LA PROPRIETARIA DI CASA CHE MI E’ STATA CORROTTA, PURE LEI, DALLA MIA MAFIA, INSIEME AD ALTRI MIEI VICINI E CONCITTADINI

“MIEI CARI, QUESTA E’ LA MIA ULTIMA CENA”

MA VA LA’ TI PIACEREBBE EH… PRODI??

10 marzo 2019

ALL’ATT.NE DI TUTTI:

Segnalo che nella giornata del 9 marzo 2019 alle ore 11.00 circa, il marito della nostra proprietaria di casa, suonava alla mia porta, per poter andare egli affiggere in balcone il cartello: “AFFITASI APPARTAMENTO”, quando io e la mamma che vi alloggiavamo ancora dentro, non eravamo state messe al corrente di alcun recesso dal contratto di locazione, da parte di mio padre che ce lo pagava lo stesso canone d’affitto… Pur sapendo, comunque, la sottoscritta medesima, dell’intenzione ventilata dai parenti di mettere mia madre in una casa famiglia, “per la sua perdita d’autonomia….”, così scriveva il babbo, nel lettera alla proprietaria dell’immobile, nel recedere al posto di sua moglie, che ne era l’intestataria della stipula in oggetto.

A questo proposito, la mia persona, si era, infatti, opposta sin dal principio alla tal cosa, perché le facevo da badante io da qualche anno, essendone la figlia; e che difatti mi ha vista costretta fino all’ultimo a rimanere  a casa con lei tutti i giorni per svolgere quelle faccende domestiche e della sua igiene personale, alle quali non riusciva più adempiere da sola verso la fine dei quattro anni in cui ero ritornata a vivere con ella; pertanto, non ce ne era nell’immediato, questa esigenza di farla accudire da altri.

Quindi, avevo telefonato alla proprietaria della nostra abitazione, per chiederle la data esatta della lettera di recesso scritta da mio padre, che ella mi indicò al primo di febbraio LETTERA DI RECESSO DAL CONTRATTO D’AFFITTO REDATTA DA MIO PADRE; comunicandole subito di seguito a questo fatto, che a metà di quello stesso mese avevo giusto chiesto al babbo se l’avesse appunto già per caso redatta la stessa, visto che per scrupolo volevo scongiurare quella ipotetica decisione presa da una parte della famiglia (mia sorella maggiore e mio padre), non condivisa “propriamente” all’unanimità (me, e l’altra sorella minore), rispetto alla questione di voler appunto mettere la mamma dentro ad una struttura, e di cui ero vagamente a conoscenza.

Ciò lo feci, perché in quel periodo stavo cercando giust’appunto di ottenere l’assegno di cura, per le badanti o i parenti che assistono le persone care della propria famiglia con problemi di salute, contemporaneamente al presentare la domanda di quello di accompagnamento per la mamma, da non aver avuto più noi bisogno dei soldi del papà, con i quali, ci continuava a mantenere ad entrambe, in modo da assistere mia madre e prendermene carico, personalmente al posto del babbo, e cosi’ poterci sganciare definitivamente da lui.

La quale ragione finanziaria, rappresenta il vero problema di mio padre, che non vive sotto il nostro tetto, dai miei 16 anni (pertanto i miei genitori sono tutt’ora coniugati solo sulle carte) e di lei se ne vuole sbarazzare al piu’ presto: nel cercare infatti di far cessare la sua attività come artigiano;

CONTRATTO STIPULATO CON UN ACQUIRENTE PER L’ACQUISTO DI UNA PARTE DELLA SUA AZIENDA METALMECCANICA

visto che con la sua pensione (anche se è alta, mi ha detto mia sorella maggiore), non la riuscirebbe più a mantenere. Il che, lo posso anche giustificare, ma che bisogno c’era di strapparla da me, che avevo manifestato la mia ferma intenzione, di volermene appunto occupare io, quando al babbo di mia madre, e della sua salute, particolarmente, non gliene importa un fico secco, per fare proprio adesso, egli, in questo bel modo, “suo marito”?

Mentre mio padre, rispetto alla mia domanda sulla famosa lettera di cui sopra, mi rispose che non l’aveva ancora fatta: in maniera di spiazzarci sul nascere, soprattutto a me, come è sua abitudine comportarsi, da sempre, in ogni cosa della famiglia,  quasi fosse il “padrone”, con noi tutte!

