LA MIA MAMMA ALLA CASA FAMIGLIA DOVE E’ INGRASSATA

Questa era la forma fisica di mia madre prima che andasse alla casa famiglia di Ospital Monacale (Fe). Eravamo nel mese di marzo 2019, ed io per la festa della donna le avevo comprato in un outlet di Villanova di Castenaso questa maglia con le paiellets. Lei era finalmente serena, poiché si stava lentamente rassegnando a non avere più la comprensione delle altre figlie, che la scocciavano quando nostra madre mi chiedeva di chiamarle per suo conto, perché non era più capace di usare da sola il cellulare, una delle tante motivazioni per cui l’hanno messa dentro: per il fatto cioè che la stressavano, soprattutto a mia sorella maggiore, che addirittura quest’ultima mi disabilitava il suo telefono; (si noti, il testo dei messaggi: “dai tuoi casini”, sarebbero stati le lamentele della mamma che le facevo presente, perché le mie sorelle la chiamavano poco…) mentre l’altra minore mi mandava di certi messaggi inquietanti dal seguente tenore: anche se la sorella grande mi ha accusato recentemente di averla messa dentro perché a parere suo, io, non sarei stato in grado di gestirla, pur di redimersi dal suo, di torto, la stessa “vigliacca”, di volersela togliere dai coglioni, scaricando a me ogni colpa di tutto, quando in verità sono stata l’unica, ad esserle sempre stata accanto e in modo efficiente; questo, finché non l’ha messa dentro mio padre insieme a questa mia sorella maggiore, e ciò perché ad un certo punto, non riusciva più neanche a stare un’ora, in casa da sola, senza ricordarsi che ero uscita un attimo per andarle a fare la spesa, cosicché si agitava uscendo in balcone, a chiedere ai passanti dov’ero finita. Ma bastava, che le sorelle mi aiutassero in quel frangente, sostituendomi per qualche momento, o prendendo qualche persona a pagamento di fiducia, e che come cosa avevo fatto,  con le cui persone però non mi ero trovata bene perché una certa Melissa Olivieri di Molinella che abita nella zona di via Marconi, rubò dal suo cassetto 300 euro, durante la mia assenza (e sembra che questa persona, prima di venire da noi, avesse derubato altre persone bisognose, come da una signora che aveva un negozio d’abbigliamento in via Verdi, e il cui padre, era molto anziano, sottraendo ad esso qualche oggetto dalla sua abitazione dove lei gli faceva compagnia, ma il mio di papà non volle che feci denuncia e anche questa commerciante preferì al termine mettere suo babbo in una casa di riposo, avendo capito la figlia che in questa vicenda torbida c’era qualcosa che non andava), mentre le altre due badanti, tra cui una vicina di casa di mia sorella maggiore, che mi impose appunto quest’ultima, mi avevano fatto subire alcune molestie, come quella di farsi vedere da me che si mettevano continuamente le mani nei capelli, per poi toccarmi delle cose, e della quale cosa, la mafia, conosce  il mio fastidio, capendo quindi io che ciò era per ammattirmi poiché le sorprendevo con lo sguardo di divertimento ad infierire nel mio senso dell’igiene, e che come tipo di disturbo le poteva essere stato detto di farmi unicamente da qualcuno, e secondo me, con la complicità di Marta che costoro difatti me le aveva imposte). Pertanto al termine, questa mia sorella, decise di metterla infine dentro, ma il degeneramente della mamma si ebbe, in virtù soprattutto del fatto che Marta, la “stufafa” a dover parlare al telefono di tanto in tanto con lei, e dunque per l’abbandono famigliare in generale che subì mia madre insieme al trauma che assistette a vedermi infliggere dei TSO che il babbo mi fece fare di seguito a premeditate ed estenuanti molestie di cui fui oggetto, con l’imbastardimento di taluni nei suoi confronti nel fargli credere che vaneggiavo, e sempre con la complicità malsana di Marta, ma della cui veridicità in quanto tali la mamma potè finalmente vedere coi suoi occhi che mi venivano davvero messe a segno, quando a fino poco prima era stata dissuasa sempre da Marta, che non si trattasse di mafia  ma di una presunta mia malattia che la mamma avevo preferito accettare come alternativa (si veda il cap. Stalking a Molinella da parte di un tiratore, in particolar modo, come da altri molestatori con disagi sempre nuovi) ,

@sognandoamanda1

La quale cosa, la trova strana anche mia madre con una demenza senile. Anche se ormai abituata la mia persona al tutto, io mi sbigottisco piu’ che altro del fatto di come ella sia tanto peggiorata a causa del personale impiegato nella struttura che non la porta mai fuori a fare un giro nel grande immenso parco perche’ non ne hanno il tempo, dove cosi’ facendo il suo ginocchio sinistro che sarebbe stato da operare con la sostituzione della rotula, frattanto che la mamma e’ ingrassata, ha finito per darle forfait!

