Diario da ottobre 2021

Venerdi’ 5 ottobre 2021

Mi sento persa, senza alcuna possibilita’ di ripresa, questa volta. E’ iniziato il tutto a fine marzo 2021, dopo un intenso periodo di crescita personale, quando la mia televisione in seguito alla rottura del suo telecomando che bastava sostituire e selezionare i canali, nessuno me l’aveva piu’ messa a posto, qui a Marmorta, un paese di ben pochi esercizi commerciali, da doverla al termine buttare nel bidone dell’ immondizia.

Quella mattina, ancora nel buio del giono, perche’ nessuno mi vedesse, l’ho incastrata nella fessura del “rusco”, essendo stata piatta come lo sono ormai tutte quelle di ultima generazione; e cosi’ me ne sono separata per sempre. E’ stata una vera e propria separazione emotiva, poiche’ questa tv c’era stata regalata da mia sorella minore, “la ricca”, a me e alla mamma, particolarmente, la quale da molti anni era andata con una televisione vecchissima che si rompeva di frequente negli ultimi tempi, ma verso cui lei aveva un’autentica venerazione senza alcuna ragione. Diceva che era buona, come le suggeriva di pensare, sempre, un certo sig.re Cuppini di Molinella, che chiamava spesso a casa nostra, per ripargliela sebbene fosse diventata in realta’ una ciuffega, ma lei con questa si passava tutto il tempo, dall’ora in cui si alzava la mattina presto, fino al tardo pomeriggio, quando andava a letto verso le 18.00. Era come un familiare per mia madre; talvolta ci si addormentava davanti. Altre volte la spegneva durante il pomeriggio per farsi un pisolino dinnanzi ad essa. Molte volte, credo, non la sentiva proprio piu’, a causa dell’avanzare della sua eta’ che la vide ad un certo punto afflitta da una demenza senile progressiva senza ritorno, per cui all’udito i suoni le giungevano ormai lontani, per via anche questo ultimo fatto in particolare di altre patologie concomitanti quale il diabete e l’alta pressione che gliela avevano procurata la prima malattia, e quando ci sentiva, molto spesso non capiva proprio. Tuttavia, la nuova televisione piatta, anche se con non molti pollici, adatta per noi due familiari solamente, andava piu’ che bene e rappresento’ per la mamma un abbraccio alla modernita’ tecnologica. Costituiva anche il mio legame piu’ forte con mia madre, che in quel periodo nel quale vivevamo ancora insieme, stavo assistendo nella cura della persona, prima che il “babbo”, che abitava altrove con mia nonna, decidesse di mettere la moglie nonché mia madre in una casa famiglia, strappandomela da me. E’ stata dunque il nostro ultimo collante, davanti al quale la stimolavo nella sua intelligenza sempre più ristretta che regrediva inesorabile, o attraverso cui cercavo di intrattenerla fino alle 19.00, quando dopo diversi suoi sbuffi “che era stanca e voleva andare a dormire”, alla fine mi arrendevo per accompagnarla al piano di sopra in camera sua. C’era da farle fare le scale, perche’ aveva pure un artrosi alla rotula del ginocchio, da svestirla e metterle la camicia da notte, con la mamma che mi chiedeva talvolta se rimanevo a dormire vicino a lei. “Mi piaceva tanto, quando me lo chiedeva!”, con la sua malattia era diventata infatti estremamente dolce, da esserle addirittura cambiato il tono della voce che pareva quello di una bambina. Scendevo alla fine le scale, un po’ mesta, da quel rituale che in verità amavo, per poi ritornare in salone, da sola, dove la tv nuova che avevo lasciata accesa, continuava ad andare nella sua programmazione. Davanti ad essa, senza piu’ la mamma insieme a me a farmi compagnia, mi sentivo ancora più triste, come un uomo senza una donna, o senza più il suo cane. La sua presenza, dava al cerimoniale del guardare la Tv, un senso di focolare domestico, aggregazione d’amore o d’interesse comune per qualcosa, da far passare una noiosa giornata in compagnia, mentre “il babbo” lavorava anche per noi due, come un matto, per mantenerci entrambe, con l’invidia da parte delle mie sorelle nei confronti della sottoscritta, che colsero nella malattia di mia madre, una vera mannaia per me. Ne ero consapevole di questo, e me ne sentivo in parte in colpa, ma alla fine stavo anche lavorando. Godevo del bene di mia madre, che finalmente mi guardava con occhi diversi, con autentico amore genitore – figlia, anche se i ruoli si erano post posti, tanto che io per ella, ero diventata “la sua mamma”, come mi diceva spesso, mentre alla figlia maggiore, le aveva riservato il ruolo di sorella, nel suo momento di fragilita’ maggiore, quando ormai non si e’ piu’ autonomi per via di certe brutte malattie subdole. E cio’ mi struggeva. Poi mi passava dopo un po’, e col pensiero di lei che dormiva al piano di sopra, o almeno ci provava, nel sentirla infatti spesso ad andare in bagno almeno due o tre volte prima che riuscisse alla fine ad addormentarsi, perche’ pure qui aveva dei problemi, trascorrendo lei, l’intera notte, talvolta, con gli occhi aperti nell’oscurita’, sbarrati come fossero stati tenuti da dei cerotti – un’altra sua espressione – e con le orecchie tese ad ogni piccolo rumore che sentiva perche’ aveva paura dei ladri, da li’ io continuavo la mia vita.

Guardavo soprattutto i telefilm polizieschi, che mi facevano sorridere amaramente, in quanto io conoscevo molte cose del crimine, ma che tuttavia cercavo di continuare a seguire come fossero stati per me una specie di corso di aggiornamento, poiche’ certe cose, tutte, della mafia non le sapevo ancora, nel minimi dettagli, apprendendole pertanto dalla stessa mafia che me le sussurrava in quel modo nell’orecchio, per mezzo di questi sequel televisivi, che la rappresentavano, la suddetta realta’, essi medesimi, veramente. Poi esanime dalla totale presa per il sedere rispetto alla fatto che “il poliziotto rincorre il delinquente perche’ fa il suo dovere”, quando in verita’ sono colleghi…,

LA CRICCA DEL CRIMINE DEI FURTI IN APPARTAMENTO, come esempio

… Ma la Tv in primis deve farti questo lavaggio del cervello all’incontrario, la spegnevo, andando a letto sconsolata da tutte l’insieme delle mie afflizioni personali, pure io.

Nel trasloco nella mia casa nuova a Marmorta, la nostra televisione me la portai dietro a differenza

di molte altre cose che il babbo fece distruggere stupidamente al macero nella speranza di poterle vendere all’ex proprietaria di casa. Quindi, quando al termine la gettai dunque pure questa, non ne ero contenta. E da allora incomincio’ a precipitarmi ogni sorta di progetto a cui tenevo.

Sacred Spirit volume 1