto alle molestie subite dal soggetto, nello specifico il cap.: Stalking a Molinella da parte di un tiratore, in particolar modo, come da altri molestatori con disagi sempre nuovi)

Dopo aver fatto un esame del sangue su consiglio del Maresciallo Caimmi, avendogli chiesto io stessa precedentemente ad un’altra colluttazione avuto con lui, dove stavolta c’era stata una testimone a mio favore, come potessi fare per ottenere delle prove di questo fatto, ovvero che il ragazzo in bici mi sferrasse la tal arma apposta, una mattina di autunno dell’anno scorso successivamente dall’esserne stata colpita da codesto marchingegno diabolico che mi aveva debilitata a suo seguito, mi portavo a Bologna al nuovo Pronto Soccorso del Malpigli per un rilievo ematico. La dott.ssa Molo che mi visitò mi fece attendere per più di 12 ore, senza neanche guardarmi in faccia perché mi tenne in quei due minuti solamente che mi chiese la ragione della mia richiesta di intervento sanitario urgente per tutto il tempo della durata della visita le sue spalle, chiamandomi al termine uno psichiatra e mettendomi pure in una condizione di imbarazzo con il personale infermieristico lì intorno; e dove per giunta quest’ultimo mi farà una diagnosi falsa, perché a dispetto di quanto riportato sul documento che allego ero stata molto tranquilla, tanto da aver fatto amicizia con tutti quel giorno durante l’attesa biblica che mi si profilò all’orizzonte, anche se indispettita e timorosa per la possibilità di un ennesimo TSO. Oltretutto sia l’orario di uscita riportato che non era certo dell’1.15 ma delle 2.45 circa, che il fatto stesso che alla fine l’esame del sangue non mi venne fatto, perché la dottoressa si giustificò dicendomi che bisognava sapere prima la sostanza o l’elemento chimico specifico da cercare, per poter trovar un suo riscontro nel mio organismo, ma dandomi purtuttavia quella risposta con una certa acredine, quando con tutti gli altri pazienti era stata invece molto gentile ed affabile, parlano la tal bagarre di un’implicazione di corruzione di entrambi questi due dottori a tal riguardo. La stessa dott.ssa mostrava inoltre segni visibili di affaticamento, tanto che il paziente prima di me ebbe a constatare che non stesse aperta con gli occhi dal gran fosse stanca; mentre per ciò che concerne l’atteggiamento dubbioso dello psichiatra posso solo dire a riprova della nefandezza del referto prodotto che la raggiunse in due minuti neanche, da quando ella lo chiamò – a testimonianza che la pantomima era già bella e pronta alla sua messa in scena da tempo – palesandosi quest’ultimo alla mia presenza con un’aria perfettamente sorniona e al contempo divertita, il tutto ovviamente a torto della sottoscritta medesima in una sorta di complicità alla mattanza.

Stamane, dopo che altre volte avevo di recente interpellato alcuni Carabinieri di Molinella, ho capito che erano stati corrotti pure alcuni di questi per non compiermele apposta, affinché io continuassi a dover subire; e di ciò credo responsabile certe figure in capo alle stesse Istituzioni, visto che il ragazzo segnalato continua imperturbabile a sbucare alla mia vista continuamente: Il Comandante Caruso, l’ex della Municipale Pezzoli e lo stesso sindaco Dario Mantovani, che fra tutte le molestie che subivo insieme a questa riportata di cui sopra, come appunto quella dei motorini rumorosi (almeno cinque) che mi passano a folle velocità da sotto casa e superando una soglia di rumore non consentita, nell’avermi promesso l’anno precedente in un colloquio con lui di persona, richiesto da me in municipio nel dicembre 2017, che avrebbe fatto mettere un rallentatore a cavallo della strada di Piazza Martoni nell’aprile 2018, e che non hai mai mantenuta come promessa, oltre a quella di installare entro un anno delle nuove telecamere nell’edificio del municipio che ancora non si sono viste per poterlo così incastrare lo stalker di Molinella segnalato, si faceva in tal maniera complice anch’esso di quel disegno di molestia reiterata nei miei confronti, nel palesarmi contemporaneamente a questa follia, un atteggiamento pacioso e di pieno godimento verso di me quale vittima, a conferma che questa mia sensazione di un suo coinvolgimento era autentica; e anche per la ragione che la cosa si consumava nel quotidiano, con la corroborazione di alcune figure delle stesse Istituzioni Molinellesi, non facendomi avere le prove di quanto dicevo dacché vivessi la suddetta pazzia per giunta nella piena beffa . Quindi, rendo noto che pure l’appuntato il Sig. “Addabbo”, l’ho sorpreso in un analogo atteggiamento di dubbiosità poiché con un collega un giorno di giugno che vi ritornavo, e che non mi conosceva quest’altro carabiniere nel chiedergli chi fossi, lo sorpresi l’appuntato citato a condizionarlo negativamente contro di me senza una vera motivazione;