Percio’ nella suddetta circostanza, alla proprietaria di casa, le facevo capire, che la preclusione da parte di mio padre, alle dirette interessate che ne usufruivano del suo immobile, alla tal specifica informazione, era per metterci a me e alla mamma, sul fatto compiuto. E di conseguenza le chiedevo, se perlomeno, avesse temporeggiato un po’ di tempo, dal farla vedere a qualche candidato interessato a prenderlo in affitto il suo immobile, in modo da poter vedere, la mia persona, se riusciva frattampo a mettere in chiaro le cose con il resto dei parenti; questo, al fine ultimo di impedire quel nostro baratro (si veda i capitoli ultimi del mio testo al riguardo del “mio” in particolare di precipizio, anche se era soprattutto di mia madre che non ci voleva proprio lei andare in un ospizio).

La Sig. S.S, acconsentiva alla mia richiesta, giusto per un mese solamente, massimo due, anche perché secondo, lei, non avrebbe comunque chiamato proprio nessuno nell’immediato; ma l’indomani, a questo fatto, mi comunicava invece che quello stesso sabato (dopo neanche quattro giorni dalla sua promessa ben presto rimangiatasi), sarebbe venuta nella nostra abitazione, con delle persone per poterla fare vedere ad esse, tutte insieme, (addirittura a tre candidati diversi) cercando io quindi di oppormi a questa cosa, che solo da poco ero venuta a conoscenza del tutto.

A questo punto, mi facevo inviare via mail da mia sorella maggiore, che lavora nell’azienda di mio padre, la copia della lettera del recesso dal contratto, dove vedevo in calce la firma della mamma, alla quale, il contratto d’afffitto, era stato appunto intestato; e che, il medesimo avallo, lo aveva apposto anche in un altro documento della banca, quale delega di beneficio al suo c/c nei confronti di questa sua figlia, che ce l’aveva accompagnata lì, nostra madre, assieme al babbo “srufiandandola” un poco, per mezzo dell’incolmabile suo bisogno d’affetto che ora più che mai aveva verso i parenti, pur di farglielo la primogenita apporre, quella sua firma in su di esso, senza che lei ne fosse stata bene al corrente di cio’ che stava facendo. Il tutto, perché attraverso questo suo incoscente consenso, mia sorella grande, la potesse iscrivere all’ufficio delle case di riposo; e anche al fine di fare il bancomat del conto corrente della mamma, affinché mio padre ne potesse usufruire lui per suo conto, in modo da  pagare quello che della moglie doveva per le altre spese della sua casa di riposo. Tutto questo, come dicevo, sempre, senza sapere che cosa mia madre avesse firmato.

A tal proposito, vorrei segnalare di un giorno che mi ero influenzata e che non riuscivo ad accompagnarla in banca, per poter noi ritirare del denaro che ci serviva per fare la spesa; e in cui telefonai alla sorella in officina per chiedere ad ella di farci un prelievo lei al posto nostro, col bancomat della mamma, che aveva fatto assieme al babbo e che tenevano loro, ma anziché passare la figlia grande in oggetto, all’ora di pranzo, suonò alla nostra porta il papà, che me lì gettò addosso i soldi, in modo sprezzante.

E un altro ancora, che lo stesso papà, ci fece i conti a noi in tasca, per qualche esborso in più rispetto alla norma “con i soldi di mia madre”, visto che quelli lì su cui aveva messo da poco le sue mani, per mezzo della sua primogenita, servivano a mettersi, lui, al riparo dall’evenienza di doverne poi successivamente sborsare, lo stesso marito per legge, per la casa di riposo della moglie, se non fossero bastati quelli del coniuge, a coprirne le spese. Quando, vorrei precisare, che tenevo un quaderno dove mi segnavo giornalmente anche nei centesimi, i conti di ogni cosa che si spendeva in casa con i denari sempre della mamma.

Ma cio’ che qui vorrei sottolineare piu’ di ogni altro fatto, e’ che la mamma oltre ad essere stata ingannata dalla sua stessa famiglia, nel farle sottoscrivere, cose di cui non era consapevole, per via della sua infermità mentale (una demenza senile), come anche dal suo bancario dell’Unicredit di Molinella, che ha fatto finta di non essersi reso conto di niente, è che lei desiderava rimanere con me in questa sua casa, dove assolvevo in pieno alle mie mansioni di assistenza alla cura della sua persona.