♬ suono originale – sognandoamanda1

QUI SI  NOTI, MIA MADRE, NELLA CASA FAMIGLIA NEL 2023, CHE POI IN SEGUITO CAMBIO’ GESTIONE GRAZIE AD UNA MIA DENUNCIA (MA PER LA SERIE DALLA PADELLA ALLA BRACE), IN CUI IL SIG.RE LERVINI DELLA EDILPARK, ADDETTO ALLA CURA DEL GIARDINO INTORNO, MI FACEVA MOLESTARE IN MIA PRESENZA FINGENDO DI DOVER FARE DEI LAVORI, CON MIA MADRE LI’, CHE PURE AVENDO UN DISTURBO COGNITIVO, SI ACCORGE CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON VA

e dove  per questo poterono contarono sulla figura frustrata di mio padre che imbastardirono  a me contro, con la collaborazione della sua primogenita perché questi mi venissero disposti. E della complicità alla mafia, di mia sorella maggiore, ebbi riscontro, solo qualche anno dopo dall’aver preso ella, in quel periodo una macchina nuova: un AUDIO, che Marta, ci disse che si pagò da sola, con la contrarietà di suo marito, visto che da quando iniziai a subire la massoneria, qualche anno a seguire (nel 2021) per cui una volta strada venivo molestata da molte persone a bordo di certi mezzi potenti, come appunto le AUDIO, ebbi modo di mettere insieme i pezzi.  MESSAGGI DEL BABBO SOPRA, come se quello di accudire la mamma, non potesse venir considerato un lavoro a prescindere.

… Ero anche riuscita a farla dimagrire di almeno dieci chili, da quando ero ritornata di nuovo a casa con lei. Per poi tre mesi dopo che mia mamma era rimasta dentro in quell’ospizio, diventare così: ingrassando nuovamente di almeno una dozzina di kg.

LA MAMMA CON DIECI CHILI ADDOSSO, DI SEGUITO AD ESSERE ENTRATA IN CASA FAMIGLIA “VILLA LELLA”