Questo è uno dei Carabinieri corrotti di Molinella

e anche un’altra volta che sono andata a ritirare un atto in caserma, prima di consegnarmelo, si è prima pulito il naso con una mano, e con lo stesso arto se ne è poi “lavato la faccia”, per al termine darmelo nelle mie di mano che erano pulite a differenza di quelle sue: un documento relativo all’archiviazione della querela sporta da un controllore del treno contro di me per il reato di offesa a pubblico ufficiale dopo che mi avevano fatto perdere quello stesso giorno tre corse una dietro l’altra (due corse di treni uno vicino all’altro e una dell’autolinea in mezzo a queste) con alcuni testimoni a mio favore; come pure è coinvolto in questa massoneria nei miei confronti, il carabiniere di turnazione 22 in servizio dalle ore 6.30 – 7.30 che il 6 corrente mese e anno l’ho colto anch’esso nel medesimo atto di trascinare un maresciallo di quel giorno, presso il quale mi ero rivolta per provare di sporgere una denuncia che me lo aizzava contro il suo superiore, prima ancora che quest’ultimo ebbe il tempo di conoscermi per conto suo, poiché nel dirmi di fare attenzione ad indicare su internet certe cose che ho subito dopo aver conosciuto una persona affiliata ad un politico influente e che ritengo responsabile di ogni cosa da me qui segnalata, oltre al nome delle persone coivolte, il carabiniere di turnazione inquisito gli dirà “no, no l’ha già fatto!” con un certo spregio. E successivamente a ciò, mi diceva con altrettanto poco rispetto alla mia persona, seppur con un atteggiamento composto: “Lei non è preparata sulla giurisdizione”; poi un’altra volta precedentemente a quella prima del colloquio con questo maresciallo di cui non ricordo il nome poiché non mi fece fare alla fine la segnalazione che volevo mettere agli atti a lui davanti, ma della quale figura però so solo che sia andato a sostituire una marescialla che ho già denunciato precedentemente, la sig.”Menichelli”, il subalterno in questione aveva avuto altri comportamenti simili di questo tipo nei miei confronti con altri suoi colleghi, perché non mi si considerasse a priori, allo stesso modo di come fece qua; e infine rendo noto che è implicato al tutto, affinché io non venga soccorsa e subisca ulteriormente, anche il Comandante della Brigata Mazzini, a cui avevo dato delega di compiere delle indagini oltre che di questo fatto, anche di un altro episodio che si svolge sia a Molinella che a Bologna, poiché durante l’attesa dentro la saletta della caserma in via Oretti, c’erano tutte e due le volte dei ragazzi giovani (almeno tre sulla trentina di anni uno dietro l’altro in un paio di volte che ci sono andata negli ultimi tempi) che mi disturbavano con dei piccoli rumori continui ma fastidiosi (come tirarsi su il naso ogni due minuti, mentre unaltra persona più matura fece uscire dalla sua borsa un computer portatile nell’attendere il suo turno, per infine mettersi a scrivere battendo forte con le dita sulla tastiera) e che raccolsi proprio questo tipo di disturbi in una denuncia contro le biblioteche del polo bolognese in cui non mi fanno lavorare affinché non scriva ben su internet tutto quello che sono venuta ad imparare “da sotto il torchio”, e che denunciai nella stessa caserma della zona Mazzini (denuncia n. CCTB219190009730 Prot.17/2019 che allego), in modo che venga indispettita dalla suddetta pantomima; per dovermi dunque allontanare da quella stanza allo scopo di estraniarmene da ciò tanto ne era il mio fastidio, quando nell’uscire dal proprio ufficio proprio in quel preciso istante, il Comandante inquisito, sorprendendomi fuori dalla stessa, mi redarguiva severamente che dovevo rimanervi assolutamente al suo interno pur di continuare a farmeli subire questi piccoli fastidi, sebbene mi fossi spostata appena di poco da essa, sostando lungo il corridoio che collega i vari vani col reparto interno; per al termine da questo stesso Comandante non ottenere proprio alcun riscontro alle presunte indagini cui avrebbe dovuto sovrintendere su mia richiesta, proseguendo quindi dalla medesima Autorità interpellata a farmi far subire queste molestie da sempre più persone, insieme ad altre (come quelli di disturbi da parte delle impiegate della Coop di Molinella, dove avevo chiesto la visione delle telecamere senza ottenerle, perché le sue cassiere si azzimavano con dita e mani il naso, le orecchie o se le portano alla bocca per dopo toccarmi la merce; oltre che di quelle del Municipio per poter incastrare il ragazzo in bici che mi faceva degli appostamenti da sotto casa lanciandomi la sua “merda”, visto che coi Carabinieri di Molinella non ero riuscita ad ottenerla questa cosa, da così poter riuscire ad inchiodare allo stesso tempo tutti quei motociclisti e quegli automobilisti coinvolti ad arrecarmi un danno, molti dei quali sono stati presi da parte per arrecarmela di proposito), in una vera presa per i fondelli, da parte di quest’altro comandante di Bologna.