da qui devo correggere…

Piuttosto è mio padre che non la vuole più mantenere per l’appunto e che ha trovato la scusa del suo regredire mentale, da così redimersi dai suoi doveri coniugali una volta per tutte, sotto forma di falsa premura: la medesima che ebbe a riservare a me antecedentemente mandandomi in clinica psichiatrica per farmi pagare la sua frustrazione personale nei miei confronti che non gli leccavo il culo come le altre due mie sorelle.  E approfittando anche del baccano che a causa della sua malattia avevamo fatto alcune volte, oltre alla polvere che ho dovuto sollevare, a causa delle continue molestie premeditate da parte delle autorità cittadine che premevano su quella repressiva del babbo nei miei riguardi (dopo che ero andata in chiesa ad interrompere una funzione pubblica per informare la comunità di tale vicenda scabrosa, in cui sono coinvolti il comandante dei Carabinieri – vedi capitolo 2 “ultimo capoverso” , l’attuale Sindaco – vedi capitolo 35 – nonché lo stesso prete – vedi capitolo 27 – , e dove in seguito a questo fatto ne era scaturita una massoneria contro di me dall’episodio, considerevole: persone corrotte a dire che avevo dei problemi, ecc.; tanto che mio cognato mi ha anche mancato di rispetto pure egli nell’alzarmi in un segno di minaccia il pugno della sua mano, un giorno dopo il suddetto accadimento: una volta che avevo mandato indietro da casa nostro suo figlio, nonché mio nipote, perché veniva spesso a chiedere 50 euro alla nonna senza farle neanche un po’ di compagnia, mentre quest’ultimo mi buttava addirittura giù il telefono direttamente se provavo di chiamarlo di seguito a questo accadimento; non perché fosse arrabbiato con me per averlo sgridato quella volta, ma presumendo io che alcuni genitori o catechisti fossero stati corrotti frattanto ad infondere a molti parrocchiani del paese, ed infine ai loro figli e bambini, e quindi anche amichetti di M. che sua zia non era normale). E comunque come già detto in altre denunce, è tutt’intorno che mi si disturba apposta al fine che quanto ho imparato fino adesso sugli intrighi del potente non venga preso in considerazione da nessuno, nel far passare la mia figura di donna, come quella di un’autentica pazza, essendo divenuta insieme a vittima di mafia, soprattutto testimone della collusione del sistema per il lungo tempo trascorso a subire delle ritorsioni, dove dunque proprio per questa ragione ho potuto comprendere meglio di voi tutti certe cose.

Ma ritornando a quanto sopra dato che avevamo provveduto ad informare la proprietaria della estraneità di quella lettera, e che per giunta la medesima non era stata ai detti in merito a non procedere momentaneamente a delle visite in abitazione (vedi cap. 22 “primo capoverso” quale deja vue di una corruzione simile a quella sua, da parte di un altro mio proprietario e che in comune hanno sempre avuto il sadico divertimento quale sguardo nell’affondare questo tipo di coltello, poiché tutti sanno che sono un’igienista, perciò mi si vuole fare parallelamente del terrorismo attraverso la tal minaccia di un’invasione di campo nel nostro appartamento  assieme a non darmi modo di impedire che venga presto affittato), mi sarei impuntata a i togliere subito il cartello; quando il giorno seguente, suo marito è venuto ad affiggerlo nuovamente. Mentre in quel giorno famoso della visita delle persone interessate all’immobile medesimo (almeno tre), me ne sono poi andata a Bologna a farmi un giro, chiudendo a chiave le mie due camere, e pregando il babbo di chiedere alla proprietaria di non essere troppo invasiva con dei corridoi di candidati viste le circostanze, “se voleva la famiglia la mia collaborazione…”. Il tutto, nonostante avevo proceduto a contattare gli assistenti sociali per riuscire ad interagire con il babbo, da così farle presente le mie richieste attraverso di essi; i quali però dicevano che lo convocavano senza poi contattarlo mai perché non fossi soccorsa apposta (qui, ho visto in volto la famigerata a me cara omertà e contemporaneamente il compiacimento divertito proprio di chi è stato corrotto da parte di alcuni di loro), o annullavano gli appuntamenti di mio padre che li chiamava stavolta egli per poter parlare con me, in modo che non riuscissimo a comunicare serenamente fra di noi, soccombendo al termine alla mafia della mia stessa famiglia e quindi al suo volere a prescindere; e successivamente all’essermi rivolta anche ad un’ennesimo avvocato per difendermi che ha rinunciato alla causa di annullamento del recesso solo il giorno seguente perché ci aveva ripensato (…??), dopo prima avermi sempre antecedentemente prima illusa; come la stessa cosa era già accaduta da certi precedenti avvocati a questo (solo un paio di legali si sono comportati bene, senza prendermi in giro in un certo modo, rifiutandosi a priori dall’incarico).

In definitiva ho ancora tre mesi di vita!

“Meno uno adesso”!