Come si può vedere da questa foto sopra, è notevolmente ingrassata, rispetto a quella in alto. Qui è sorridente, poiché alla fine se ne è poi fatta una ragione dell’abbandono della famiglia nei suoi confronti, che aveva capito, che non doveva più di tanto disturbare, se voleva continuare a mantenere un minimo di affetto da parte di ciascun suo membro (escluso da me, ovviamente, che ci sono stata in ogni momento della sua malattia). Tant’è che alla domanda: “Come ti trovi qui dentro?”, risponde sempre come un soldato diligente, in questa maniera: “Io, sto bene, perché qui mangio, bevo e dormo!”. E forse, è davvero così, dal momento che lì, dove ci sono diverse persone ad assisterla, a lei e ad anche agli altri pochi ospiti h24, si sente effettivamente più tranquilla. Ma in principio si era ribellata con tutta sé stessa dall’evenienza di venir potuta essere messa dentro da un momento all’altro dai suoi cari; e quando glielo avevo fatto presente di questa intenzione dei famigliari, imminente, lei non ci aveva voluto credere fino all’ultimo, dicendomi che era solo una mia idea. Però per non perdere l’affetto delle altre due figlie, adesso, dice sempre appunto con tutti quanti, anche con gli amici che la vanno a trovare di tanto in tanto che si trova benissimo (ed é unicamente mia madre a dirlo questo, in quanto gli altri ospiti che anche se più anziani, hanno ancora la “testa”, non sono della stessa sua idea); e di ciò me ne sono in parte convinta in un qualche modo, pure io: questa situazione, infatti, è soprattutto l’unica in cui riesce a vederci tutte e tre quante, noi figlie, senza conflittualità famigliari; come sono altrettanto certa del fatto, che se avesse avuto l’affetto di tutte, insieme, fuori di lì, ma nella “sua” casa, e quindi non solo mio, ma anche quello delle altre figlie, in coincidenza del suo preciso degeneramento cognitivo, quando era ancora allo stadio iniziale, appunto mi rinnovo a “casa propria”, sicuramente avrebbe potuto addirittura riprendersi dalla propria malattia di perdita progressiva della memoria, dell’orientamento fisico, e disturbo cognitivo in generale, avendo avuto a disposizione come “coach” per la sua riabilitazione, la sottoscritta medesima, che non a caso è “un milite della Resilienza alla mia stessa mafia!” STI CZ!. E di questa cosa, del fatto, cioè, che sono stata molto brava ad accudirla, a suo tempo, la mia famiglia, e non solo i miei parenti, me ne aveva dato atto in più battute sin dal principio del mio ritorno a casa, per poi rimangiarsi in seguito tutto la stessa; seppur questo mio impegno quotidiano, alla fine, non sia servito proprio a nulla, a causa degli inquilini corrotti di Piazza Martoni a Molinella (la Sig.ra Solmi e la Sig.ra Liccari su tutte), che “infinocchiarono” mio padre allora, nel dirgli che la mamma li andava a disturbare continuamente, quando non mi vedeva arrivare, se mi ero assentata un’ora per andare a fare la spesa, perché non si ricordava la mamma che ero uscita un attimo per quell’unico scopo, insieme ad altri suoi sbraitamenti in genere legati più alla prima fase della sua malattia (Capirè: scommetto che si saranno divertite anche!), questo, allo scopo di allontanarmi, la mafia, da ogni affetto e così una volta, io sola, colpirmi essa meglio (vedi capitoli successivi); ma pure la stessa famiglia, è colpevole di quello che mi è accaduto in seguito, nell’essersi dimenticata, essa, molto presto di tutte le mie energie impiegate per lei, nell’accudirla, visto che non avevo più avuto il tempo, ad un certo punto, per i miei stessi interessi (e questo lo sanno bene tutte quelle persone che si occupano di parenti con l’alzahimer o altri disturbi cognitivi come appunto la demenza senile), accusandomi addirittura di non essere stata in grado di saperci stare dietro, e annullando in questo modo ogni mio sforzo. Ciò, al fine di nascondersi il babbo, per mezzo di me, dalla vera ragione di averla egli fatta mettere lì dentro, ovvero quella di liberarsene gradatamente per sempre, della tal sua zavorra, di doverla continuare a mantenere con detto colpo di spugna che era stato costituito dalla sua malattia (anche se le continua a versare 500.00 euro nel suo conto corrente, ma meno delle 500 dell’affitto, che ha ridotto a 300 nel pagarlo questo a me a Marmorta); il tutto, dopo avere, prima, me, ben sfruttato, bene, bene, fino all’ultimo, lo stronzo! 

SI LEGGA IL MESSAGGIO SOTTO DI MIO PADRE, DAL TONO UN’ PO’ MAFIOSO…

I messaggi sopra sono rispettivamente quelli di mio padre e della sua etera attuale compagna, ex sindaco del paese di Molinella, che mio padre mi ha messo in campo per convincermi a mettere la mamma dentro, e che io ho cercato di evitare fino all’ultimo, fallendo come si può evincere dal suo messaggio.

Ma la famiglia, esasperata al tempo dai continui problemi che gli dava, come anche dai miei, ma molto più relativi e che erano legati alle molestie da parte di un ragazzo che mi disturbava proprio a questo fine ultimo: ovvero che la famiglia si convincesse che io non fossi in grado di stare dietro alla mamma  – e dove di questo ne parlo nel capitolo 35 -, poiché sapevo molto bene, che se insistevo più di tanto a volermi fare aiutare dai miei famigliari, a questo riguardo, mi avrebbero rilegato nuovamente ai servizi d’Igiene Mentale (vedi messaggi sotto), come alla fine mi costrinsero difatti a fare, e anche di quelli di disturbi degli inquilini – vedi cap. 48 – , e che pertanto ho affrontato completamente da sola, insieme all’essermi presa cura di mia madre,l’hanno voluta al termine parcheggiare qui, nonostante tutta la mia determinazione a non averglielo acconsentito tanto facilmente. Mi stavo infatti, attivando a fare domande per una casa del comune, per me e la mamma, e ad ottenere l’assegno di accompagnamento per lei a cui sono riuscita ad adempiere, e di cura per me (che è quello che ti riconosce lo Stato per il fatto di stare dietro ad un parente affetto da qualche patologia, in qualità di sua badante), pur di assolvere mio padre dal continuare a starci dietro, avendomi già più volte quest’ultimo detto che non ci riusciva più a mantenere, e che dovevo quindi andare io a lavorare, qualche mese prima di decidere egli a metterla definitivamente in una casa famiglia.

