LA PROSTITUZIONE DEL TERZO MILLENNIO

Dopo il secondo trattamento psichiatrico, in seguito al quale fui costretta a scappare ancora dalla mia famiglia a Molinella alla volta di Bologna, e in particolare modo da mio padre che mi voleva rilegata ai servizi di igiene mentale, dovetti prostituirmi nuovamente, non avendo avuto allora nessun lavoro che mi consentisse di andarmene via da là in piena autonomia, come avviene di norma quando si ha un minimo di risorse economiche delle quali disporre per potersi prendere un appartamento con una busta paga.

La formula magica della salvezza era sempre stata la stessa: farsi allocare appunto da qualcuno un appartamento ad uso residence settimanalmente, il cui prezzo oscillava tra le 350.00 e le 450.00 euro, talvolta anche 500.00 e lì svolgervi l’attività di meretricio in modo da poter assolvere contemporaneamente al pagamento dell’affitto per viverci temporaneamente, anche all’esigenza della disponibilità all’uso di un luogo abitabile per lavorarci in ivi: essendo infatti già stati dotati questi immobili al proprio interno di ogni necessità (dai mobili della cucina con le sue stoviglie per preparare da mangiare, agli asciugamani per la doccia, fino alle lenzuola e le coperte per coprirsi a letto) da così non essere costretti a comprare nessun altro suppellettile da fuori per la funzionalità del medesimo, a parte ovviamente il cibo che era infatti escluso dall’importo che pagavi. Tutto ciò lo ottenevi spargendo la voce tra una qualche collega che ne cercavi uno, la quale ti dava un numero di una persona che sapeva bene quest’ultimo quello che poi ne avresti fatto del tal appartamento e che per questa ragione ti estorceva molto denaro. I quali personaggi, non si sa bene in che modo riuscivano a disporre di questi immobili e soprattutto di come facevano in seguito ad eludere qualsiasi controllo da parte della Finanza (…??).  E che qualcuno di questi avevo anche provato di denunciare, ma senza riuscirvi poiché l’avvocato che mi doveva curare la causa, si era alla fine ritratto improvvisamente dal proseguire la sua professione per darsi a tutt’altro (l’avvocato Mario De Chirco) … Per il resto non dovevi far altro che pubblicare un messaggio di richiamo sessuale, su siti economici, quali “Bakeca.it” o “Vivastreet”, oppure di tipo più erotico come Bakecaincontri.com o anche di privati come “Bologna Eros” o “Stuzzico” della vicina Modena, ecc. (quelli più comuni per il tal scopo), dal momento che il quotidiano de “Il Resto del Carlino” dell’edizione “La Nazione”, era diventato nel frattempo troppo costoso (114.00 euro ad annuncio giornaliero, mentre per quattro giorni 200.00, quando all’inizio te ne costava solo 65 euro al giorno). Questa mia decisione di convertirmi al termine ad internet per la mia pubblicità era stata dettata dal fatto che con l’acuirsi della crisi economica ad aver portato al ribasso la domanda della prostituzione da parte dei clienti che presero addirittura a barattare al telefono sul prezzo dei servizi offerti da noi escorts, e che preludette quest’ultima cosa alla relativa concorrenza delle straniere, alcune delle quali erano disposte a fare tutto pur d’incassare quotidianamente, si arrivò inesorabilmente a non avere più nessuno di molti quattrini di cui poter disporre. E a questo fenomeno della recessione si passò in seguito allo stesso disagio sociale ad essa strettamente connesso, tal da non valerne più la pena di spenderne tanti allo scopo di un sempre lontano guadagno: difatti, alcuni di questi clienti cominciarono a mancarci pure di rispetto; ma soprattutto la ragione principale per la quale, fummo tutte quante inibite dal continuare a fare un investimento di quella portata, e dunque non solo la mia persona fu messa in questa condizione, visto il numero delle ragazze che si ridusse drasticamente su questo giornale di cui ho poc’anzi parlato e che in principio campeggiavamo in esso vivifiche, in modo giornaliero da riempire quasi due fogli interi di giornale, fu appunto che i suoi ricavi non lo avrebbero comunque giustificato l’importo medesimo. Non a caso, se nei primi anni del 2000 (2000-2005) il prezzo che si praticava al cliente di 50.00 euro per un rapporto a metà e di 80.00 per un rapporto completo, fino a 100.00 per cose un po’ più audaci (da cui la sottoscritta si era sempre redenta), era stato insindacabile da parte di qualsiasi escort, pur con una qualche lieve variante da parte di ciascuna ragazza, quale nostro tariffario di base dell’attività in oggetto, e il cliente come un soldatino diligente metteva mano al portafoglio senza alcun reclamo, non dando mai segno di allargarsi con comportamenti pretenziosi nei tuoi riguardi, dal 2010 le suddette tariffe non furono più tanto semplici da far valere, come al pari non potemmo ancora a lungo contare sulla loro buona educazione. Questo primo periodo felice della prostituzione moderna si dovette all’evento del tutto eccezionale, e che era stato antecedentemente alla crisi in oggetto, in cui l’escort costituiva per costoro, “come mai era accaduto precedentemente nella storia della meritricio”, una sorta di stellina virtuale che con le sue foto succinte sul web li aveva catturati per richiamarli al proprio domicilio dove si prostituiva (o per raggiungerli ella al loro, come pure per portarli in albergo insieme a lei), di conseguenza i clienti mostravano a queste donne, ogni forma di devozione del caso; e il cui singolare atteggiamento di riverenza veniva, un tempo, manifestato solitamente alle dive del cinema. Tutto ciò, a prescindere dalle reali fattezze della nuova “star” online alla quale lo volgevano per la prima volta il tal genere di rispetto; ma dopo il breve auge di questo periodo dorato bellissimo per noi prostitute, successe poco più avanti che se volevi continuare a lavorare sistematicamente da poter sostenere le alte spese di gestione dell’attività (l’appartamento ad uso residence e la pubblicità) e in ragione anche della copiosità delle ragazze che si cominciarono a prostituire sempre maggiormente all’invero simile (casalinghe, studentesse, ecc.), impedendo in questo modo ad ognuna di noi, di emergere l’una dall’altra come accadeva inizialmente, ora, bisognava avere almeno un età giovanile (tra i 20 – 25 anni), oltre a dover essere una “strafiga” (quello che poi ero io allorquando iniziai a 29 anni), e magari disposta a fare “ogni cosa”, viste le difficoltà dalla parte del cliente di non potersi più tanto permettere economicamente, una prestazione sessuale da una escort. Pertanto al telefono non si rispondeva più per dire dove ricevevi, affinché il cliente ti raggiungesse alla velocità della luce, e una volta solo dopo che aveva suonato al tuo campanello, potergli dire successivamente quello che facevi qualora ne fosse stato ancora interessato, ma sovente si parlava al cellulare solo per dare delle semplici informazioni; al punto che capitava di frequente che costui chiudesse al termine la sua conversazione nel seguente modo: Bene, adesso che so, mi organizzo!”. Mentre quando iniziai a prostituirmi nel 2002, al tempo ovvero, in cui la prostituzione assurse un momento di massima considerazione da parte degli uomini per via dell’avvento di internet che diede alle vecchie leve di questo mercato un nuovo ed inedito risalto, e dunque, “l’escort” (termine moderno in inglese per indicare l’accompagnatrice in senso largo) veniva appunto guardata al pari di una “Velina” di “Striscia la Notizia”, del noto rotocalco televisivo oppure alla stregua di una top model come nondimeno di un’attrice di Hollywood cavalcando, perciò, noi, l’onta di quel periodo di massima gloria, il cliente che ci chiamava si poneva in quest’altra maniera: “Dove sei? Posso venire subito?”, e difficilmente qualcuno non si intratteneva in un secondo tempo di seguito all’averti raggiunto.