Accadeva, quindi, la mattina del 12 giugno alle ore 7.00 circa, in seguito dall’esserne stata colpita dall’espediente subdolo di codesto stalker-mercenario, che nell’atto di affacciarmi alla finestra lo scorgevo poco fuori in sulla strada in quel preciso istante in cui mi sporgevo, per venire attirata nella seguente trappola. Questo per la presenza in casa mia di telecamere a me nascoste, che da fuori mi controllano dei miei movimenti anche all’interno della mia abitazione.

Costui si era portato infatti al bar Snoopy in corso Mazzini, perché al suo interno erano già presenti alcuni avventori corrotti che lo avrebbero difeso a spada tratta, a prescindere da ogni cosa perché io soccombessi alla volta delle Forze dell’Ordine.

Una volta che vi sopraggiungevo, gli chiedevo delle spiegazioni a quelle molestie che subivo da parte sua, ma lui rimaneva fermo come una pietra e facendosi spalleggiare da chi come lui era stato corrotto, nessuno stavolta mi soccorreva. Infatti, in un precedente episodio che costui mi aveva colpita nell’autunno del 2018, lo avevo alla fine seguito, e spintonandolo come in questo caso soprattutto allo scopo di fargli uscire da una tasca l’espediente sopracitato in un atteggiamento di difesa, qualcuno chiedeva al termine se volevo che mi si chiamasse una gazzella in segno di soccorso alla mia persona, poiché si era visto che fosse la sottoscritta la vittima, sebbene lo avessi colpito io per prima; la quale pattuglia, però arriverà dopo che lui fece appena in tempo a sgattaiolarsene via da là, come per voler sfuggire appunto ad una perquisizione in cui sarebbe stato certamente sottoposto, cogliendolo in quell’occasione con le mani nel sacco non essendosi aspettato infatti che lo avrei seguito questa volta, a dispetto di tutte le altre, dove pur venendo colpita da lui me ne fuggivo via lontano dal pazzo, per paura di quello che mi avrebbe potuto continuare a sparare.