Qui la mia mamma è più che altro felice del fatto che la sono andata a trovare e non perché si trovi effettivamente bene come dice sempre (anche quest’altra felpa glielo ho comprata io: tolgo a me per dare a lei da sempre).

In questa foto, è in compagnia di una OSS molto brava di origine marocchina e che si è pure laureata in pedagogia: una ragazza davvero in gamba! Peccato però di aver recentemente scoperto che costei si era prestato ad un brutto gioco nei miei riguardi, che vedeva la complicità dei gestori di questa struttura con la mia stessa mafia, perché mi si gettasse continuamente del discredito senza ragione con alcuni ospiti; e in cui questa ragazza è stata coinvolta suo malgrado (ovvero mi offriva il pasto del mezzogiorno quando mia mamma andava a tavola ed io rimanevo lì per continuare dopo aver pranzato lei a farle compagnia, per poi vedermi far aizzare sicuramente dalla responsabile della struttura, un ospite di lì, che è recentemente scomparso, grazie a Dio, perché rompeva il cazzo a chiunque, il tal Sig. Marino, il quale, costui, mi accusava dinnanzi agli occhi degli altri vecchietti che rimanevano a questo fatto nel silenzio, di venire a trovare mia madre solo per questa ragione. “Ma lontano da me: ho speso tanti di quei soldi per mangiare ad un bar poco lontano pur di starle quanto possibile accanto, oltre al fatto di aver acquistato dei passatelli e della zuppa inglese per tutti quanti, pur di fare ad essi mangiare qualcosa di diverso, e il tutto coi miei baiocchi!” E di seguito a questo scherno, la stessa responsabile di cui ho appena fatto menzione, mi ha messo contemporaneamente a ciò degli altri paletti, come sugli orari da rispettarsi, quando non ve ne sarebbero dovuti essere stati: ad esempio che dopo mangiato dovevano andare a letto e prima delle 15.00 non voleva che si visitassero gli ospiti della struttura, per poi rettificare il tutto alle 16.30, ecc. pur di mettere a me, in particolare, delle difficoltà (le altre sorelle ci andavano infatti dopo il lavoro, quindi dalle 17, di conseguenza per loro non c’erano problemi); fino alla cosa di avermi impedito pure di poterle pulire il sedere a mia madre, perché secondo la tal signora “Lella”, aspettava alle OSS, ecc. tutto questo con quell’occhio omertoso di chi è stata corrotta per detta cosa …)