Nel secondo decennio del XXI secolo, quindi, il meretricio assunse di nuovo i suoi connotati originari, quelli cioè dettati da un tipo di vita del cliente, soprattutto di genere maschile, non abbastanza gratificata, e non più dovuti al soddisfacimento della pura curiosità fine a sé stessa, verso il fenomeno dell’escort.; e che ritorna quindi a farsi luogo di una forma di sfogo dell’uomo odierno. Il quale ha bisogno di riversare le sue apatie del vivere o all’opposto le sue più sfrenate pulsioni sessuali spesso controllate all’eccesso in un normale rapporto di coppia (di lì il mio epiteto di Darwin nell’home page alla scansione della terza foto di Bologna), per mezzo di questo nostro servizio, e che altrimenti rimarrebbero insoddisfatte. Cosicché esso continuò, a costituire per lui un pezzo di lembo esistenziale verso il quale proseguì ad aggrapparsi, disperatamente, per rinfrancarsi dalle proprie pene quotidiane o dalle proprie frustrazioni personali in generale, con l’inevitabile e totale perdita di rispetto dei clienti nei confronti delle prostitute del “Terzo millennio” verso le quali si rivolsero, che continuarono ad essere sì l’oggetto di questo loro bisogno impellente da soddisfare, e quindi la risposta, ma che proprio per tale ragione, vennero di nuovo percepite al contempo come amorali nel sentirsene per questo stesso fatto, ovvero di essere ad esse dipendenti, delle persone spregiudicate; al punto che qualche d’una di noi ci rimise pure le penne e venne uccisa dal suo stesso cliente (anche se certi episodi di cronaca erano stati disegnati a tavolino dal Potente per imbastire di notizie curiose i media di cui ha il controllo al fine di richiamare con le stesse medesime, quelle delle tasse ad egli più urgenti – vedi l’articolo sotto in cui si parla di un mercenario di questi -). Purtuttavia senza le quali però non riesce a vivere comunque. Il tutto, si consumò parallelamente all’ordinarietà di ripresa di costumi che l’attività riscosse nuovamente, che ritorna ad essere dunque vista da tutti come da consuetudine con sdegno dalle persone comuni. E ciò avviene da esperienza secolare in modo etereo, il tal suo ondeggiare dalla gloria al perfetto spregio. Solo che adesso si plasma in altre forme ancora, attraverso la nuova ritmicità frenetica delle città ad imporsi con il suo traffico di mezzi e l’uso sempre più avanzato delle tecnologie su tutti con un nuovo diktat: e cioè con sempre più spietata distanza da parte di ogni singolo cittadino odierno verso di noi, che la esercitiamo la prostituzione; il quale ultimo, diventando sempre più agguerrito nella sua lotta quotidiana per la sopravvivenza su questa terra dovuta all’era globale che lo porta ad uno disagio psico-fisico e allo stress, ma allo stesso tempo lo eleva dagli altri suoi consimili, in quanto un superstite, nel caso “gliela” faccia questo ad andare avanti, lo stesso cliente, proprio per detto stesso fatto, al contempo alla fine la medesima prostituita la svilisce in quanto una “poverina” proprio per tale sua esclusiva capacità di sopravvivenza rispetto ad essa. Che ora tratta a maggior ragione come una sfigata!.

