Capitolo 2: Cronologia del mio sito e libro, “che non sa da farsi…”


ULTIMA DENUNCIA SULL’IMPEDIMENTO RISCONTRATO NELLE BIBLIOTECHE DOVE LAVORO

ESPOSTO DEL 2020 SU DELLE MOLESTIE CHE SUBISCO IN ALCUNI ALBERGHI DOVE ANDAVO A PERNOTTARE QUANDO PROVAVO DI SCRIVERE PURE LI’ NELLE POSTAZIONI ONLINE MESSE A DISPOSIZIONE PER I CLIENTI DALLE STESSE INFRASTRUTTURE RICETTIVE, COME ANCHE IN DIVERSI ALTRI POSTI, PER L’UGUAL SCOPO COMUNE DI IMPEDIRMI DI PARLARE SU QUESTO TESTO DI MAFIA.… E CHE E’ SCRITTO MOLTO MALE PER QUELLO CHE LAMENTO NELLA STESSA SEGNALAZIONE, OLTRE CHE APPUNTO PER LO STESSO IMPEDIMENTO IN SE’, IN OGGETTO DI CUI PARLO, NEL MIO TENTATIVO DI DOCUMENTARE IL TUTTO A CHI DI PREPOSTO.

FRONTALE DI UN’ALTRA DENUNCIA SOTTO

Denuncia 2019 sulle biblioteche del Polo Bolognese e sul treno della linea ferroviaria “Veneta”, dove in ambo i luoghi, certuni, mi impediscono di redigere il mio testo di mafia, in cui provo di correggere dei capitoli al suo interno, dopo essere stati corrotti a questo.

Nelle due immagini sopra, ho ripreso uno dei tanti momenti in cui vado nelle biblioteche bolognesi per cercare di scrivere il mio testo, con non poche difficoltà (quella della foto è la biblioteca “Malservisi” della zona Lame); nella quale mi capita, frequentemente, di trovarmi vicino ad alcune persone che mi disturbano in modo premeditato, con pretesti sempre diversi; nella situazione sopra, venivo disturbata da dei “ciappinari“, i quali, al lavoro che dovevano svolgere, producendo un certo rumore, senza neppure avere avvertito le bibliotecarie della loro improvvisa irruzione, a questo, già che c’erano si misero pure a zufolare, in uno sfregio di grande maleducazione anche a tutti gli altri di utenti che insieme a me – la principale destinataria designata alla tal smorfia – erano venuti lì per studiare, visto che si trattava di corruzione; come dicevo infatti, del loro sopraggiungere improvviso qui, non erano state avvisate nemmeno le stesse impiegate, sebbene furono proprio le medesime dipendenti ad averne fatto la richiesta, antecedentemente, a che venissero costoro (così si giustificò una di queste, a cui poi feci le dovute rimostranze della tal cosa). Alcuni studenti di questa saletta se ne dovettero andare per il troppo rumore, e in modo piuttosto spazientito. Scrissi inoltre due righe su di un foglio di detto fatto, chiedendone ad uno studente che si trovava vicino alla sottoscritta medesima, quel giorno in questione, l’avallo del tutto con una sua firma (e il cui documento mi è scomparso di recente in un faldone di vari miei certificati, dalla mia ex abitazione in Piazza Martoni, 21 a Molinella, fra i tanti di ugual natura, che mi vengono sottratti continuamente perché non ne abbia le prove di quello che mi accade); il cui ragazzo, però, mi fece gli scatti in alto di questo post, che mi inviava al mio indirizzo di posta elettronica su mia gentile richiesta, poiché non avevo avuto allora la macchina fotografica con me per poterlo fare io ciò, e che come testimonianza dell’episodio del quale parlo, quest’altra di prova, sono riuscita invece a preservarla (vedi link sotto).

UN TESTIMONE, DI ECCESSIVO RUMORE ALLA BIBLIOTECA MANSERVISI, CHE MI HA MANDATO LE FOTO SOPRA, DEL FATTO APPENA DESCRITTO, TRAMITE POSTA ELETTRONICA.

SEGNALAZIONE DI UN MIO COMPORTAMENTO ANOMALO DA PARTE DI UNA BIBLIOTECA AL CSM DI BUDRIO

In questo fax inviato all’U.s.l di Igiene mentale di Budrio, c’è del vero, sulla questione che avrei aggredito “verbalmente” un utente, ma perché la sottoscritta medesima era fortemente convinta, in quella precisa circostanza, dell’episodio in oggetto, della corruzione di una persona in particolare; infatti, il più delle volte sono, io, quella che comunemente viene aggredita da qualcuno se chiedo di fare meno baccano, con l’assenteismo totale del personale di servizio, nei miei confronti; come fu un giorno che ad uno strano tipo che tossiva continuamente, e in modo rumoroso da farmi sussultare ad ogni suo colpo di tosse, gli avrei chiesto al termine di morigerarsene un poco dalla tal cosa, quando mi successe, ad un certo punto, che dallo stesso “pazzo”, mi sentì togliere, da dietro le mie spalle, la sedia su cui stavo seduta, tutto ad un tratto, cadendo col sedere a terra. Lì chiesi aiuto alle bibliotecarie, che non solo non mi soccorsero minimamente, ma una di loro (una donna matura, di altezza media coi capelli biondi) prese addirittura ad alzare gli occhi al cielo, in un atteggiamento fintamente spazientito di tipo massonico: proteso cioè a condurre le altre sue colleghe, ancora pulite, a non prendermi in considerazione, essendo stata, quest’ultima, certamente corrotta per comportarsi in quella maniera; mentre invece di una mia reazione, peraltro giustificata, per la ritorsione che avevo appena subito da un finto utente tra i tanti fasulli (che come già dicevo, sono dei disturbatori che la mafia mi dispiega perché la mia persona non riesca a scrivere), ne fecero appunto la segnalazione in questione, del cui link sopra, inviandola la relativa documentazione attinente, appunto al dipartimento pubblico di salute mentale (…??), dove le figure preposte dissero falsamente che fossi stata una ragazza sotto di esso. Infatti, a questo riguardo, nel suddetto CSM, mi recai per due anni solamente – dal 1998 al 2000 – per dei semplici problemi famigliari, perché allora non avevo avuto più i soldi come un tempo, per andare da uno psicoterapeuta privato; quell’anamnesi psichiatrica, però, visto che una volta là, poi, non lo trovai un semplice psicologo, e fui quindi costretta a farmi seguire da uno psichiatra, della quale figura, peraltro, non avevo affatto bisogno, e per la cui cosa, feci anche le dovute obiezioni, allo stesso medico, sebbene alla fine, egli, mi convinse a rimanere presso di lui – il dottore Roberto Ruani – che successivamente dall’aver io conosciuto il mafioso di Prodi, mi venne corrotto, infine, pure questi, per dire delle “stronzate” sul mio conto negli atti che in seguito integrò, a chi di dovere, nel fascicolo che feci aprire in Procura contro lo stalker famoso che mi entrava in casa mia eludendo la serratura, bastò tuttavia alla “mafia”, ad invalidare in un qualche modo, tutte le mie denunce di violazione al domicilio subite dal sig.re Renato Grilli  in oggetto – mafioso di Romano Prodi – che avevo presentato fino a quel momento (si veda cap: Genesi), prima di questi ultimi fatti, e per la cui ragione, mi trovavo appunto lì per cercare di lasciarne traccia di ogni cosa sul mio blog, nelle varie biblioteche dove vi andavo a navigare; e al tal produzione di documentazione mendace che mi riguardava, si ottenne al contempo per mezzo della stessa il pretesto, alla disposizione più avanti, di quattro TSO più due ASO che di lì a breve, mi avrebbero appunto fatto subire i suoi adepti, in modo da far suscitare ulteriormente la mia non credibilità verso le bibliotecarie, rispetto alle molestie premeditate che subivo da parte di alcuni utenti dei quali le mettevo al corrente, quando ancora non mi furono state quasi tutte quante corrotte pure esse, da ritrovarmele poi in seguito, anche le medesime impiegate totalmente indifferenti a quella mia situazione di merda. Ciò a mio avviso in virtù dell‘infinocchiamento che dovettero ricevere su di me, da qualche autorità, che era in parte proteso a denigrare appunto la mia persona in una qualche forma di calunnia, e dall’altra a farlo attecchire il medesimo inganno su di me ancor più, “forse” contemporaneamente alla promozione di qualche premietto che qualcuna di queste incassò, perché alla fine da tutte le impiegate alla fine fossi disturbata a loro volta.