Succede che in quest’altra situazione in cui ero stata attirata appositamente lì, per farmi cadere nell’imboscata in oggetto e il ragazzo indagato se ne uscisse contemporaneamente dall’imputazione a suo carico di stalking, del cui fascicolo avevo chiesto l’apertura, trovavo la cugina di Mirco Giacometti, di nome Barbara, che lo prese a proteggere come già detto. Oltre a questa donna, c’era un altra signora, avventrice, che ha lavorato con me in campagna quando andavo ancora a scuola e che ha l’età di 70 anni circa, la quale fingendo di non conoscermi affatto, mi dirà: “Vai a casa di tua madre, ammesso che tu ce ne abbia una!”, quando ella la conosce molto bene, in realtà. tant’è che un giorno in un altro bar mi avrebbe detto: “ah tua madre, è ingrassata perché dopo tutto quello che ha subito, poverina…”, che significava che si prestava anche lei a quella sceneggiata conoscendomi invece molto bene a me e alla mia famiglia, nel sbugiardarsi a questo riguardo in tal modo.

Nel video sotto, la sig.ra in questione, non mi deve aver riconosciuta, e dove qui sembra una brava persona, quando invece è una massona, tra i tanti che i Caramba dispiegano nei bar per assolvere a dei fini particolari, e ai quali pagano la colazione

Ed infine cito la figura del barista di circa 60 anni, di nome Gabriele, che posso descrivere come un uomo medio alto con pochi capelli e gli occhiali, normolineo, che si pose subito in mezzo fra me e lui, più per difenderlo questo ragazzo che per voler capire cosa stesse succedendo, il quale poco dopo questa sua complicità mafiosa, cederà l’attività ad altri (è un classico nella mafia);

e dove con la scusa che ero nel suo locale, mi intimava perentorio di andarmene fuori da esso, salvo non farmi uscire con me anche quest’altro suo avventore, perché ce la vedessimo noi due a parte; ma appena fuori da lì, nel vedere che Mirco Giacometti si pavoneggiava dall’alto delle sue cinta murarie umane, dicendo con la cugina: “E’ fuori di testa!”, vi rientravo nuovamente dentro, per spintonarlo ancora, e dove a questo punto la cugina si metteva in mezzo tra di noi, venendo coinvolta in quella zuffa pure ella. Il barista perciò prese il telefono per chiamare i Carabinieri, dicendo che nel suo locale c’era una pazza, mentre io nel ritornare fuori chiedevo soccorso alle persone perché qualcuno mi aiutasse, pur essendoci stato qualche d’uno vicino al bar che però non mi soccorse affatto ma mi guardò solamente a distanza. A questo proposito cito un dipendente di mio padre, che mi avrebbe vista anche lui senza però venire in mio aiuto; e che anzi glielo dirà facendomi chiamare da papà più tardi, il quale ultimo non mi ha mai ascoltato in merito perché attraverso lo stesso genitore, mi si facesse subire altri trattamenti psichiatrici, chi dietro la mattanza: l’operaio Stefano Mariotti, e detto fatto lo trovo alquanto bizzarro, visto che sono la figlia del suo capo; per cui penso che lo abbia fatto apposta di non soccorrermi e poi di riferirglielo, proprio per questa stessa ragione dopo essere stato corrotto, sapendo ormai tutti delle persone coinvolte che mio padre mi avrebbe repressa attraverso la sua intercessione all’U.s.l di igiene mentale, presto o tardi.