La gestione della struttura è di tipo famigliare, e la sua amministrazione è complessivamente discreta, anche se in principio mancava di personale e continua tutt’ora ad essere mal organizzata in genere. Si pensi, infatti, che quando fu aperta nel mese di aprile 2019, per oltre un mese, il dottore non ce l’avevano avuto ancora e già contava di cinque ospiti, che di ciò se ne erano lamentati gli stessi vecchietti perché ne avrebbero avuto bisogno. La cui cosa questa è da sua chiusura sul nascere, ma si sa, che queste strutture, hanno il bypass dalle stesse U.s.l mafiose che le sovrintendono le medesime, che difatti non fecero alcun controllo ordinario del caso, per constatare la buona messa in funzione di questa struttura! Occorrerebbe, non a caso, di un’ educatrice che intrattenga gli ospiti con una qualche attività ludica, e che le OSS li portino fuori, a passeggiare nell’immenso parco che la circonda questa bellissima villa. Quando riesco, la vado a trovare anche due o tre volte alla settimana, proprio per assolvere a questa loro mancanza nel fare camminare mia madre il più possibile, o per poterla io stimolare in qualche modo cognitivamente visto che non lo fanno essi. Non a caso, la mamma mangiando più di prima (la sig.ra Lella mi disse: “Mangia così di gusto che le dò due piatti di minestra, poverina!”, quando a questo proposito la mamma avrebbe il diabete, anche se mellito, ed insieme l’ipertensione oltre al fatto di doversi ella sottoporre ad un intervento al ginocchio da usura, per cui doveva dimagrire ancora, vanificando in questo modo tutto il mio di lavoro di averla fatta dimagrire anche al tal fine) e non muovendosi proprio per niente a differenza di quando stava a  casa sua, dove la portavo spesso a passeggio con non poche difficoltà, si è di nuovo ingrossata. Cosa che non doveva assolutamente accadere, perché si dovrebbe fare come dicevo sopra questo intervento al ginocchio, per un artrosi importante che prevede la sostituzione della rotula con una protesi (prima che andasse dentro al ricovero, i dottori dell’Istituto Rizzoli a Bologna, presso cui ero andata a farla vedere, nel visitarla si erano raccomandati caldamente che doveva perderne almeno altri dieci di chili prima di potersi sottoporre all’intervento accennato, e al tempo ne pesava 103 di chili), e che in questa maniera con l’aumento di peso (ora sarà come minimo 108 chili), la tal operazione, non si potrà più fare, dovendosi tenere quindi, ella, il male (e la sorella minore di questo se ne era resa conto solo da poco: l’hanno portata recentemente a distanza di 6 mesi dal suo ingresso a “Villa Lella”, da quando cioè si era accorta del suo peggioramento, da un neurologo di Cremona, molto rinomato, che ha ordinato di farla dimagrire al più presto. E’ c’era bisogno di aspettare a portarla dal neurologo perché la famiglia intera lo capisse per tempo questo!) certificazione neurologo di mia madre; ma un’altra motivazione per la quale doveva dimagrire, era anche legata al fatto che ha anche una patologia cognitiva di un certo tipo, per cui l’ultimo geriatra che l’aveva guardata, mi aveva spiegato le modalità secondo cui la dovevo affrontare, affinché non peggiorasse ulteriormente (ero sempre stata io che l’avevo portato inizialmente della sua malattia, a tutte le visite nel completo disinteresse da parte dei suoi famigliari circa la salute della mamma, che solo ora, anche se un po’ tardivamente, ha visto da parte di  una mia sorella in particolare, di un nuovo interesse nei suoi confronti a tal riguardo, e che mi ha vista da questa venir sostituita completamente), e cioè di metterla in uno stato di continua deambulazione, in quanto detto illuminare, crede di averne compreso la causa della sua malattia, e che è risalente pure alla sua ipertensione, in concomitanza col diabete! I valori dell’ipertensione, infatti, si alzano per la scarsa circolazione sanguigna dove a questa sua immobilità e ad aumentarli di conseguenza gli stessi, insieme al diabete producono la corrosione al termine delle sue cellule nervose.

L’interno di Villa Lella con gli altri cinque suoi ospiti, tutti novantenni. La mamma è la più giovane lì dentro, avendo ella 74 anni. Questa, è un’altra motivazione per la quale, quel contesto particolarmente restrittivo poiché di totale privazione ad un qualche stimolo cognitivo ad ella, non l’aiuta affatto la mamma nella sua stessa guarigione o al meno all’arresto sebbene temporale del decorso della sua malattia, avendo infatti ella una demenza senile.