UN ALTRO TESTIMONE, NELLA BIBLIOTECA GINZBURG, DEI RUMORI MOLESTI PRODOTTI INTORNO A ME (il quale soggetto, mi è stato dopo poco, corrotto anche lui, per arrecarmi a sua volta delle molestie pure egli, alla mia persona).

Marzo 2015. Era da oltre un anno ormai che avevo ripreso a frequentare le biblioteche di Bologna; dapprima, fu per pubblicare i miei annunci come escort su internet, dalle postazioni dei computers messi a disposizione degli utenti.  In seguito, ci continuai ad andare invece per proseguire a scrivere il mio testo, che era la vera ragione per la quale avevo creato il mio sito erotico: quella ovvero di poter filtrare dalle mie grate invisibili. Il sodalizio che nacque nella realizzazione dello stesso con il mio ex grafico, autore della parte tecnica del vecchio blog www.sognandoamanda.com, poi corrottomi anch’egli, si inaugurò per caso. In principio, si presentò quale mio cliente, poi divenne un collaboratore, successivamente all’avergli fatto vedere il sito che feci fare prima del suo, ad un altro webmaster: “Le favole di Amanda”, interrotto bruscamente per dei problemi di salute di quest’ultimo. Essendo D. del mestiere pure lui, mi propose di rifarlo daccapo. Avendo io avuto, sin dal principio, dei problemi, con ciò di cui il mafioso e “chi” gli dava carta bianca mi relegarono a vivere: la prostituzione, per l’appunto, in quanto mi abbattevano il segnale del mio cellulare al cliente (furono alcune persone interessate al mio servizio, che nel provare di mettersi ripetutamente in contatto con me se ne lamentarono di questo), oppure mi telefonavano degli individui che si fingevano interessati a me, e che su mandato del mio stalker mi dovevano far perdere del tempo di proposito, fui costretta per forze di cose, ad un certo punto, a rendermi più visibile. Accadeva infatti di frequente, che per raggiungerli, essi, mi si desse una via con un civico e un campanello, ma a metà del mio tragitto o disdicevano, oppure i dati dell’indirizzo non esistevano proprio. Ad esempio: “Vieni in via Andrea Costa al 60”, e magari la numerazione arrivava al 50 o quel cognome fornitomi non c’era scritto proprio da nessuna parte sul citofono, ecc. Queste, in definitiva, furono le condizioni originarie, ad avermi portato verso quello che sarà il mio più grande sputtanamento, in generale, come non di meno mio “debutto in società” se così lo vogliamo vedere…

E verso la cui cosa, stranamente, non mi fu posto alcun ostacolo inizialmente! Sì, perché se volevo un lavoro serio, quello me lo facevano perdere tranquillamente, mentre in quest’altro di progetto, filò tutto liscio come l’olio. In principio, però, misi delle semplici foto di un mio nudo artistico, e scrissi delle favolette erotiche maliziosette ad esse annesse, volte ad incuriosire puramente. Ma poi diventò un vero e proprio “specchietto per le allodole”, tanto in me si fece largo il sospetto, che quest’unica cosa che mi venne concessa di poter realizzare aveva come fine ultimo, l’affondarmi con le mie stesse mani. Nel senso che prima ti costringono alla prostituzione, così da gettare quante più ombre e dubbi su di te, che in qualità di vittima di mafia l’avevo già recriminata, quest’ultima condizione, a suo tempo, con varie denunce e poi la incarnavo di fatto, la suddetta realtà, nell’effettivo, attraverso l’esercizio del mestiere più antico al mondo (ogni donna che si prostituisce infatti proviene da una mafia antecedente a quella in cui versa per ultimo, sia che pervenga essa dalla stretta famiglia di riferimento che dal proprio nucleo sociale di riferimento. Mentre invece per quanto attiene la prostituzione di coloro che lo fanno per dei puri ritorni economici, a mio avviso questi ultimi hanno semplicemente dei problemi di mente); per infine mettermi nella condizione di dover incrementare e diversificare la pubblicità, a fronte delle mille interferenze che mi contrappossero su questa unica strada che mi si dava per mangiare perché mi auto-danneggiassi nella reputazione il più possibile, pur di alimentare ulteriormente l’idea collettiva che lo avessi voluto davvero io, tale diffusione via web della mia immagine. Pertanto sebbene al pari di tutte le altre ragazze che come me si prostituivano anche se più anonime e senza un sito, la sottoscritta fosse quella che lavorasse di meno, in quanto la Polizia Postale (chi di corrotto al suo interno) mi intercettava il segnale del mio cellulare ai clienti, e quei pochi che mi facevano filtrare alla mia utenza erano per lo più mediocri o grossolani, di facciata vollero che si pensasse: “Amanda guadagnasse molti denari”; la quale errata informazione venne fatta lievitare ancor più da dei massoni che al mio passaggio li sorpresi a borbottarlo fra alcune persone completamente ignare, a conferma di questa massoneria. Ecco, allora, che cresce sempre più in me il desiderio di parlare.

E quale miglior modo di poterlo fare se non dal mio stesso sito? Salvo a tutta logica, esserne stata ostacolata sin dall’inizio: dalle biblioteche, quindi, in cui provai di scrivere il mio libro, e dove mi furono dispiegati dei veri e propri “attentatori” alla mia concentrazione (dal tossire ripetutamente, 

Il ragazzo del video comincia a tossire dal minuto 4′.50 circa, ma in maniera composta perché lo stavo filmando (e avendo questi il computer, glielo devono aver comunicato in tempo reale che ciò lo stavo facendo); la quale cosa, se non avessi avuta la macchina fotografica, l’avrebbe fatta in modo più ripetitivo e fastidioso, come infatti succede quando non ce l’ho o non è pronta per filmare.

al canticchiare davanti al computer,

Questo uomo dalla giacca grigia, aveva canticchiato, a me poco distante, sapendo bene, che lo stavo filmando, ma lo aveva fatto talmente a bassa voce, che con la macchina fotografica che avevo allora con cui lo stavo riprendendo non si sente lo stesso, questo, ma costui è un appunto mafioso; e infatti, si era venuto a mettere vicino a me, poco dopo che vi avevo preso posto lì.

al battere con le mani pesantemente la tastiera del PC,

https://youtube.com/shorts/9wlOClShSS4

Il tipo, che riprendo nel video, si era dapprima presentato alla mia persona in modo giullaresco, come per anticiparsi della sua mafia, che mi avrebbe messo in atto, ed insieme per prendermi per il sedere, e poi, dopo essersi così presentato, cominciare a tossire (e all’inizio del movie, riesco a cogliere qualcuno che tossisce, anche se non lui, particolarmente, che me lo fa, questo, con la mia telecamera), ma in quel giorno, mi riservò soprattutto una scarica di dita sulla tastiera, dove è davanti, assurda, che i ragazzi intorno a me, si erano guardati un po’ attoniti poiché non era stata normale. E infatti, la parvenza della sua non propria normalità (anche se qui, non si evince), asserviva da pretesto a giustificarla questa sua bizzaria. Ma purtroppo, il mio tentativo di riprenderlo, a 23 anni di ritorsioni mafiose, è vano, poiché, ora, a differenza dei primi anni di mafia, quando ancora il cellulare, non aveva internet, il mafioso, che ne è equipaggiato, come te, viene informato in tempo reale, attraverso di esso, se provo di filmarlo, da chi me lo ha posto, in mezzo, al fine di impedirmi di lavorare al mio sito, per mezzo anche della collaborazione del personale colluso della mia biblioteca in cui mi trovo, che sto appunto cercando di incastrarlo.