COUNT DOWN


IL MESSAGGIO DI MARTA IN CUI RISPONDE ALLA MIA OBIEZIONE, CHE LA MAMMA NON ERA CONSAPEVOLE DI CIO’ CHE HA FIRMATO, QUINDI IL RECESSO E’ NULLO

LA CASA ROSSA SOTTO LA TORRE DELL’OROLOGIO E A FIANCO DELLA PALAZZINA BIANCA ALLA DESTRA, L’EDIFICIO BANCHIERI, E’ LA NOSTRA ATTUALE DIMORA, IN CUI ERAVAMO FINO A POCO TEMPO FA ANCORA IN AFFITTO (AD AGOSTO NON CI SARO’ PIU’); E NELLA QUALE, DA QUANDO C’E’ IL SINDACO MANTOVANI, SIAMO STATE LETTERALMENTE MASSACRATE IO E LA MAMMA CON DIVERSE MANIFESTAZIONI RUMOROSE SULLA PIAZZA E VARIO BACCANO IN GENERALE DA PARTE DI CERTE  PERSONE (AD ESEMPIO PER DEI CONCERTI, LA PISTA DI PATTINAGGIO, IL MERCATINO DEL RIUSO, IL MERCATO DEL GIOVEDI’, I MOTORINI CHE CI CROSSANO LUNGO LA STRADA, I RAGAZZI DELLA FONTANA CHE SI RITROVANO DAVANTI A TARDA NOTTE LI’ E SCHIAMAZZANO SINO ALL’ALBA, ECC.). In principio, allorché arrivammo, era stata ancora molto tranquilla questa zona, pur essendo lì in pieno centro del paese. Abbiamo provato di ricorrere all’avvocato, soprattutto per via dei motorini che ci rumoreggiano fuori in strada, e che iniziarono a crossare da una data primavera fino a tarda notte; ma tra chi di alcuni testimoni di questo fatto, che li ho visti indietreggiare (…??) e dei legali che si sono rimessi dalla causa, avendo a questi dovuto far vedere il mio sito per ovvie ragioni di una contestazione non propriamente casuale del tutto, al termine siamo state abbandonate a noi stesse. Per al termine venire schiacciate dalla morsa di alcuni parenti un po’ invidiosi a farci, infine, capitolare, costringendoci noi ad abbandonare la casa, forzosamente, con la scusa della perdita d’autonomia della mamma.

 
E dopo il recesso dal contratto d’affitto e ad aver fatto da badante a nostra madre per oltre quattro anni, questo il modo in cui la sorella maggiore mi dice di cercarmi un lavoro quando non le avevo chiesto proprio niente
dav
… “Per nulla facenti”, come se fino in quel momento me la fossi grattata
IN QUESTO MESSAGGIO, DOVE L’AVEVO INFORMATA CHE LA PROPRIETARIA PER BEN DUE VOLTE ERA SALITA IN CASA NOSTRA A NOI DI NASCOSTO ATTRAVERSO LA PORTA DI COLLEGAMENTO DEL SUO NEGOZIO PER PORTARCI VIA L’IMMONDIZIA CHE SICURAMENTE ERA STATA LI’ MASSIMO TRE GIORNI PERCHE’ NON ERO STATA BENE, LA SORELLA MI DICE UNA MENZOGNA
MI RACCONTA, INFATTI, CHE E’ STATA LA MAMMA AD AVERLA GETTATA E CHE L’AVEVA VISTA FARLA QUESTA COSA DA UN’INQUILINA. MA E’ IMPOSSIBILE PERCHE’ HA PROBLEMI DI ORIENTAMENTO (visto che il solo portare due sacchetti dell’immondizia quando se esce di casa non sa neanche dove si trova, lo trovo improbabile!). Quindi, è facile che se lo sia inventato (tanto per cambiare), o l’inquilina le abbia detto il falso (essendo anch’essa stata corrotta, dopo aver ricevuto istruzioni precise dalla proprietaria di dire così)

e dopo le mosse ambigue della proprietaria, e la velenosità della sorella maggiore, ecco che rincara poi pure mio padre:

RIASSUNTO MESSAGGIO DEL BABBO: “IO E TE DOVREMMO DEFINIRE ALCUNE COSE…”, di seguito ad aver saputo che ero andata al CSM di Budrio per mettere in campo i servizi sociali da osteggiarlo nel suo intento di far andare la mamma in una casa di riposo e quindi recedere dal contratto d’affitto in cui sono alloggiata.

DENARO DI QUOTA D’IMPRESA FAMIGLIARE DA SUO SCIOGLIMENTO COME SOCIA CHE AVEVA FATTO FRUTTARE MIA MADRE NEL TEMPO, IN UN RISPARMIO A PARTE CON LA SUA BANCA, E CHE AVEVA PRIMA DI ESSERE MESSA IN CASA FAMIGLIA, COL QUALE DENARO MIA SORELLA L’HA POI ISCRITTA ALL’UFFICIO DELLE CASE DI RIPOSO.

FAX SOLMI per altri disagi incorsi fino all’ultimo dall’imminente mia uscita di casa, per poi non averla affittata a nessuno