Capitolo 4: COME SONO ARRIVATA A PRODI

 

Nell’articolo sopra che ho qui allegato, e che veniva riportato su un giornale locale della città di Bologna, c’è una lettera scritta da parte di qualcuno, che un mio amico pensò… , o così mi “volle far credere”, fosse stata redatta da mia sorella maggiore (la “gelosona”, da piccola mi voleva buttare nel bidone dell’immondizia!); e il cui pezzo in questione che ho cerchiato con la biro, me lo fece vedere apposta, lui, dopo che gli ebbi parlato della mia difficile situazione famigliare, nell’andare spesso, la mia persona, a fare la spesa alla COOP di San Lazzaro dove lavorava appunto, costui, come responsabile del servizio AUSER presso la stessa cooperativa, e dove ci conobbimo per la prima volta, avendo io avuto, allora, la residenza lì; tutto ciò, sebbene l’autrice di questo documento di tipo epistolare, in verità, sembrerebbe una zia che parla di sua nipote… (ma probabilmente la polizia, a questo mio amico, che mi ha poi corrotto, gli avrà detto che avevo avuto dei problemi cognitivi nell’età prescolare, come la cui cosa, chi degli adepti incaricati, la dice poi a tutti coloro che mi corrompe, per farmi in seguito mettere a segno da essi delle ritorsioni, e questo perché si decidano a spararmi pensando che non abbia le capacità intellettive per difendermi da loro, senza però dire la stessa “Madama” che quelle mie primarie difficoltà, da stress ambientale, e non di certo referente a qualche mia disfunzione biologica, al termine le avrei anche risolte, da saperlo infine quindi leggere un testo, per ritornare a quanto sopra!). La quale nipote, come dicevo, sarebbe dovuta essere stata la sottoscritta medesima, se non fosse per il fatto che la ragazza in oggetto, della lettera, parrebbe una bordeliner un po’ viziata che chiede continuamente soldi alla madre; quando invece, nella realtà, se c’è stata una persona della mia famiglia che all’inizio di tutto, non è mai stata in alcun modo assolutamente aiutata da nessuno (i miei, mi avrebbero, infatti, cacciata di casa, senza un soldo e senza avere un altro tetto sopra la testa, vedi cap.1:Inizio di INDICE CRONOLOGICO), quella, sarebbe stata, la sottoscritta medesima, visto che proprio per questa stessa ragione mi ero dovuta dunque prostituire, di seguito all’incontro a me fatale, con il mio stalker famoso, nonché collaboratore di Romano Prodi, il quale ultimo, mi farà perdere ogni lavoro pulito che cercherò di tenermi successivamente, poiché nell’avermi lo stesso personaggio infimo sopra menzionato, al tempo, subaffittato una casa del Comune ad egli intestata, che mi violò, sistematicamente, e a questo, storcendomene insieme molto denaro con la quota dell’affitto, nel fargliela poi  perdere per mezzo della Guardia di Finanza (vedi cap. 1.3), la “pulla”, rappresentata dal politico in questione, così me la volle far pagare, pur avendomene concesso la denuncia della tal cosa, allo sportello della frazione di Ponticella (Bo); oltre al fatto, rispetto al non aver avuto alcun aiuto dalla famiglia, che era dai tempi dei tempi, che da ciascuno dei suoi membri, venivo pestata da sempre, alla volta di questa ragione o quella, per invidie varie nei miei confronti dagli stessi medesimi, fino al dovermi da questi miei parenti, vedere cacciare di casa, e ritrovarmi quindi costretta ad arrangiarmi da sola con le mie uniche forze (che è da quando sono nata, che detta cosa persiste, vedi cap. FOTO DI FAMIGLIA nel menu’ della tendina). Non a caso, dopo ch’ebbi conosciuto il faccendiere di Prodi, di cui ho appena accennato, che in seguito a quanto avvenne, mi strappò della possibilità di un impiego regolare, come avevo già spiegato, nel supplicare di conseguenza i miei famigliari se mi facevano tornare a casa da loro, con risposta negativa da parte di mio padre, fui dunque stata costretta conseguentemente nel modo descritto a “tirare a campare”. E del cui fatto di prostituirmi, la camarilla di Prodi, fu molto contenta di farmi fare volentieri, perché io da ciò ne fossi sporcata sul nascere, nella mia comunità, in una sorta di regolamento di conti da parte di questa. La scusa che i miei mi trovarono per non accogliermi nuovamente a casa, fu che l’altra mia sorella minore doveva studiare all’Università e in definitiva non mi si voleva fra i piedi; inoltre, sempre a differenza di questa ragazza un po’ viziata di cui si parla nell’articolo (che nella vita reale sarebbe stata mia sorella più piccola, anche se oggi “grazie al mio sangue“, la stessa sorella, si fa vanto di essere, ella stessa, “una donna con le palle”, quando questa attribuzione penso di dovermela meritare io; ma nonostante tutto, riesco comunque ad essere fiera di lei perché è stato grazie alle mie cure amorevoli, che le ho riversato da piccina, che oggi costei è una donna affermata, e il tutto anche per via della massoneria di Prodi che a questa mia sorella, ha spirato al contrario il vento in poppa per la sua autoaffermazione, perché tra me e V. si accentui un divario, al fine ultimo della mia stessa non considerazione da parte della gente); inoltre, allora, non ero affatto seguita da un qualche specialista, nel periodo in cui è comparso lo stesso pezzo sul giornale, sebbene l’U.s.l di Igiene Mentale lo fece comparire ugualmente nella mia anamnesi. Questo perché di seguito alle violazioni al domicilio che subì a Bologna, chiesi a