al giocare al jack pocket su internet pigiando continuamente il mouse, o al clikkare sempre con la stessa intermittenza il medesimo per scorrerne i post, come al puzzare selvaggiamente , ecc.) al fine di disturbarmi o per farmi disertare sul nascere dal prendervi posto ad una postazione, per mezzo di certi utenti corrotti, o di alcuni soggetti sotto i servizi sociali, e ad essermi stati piegati al termine pure loro, in virtù della cui delicata situazione: quella ovvero che quest’ultimi non potessero farlo apposta di disturbarmi avendo essi dei problemi, la mia “mafia” infierì oltremodo nel farmeli ritrovare sempre appresso; ed in sinergia alla corruzione anche di qualche d’uno del personale delle biblioteche, per condizionare gli altri colleghi ancora estranei al tutto dal deridermi, quando in momenti di massima apoteosi che subivo molestia, lo reclamassi davanti a tutti i presenti che taluni lo facessero apposta (vedi appunto segnalazione sopra all’Usl da parte della biblioteca Ginzburg); fino all’impiego della stretta manovalanza che lì vi operava, pur di inibirmi a scrivere, e costituita da alcuni operai per la rimessa in manutenzione di queste strutture aperte al pubblico, alternativamente agli utenti “molestatori” di cui sopra. E i quali manovali, stavano intorno allo stabile o sovente anche al proprio stesso interno e che in rassegna vantava quali sue reclute alla mafia da i semplici “ciappinari”, o se erano all’esterno appunto ai muratori;

come è invero da i tagliaerba, UN ESEMPIO, FRA TANTI, DI QUANTO MI METTO A SCRIVERE che lavoravano, taluni, addirittura sotto la pioggia (vedi sempre alla Ginzburg), in cui porto la testimonianza in una segnalazione del 2019 alle Autorità competenti – se nel frattempo non me lo hanno già corrotto per dire il suo contrario – , del barista di circa vent’anni di via Napoli che un giorno di primavera ci fece caso pure egli, del tal fatto bizzarro, e nel quale link della denuncia in cima a questo post, lo includo verso la fine della stessa, a sostegno di ciò,

VIDEO SOTTO, SEQUESTRATOMI DI PROPOSITO PERCHE’ VOI NON VEDIATE:

Si veda in questo video verso la fine dello stesso, della presenza di un tagliaerba fuori in cortile, ma che però non sono riuscita a far sentire e a riprendere bene con la macchina fotografica, perché lo filmo quando è ormai già lontano, vicino ad una bicicletta e all’angolo di un cofano di una macchina bianca sulla destra.

... e dove in quest’altro sotto di filmato, subito di seguito a quello sopra, dal minuto 3.00 (tra la fine del secondo minuto e l’inizio del terzo), arriva ad un certo punto, in una postazione, una ragazza che apre la finestra appositamente perché io l’avevo appena chiusa proprio per il gran rumore, in modo che così si continuasse a sentire.

agli onnipresenti manutentori con i soffioni che spazzavano via le foglie o lo sporco in genere, benché non ve ne fosse stato tanto (vedi alla Borges), se arrivavo ad una postazione che ancora non c’era stato nessuno vicino a me che mi potesse disturbare. E i quali iniziavano a produrre del rumore proprio in quel momento che vi sopraggiungevo.

“SOFFIONE” DEPOSTO A TERRA, DOVE C’E’ L’ERBA ALL’INTERNO DI UN RIQUADRO CEMENTATO

https://www.tiktok.com/@carlazandi2/video/7149822816022433030?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1

Per infine avere avuto lo stesso tipo di problema anche nelle varie case in cui andai ad abitare (almeno cinque nell’arco di vent’anni); pertanto non appena mi sistemavo in una di queste, poco dopo venivo letteralmente assediata da dei cantieri edili, dove sembrava che i suoi carpentileri non volessero mai smontare via da lì; e nei quali alloggi, mi si circumnavigava poi progressivamente tutt’intorno affinché io fossi impedita dal proseguire il mio lavoro di documentazione Lavori edili 2011-2012_alta definizione_mpeg4 (vedi cap. 26: via dello scalo; come ancora prima di questo, anche nei cap. 22 -23); oltre al continuare a venire disturbata, la mia persona, di pari passo alla progressiva stesura del mio testo, in posti ogni volta diversi che si andavano ad aggiungere: come per esempio sul treno della Suburbana Veneta, o all’interno della stessa stazione del mio paese dove lo attendevo; nella quale, certe persone che lo dovevano prendere assieme a me, e presso cui vi sopraggiungevano qualche minuto a seguire dalla mia precisa irruzione in essa, ebbi poi a comprendere, a suo tempo, che mi erano state prese da parte perché mi disturbassero di proposito; il tutto, era stato successivo al fatto che qualche mese prima, ero riuscita ad andarci a scrivere nell’ottenere di starvi qui tranquilla fino ad un certo orario, non essendoci stato ancora nessuno, quando ad un bel momento sopravennero due anziani signori molto fastidiosi, per impedirmi di proseguire a documentare in quel incanto, – vedi cap. 35: “Molestie da stalking a Molinella” – , in cui parlo appunto della cartolina di vecchietti che allorquando arrivavo al terminale per attendere un convoglio che mi portasse a Bologna, nel tirare fuori ad un certo momento un qualche foglio di un capitolo da correggere, dopo neanche dieci minuti arrivavano appunto anch’essi, che ancora non c’era stata un’anima vivente; e il primo treno era almeno dopo un’ora e mezza dal mio arrivo in ivi, in quanto ci andavo all’alba proprio per questo. E dove uno dei due di vecchietti che mi era stato corrotto, iniziava quindi a tossire ripetutamente, mentre con la coda dell’occhio mi osservava omertoso per comunicarmi la sua complicità  (il Sig. Silvano); il tal episodio successe una mattina alle 4.00 che mi portavo là per approfittare appunto del suddetto silenzio al suo interno, quando dalla vetrata vedevo che arrivavano pure i “due strani casi”, che stavano sempre in coppia, e che solitamente arrivavano alle 6.00, per poi mettersi questi a sedere e dormire sulle due uniche panche di allora, occupandomele, nonostante dovessero essere al lavoro per le 9.00, visto che un giorno li avevo seguiti per avere le prove della loro implicazione, portandomi questi “soggetti”, dinnanzi al parcheggio dell’U.s.l di Igiene Mentale, a Budrio “guarda un po’…”, dove li attendeva qui un piccolo pulmino, di quelli probabilmente per persone con problemi mentali, che li avrebbe scortati a svolgere una qualche attività lavorativa sotto la formula “borsa-lavoro” . Della corruzione di qualche d’uno corrotto all’interno del CSM di Budrio per assodare a sua volta costoro a rompermi i coglioni (come l’infermiere Giordano), avevo avuto sospetti fin dall’inizio. Tutto ciò allo solo scopo di ostacolarmi, chi, degli adepti della mafia dal redigerlo questo testo attraverso il reclutamento di alcune persone, o per farmelo semplicemente scrivere male, da così non venir presa sul serio; una delle tante ragioni per la quale se ne deve il suo titolo: “Interferenze”.

Messaggi via mail di un massone di una biblioteca, a cui avevo domandato prima di venire in questo modo corrotto, di riprendere al cellulare, il casino in biblioteca che mi stava producendo una persona che si spacciava per un utente

DENUNCIA BIBLIOTECA GINZBURG DEL 23 OTTOBRE 2018

Questa è una coppia di coniugi che mi molestava apposta sia alla biblioteca Ginzburg di Bologna che in quella di San Lazzaro di Savena (della cui denuncia, il link sopra alla stessa foto); e che gli adepti della mafia, mi dispiegavano per farmi da essi disturbare di proposito, a seconda del posto in cui mi vedevano di volta in volta ad andare, per dire a queste loro reclute, di farsi lì ritrovare da me, prima ancora del mio sopraggiungere in una biblioteca, o subito poco dopo: e dove, costoro, in particolare, mi cominciavano a fare mille rumori intorno, come borbottare o canticchiare davanti al computer, o batter con le dita delle mani pesantemente la tastiera. E se me ne lamentavo di ciò, la donna della foto in alto della quale segnalazione sopra, mi insultava dandomi della puttana! Alla fine, dopo tante prepotenze da parte di questi due personaggi, sotto l’egida della mafia, l’uomo, qui della foto, di seguito ad avermi aggredita verbalmente in più occasioni fin quasi ad alzare le mani verso di me, come per volermi picchiare, l’ho un giorno menato io con un sonoro ceffone. Ma la macchina fotografica, l’ho comprata molto tempo dopo, da quei fatti molesti, cioè da quando la mia mamma l’hanno messa in una casa famiglia (vedi cap. 49); e quindi non ero mai riuscita a inchiodarli di tutto questo con dei filmati a suo tempo, essendo stata appunto al tempo, impegnata ad accudirla, e spendendo tutti miei soldi solo per lei; anche perché nel frattempo ero riuscita a dissuaderli dal continuare a rompermi le scatole con le mie stesse mani, dal redimersene già per suo conto i medesimi dal proseguirvi a farlo, questo; sebbene ci fu, comunque, un semplice cambio della guardia ad altri loro compari molestatori, che subentrarono agli stessi. Infatti, nel video qui sotto, i coniugi in oggetto, nel vederla per la prima volta che la tiravo fuori la suddetta telecamera, dove me li ritrovavo poco vicino, nella sala computer di San Lazzaro, non emetteranno più alcun suono, non a caso!