Bologna, donna uccisa in hotel, trent’anni all’omicida

Claudio Villani condannato per l’omicidio di Barbara Fontana. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per infermità mentale

di GILBERTO DONDI Ultimo aggiornamento il 25 settembre 2017 alle 15:41 Articolo Bologna, le foto del funerale di Barbara Fontana Articolo “Fu un delitto per motivi abietti” Articolo Uccisa in hotel, Barbara è stata prima seviziata con un punteruolo Articolo Omicidio Fontana, Villani chiede di vedere un prete Articolo Uccisa in hotel, l’ultimo saluto a Barbara Fontana / FOTO Articolo Uccisa a San Pietro in Casale, lo sgomento dei genitori

Barbara Fontana, uccisa lo scorso anno a San Pietro in Casale
Barbara Fontana, uccisa lo scorso anno a San Pietro in Casale

Bologna, 25 settembre 2017 – Trent’anni di carcere. Questa è la condanna inflitta dal Gup Francesca Zavaglia, accogliendo la richiesta della Procura,  a Claudio Villani, ferrarese di 57 anni che il 5 agosto dello scorso anno seviziò e uccise barbaramente in un hotel di San Pietro in Casale Barbara Fontana, di 47 anni.

Al processo con rito abbreviato celebrato in mattinata la difesa aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato per infermità mentale. Oltre alla pena detentiva, il giudice ha stabilito per l’omicida tre anni di libertà vigilata, in quanto ritenuto socialmente pericoloso, e le provvisionali per le parti civili: 30mila euro a padre, madre e marito della vittima, e 5mila euro all’Udi. la Procura ha espresso soddisfazione per la sentenza.

Villani aveva infierito sul corpo della donna, narcotizzata dall’omicida, con oltre quaranta colpi, inferti con due armi diverse. Barbara Fontana, che a Bologna aveva un impiego in uno studio notarile, era stata contattata dall’uomo tramite un annuncio per incontri a luci rosse pubblicato in Internet. 

Villani è indagato anche dalla Procura di Ferrara per la morte di Anna Visentini, 72enne trovata nel Po di Volano il 5 luglio 2012, caso riaperto di recente dopo le rivelazioni fatte dal nostro giornale, ed è sospettato di avere ucciso altre prostitute.