@sognandoamanda3

Tra il 2016 e il 2018, i Caramba . sig.re Gabriele vendette a queste due bariste che ci sono adesso

♬ suono originale – sognandoamanda

Premetto inoltre, che sono venuta a conoscenza del fatto che questo ragazzo si sarebbe incidentato dopo essere stato investito in bicicletta, e che chi mi ha informato di questo accadimento, mi avrebbe anche detto che la persona che lo avrebbe tamponato con l’auto, gli avrebbe regalato pure una nuova bicicletta (una mountain bike multicolor); ha quindi ottenuto assieme al suddetto risarcimento un altro premio in denaro, e che sospetto sia premeditata questa riscossione, in verità, per giustificare il fatto che si riesce a mantenere da solo pur non andando a lavorare, oltre a fungere quale ricompensa del lavoro svolto per il comandante dei Carabinieri Caruso per conto dello stesso, che sono certa sia stato quest’ultimo ad informarlo di tutti i miei movimenti; il quale è implicato insieme al sindaco per queste molestie reiterate alla mia persona anche per quelle dei motorini e di alcune auto che come dicevo antecedentemente mi passano da sotto casa a folle velocità (almeno cinque i motorini da me contati, e tre auto: una punto bianca, un fuoristrada nero molto grande che vedo spesso parcheggiato nella stessa caserma di Molinella col baule spianato, e una golf smarmittata che ho visto di frequente parcheggiata in via Mondo, dove ci sono le case dell’Erp). Concludo nel segnalare che pure qualche inquilino della mia ex abitazione in piazza Martoni è coinvolto: il sig. Enrico Sgoberti, in particolare che insieme alla Marika Liccari e a sua madre Morena, mi sbattevano continuamente le portiere delle loro auto e delle loro finestre con la collaborazione anche della proprietaria quando apriva il suo negozio in un cambio della guardia, in maniera fragorosa da farmi sentire dopo questo loro atto, nello steso modo di come mi faceva sentire il ragazzo in bicicletta allorché mi passava davanti e mi sparava con il suo marchingegno diabolico la sua “merda”, poiché ritengo che lo stesso strumento utilizzato da quest’ultimo sia impiegato nell’identica modalità dai miei vicini e che con il rumore impietoso del frastuono dei vari serramenti, me ne comunicano in realtà il suo sparo. Infatti, sia Enrico Sgoberti, che madre e figlia del coniuge Liccari, hanno avuto degli incidenti con la macchina, mentre il marito della proprietaria ha trovato finalmente lavoro dopo una cassa integrazione e il fallimento dell’azienda per la quale lavorava di molti mesi. Il comandante dei Carabinieri Caruso, infatti, lo avevo visto molte volte entrare nel negozio della mia ex proprietaria di casa.

Pertanto la sera del 12 giugno, mi contattava la psichiatra dell’U.s.l di igiene Mentale di Budrio, successivamente dall’aver ricevuto una segnalazione da parte dei Carabinieri di Molinella, da deja vue dei tempi di San Lazzaro, che di seguito a diverse mie denunce di violazioni al domicilio a carico di ignoti e a loro rivolte, secondo questi erano state fatte e con esito negativo, facendomi al termine contattare dai servizi di igiene mentale di quel paese, anche in conseguenza all’uscita di un mio articolo di giornale che allego).

Io le dirò che non ne avevo bisogno delle loro cure, ma di qualcuno che mi facesse seriamente le indagini quando il 14 giugno mi suonavano alla porta i vigili per condurmi a Budrio con un ambulanza per farmi un depot, che ritengo esso sia in parte responsabile di un incidente che ho subito di seguito al trattamento di cui ho appena accennato, dove una macchina mi aveva preso sotto su di una striscia pedonale, per l’abbassamento della soglia di vigilanza che è prevista come effetto collaterale nella medicina che mi è stata iniettata.