In questo video, sono appena arrivata alla biblioteca di San Lazzaro, quando mi rendo conto che la coppietta di cui parlo sopra era già lì che si faceva trovare, come pronta in pedana per molestarmi: in qualsiasi orario la sottoscritta medesima vi sopraggiungeva sia della mattina, che del pomeriggio loro erano già qui ancor prima di me o arrivavano poco dopo); ma che però non sono mai riuscita a registrare dei loro rumori fatti di borbottii a voce alta, e altro, perché l’unica volta in cui il tipo si era accorto che avevo la  macchina fotografica e che lo stavo riprendendo, ovvero subito dopo che finalmente la comprai, era ormai troppo tardi per poterlo inchiodare di questo, facendosi egli improvvisamente silenzioso.

ALTRI VIDEO SEQUESTRATOMI PERCHE’ VOI NOI NON VEDIATE:

Ma se non sono loro due, a disturbarmi, altre persone come dicevo, si susseguono alla coppia di cui ho appena parlato! Questo ragazzo per esempio tossiva ogni due o tre minuti, e prima di lui c’era stata un’altra ragazza – che mi era dietro – e che si soffiava sempre il naso, rumoreggiandomi anch’ella continuamente però in quest’altro modo qui, antecedentemente al cambio della guardia con egli, ma non l’ho filmata, sempre per dei problemi tecnici della macchina fotografica (la quale, delle volte o si scarica oppure è piena di files). Dopo un po’, vicino a questo ragazzo, arrivava un suo amico, che probabilmente fungeva da spalla, e cioè asserviva a far passare quel suo atteggiamento di molestia, agli occhi degli altri, come appunto una cosa normale, quando invece tossiva perché così gli avevano detto di fare; ma nel video sopra non sono riuscita a riprenderlo di ciò, quando me lo faceva di continuo, sapendo lui di essere ripreso attraverso la mia macchina fotografica, dove lo devono aver informato in tempo reale di questo col cellulare, e quindi da quel momento in poi lo fa in maniera più ponderata!

IN QUESTA BIBLIOTECA A SAN LAZZARO, SUBISCO  DELLE GRAN MOLESTIE DA UN VERO E PROPRIO PRESIDIO DI STUDENTI CHE MI VENGONO CORROTTI DI VOLTA IN VOLTA, E CHE SI DANNO IL CAMBIO L’UN L’ALTRO, PRESUMO IN CAMBIO DI QUALCHE PREMIO, O NEL BATTERE LORO CON LE DITA DELLE MANI PESANTEMENTE LA TASTIERA (A QUESTO RIGUARDO, IO, NONOSTANTE BATTA A DUE MANI, NON FACCIO COSI’ TANTO RUMORE) OPPURE A PRODURMI ALTRI RUMORI IN GENERE, DAL TOSSIRE DI CONTINUO,  AL TIRARSI SU IL NASO: INFATTI, A QUEST’ALTRO DELLA FOTO SOTTO GLI HO DOVUTO DIRE QUALCOSA A TAL PROPOSITO, MA ANCHE LUI QUI NON APPENA VEDE LA MIA MACCHINA ACCESA SE NE MORIGERA’.

 ALTRI VIDEO SEQUESTRATI PERCHE’ LA MIA NON SI EVINCA:

Qui si evince un po’ meglio dal quinto minuto e mezzo in poi, ma purtroppo questo tipo di rumore in particolare non si riesce sempre a cogliere con una macchina fotografica ben nascosta.

Mentre invece la ragazza, sopra, si avvicina a me subito dopo che mi ero appena spostata da un’altra postazione, in cui avevo trovato una precedente persona che mi rumoreggiava allo stesso modo solito, e che me ne convalidava la premeditazione della sua molestia, da un suo ghigno divertito alla cosa che ella ebbe a storcersi dinnanzi a me, ma che però non sono riuscita a riprendere, a quest’altro appunto di posto; e dove non faccio in tempo a stare da sola che due minuti a seguire vengo avvicinata da costei in compagnia di un suo amico, quando poco prima non c’era stato ancora nessuno. Per poi questa ragazza con l’anellino all’orecchio del video, vederla io iniziare a scrivere qualcosa per il suo amico “a manetta”, sempre battendo molto rumorosamente (ma purtroppo alla fine si sentono sempre le mie di mani, vicino alla macchina tanto da sembrare che sia io a farlo questo casino) e contemporaneamente chiacchierando fra di loro molto spesso (il ragazzo è appoggiato allo schienale della sua sedia mentre la tipa, gli fa i compiti per potersi lui vedere).

Operaio che sistema sulle travi delle luci nella biblioteca di Molinella, assieme al suo amico nella foto sotto, che invece quest’altro fa dell’assemblaggio (peraltro molto rumoroso, tanto da essersi sentita di scusarsi per lui con gli utenti della stessa biblioteca, la Sig. Cristina, che ne era un’impiegata, ignara allora ancora del vero disegno in essere, e che era appunto teso a molestare me, ma dove in questo si aggiungerà in seguito pure anche lei), e che era seduto da un’altra parte, a me poco lontano, in cui lo ripresi. Difatti, i due manovali, all’uscita della biblioteca di Molinella li ho poi visti che mi ebbero a guardare, a loro volta, con quel classico sguardo omertoso ed insieme complice, tipico di chi è stato corrotto.

IMG_0605 (da cliccare) VIDEO di quest’altro individuo sotto, che è uno dei quei tanti utenti della biblioteca Borges, che mi disturbano lì. “Voi riuscireste a lavorare al computer con della gente che gioca alle slot machine?”

Appena mi siedo in una postazione d’internet, mi capita di ritrovarmi vicino a me, gente come questa del video, che con le dita clicca sistematicamente di continuo il mouse per giocare alle slot machine online… La mia idea, è che il ragazzo di questo movie, in particolare, e che si vede qui nella foto, sia stato messo nella condizione di prendervi posto nel momento stesso che mi hanno vista arrivare in quest’altra biblioteca della Borges, perché mi disturbasse coi suoi numerosissimi clik, clik,clik (anche se nel provare di chiedergli qualcosa per vedere se ne era più o meno complice della cosa, mi era sembrato abbastanza pulito, benché chi venga coinvolto, in genere, diventi però uno straordinario attore!

Marzo 2018. Recentemente nella biblioteca “Malservisi” della zona Lame presso la quale non avevo avuto ancora alcun tipo problema, un utente extra – comunitario che negli ultimi tempi era solito farsi ritrovare da me lì non appena arrivavo, già in “pool” vicino ad una postazione internet in cui andavo a navigare di solito pronto a disturbarmi, per poi rimanervi egli seduto tutto il tempo ad un tavolo per guardarsi solamente il suo cellulare, allorché lo scorsi al mio sopraggiungere qui nel dovermi io subire questa sua bizzaria, visto che in quell’area dove sostava senza fare nulla, in genere ci si va solo per studiare, uno sguardo sapiente  alla “Mezzogiorno di fuoco” –   dalla famosa scena del film western omologo – ci scambiavamo l’uno l’altro come per salutarci all’imminente duello, prima di sfoderare dalla propria rispettiva nostra guaina le armi e fare fuoco; quindi, allorché vi iniziavo a navigare, lo stesso mi iniziò al suo teatrino, prendendo a tirarsi su il naso in modo coatto (la mia mafia sa che questa cosa mi infastidisce molto); di conseguenza, gli avrei chiesto dopo numerosissime volte che lo aveva fatto se poteva soffiarselo, con quest’ultimo aggredirmi verbalmente andando sparato a dire alle bibliotecarie di chiamare la Polizia; a quel punto ormai certa che costui fosse stato uno di quei tanti personaggi che mi vengono dispiegati per crearmi delle difficoltà (c’erano state altre occasioni, prima di quella per arrivare a snidarlo in maniera certa della sua premeditazione), alle impiegate ho dovuto raccontare la mia storia (se posso lo evito). Posteriormente a suddetto fatto, avviene qui un curioso cambio di responsabile da parte di Istituzione biblioteche, e un’impiegata delle due con le quali mi ero confidata viene dislocata alla Biblioteca Pezzoli della zona di via Battindarno, nella quale altra struttura mi avevano già disturbato alcune persone corrotte molto tempo prima, ottenendo “chi” dietro la mattanza di farmi passare alle bibliotecarie di laggiù come una ragazza con dei problemi; pertanto in questo posto me ne sono dovuta rimanere in silenzio per lungo tempo temendo per la mia incolumità le solite rappresaglie psichiatriche pur continuando a venire disturbata, mentre l’altra scompare completamente dalla vista alla Malservisi (forse il consueto sollecitato prepensionamento mafioso).