mio padre un suo intervento diretto con il suo responsabile, ma il babbo si rivolse a degli psichiatri di Budrio che avevo già frequentato per due anni nel loro CSM per problematiche famigliari e che papà appena si rapportò nuovamente con esso, ciclicamente lo chiamavano a rapporto perché rendicontasse sul mio conto allo scopo che risultasse che continuassi ad essere una loro paziente (purtroppo lì non c’era stato un semplice psicoterapeuta che io avrei voluto per la mia situazione, anziché loro, i quali mi costrinsero per un po’ a frequentare la struttura pubblica in questione, in virtù del fatto che era gratis, ed io allora non avevo più soldi per un privato); difatti, solo in una passata adolescenza ho fatto analisi e anche con un discreto risultato, considerato a come mi sono riuscita a destreggiare fino adesso ai fatti tragici che mi sono accaduti in tutto questo tempo, e che nel suddetto sito riporto, visto che sono ormai passati ventidue anni da quando mi iniziarono a creare dei problemi; e credo di non dimostrarli affatto tanti anni di continue ritorsioni. La quale mafia in oggetto a Bologna, l’avevo abbracciata una volta uscita da casa mia a Molinella, ma come dicevo sopra per costrizione quest’ultimo fattaccio; sebbene la mia famiglia, per giustificarsi agli occhi della nostra comunita’, che chiedeva di me, a tal riguardo disse che ero stata io ad essermene voluta andare via. Quindi mi portai a Bologna, dove ero riuscita “a tenere testa” ad ogni disavventura che mi venne incontro, da allora sino ad oggi, per merito in definitiva di un primo rodaggio con un’altra precedente a questa di mafia: la faida che ho subito appunto in famiglia, e che mi costituì di certi “anticorpi” per affrontare quelle poi successive che mi attessero: la mafia di Prodi e quella del suo seguito, che e’ della sua massoneria, e che la implica inevitabilmente la seconda, perché serve a metterti il bavaglio nel popolo, rispetto a certe cose che hai compreso “da sotto il torchio” (il capitolo LA MASSONERIA dove ne stavo parlando, mi era stato bloccato per diverso tempo dagli hacker della Polizia postale di Prodi, perché non lo riuscissi più a correggere; e che parla questa cosa del timore del Potente, che io svelassi a voi tutti, una delle sue armi più efferate per proteggersi. Ma che poi alla fine mi sbloccarono, anche se mi impedirono comunque di scriverlo bene nel farmi sempre circondare da del rumore in ogni postazione internet che provavo di raggiungere). Per precisare però, rispetto a quanto sopra, avendo avuto sì una breve esperienza psichiatrica, a ridosso dei vent’anni, interrotta purtuttavia molto presto in quanto avevo trovato sin da subito quell’approccio terapeutico incoerente alla mia persona, e che era stato dovuto a una sorta di mia deviazione di percorso tradizionale non propriamente voluta da me, di questa tracciabilità in un dipartimento di salute pubblica tramite la sua documentazione in merito, il Potente si servì, giustamente, per farmi così fare successivamente diversi TSO allo scopo di interdirmi in un mio percorso di giustizia con esso. E che mi vennero messi in pratica, per intercessione del mio stesso padre, e per mezzo particolarmente della sua frustrazione nei miei confronti; e della quale altra cosa, la mafia se ne servì anche di questa: la quale forte conflittualità padre-figlia, a sua volta, era dovuta nello specifico all’acredine di mio padre rispetto alla questione della mia intelligenza che mi ero conquistata da sola, verso le cui capacità cognitive raggiunte col sudore della fronte, anelava lo stesso papà, e pertanto ne era invidioso dei miei risultati; senza però che lo stesso si fosse mai dedicato al tutto come lo avevo fatto io, perché era stato preso totalmente dalla costruzione della sua azienda, e di conseguenza non ne aveva avuto il tempo per farlo, di qui la sua cattiveria; e della cui due cose: la conflittualità genitoriale, come pure i miei trascorsi psichiatrici, il Potente, se ne è ragionevolmente servito, come ho appena detto, per mettermi quindi a segno i trattamenti coatti sopracitati così da annullare contemporaneamente ogni accusa in denunce che gli muovevo contro, e il mio papà al contempo non se ne dovesse far carico di tutto ciò che mi era accaduto, nell’essersi egli poi dovuto responsabilizzare su quanto mi era accaduto con i molinellesi, praticamente, per colpa sua, avendomi lui impedito di rientrare a casa. E ad ogni modo, l’unica zia che ho avuto, per ritornare al documento sopra, e ad essere stata la sorella di mia madre, è scomparsa di recente; la quale parente, però, non aveva mai avuto molti rapporti con noi quando era ancora in vita. Purtuttavia il tenore in cui è scritta la succitata lettera, appare proprio quello di stizza che mi riversa sempre mia sorella maggiore nel parlare con me e di me … E questo mio amico di cui ho fatto menzione che me lo fece vedere, che faceva parte dell’AUSER della COOP, in qualità di Responsabile di questa organizzazione di volontariato, e affine alla stessa cooperativa, in cui ho operato in seguito anch’io, al quale della mia famiglia avevo parlato io stessa, perché eravamo diventati molto amici, fu corrotto ad un certo punto dalla mafia, perché io attraverso di egli, sapessi “chi” ci fosse stato dietro al mio stalker: ovvero l’ombra di Prodi a permettere le sue violenze verso di me.

