RINGRAZIAMENTI

“Alla mia maestra delle elementari Alessandra Masotti (scomparsa di recente), l’unica persona in una remota e buia infanzia ad aver creduto in me, quando nessuno mi incoraggiava, e un grosso augurio al mio nipotino M. perché diventi un grande uomo, dei pochi ma buoni incontrati fino ad oggi.”

Ringraziamenti

INTRODUZIONE

L’autrice è una donna bella e d’animo buono, dotata contemporaneamente di una grande armonia e di una profonda luce interiore che si riflette, oltre che esternamente, anche attraverso il suo carattere molto dolce e mansueto. Questa è stata la sua colpa: l’invidia che la tal cosa ha suscitato in primo luogo nel proprio stalker, generando in lui un’acredine incommensurabile riversatale addosso sotto forma di un regolamento di conti; e in secondo luogo nella comunità del suo piccolo mondo di riferimento, alla quale lei stessa chiede un aiuto, successivamente a questo incontro, come pure una solidarietà che le vengono entrambe negate, a motivo della “stizza” comune maturata da parte di ambo i soggetti. La palese emotività che la contraddistingue ombreggia però, un cervello particolarmente fine, ma tuttavia ben percepibile da alcuni dei suoi tratti: l’acuta sensibilità per l’appunto, l’acquisita compostezza assunta rispetto al tutto e l’innata grazia; a far da alibi questa sua personalità un po’ chiusa, a chiunque delle persone cui si rivolge a volerla liquidare quale una pazza, rispetto a quanto lei a viva voce racconta. E’ come il finto cieco o sordo che non vuole né vedere né sentire: “Parlo a voi tutti!”. Il suo desidera essere un invito piuttosto che una richiesta di soccorso; quello ovvero di guardare agli altri e alle loro circostanze per ciò che sono, senza falsi moralismi o sovrastrutture mentali.

E’ imparando a osservare in modo libero che le risposte sulla verità di ognuno pervengono a coscienza.

L’anelito forte alla propria libertà personale, che recide ogni istinto d’amicizia verso l’altro per il fatto soprattutto di essere stata completamente abbandonata e tradita dalla sua stessa gente, che la vuole una solitaria e un’asociale, non la distoglie comunque dalla sua vera volontà: farsi giustizia per quanto le è accaduto e continua ad accaderle ancor oggi; e che si strappa quest’ultima, quando nel provare a comunicare al prossimo “le cose che ha scoperto” in seguito alla tragica esperienza di cui è protagonista, ella, da vittima che parla si fa insieme testimone della mafia d’appartenenza che è di ugual matrice a quella di altre persone coinvolte nelle cronache dei media, come più in generale di tutti quanti; pur stridendo detta aspirazione, con quella di altrettanta mobilità, evasione e al contempo distacco dalla società nella quale, si commisura, e che solo in un testo scritto, trova in lei la sua più coerente espressione.

 

 

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