La stessa identica cosa mi è successa recentemente il 15 dicembre 2018 nella biblioteca di Molinella: un ragazzino di vent’anni che prendeva posto davanti ad un computer subito poco dopo di me, cominciò a tossire ogni trenta secondi. In venti minuti che non gli avevo detto niente ha emesso qualcosa come quaranta colpi, i quali erano palesemente simulati nel completo assenteismo della responsabile corrotta del mio paese già da me segnalata in una denuncia che ho sporto. Ad un certo punto mi incavolavo della cosa, mentre costui mi dava della matta e di seguito faceva il gesto di voler chiamare pure questi risoluto la Polizia. Il giovane ragazzo prima di iniziarmi a quella ritorsione, lo avevo visto entrare in biblioteca che si era alla mia persona storto in un ghigno divertito e con il solito atteggiamento beffardo di chi sa di stare in una botte di ferro. Ce lo hanno sempre, esso, ultimamente, le persone che vedo coinvolte ad arrecarmi molestia, in un segno, ciò, che si sentono completamente protetti per via di figure di supporto all’interno della stessa biblioteca (in quel caso la bibliotecaria di Molinella, il Sindaco corrotto Dario Mantovani e il Comandante dei Carabinieri Caruso) che gli fanno da spalla in quella messinscena di fare apparire la sottoscritta medesima, la problematica della situazione a tutti gli altri estranei. Sempre nello stesso periodo, forse una settimana prima (il 13 o il 6 del corrente mese e anno) e che era un giovedì, accadeva il medesimo teatrino in quella di San Lazzaro: un pakistano equipaggiato dal suo immancabile sorrisetto, arrivava con già appostato appresso ad egli, un altro utente di quelli che mi disturbano di proposito e che stava lì da prima di lui, e che doveva essere stato un complice nell’avergli dovuto fare evidentemente da copertura (così me ne sono rimasta nel silenzio a subirmi una mitraglia di colpi di tosse); essi si scambiarono poco prima un’occhiata paciosa di imminente e certo divertimento alle mie spalle; tutto questo si svolgeva con poco distante da noi una bibliotecaria coinvolta essa stessa e che mi fece beffardamente pure anche ella un sorriso da presa per i fondelli, e che era stata sicuramente informata del mio imminente arrivo perché io non potessi reagire in un contesto simulato a me a torto da più persone; il pakistano attraverso un cellulare che teneva vicino a sé veniva informato in tempo reale delle modalità in cui mi doveva stringere sempre più la morsa, per cui si è alzato un paio di volte per andare in bagno in modo che costui informasse a sua volta più nel dettaglio qualcun’altro su come stavo reagendo alla tortura che mi infliggeva e contemporaneamente fosse istruito meglio di come doveva comportarsi per continuare a molestarmi. Se me ne ribellavo, l’utente vicino a lui sarebbe entrato in campo dicendo (come mi è già successo) che ero io quella che “rompo sempre i coglioni a tutti”. Giù alla reception una bibliotecaria, che è già stata condizionata pure anche lei qui, quando mi vede entrare mi guarda di solito con una certa sfida sinistra, insieme ad un altro suo collega uomo che sembra essere invece egli un po’ più imbarazzato rispetto al proprio coinvolgimento nella vicenda, il tutto a svolgersi questo all’oscuro di tanta gente perbene. La mafia, infatti, corrompe le persone nei vari ambienti “a macchia di leopardo”. E’ perfettamente inutile provare di opporvisi perché se fai casino, ti fanno passare te come quella che disturba.

Poi mi sono accorta che nella biblioteca Pezzoli di cui ho poc’anzi parlato, un’impiegata di cinquant’anni che lavora lì da diverso tempo, iniziava in mia presenza a far parlare chiunque le si trovava accanto per ogni sciocchezza (colleghi, utenti, ecc.), come la stessa cosa mi è accaduta dopo un po’, anche se solo di recente all’episodio sopra, nella stessa Malservisi da parte di un impiegato meridionale moro di capelli e di statura medio bassa di nome D.; perciò, dall’inizio della mia ora di connessione internet fino al suo termine, era un continuo brusio (le impiegate lo fanno spesso di chiacchierare, ma ci sono dei momenti però in cui rimangono pure in silenzio), tanto da essere stata costretta a dirle qualcosa, e dove la colsi in fragrante ad arrecarmi molestia, nel vedere che questa persona anziché correggersi si metteva a fare ancor più la bambina che mi rumoreggiava ulteriormente intorno (vicino alla mia postazione c’era una sorta di computer d’ufficio dove si è messa a tagliare qualcosa con le forbici, sbattendole forte sul tavolo a più riprese). Così le ho chiesto: “Mi può dare il suo nome che voglio fare una segnalazione?”. Con ella rispondermi: “Assolutamente, no!”, mentre un’altra sua collega le avrebbe detto: “Ma scusa se sei pulita daglielo il tuo nome!”… il giorno seguente, il 15 marzo 2008, sono andata in un’altra biblioteca in via dello Scalo, dove un ragazzo impiegato dal fare cortese ma falso, mi aveva minacciato un giorno di qualche tempo fa che mi avrebbe chiamato i Vigili Urbani se non lo lasciavo stare, di seguito all’averlo avvicinato per potergli dire che i due zingari fratelli o cugini che occupano sempre le postazioni quando arrivo io per guardarsi solo dei film, venivano informati da qualcuno che stavo per arrivare perché fossi costretta in questo modo ad andare altrove; oltre a chiacchierare fra di loro, a battersi con il cinque la mano dopo essersi spacchettati delle patatine quasi fossero al cinema, in una beffa al danno che già mi cagionavano sottraendomi le postazioni; la cui cosa, non è pure nel rispetto degli altri utenti che magari hanno bisogno del computer per cose più serie; per infine avere dovuto dire la sottoscritta ad essi qualcosa, visto che nessuna bibliotecaria lo faceva al posto mio. E nel venire ammonita severamente da questo impiegato che mi avrebbe chiamato i vigili urbani perché avrei chiesto per mio conto agli zingari di fare meno rumore, non ci sono più andata per molte settimane; bé mi è successo di recente che nel ritornarci di nuovo, la responsabile della biblioteca Borges mi aveva accolto con un sorriso aperto, dicendomi: “Ben ritrovata!”, con i vari impiegati che successivamente prendevano a fare un gran baccano: canticchiando, e ridendo per tutto il tempo che vi sono rimasta, come se ci fosse stata la ricreazione.. Ma a tutto questo sono abituata!

IMG_0602 Video di uno degli impiegati corrotti delle biblioteche che frequento perché parlasse molto e facesse parlare chi intorno a lui con lo scopo di deconcentrarmi.

La ragione per la quale vengo continuamente disturbata in questi posti, è perché io sia distolta dal concentrarmi a scrivere bene tutto quello che ho scoperto lungo i miei anni di ritorsioni mafiose, in modo che voi non mi prendiate sul serio rispetto a ciò che vi racconto.