Nella foto a lato del giornale, non a caso c’è il faccione di Romano Prodi per presentarsi alla mia persona; e che al tempo non sapevo ancora essersi celato dietro al mio stalker, come risposta alle domande che mi facevo ad alta voce, su quale persona le potesse dare carta bianca per farmi del  male (e secondo me l’ha fatta scrivere lo stesso Prodi da qualcuno dei suoi, facendosi ritrarre accanto alla lettera, come se fosse stata scritta da un mio familiare, dopo che egli si era probabilmente ben informato su ogni singolo aspetto della mia vita, prima di darmi definitivamente in pasto a quel suo collaboratore che ce l’aveva con me); e il soggetto che me lo fece vedere questo stralcio di giornale, fu per l’appunto questo signore di cui ho parlato, al quale avevo raccontato un po’ dei miei problemi famigliari; e che è da qualche anno scomparso. Successe quindi che essendo stato costui sempre col naso in libri e giornali o glielo devono aver fatto trovare qualcuno degli uomini di Prodi, perché lui me lo facesse poi vedere a me che in quel periodo mi domandavo appunto da un po’, questa cosa, confidandola a qualche amico o conoscente anche cio che mi accadeva, oppure lo hanno corrotto. E Romano Prodi in questo modo mi ha risposto: la mafia è sempre lei che ti sussurra nelle orecchie dei suoi crimini e delitti! Di seguito a questo articolo c’è quello della mia tessera di volontaria dell’Auser. “Pensate mo’ una qualche mattina alla settimana portavo la spesa ai vecchietti e agli ammalati della Coop, mentre quasi ogni pomeriggio ero costretta a  prostituirmi per vivere: vi sembra questo il ritratto di un’escort?”.