Ritengo responsabile in questa misura quindi la dottoressa Menino, che non solo non mi ha soccorsa in altre precedenti occasioni, quando non si fece trovare o si assentava se ottenevo un appuntamento da lei, per andarci io e mio padre nel cercare la mia persona di impedire fino alla fine che mia madre andasse in una casa di riposo dopo che prima gli stessi famigliari mi avevano sospinto con una certa minaccia a rivolgermi ad essa, più per la ricerca di un lavoro che volevano che trovassi urgentemente nel voler sistemare la mamma in quel modo lì, anche se la sottoscritta già lavorasse accudendola non a caso e senza contribuzione economica da parte della famiglia; ma la stessa psichiatra me ne ha fatta un’altra con un secondo intervento della municipale cui ero sfuggita al richiamo del 8 di luglio perché stavo lavorando, oltre al fatto che mi aveva cagionato dei problemi di salute di cui ho poc’anzi accennato, insieme alla cosa che mi ha fatto ingrassare di tre chili in due mesi.

Dopo aver chiamato sul cellulare di mio padre per chiederne un suo intervento tempestivo perché la fermasse dal farmi la seconda iniezione, si è sentito rispondere che prima si chiedeva il loro intervento su di me, e poi quando facevano qualcosa dovevano sospendere il tutto, per aver sentito subito di seguito dire dalla segretaria con cui mio padre stava parlando al telefono, che la dottoressa avrebbe deciso lei il da farsi. Salvo che una volta dentro, la dottoressa non mi ha neanche chiesto come stavo, enunciando solo: “Dobbiamo fare un secondo Depot!”.

A questo riguardo, credo che una dottoressa che si rispetti chieda al paziente a cui è sottoposto una misura cautelativa di quel tipo, prima di proseguire una terapia come sia andata essa, anziché incalzare con il reiteramento dell’accanimento terapeutico senza certificarsi se avessi avuto almeno degli effetti collaterali, che le ho dovuto io stessa manifestare e senza che sempre dalla stessa dottoressa, una volta aver preso atto dell’incidente ci fosse stata da parte sua qualche presa di coscienza della cosa, incalzando che “però ero sulle strisce pedonali”, e che per me la tal cosa, non significa assolutamente nulla perché le avevo detto che pur essendo nella ragione e l’incidente mi è stato prodotto dalla velocità e il mancato rispetto della precedenza verso di me, avrei potuto tranquillamente schivarlo con la mia agilità.

A questo punto, forte ella dell’appoggio di un infermiera al quanto dubbiosa pure quest’altra, nell’adempimento dei propri compiti (c’è già stato con ella un rapporto di conflittualità quando mi fecero un secondo TSO nel 2013 per i cattivi odori che ristagnavano nel nostro condominio, dove avevo buttato nelle lenzuola della vicina stese sul filo del bucato sotto al mio balcone dell’olio, perché me ne chiudeva continuamente il portone d’ingresso e che io volevo che stesse aperto perché arieggiasse lungo il vano scale dal miasma prodotto da dei condomini pakistani, quando nel palazzo difronte il portone era sempre spalancato tutta notte per la presenza di altri stranieri al suo interno in una beffa), mi diceva la dottoressa sopracitata che dai servizi ero conosciuta da tempo e che mi dovevo far trattare, insieme ad una seconda dottoressa che entrava poco dopo e che sosteneva di conoscermi pure lei pur solo dalle carte; e il quale olio, ritornando a quell’episodio famoso, in realtà, era stato a temperatura ambiente e che era servito solo a sporcarglieli semplicemente i suoi panni, come a me che tutti loro (pakistani e questi altri condomini napoletani in una comunella) mi infestavano l’aria che respiravo nel serrarmelo completamente. Avevo fatto diverse segnalazioni al Capitano della municipale precedente e che adesso è in pensione – il Sig. Pezzoli -, ma mi rispose che non poteva intervenire in contestazioni condominiali sotto le quatto unità oltre ad avermi fatto molestare tutt’intorno in altro modo (allego documenti). Ecco allora, che non soccorsa dalle istituzioni come da altre precedenti trappole, in cui prima mi si fa molestare, perché al termine “sbrocchi”, e subito dopo il malfatto, una volta che l’inquilina se ne era resa conto nel chiamare i Carabinieri con le braccia tese in aria, questi fecero al termine irruzione in casa mia con la municipale e gli assistente dei servizi di igiene mentale, e dove l’infermiera di cui ho poc’anzi parlato, per l’appunto mi disse: “lei ha buttato dell’olio a temperatura bollente!” Dicendomelo per diverse volte, con io smentirlo continuamente, e mettendola questa motivazione in un documento come la causa del mio ricovero a Villa Barruziana, si ottenne la cosa per cui venni qui internata alla fine, dove venni persino maltrattata (mi legarono con delle cinghie e mi derubarono di alcuni miei effetti personali e dei soldi, cui ho fatto denuncia). Il cui documento però non lo riesco più a trovare, tra i tanti documenti che mi spariscono continuamente in casa, perché io non ne abbia le prove di questo.