Come per esempio che la manomissione di molti distributori delle merende in quelle biblioteche da me frenquentate, è opera delle stesse persone che mi molestano da molto tempo: mafiosi di Romano Prodi, professionisti come il mio stalker nell’eludere ogni sistema di protezione d’interni, allo scopo di far versare in pessime condizioni economiche le medesime infrastrutture: in quanto, l’intervento di un tecnico per la sua rimessa in manutenzione, viene scorporato dalle casse del pubblico, che già “spinguite” del mal tolto, finiscono per non avere più le risorse nelle pulizie o nel riscaldamento, ecc. di questi posti, così da poter avere il pretesto costui – il degrado colletivo nel suo insieme – , di avanzare alla Cittadinanza la richiesta di altre tasse. Di ciò ho segnalato qualche responsabile (quella di via dello Scalo, e quella nuova della Pezzoli), in quanto una volta avevo riconosciuto alla Borges, alcuni di questi uomini con cui ho avuto a che fare in passato; e dove nel credere in quell’occasione che ce l’avessero ancora con me nell’aver loro prodotto un certo fragore intorno, in verità li avevo sorpresi che stavano facendo una sorta di prova generale per altro. Qualche giorno dopo, infatti, con un piede di porco avevano scardinato la toppa di una macchinetta che ricarica le tessere per fare le fotocopie.

Mi rinnovo a dire che dietro alla direzione di Istituzioni Biblioteche, c’è il potente; mentre riguardo alla corruzione da parte di certuni nell’ambiente per arrecarmi del disagio in genere, il tutto avviene un po’ alla volta. Prima ti corrompono una persona e poi a distanza di tempo, un’altra ancora, a macchia di leopardo; in modo che di te, quale vittima di mafia, si abbiano sempre più delle perplessità sulla tua normalità. L’alimentare delle dubbiosità sul conto della vittima a piccole gocce, serve a preparare un certo tipo di contestazione contro di questa per poterla poi, una volta sporcata bene, bene, metterla in trappola; tutto ciò in coincidenza di una omertà collettiva, dietro le cui grate di indifferenza altrui, si deve rimanere forzatamente in silenzio.

NON C’E’ MAFIA, INFATTI, SENZA DI QUESTA. NON A CASO SE LA VITTIMA SENTE DI POTER VENIR SOCCORSA LO URLA ANCHE FORTE DI ESSERE AIUTATA!! SE NON LO FA E’ PERCHE’ SA, CHE NESSUNO GLIENE FREGHERA’ MAI QUALCOSA, QUINDI “ARI GRAZIE A TUTTI QUANTI”!

Un’immagine recente dopo l’ennesima manomissione delle macchinette alla Borges (in essa nell’anno 2017 sono venuti 5 volte) dove hanno derubato  un importo di 300 euro.

In questo posto, una volta, c’era quella per ricaricare le tessere per fare le fotocopie che hanno tolto definitivamente nella stessa biblioteca di sopra.

Maggio 2018.  A causa del peggiorare della demenza senile di mia madre che mi ha costretta a rimanere per molti mesi a casa con lei, come anche per la cosa dell’acuirsi della crisi economica con il relativo fallimento del mercato della prostituzione che non me ne dava appunto più il pretesto di recarmi in città, dove all’utile – prendermi una pseudo paghetta – univo il dilettevole – scrivere nelle postazioni internet pubbliche la mia storia di mafia -, mi sono ritrovata a dover rimanere confinata a Molinella per molto a lungo, dove ero rilegata presso un’unica biblioteca solamente, quella appunto del mio “paese di merda”; e nella quale, la mia mafia non ha certo perso tempo a relazionarsi con me rispetto alla sua capacità di limitarmi in ogni mia libertà personale, corrompendomi per esempio qualunque persona di cui ho bisogno (commercianti, tipografi, fotografi, e altri) perché io soccomba ad essa. Infatti, la responsabile di qui, che fino a quando la frequentavo solo qualche volta, nel periodo in cui andavo più che altro in quelle del polo bolognese in modo alternato, era stata ancora molto silenziosa e rispettosa, ora che mi rimaneva solo questa in cui poter andare, veniva condizionata a mio torto comportandosi allo stesso modo di chi prima di lei era già stata coinvolta precedentemente a Bologna per impedirmi di concentrarmi; per esempio, un giorno borbottava davanti al computer, un altro si tirava su il naso ogni due minuti, altre volte vi canticchiava davanti, oltre al fatto di cercare di chiamare sempre qualcuno al telefono o di farsi contattare apposta in mia presenza (cosa che prima non accadeva quasi mai), e nella quale situazione, la sentivo che teneva il più a lungo possibile la conversazione con le sue interlocutrici per delle sciocchezze attraverso una nuova voce “bella squillante”, incurante di chi vicino ad ella leggeva il giornale o scriveva al computer (forse delle spalle). Oppure, come accadde un altro giorno che dal PC la sorpresi per oltre una mezz’ora ad ascoltare della musica e dove ad un certo punto la sottoscritta le avrebbe chiesto: “Scusi non la può spegnere?” con lei: “Sto facendo una ricerca”! Incalzando io di seguito: “Ma non si può mettere le cuffie?”, rispondendomi lei: “Non le abbiamo …”, in maniera apatica e disinteressata; se no, mi frullava intorno alla mia postazione per rumoreggiarmi in qualche maniera, facendo cadere inaspettatamente ogni volta qualcosa di diverso perché mi si distogliesse da quello che stavo scrivendo per subito dopo sentirle chiedere scusa ai pochi testimoni che avrei potuto avere, fuorché a chi contro cui si era accanita in realtà: la sottoscritta! Poi, successivamente a queste molestie, la vidi a farsi affiancare inoltre da un finto utente che pure lui iniziava a comportarsi nella stessa maniera della stessa bibliotecaria, come per rafforzarsi di truppa in quell’attacco. La prima volta che avevo riconosciuto uno di questi utenti corrotti al computer nella biblioteca del mio paese, in principio, era stato ancora molto composto ed educato; ma dopo l’essere stato coinvolto pure egli cominciava a produrre del rumore appositamente anche lui: o nel battere pesantemente con le dita delle mani la tastiera del computer oppure nel parlare ad alta voce da solo davanti al computer, cosa che, per l’appunto, faceva unicamente adesso. Quindi, una mattina lo affrontai di petto chiedendogli di fare meno rumore, ma visto che glielo avrei detto con una certa scortesia, lo stesso personaggio me lo impugnava questo mio modo per dirmi che glielo avrei potuto chiedere più gentilmente – come se quella lì fosse stata una contestazione  perfettamente causale  – ; e nella cui situazione la bibliotecaria la trovai bella pronta a spalleggiarlo, facendo passare la mia persona per quella poco elastica “perché siccome eravamo nella zona aperta al pubblico, il rumore era da contemplarsi e, dunque, da tollerarsi….” (la solita scusa), quando invece era premeditato. Mentre io per rompere il paradosso della condizione perfettamente casuale, mi giustificavo affrontandoli direttamente, nel dire a loro che si comportavano in quel modo perché così gli avevano detto di fare, e che di conseguenza a questo titolo, ne avevo tutto il diritto di esserne contrariata; con la bibliotecaria, che faceva orecchie da mercante dal mio snidarla apertamente e dove continuava ad inscenarmi una finta circostanza di fraintendimenti, parlandomi come lo si fa ad una bambina che non vuole capire che in quello spazio aperto al pubblico non c’era mai del silenzio, e che perciò sarei dovuta andare al piano di sopra se l’avessi voluto davvero questo (in cui però i computer te li devi portare da casa perché lì non ci sono quelli per navigare gratis, e nella quale altra contestazione, la mia mafia si sarebbe comunque organizzata spostandosi semplicemente di posto, nel  corrompere qualche d’uno di diverso a rompermi le balle lassù). Pertanto rincaravo: “Lo so bene che in questo posto non si può stare in una campana di vetro, ma voi due lo fate apposta di disturbarmi, come del resto lo ha fatto di proposito di molestarmi lo stesso sindaco, quel pomeriggio famoso, in cui s’intrattenne al suo interno, molto a lungo per chiacchierare animatamente con alcune persone su delle pure questioni tecniche, delle quali poteva parlare tranquillamente anche nel suo ufficio o poco fuori di lì; e come successe altre volte precedenti a questa e nella quale ultima situazione, infine, rise “grasso” con chi insieme a lui. Al termine gli avevo chiesto da lontano dalla mia postazione di fare un po’meno baccano, con egli che mi sentenziò perentorio: “Sto facendo una riunione!”… Le chiesi dunque alla bibliotecaria che era stata presente anche lei quello stesso giorno, se pure costui si era comportato in modo normale?, proseguì io: “Era stato corrotto come voi!”. Con ella che la vedevo dai suoi occhi che si divertiva della goliardata a mio danno, visto che nessuno avrebbe mai mostrato alcun interesse per ciò che mi stavano facendo; oltre al fatto di averla ben osservata dall’alto della sua più perfetta tranquillità, in quanto le Autorità corrotte del paese (il comandante dei carabinieri di Molinella, in primis) aspettavano una qualsiasi mia alzata di cresta da così avere il pretesto per azzittirmi in un qualche altro modo per tutte le cose che sapevo. “Ed ella era stata chiamata in causa proprio a questo scopo”. Di conseguenza le chiosavo, sto parlando anche di lei nel mio sito che le citavo del cui suo link, con la derisione della stessa per l’evidente riferimento sessuale al nome del blog medesimo, per serpeggiarmi infine in un fil di voce sinistra: “Stai attenta che ti possiamo querelare”… Quando ad un certo punto entrava una persona per restituire un libro o per dare un’occhiata in giro da prenderne un’altro di testo, che questa rientrava nel più reverenziale silenzio…

