Dopo la perdita della casa in via Pasquali Alidosi

Per oltre due anni e mezzo, riuscì di proroga in proroga ad ottenere di rimanere in quello che ormai era diventato un alloggio dove poter solo dormire e depositare i miei effetti, visto che ad un certo punto non mi riuscì di pagare più neanche l’affitto e fui al termine sfrattata, da qui, per aver avuto l’opportunità di continuarlo ad arredare lo stesso immobile;

ATTO-DI-SFRATTO-DA-PARTE-DEL-LEGALE-DEL-PROPRIETARIO-DELLA-MIA-CASA-E-DELUCIDAZIONI-IN-MERITO-ALLA-MIA-PRESENZA-LI-

sebbene, in verità, in questo posto io proseguissi a viverci comunque: ballandovi dentro MENTRE BALLO IN CASA MIA IN CAZZEGGIO IN UN’ALTRA ABITAZIONE SUCCESSIVA A QUESTA, o scrivendoci le mie cose, o facendoci l’uncinetto per passarmi un po’ il tempo, oltre a mangiarci e a farmi in esso la doccia, quando non la facevo a casa dei clienti o in hotel dove li portavo. 

 

UNO DEI MIEI TANTI LAVORETTI FATTI ALL’UNCINETTO O CON L’AGO, COSTITUITO DA DELLA PASSAMANERIA (LA FOTO DEL VESTITO ROSSO, IN PARTICOLAR MODO, MI E’ STATA  MODIFICATA IN DIFETTO DALLA MAFIA, POICHE’ NON AVEVA AVUTO QUEL COLORE SGARGIANTE IN PRINCIPIO, ESSENDO INFATTI STATO LO STESSO VESTITO DI COLORE BORDEAUX, MA PURE ANCHE LE ALTRE MI SONO STATE GIA’ RITOCCATE PERCHE’ NON SIA BEN DEFINITO IL MIO LAVORO AI VOSTRI OCCHI, AL FINE SEMPRE DEL MIO DISCREDITO).

Per “vivere”, invece, nella mia abitazione nel vero senso del termine, e cioè di provare di progettare un tipo di arredo per adattarla al meglio alle mie comodità, questo appunto come dicevo “non esisteva proprio”: in quanto, già nella natura dello stesso contratto di locazione non ne veniva specificata l’abitabilità, per cui fungeva più da garçoniere quella sistemazione; inoltre sapevo bene sin dal principio in cui andai ad abitare lì, delle molestie che presto avrei iniziato a subire. Nelle ultime settimane che mi rimanevano  per alloggiare in via Pasquali Alidosi, prima dello sfratto, mi interrogavo sulla mia prossima destinazione nel dovervi avuto già lavorare fin da allora “fuori” – portando il mio cliente in albergo o recandomi al suo domicilio come anticipato sopra, per le mille interferenze al segnale del mio cellulare che mi fecero avere e pure a causa degli inquilini molesti che mi erano stati corrotti e che mi creavano sempre dei problemi – : ossia se avesse previsto addirittura lo stato di “senza tetto” definitivamente, in quanto il mafioso non mi avrebbe più permesso di trovare un’altra casa e, quindi, in quale buco sarei andata a finire a dormire.

A ridosso dello sfratto, conobbi un cliente con una villa a tre piani in Rubiera tra Modena e Reggio Emilia (le foto nella favola di biancaneve dove mi trovo vicino ad un pozzo, con un vestito bianco, sono quelle del suo giardino, e anche lo stesso abito me l’aveva comprato lui al mercato del suo paese insieme a quello rosa traforato e cortissimo nella favola dei tre porcellini) che m’invitò ad andare a vivere da lui e anche a svolgere nella propria abitazione l’attività meritricio se lo avessi voluto, mentre egli rimaneva al lavoro tutto il giorno. Purtroppo il signore in questione, pur sembrando una brava persona, non era a me compatibile sessualmente, così cercai di tenermelo come ultima carta fino alla fine, nel caso non avessi trovato null’altro; pertanto fino all’ultimo dormì in albergo, ma non riuscendo più a lavorare come prima ogni giorno per potermelo permettere questo tipo di stile di vita, continuamente, sia per la crisi economica ed insieme per la mia mafia, non ebbi altra scelta al termine di chiamarlo, incontrandoci noi due in un centro commerciale, come fu la prima volta che ci conoscemmo.

Pensai a quello che mi disse il parroco della chiesa di San Lazzaro di Savena (che a mio avviso era stato corrotto), dove spesso andavo ad accendere un cero per pregare, nell’avergli confidato un giorno la mia sofferenza. Sentenziò che altro non raccoglievo che il frutto del mio seminato; mentre io sono convinta del fatto che ad oggi non ho compiuto proprio nessun peccato tanto criminoso da meritarmi tutto questo; invece, in un’altra vita prima di questa, chissà, forse sì, dal momento che ho avuto delle reminiscenze da bambina di una precedente prostituzione a quella attuale, in cui potrebbe essere stata, allora, una mia precisa scelta di vita, e della quale colpa, forse, ne starei scontando la pena solo adesso!

Sono convinta comunque della cosa che nulla di quanto ci accade sia lasciato al caso, e che dunque, da qualche parte, attraverso questa particolare esperienza, la mia persona, debba andare per forza. Solamente, che talvolta mi sento talmente abbandonata a me stessa e così sconfortata che rivivo l’angoscia della prima infanzia, quando i miei non andavano d’accordo, ma mai affrontavano la questione, per cui il clima in casa in cui fui rilegata a vivere era stato di profonda tensione ed ansia; e la sottoscritta medesima, a differenza di mia sorella maggiore, del tal clima ostile risentì intensamente lanciandone ai grandi i relativi segnali di disagio di ciò (come per esempio mangiavo poco, bagnavo il letto, ecc.), e che nessuno parente stretto seppe mai cogliere per tempo, facendomi cadere di conseguenza in un lieve pseudo autismo che condizionò la mia crescita in maniera ineluttabile, essendo stata al tempo ancora molto piccola per comprendere quello che mi stava accadendo.

Infatti nella piena adolescenza entrai in analisi, un percorso che durò una decina di anni e che mi autofinanziai da sola, lavorando in estate da qualche parte al termine di ogni anno scolastico, perché i miei non erano stati d’accordo della tal cosa (soprattutto mio padre). Per questa ragione, la gente non crede minimamente a quello che racconto mi sia accaduto, in quanto trovano la mia reattività ai fatti qui esposti e da me narrati, impressionante. Fossi più esagitata, probabilmente risulterei a voi tutti più credibile. Purtroppo, però, convivo con delle condizioni ambientali negative sin dalla remota fanciullezza, pertanto sono rodata da delle grosse difficoltà della vita per avere avuto nel tempo la resistenza sino ad innanzi di riuscirci a sopravvivere a queste mie tragedie, ed insieme per raccontarvela pure questa mia mafia fuori da ogni distorsione mirata, propiziatavi dai media. La quale capacità non è da tutti, ve l’assicuro!