E concludo a proposito sempre dell’U.s.l di igiene mentale di Budrio, nel precisare che nell’anno 2016/17 in cui mi portavo in stazione a Molinella per prendere il treno che andava a Bologna, due signori – Silvano e Coriandolo – di una certa età che sono sotto i servizi di igiene mentale di Budrio, allorché arrivavo al terminale anche alle 4.00 per poter prendere la prima corsa delle 5.30, loro benché prendessero quello delle 6.40 arrivavano poco dopo a me allo scopo di molestarmi appositamente uno dei due: il sig.re Silvano, nell’iniziare a tossire rumorosamente se vedevo che stavo correggendo dei testi del mio sito www.sognandoamanda.altervista.org. L’ho infatti sorpreso che telefonava a qualcuno e che ritengo si tratti di uno degli operatori di Budrio, come per esempio il sig. Giordano che più volte l’ho sorpreso in un atteggiamento di omertosità rispetto al tutto, nell’andare io a riferire questo fatto proprio lì dove li avevo un giorno seguiti i due, insieme all’altro pulito: il sig. Coriandolo che però è estraneo al tutto, alle 8.30 per andare questi a lavorare per conto dell’azienda pubblica in oggetto alle 9.00, in cui li aspetta un pulmino; quando loro mi venivano a disturbare all’alba dopo che uno dei due era stato corrotto.

Il giorno 31 luglio andavo da una psichiatra di mia fiducia, la dott.ssa Lodi per potermi slacciare dall’U.s.l di igiene mentale che mi vuole fare una terza puntura per un ciclo di due anni, ma la psichiatra Menino non si faceva trovare al telefono apposta perché io non passassi nelle mani di una persona da me prescelta, così che continui a venire sottoposta alle torture della psichiatra corrotta del centro dei servizi mentale di Budrio; e che si prefigge con questo trattamento, oltre che la mia interdizione in un percorso di giustizia, l’usurpamento completo della mia avvenenza (sono già ingrassata di 4 kg in sole due punture che mi hanno fatto in due mesi) ed insieme il mio infragilimento psichico, attraverso la distruzione sistematica delle mie cellule nervose affinché non riesca a scrivere più bene per poter continuare a dire tutto quello che so (mi sono spariti dalla borsa alcune pagine che volevo integrare al mio sito internet, e che costituivano parte di un interessantissimo capitolo).

Chiedo di punire i colpevoli dei reati qui ravvisati

Chiedo di punire i colpevoli dei reati eventualmente ravvisati

                                                                                                                                     Carla Zandi

QUESTA E’ LA PIAZZA IN CUI SI AFFACCIA LA MIA PALAZZINA, E DA DOVE

 LO STALKER MI SBUCAVA SEMPRE DA QUALCHE ANFRATTO IN ESSA

UN’INQUILINA TESTIMONE DEI MOTORINI RUMOROSI CHE PASSAVANO DA PIAZZA MARTONI

                                                                                                                                      Allego mail di una vicina di casa, che come me voleva denunciare i motorini chiassosi che passavano sotto casa, e dietro i quali credo ci sia lo stesso comandante dei Carabinieri di Molinella sopracitato.

  REFERTO MENDACE PRONTO SOCCORSO MALPIGHI,

DI POCO ANGOLARE VICINO A CASA MIA