Qui avevano deciso di far ritrovare delle persone con dei problemi per giocare al gioco dell’OCA

Sempre lo stesso giorno, appena i ragazzi con dei problemi psicologici se ne vanno dal loro ritrovo qui, ecco che il signore che li ha seguiti e coordinati, inizia a parlare senza mai fermarsi con la bibliotecaria, cui dara’ il cambio più avanti ad un’altra persona ancora (che però non ho filmata) per poi entrarmi subito di seguito a quelli sopra di adolescenti, un altro stormo di ragazzini per fare del collage, ma dei cui rumori di sottofondo dalla macchina fotografica non si sente molto bene il baccano che era notevole. Voglio far presente, che ogni qualvolta che entro in una biblioteca c’è silenzio, pur anche quando ci sono già in essere attività ludiche di questo tipo, o altre ricreative! Il baccano che si ingenera viene simulato appositamente per me.

Mentre il giorno prima, meeting:

E termino il racconto di questo mio impedimento a  scrivere in ogni “luogo” in cui provo di andare, a causa di tutte le verità delle quali sono venuta a conoscenza, mio malgrado, che in quello stesso giorno nel quale avevo litigato con il moccioso che tossiva in continuazione (un sabato mattina prima di Natale), succedeva quanto di seguito riporto. Nell’uscire dalla biblioteca di Molinella alle 12.00, e che dista dalla mia abitazione neanche 300 metri, scorsi non poco distante dalla mia palazzina, con i fumi ancora esulanti in corpo, appena all’imbocco della rientranza in cui si può parcheggiare, tra il negozio di ottica della proprietaria della nostra casa e la nostra porta d’ingresso, un’autovettura “Punto” della Fiat dei Carabinieri con sopra il Comandante “Caruso” dietro ad un paio di occhiali da sole, che stava a parlare dal suo mobile con qualcuno (la quale scena è un dejàvue – vedi cap. 30 – di un altro fatto analogo accadutomi solo tre anni prima sempre a casa mia). In quel mentre che ne aprivo l’uscio, lo vedevo che egli contemporaneamente  se ne usciva dalla sua di auto per entrare nel negozio della mia locataria. Quando da quella volta che l’ho sorpreso a trafficare alla mia “bella vista” pure con costei, (la mafia te lo deve sbeffeggiare a te davanti, all’oscuro però degli altri!), subito di seguito al fatto sopra, ogni qualvolta che provavo di redigere qualcosa da dentro la mia dimora con sotto il negozio che era aperto al pubblico, la stessa commerciante incominciava a rumoreggiare (aprendo cassetti che poi sbatteva violentemente, camminando con le scarpe rumorosamente, ecc.) come prima non aveva mai fatto (??). Questo presumo per il fatto, che ella fosse stata informata da chi mi aveva installato le telecamere all’interno della mia abitazione, di fare del rumore al segnale di chi mi vedeva a iniziare a lavorare. Per poi alla sera di quello stesso giorno, che di nascosto dal babbo, andavo nella sua officina, a navigare in uno dei suoi computer, frattanto lo stesso mangiava da mia nonna, la Sig. S.S che tirava giù la sua serranda in quel preciso momento per poter andare a casa, e in cui con la mia bici mi apprestavo ad avviarmi nella zona artigianale, la stessa mi salutava con un entusiasmo eccessivamente acceso rispetto alla cosa, che di recente i miei vicini, che erano stati al termine corrotti pure loro, me l’avevano nel frattempo aizzata contro ultimamente. Difatti, poco giorni dopo, dalla viva voce dello stesso marito di costei, sono venuta a sapere che aveva trovato finalmente un lavoro egli, quando erano da mesi che era in cassa integrazione per il fallimento della sua azienda…
MX-3050N_20180714_123856 altre provocazioni

ALTRO TESTIMONE CHE NELLA BIBLIOTECA GINZBURG HA NOTATO QUALCUNO CHE BATTEVA LA TASTIERA DEL COMPUTER ESAGERATAMENTE FORTE

FRONTALE DI ALTRA DENUNCIA SOTTO

Denuncia 2019 sulle biblioteche de

E MENTRE MI SUCCEDE LA COSA, CHE IN OGNI BIBLIOTECA PUBBLICA IN CUI  PROVO DI ANDARE MI CREANO DEI PROBLEMI, NELL’AZIENDA DI MIO PADRE CHE NE HA BEN CINQUE DI COMPUTER VENGO PRECLUSA SUL NASCERE  DAL LAVORARCI PROPRIO (MI METTONO LE PASSWORDS E SOLO QUELLO CHE USA MIO PADRE TALVOLTA LO TROVO ANCORA ACCESO MA RECENTEMENTE MI HA FATTO TOGLIERE IL LINK DEL MIO SITO PER IL SUO ACCESSO), QUANDO INVECE LE MIE DUE SORELLE POSSONO ANDARCI TRANQUILLAMENTE PER FARSI I “CAZZI LORO” CON QUESTI(FACEBOOK, ECC.)




ALTRO VIDEO SEQUESTRATOMI PERCHE VOI NON COGLIATE LA MIA MAFIA:

Nel video sopra (scusate le scarpe che sarebbero di mia mamma terribili), lo stesso tipo che tossisce sotto insieme a quello con gli occhiali, finge e tossisce di più (dal 5-6 minuto) rispetto alla ripresa sotto perché erano le prime che facevo, e la mia mafia non si era ancora organizzata bene, nell’informarli tempestivamente e infatti il mio tape fa anche schifo. In quello sotto, io mi riesco ad organizzarmi meglio, ma loro nel frattempo si organizzano di conseguenza.


Nel video sopra, l’uomo con gli occhiali assieme ad uno dietro lo stesso che gli dà le spalle (come Paolo e Francesca dell’opera di Dante) tossiscono a più riprese, ma in questo video ciò non sono riuscito a riprenderlo, perché avendo avuto la macchina fotografica scarica ho dovuto ricaricarla. In quel mentre però, una scarica di colpi di tosse aveva tuonato per tutto il tempo, ma non appena a carica eseguita ho iniziato a girarlo il video, gli stessi due esemplari, hanno dato dopo solo qualche colpo qua e là, probabilmente perché avvertiti in tempo reale di questo. Sono certa, infatti, che a informarli sono stati alcuni stessi bibliotecari che con le telecamere li avvisano che li sto riprendendo. Alcuni utenti e certi bibliotecari di moltissime bibliotece del polo bolognese, sono entrambi coinvolti.