Poi il sig. Malpensa, è morto in modo del tutto inaspettato, per quanti lo hanno stimato come me, sebbene egli non fosse mai stato un uomo che tenesse molto alla propria salute quando era ancora in vita, dal momento che ogni sua attenzione era dedita esclusivamente agli altri. Per la

@sognandoamanda

♬ suono originale – la guerriera

Oppure più ragionevolmente venne in seguito corrotto per farmi credere che mi continuava ad essere solidale, in maniera da farsi un filtro fra me e la stessa mafia sotto le mentite spoglie del falso amico, quale praticamente una sua spia; per poi una volta dopo, la medesima realtà, averlo ucciso, simulando una morte naturale, in quanto nel fare egli il doppio gioco con i suoi adepti, poiché contemporaneamente  a questa mission mi stava allo stesso tempo provando di allacciare per vie legali, alla Giustizia,  la stessa mafia al termine di costui se ne sbarazzò quasi subito.

Lo trovarono senza vita nel suo appartamento, reduce da un secondo intervento all’ernia. Ma io non ci ho mai creduto perché questa unica persona nel mondo delle Istituzioni, fu la sola che al tempo cercò di aiutarmi veramente in un percorso di giustizia; come quando appunto mi accompagnò di persona da una sua amica avvocatessa, compagna insieme a lui di battaglie politiche nei suoi anni di giovinezza, per chiederle a che punto fosse stato il mio fascicolo sulle denunce di violazioni al domicilio che presentai, e che grazie ad egli avevo fatto aprire; oppure come quando mi portò a farmi conoscere padre Ciotti durante una conferenza che tenne a Bologna, in via del Pallone, dove feci i primi due anni delle scuole Superiori ad indirizzo turistico; rivelandosi quest’ultimo, al contrario di Malpensa, un gran farabutto perché alla fine della sua conferenza, mi ero avvicinata al siddetto personaggio per raccontarle brevemente la mia storia, al fine di potergli chiedergli aiuto; e nella quale situazione mi firmò su un foglietto che allego qui sotto un numero di telefono rimandabile a Torino, dove l’avrei potuto lì trovare. Sapete quante volte ho provato di mettermi in contatto con “Sua Eccellenza il guerriero contro le mafie?“… Moltissime, e da dove mi rispondeva sempre una suora che mi diceva che non c’era!

Poi recentemente su wikipedia, ho scoperto che costui era una abituale frequentatore di casa Prodi, e che era stato proprio quest’ultimo ad avergli dato i soldi per costituire l’associazione LIBERA CONTRO LE MAFIE, dopo il suo mandato come Ministro della Giustizia in cui in quella occasione gli ebbero a fare dei regali, sotto forma di denaro. Quindi, le persone che si mettono queste maglie nere con le lettere colorate, sappiate che in verità la rappresentano la mafia, anziché combatterla come faccio io diffondendo questi fatti.

Ma poi Wikipedia dal profilo di Romano Prodi, questa cosa l’ha poi cancellata, come anche quella che dietro la RAI si nasconde sempre lui, poiche’ dello stesso Potente io presi a scrivere. E simultaneamente a questo fatto, sempre Wikipedia scrisse inoltre nel profilo di Berlusconi che c’era dietro egli alla strage di Capace e dell’omicidio di Borsellino per giustificare il suo falso in bilancio della sua azienda. Quando invece, dietro a tutto cio’ c’e’ in realta’ Prodi e l’ormai defunto Andreotti. E CIAPALA’ Wikipedia, anche te corrottissima!

C’è da dire inoltre, che quando me ne scappai in America, e mi ritrovai dentro al Centro di sfollamento degli emigrati perché ero stata braccata dalla mafia, lo avevo contattato tramite lettera da dentro, senza che lui mai mi rispose; nel tornare un mese più tardi in Italia, dopo un altro mese ancora di seguito che avevo fatto in un mattatoio a Bologna, durante l’inverno, per la corruzione del Console in America e uno psichiatra di Bologna che sostenne falsamente di avermi convocata nel suo studio per una perizia psichiatrica voluta dalla Procura, con il sopraggiungere della primavera un giorno lo volli andare a trovare nel suo ufficio di sempre in via Emilia Levante, dove c’era stata una volta l’ex Coop di San Lazzaro, per vedere che fine aveva fatto e perché non mi aveva mai risposto. Bé la ragione era stata appunto questa: egli mi avrebbe fatto certamente da referente per impedire che mi fosse fatto quel mio primo TSO, vitale alla mafia per interdirmi contro Prodi, e ciò non andava bene! Per ciò lo ammazzarono e si tolsero in questo modo definitivamente il sassolino dal piede…

Questo accadde nel 2004, e poco più avanti nel giugno dello stesso anno, irruppi in un pomeriggio nella sede dell’ex Procura in Piazza Trento Trieste di Bologna, per gridare a voce spianata verso a quanti più impiegati del personale lì in servizio, che a Bologna comandava appunto Romano Prodi; allorché nel vedere il receptionist a cui mi rivolsi, fare un cenno di assenso dimesso, nel accingermi secondariamente a fare dietrofront, mi sbucava contemporaneamente da dietro le mie spalle uno spettro di uomo di circa sessant’anni che con fare massonico proteso cioè alla derisione della mia persona, lo pilotava lo stesso impiegato a ridere di me. E’ in questo modo, e tanti altri che la massoneria l’ho vista all’opera! Subito di seguito a questo fatto, mi recherò nella pasticceria poco lontana che adesso non c’è più ma vi ha preso posto una Banca, per un caffè ristoratore. E fra una decina di avventori, lo ordinai, quando mi sentì dire dalla barista molto bella dell’Est, che lo chiese a sua volta alla collega in un tono serafico ma quanto più alto nella voce dacché sentissero tutti: “Chi è la ragazza alla quale dobbiamo fare il caffè cattivo?”. Come se appena prima in Procura, avevo appunto messo il dito nella piaga nell’aver sferrato quella mia spada…

NEI VIDEO SEGUENTI SI CARPISCE IL MODO CHE HA ROMANO PRODI, DI SVENTARMI TUTTA LA SUA INFLUENZA IN MODO IMPERTURBABILE, E COME SE LA QUALE COSA DI APPARIRMI A LUI DAVANTI, FOSSE STATA UNA SEMPLICE COINCIDENZA (SI NOTI CHE STA AL TELEFONO CON QUALCUNO: CERTO, LA POLIZIA – MAFIA, CHE MI INTERCETTA IN OGNI MIO MOVIMENTO E MI GEOCALIZZA, PER POTERMI QUESTA FAR MOLESTARE DA DIVERSE PERSONE)

Video di Prodi di gennaio 2021 che mi compare davanti come è suo solito per sventarmi tutta la sua influenza

Video di seguito, di Prodi, che riprendo dal didietro con sua moglie Flavia a lui poco davanti che però non si vede bene

Video successivo di quando sono già uscita dal negozio di surgelati che riprendo Prodi alla cassa dopo di me.

QUESTO E’ UN SUPERMERCATO DI SURGELATI IN VIA SAN FELICE DI BOLOGNA, IN CUI ROMANO PRODI PER LA TERZA VOLTA MI E’ COMPARSO DAVANTI, ANZI DIETRO DI ME STAVOLTA, CHE COME POTETE VEDERE DALL’ADESIVO SULLA PORTA E’ CONVENZIONATO CON L’UNIPOL, UNO DEI SUOI MILLE BALUARDI