In questo foglio, all’interno dell’ufficio della casa famiglia di mia madre, sono riportati sulla sinistra sia i numeri dei cellulari del personale di servizio di quell’infrastruttura, che sulla destra anche quelli dei parenti degli stessi ospiti. Come si può vedere alla terza voce dall’alto “Anna Bondanelli”, ne vengono riportati solo due e che corrispondono rispettivamente alle utenze delle mie due sorelle, senza che a questi venga riportato pure il mio, come a dire che la sottoscritta non sia assolutamente da considerarsi, quando sono stata, io, quella ad averla badata per oltre quattro anni nel più completo assenteismo da parte della famiglia. Inoltre il suo capo responsabile, a cui è intestata la medesima struttura, che sarebbe il figlio del Carabiniere che con la moglie di lui – del cui nome della attuale consorte se ne è data infine la denominazione della stessa casa di riposo – la gestiscono fra di loro (nuora, figlio del Carabiniere, suo padre, e la nuova moglie di egli), un giorno nell’entrare, questi, improvvisamente, dentro, da fuori, dove io stavo vicino alla mamma, vedendomi per la prima volta, sussurrò a bassa voce, ma facendo comunque in modo che io lo sentissi bene: “Ah c’è la figlia ammalata della signora!” La stessa dottoressa geriatra che collaborava con quella struttura e che aveva fino al 2019 anche un ufficio di smistamento delle badanti e altro per i parenti anziani che ne avevano bisogno al proprio domicilio, nella galleria dell’ex FIAT a Molinella, mi aveva giurato prima che me la mettessero definitivamente dentro, che avrebbe temporeggiato per il suo ingresso a “Villa Lella”, di almeno tre mesi su mia precisa richiesta, quando dopo neanche pochi giorni da quella mia visita ad ella, me la fece strappare poi da me rimangiandosi prontamente questa sua promessa, per rinchiudermela infine qui dentro. E quando la vedevo, costei, lì dentro, che veniva a vedere se tutto era sotto controllo, non la salutavo neanche, perché sapevo che era stata corrotta anche lei allo stesso modo del figlio del Carabiniere, affinché la mia mafia ottenesse che io rimessi senza un affetto e anche senza alcun testimone di quello che mi facevano e quindi senza nessuno che mi proteggesse (quando stavo con la mamma, ero difatti più, difesa) come non lo sono più per l’appunto adesso che vengo molestata dagli attuali inquilini a Marmorta nel cui paese, sono andata a stare, perché la sottoscritta non riesca ad andare a lavorare (si vedano gli ultimi capitoli sull’argomento MARMORTA), e a questo sia inoltre conseguentemente impedita a continuare a parlare, non potendo lavorare da dentro in casa mia con un computer che poi presi, ma con truffa di seguito per cui mi si slacciò dalla rete dopo poco, nel venire molestata a questo punto, dagli stessi inquilini corrotti, che a questo erano stati chiamati con dei preni per impedirmelo: senza ovvero venire disturbata di proposito come mi accade adesso, attualmente, ogni qualvolta provo a scrivere fuori (negli internet point o nelle biblioteche) dove una volta qui ciò mi venga impedito, da dei molestatori che mi rumoreggiano attorno su precise disposizione di alcuni adepti mafiosi, essendo vista la mia persona, una testimone scomoda (non mi possono uccidere perché parlo di Romano Prodi dai tempi in cui è iniziata la mia tragedia). Questa è la vera ragione per la quale nel foglio di cui sopra, non c’è riportato anche il mio nome: in una beffa al danno, visto che in realtà sono stata, io, quella della famiglia che più se n’era presa a carico della salute di mia madre, come ho già rimarcato. L’ho scoperta, io, la sua malattia! E le foto sopra lo dimostrano questo fatto, della loro mal gestione della mamma. Per giunta i suoi gestori, per questa loro collaborazione con la mia mafia, ne hanno poi acquisito, alla casa famiglia di cui in oggetto, di seguito, altre tre, subito dopo, per un totale di quattro case di riposo. Con quali soldi ci si chiede? Ma quelli dell’Esercito che li ha corrotti al fine di strapparmi la mia mamma da me, che sono i vostri soldi con i quali ad esso gli pagate le tasse!

E cio’ con la complicità di un ex direttore di banca dell’UNICREDIT, il sig.re Mirko Rambaldi, che fece firmare alla mamma il foglio con cui a mia sorella delegava la gestione del suo patrimonio

AUGH!

RICHIESTA AD UN ALTRO AVVOCATO DI INTENTARE UNA CAUSA CONTRO VILLA LELLA

Di seguito ad una denuncia da me sporta più avanti contro l’amministrazione di “Villa Lella”, ma soprattutto per il fatto, che su internet il suddetto mio post, veniva indicizzato dal sistema alla voce del nome della stessa casa di riposo in questione (“Villa Lella da Cellulare con 3312812996”), pertanto se si fa una ricerca su google, esce contemporaneamente fuori ad esso, questa mia pagina, c’è stato successivamente un cambio di proprietà. E ciò, è per dimostrare, io, che la Polizia, anziché punire i colpevoli, nel gestire i suoi affari sporchi, li sostituisce con altre persone ancora, in modo da far passare il tutto in sordina (si veda il cap. 52: DI RITORNO DALLA SARDEGNA, IL TRATTAMENTO RISERVATO ALLA MIA PERSONA DA PARTE DELLA CASA FAMIGLIA DI MIA MADRE):

Anche se poi, con la scusa di alcuni casi da Covid, con una registrazione di quattro decessi, hanno cercato di coprire la tal cosa, con il tal presunto alibi.

Esaurito il focolaio a Villa Lella Gli ultimi ricoverati ormai guariti La Nuova Ferrara

Questa sotto è l’attuale nuova gestione che si chiama “NUOVI ORIZZONTI” e che non reca pannello fuori  ma solo nella discesa dopo il cancello vicinio al campanello e quindi di nascosto dalla vista della strada.

 Casa Famiglia Insieme Insieme Societa’ Cooperativa Sociale Onlus