Qui, invece, irrompo alla biblioteca Scandellara dove ci sono solo due postazioni, e quasi mai nessuno che ci navighi vicino a me; quando nel richiedere di poter andare in quella da un’ora (ce n’è una da un’ora e un’altra solo da mezz’ora), la bibliotecaria mi dice che era già stata prenotata; e “indovina da chi era stata prenotata?”. Ma da uno che il giorno prima, alla Ginzburg mi era venuto vicino a battere forte con la tastiera del computer, che come al solito non sono riuscita a filmare, se non quando non lo faceva più per le motivazioni già spiegate; e infatti nel primi video dei quattro (i primi due alla Ginzburg in cui mi egli mi si era già presentato a me precedentemente, ad un certo punto si alza costui per andare fuori da lì e informarsi sul da farsi, come li vedo sempre fare, probabilmente per il fatto che ha visto che avevo la telecamera, e non a caso di seguito non batte molto sulla tastiera, anzi si sentono solo le mie di dita, che per l’estrema ravvicinanza della stessa macchina fotografica, sembra che facciano casino le mie!

In quest’altro sotto voglio dimostrare che ovunque io vada mi ritrovo questi personaggi strani QUESTO SOPRA ADDIRITTURA DORME E RUSSA, E SE LO AMMONISCO CHE EGLI HA UNA QUALCHE SPALLA CHE LO SOSTIENE, MI DA’ A ME DELL’AMMALATA E CHE DEVO CURARMI, QUANDO NON C’E’ QUALCUNO DI PULITO CHE MI DIFENDE E MI SOCCORRE COME E’ AVVENUTO GIA’ DUE VOLTE.

Mentre quest’altro sotto, poco prima di riprenderlo l’avevo trovato completamene sdraiato sulla poltrona, quasi supino! E non appena si muoveva lo stesso produceva del fragore, facendo cigolare la seggiola a più riprese e in modo sempre del tutto inaspettato; ma come al solito non lo sono riuscito a cogliere di questo fatto in fragrante, per la ragione che la mia macchina non era ancora pronta all’uso (devo fare infatti moltissimi filmati per avere le prove di quello che dico pur di proteggermi, e dopo un po’ la devo ricaricare, dove proprio in quel momento vengo disturbata). Il tipo strano che dorme, non a caso, pare qui che non disturbi, ed invece, sapeste poco prima di registrare il casino che aveva fatto!!

Nel video sopra, i bambini con una loro maestra mi circondano nella mia postazione, alcuni dei quali mi avevano girato intorno di proposito portandosi le dita nel naso per poi venirmi vicino (come quello che conta le pecore…)

Da notare nel video sotto, e precisamente dal minuto 6.26, il fatto di come alcuni degli allievi di una classe scolastica della sala attigua a fianco alla postazione in cui mi trovavo io, cerchino di sbattermi addosso qualcosa di proposito (il libro, o altro), o toccarsi in qualche maniera (capelli, viso, ecc.) per poi strusciandosi vicino a me il più possibile (questo video però l’ho fatto solo dopo di tanti piccoli episodi del tipo mi erano già stati sferrati da costoro prima del suddetto filmato; tant’è che all’inizio del filmato, tolgo la giacca dalla poltrona proprio per questo motivo); tutto ciò perché così è stato detto loro di fare dalla stessa maestra, che era stata corrotta da chi sapete; la quale dal minuto 7′, si apre addirittura a me in un arco completamente,  quasi per darmi le ascelle… Ecco queste sono le Istituzioni corrotte di cui parlo.

La stessa maestra del video precedente, a metà video finge di portarsi la mano alla bocca (credo) proprio in coincidenza del suo passaggio a raso da me, e verso la quale io mi giro per sorriderle in segno di quella complicità mafiosa, di cui volevo farle capire ero ben consapevole!

Quest’altro sopra, è un ennesimo utente che mi viene corrotto per produrmi del rumore e che poco prima di riuscirlo a registrare, stava in un’altra postazione da dove si era spostato per venire più vicino a me, e in cui aveva sbattuto fragorosamente oggetti vari (zaini, ecc.), poi a macchina fotografica accesa ecco che fa meno rumore, ma qualcosina del suo casino lo sono riuscita sul finire a filmare… I rumori che invece faccio io, sono amplificati rispetto al sua realtà tenendo la macchina fotografica alla mia tastiera.

MENTRE SE VADO IN UNA POSTAZIONE INTERNET A PAGAMENTO…

Ecco che si iniziano ad organizzare anche qui gli adepti della mia mafia, nel far venire dei finti utenti (questi dice il proprietario pakistano che è un suo solito cliente, ma a ciò le avrei prontamente sollevato il fatto che nel mentre lo possono anche aver corrotto, come la stessa cosa me la fanno con i testimoni che chiamo ogni volta in causa, perché avvallino le mie accuse contro certuni; dove quindi gli chiedo al proprietario  (verso la fine del video) se prima che venissi io batteva per caso con le mani tanto forte la tastiera del computer, oltre ad aver avuto la musica alle orecchie ad un volume fortissimo poco prima che lo filmassi, e in cui lui mi risponde effettivamente di no. Alla fine quando dico: “Scusa, ti volevo dire che…” al proprietario, era sul perché avevo detto qualcosa al ragazzo nel chiedere ad egli ad un certo punto di fare un po’ più piano con questi mandarmi a cagare.


DAL 28 ESIMO MINUTO, L’INGRESSO DI UN UTENTE CASINISTA (ANCHE SE CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA NON SONO RIUSCITA TANTO A FARLO SENTIRE QUESTO FATTO); QUALCHE D’UNO PRIMA DI QUESTI CHE TENTA DI INIZIARE A TOSSIRE OGNI TRE SECONDI CHE FRENO SUL NASCERE A META’ DELLO STESSO VIDEO. MA DIETRO LA POLTRONA ROSSA STAVA NASCOSTA UNA RAGAZZA CHE BATTEVA FORTE CON LE DITA LA TASTIERA DEL COMPUTER E CHE NELL’ENTRARE POCHI MINUTI DOPO A ME MI GUARD0′ IN MODO OMERTOSO (QUELLI DI RUMORI CHE SI SENTONO DEL MIO DATTILOSCRIVERE NON SONO I SUOI CHE NON AVEVO FILMATO PERCHE’ HO DOVUTO SVUOTARE LA SCHEDINA DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA CHE ERA PIENA DI VIDEO, ANCHE SE SEMBRANO RUMOROSI AVENDO LA MACCHINA VICINA ALLA TASTIERA), MA CHE NON SONO RIUSCITA A RIPRENDERE NEL FARE CASINO. INFATTI, APPENO L’HO ACCESA NON LO FACEVI PIU’ E PER TUTTO IL VIDEO A PARTE ALLA FINE, E A META’ APPUNTO SEMBRAVA REGNARE IL SILENZIO.

DALL’11°58-9, LO STESSO UTENTE RIENTRA E COMINCIA A BATTER FORTE CON LE DITA DELLE MANI SULLA TASTIERA DEL COMPUTER…

Oggi 7 maggio, dopo che ieri ero andata dai Carabinieri per chiedere loro la visione delle telecamere del giorno prima in questa stessa biblioteca, ecco il giorno seguente, la sistematicità delle molestie con quest’altra a continuare a battere con le mani rumorosamente (ma nel video ciò non si evince). In caserma c’ero dovuta andare, perché nell’essermi ritrovata in un ambiente dove già diverse persone stavano lì appostate per rompermi le balle tutte insieme (adesso, vengo circondate da più persone: aguzzino, e spalla con Istituzioni a farsi da complici) cominciando a molestarmi con dei colpi di tosse di iniziazione alla tortura psicologica, avevo chiesto io conseguentemente a ciò di non rompere le scatole in questo modo fintamente; quando da un utente sono stata aggredita di “andare a lavorare” e che mi dovevo far curare (lui che invece guardava solo delle foto, non ci doveva andare naturalmente), con egli chiedere poi di chiamare la Polizia, come da protocollo da altri prima dello stesso molestatore e dove i relativi impiegati imbastivano con questi la pantomima agli occhi delle persone pulite, che mi si doveva assecondare perché avevo dei disturbi mentali, ecc. ridendo e sorridendo amabilmente con loro alla faccia della decenza fra quelli estranei al tutto; quest’altra di seguito a quello del giorno prima invece, dopo averle chiesto di fare meno rumore con la tastiera molto tranquillamente, per cui ho chiesto nuovamente alla responsabile la visione delle telecamere di questo fatto, costei mi diceva di prendere del xanas con fare minaccioso pur ella.

messaggi di un massone di una biblioteca

4 anni dopo dal video sopra, a 46 anni d’eta nell’attuale appartamento a Marmorta di Molinella: