LA SORELLA MINORE PER COLPA DELLA QUALE ANDAI INCONTRO AL MAFIOSO … e le ragioni sottili per cui sono stata data a lui in pasto da parte di tutti i miei familiari

LE MIE DUE SORELLE NELL’UFFICIO DI MIO PADRE, DOVE LAVORA LA GRANDE

La ragazza mora, a sinistra, è la sorella piccola che mi ha creato dei problemi in famiglia, mentre la bionda, a lei vicina,  e’ quella più tranquilla e diplomatica, ma dalla quale ho da sempre, pero’, ricevuto lungo il corso di un’intera vita fino ad oggi, delle piccole cattiverie per averle suscitato un po’ di stizza quando eravamo delle bambine, per via della sua gelosia nei miei confronti verso la mamma, come disagio comune, tra i figli, da parte soprattutto di ogni primogenito verso il secondogenito; e che in ella era stato follemente esecrato dalla nostra stessa madre, “a mio torto”, in quanto quest’ultima si stava lentamente esaurendo a livello nervoso di seguito all’allontanamento affettivo da parte di suo marito – mio padre – dalla mia mamma, poiché si era innamorato di un’altra donna,

dopo che prima di questo fatto era stata per giunta rimasta orfana di genitori, durante il suo fidanzamento col babbo, per cui si dovette al termine sposare con lui precocemente anche proprio per tale ragione; e che ad un certo punto, le ho viste queste due mie sorelle coalizzarsi contro di me, nonostante dalla maggiore non ci fosse mai stata nessuna forma d’interesse per quella minore durante la sua infanzia, a dispetto invece della sottoscritta medesima che l’aveva praticamente allevata la mia stessa persona, quando era piccina

IO E MIA SORELLA PICCOLA

anche se era fin troppo piccola, per ricordarsene di questo.

IO, DA BAMBINA, CHE ANCHE PER QUESTO STESSO FATTO DI ESSERE STATA LA PIU’ GRAZIOSA DELLE TRE, HA VISTO LE MIE SORELLE COALIZZARSI CONTRO DI ME, UNA VOLTA POI NOI TRE DIVENUTE TUTTE GRANDI.

La causa della mia tragica esperienza di mafia, fu dovuta appunto in parte a questa sorella minore di undici anni di differenza, che nacque in un ambiente famigliare già alquanto alterato affettivamente parlando, da aver prodotto una sovrapposizione di ruoli nella gerarchia familiare (i miei, non a caso, mi fecero essere succubi della stessa sorella piccola investendola di potere). Mia madre ne era follemente innamorata di questa sua terza figlia, anche perché costituiva l’ultimo suo tentativo di riportare a sé il marito, e che quindi viziò in un modo esagerato. Nonostante la predilezione emotiva della mamma per Veronica, che pero’ le tolse molto presto una figura paterna da sotto il tetto,

L’ATTUALE COMPAGNA DI MIO PADRE, A CAUSA DELLA QUALE MIA MADRE, LO CACCIO’ DI CASA

onde io evitare che le mancassero comunque quelle condizioni indispensabili di tipo psicologico per crescere sana e che preclusero invece a me, senza alcun problema, la coccolai e la stimolai nell’intelligenza oltre misura, sin dalla sua tenera età con un certo zelo; e dove a seguito di questo mio comportamento, ebbi la soddisfazione di constatare posteriormente lungo il corso dei suoi anni scolastici che il mio lavoro con ella era andato a buon fine: proprio per questo stesso motivo di aver seminato in mia sorella, tutto a frutto, particolarmente per la sua psiche nel periodo più fecondo al suo sviluppo cognitivo (l’intelligenza e la personalità si sviluppano, difatti, nei primi cinque anni di vita). Ma in famiglia, vollero tutti quanti credere, che ci fosse nata lei cosi’, e che quindi, c’era stata nella piccina di casa, una sua predeterminazione personale, che si manifesto’ in una spiccata vivacità intellettiva attraverso la quale, Veronica, si contraddistinse fin da bambina; quando invece fu la mia persona ad avergliela alimentata in quel modo, oltre misura, sin da allora, perché non ne venisse limitata sul nascere come fecero invece con me, lasciandomi cadere i nostri comuni genitori in uno pseudo autismo da cui mi recuperai, esclusivamente, da sola con l’analisi, e che mi dovetti autofinanziare per mio conto perché i miei non erano d’accordo della cosa, soprattutto più che altro per non darmene i soldi della stessa pcicoterapia. E del cui mio contribuito psicologico sulla crescita sana di mia sorella minore, tuttavia, nessuno, mi ha mai voluto riconoscere nulla al tal riguardo, poiché i “grandi” della famiglia erano cresciuti come tanti genitori della loro generazione, con l’idea che “intelligenti si nasce o non si nasce” e, di conseguenza io, secondo gli stessi, non l’ero come essi, anche se questo non me lo dicevano apertamente; e per la quale ragione, mio padre e mia madre, non mi considerarono mai al pari delle altre loro due figlie, mancandomi molte volte di rispetto e mettendomi quindi nella condizione di farmi mancare di rispetto a loro volta anche dalle mie sorelle, in particolare dall’ultima figlia; ma pure questa mia sorella minore, molto probabilmente, non deve tenere molto memoria di questa succitata positivita’ che ho coltivato in lei, in quegli anni così primordiali per la stessa, da poterselo ricordare ciò, e riconoscermelo in un secondo tempo come dicevo sopra. Ma anzi, ella ad un certo momento prese delle distanze da me, proprio per mezzo di queste sue stesse risorse cognitive di cui ha sempre creduto di essere stata dotata di suo conto (s’intenda si nasce con una tipologia cognitiva ben specifica, ma questa può venire più o meno stimolata come essere totalmente inibita, come è successo appunto con me, da annullarsi completamene in ciascuno individuo). Poi successe che nostra madre, allo stesso modo in cui mi fece avere dei problemi con la sorella maggiore, allorquando nel prendermi in braccio che avevo due anni, la guardava da istigarne la sua acredine verso la mia persona (di suddetto fatto ne ho avuto la conferma dal babbo per diverse percezioni, che ho avuto a questo riguardo di seguito a dei continui pestaggi da parte della sorella maggiore), tal da aver, questa, minacciato un giorno la mamma “che mi avrebbe buttato nel bidone dell’immondizia…”, e dove per tutta la mia esistenza fino ad oggi, quest’altra parente ha sempre manifestato nei miei confronti un atteggiamento ostile su ogni futile questione che si presentava a lei, a proprio stretto vantaggio pur di vessarmi contro, questo medesimo stesso comportamento, nostra madre lo ebbe a tenere anche con la sua terzogenita nei miei confronti, ma senza sortire in me niente di quello che suscitò in mia sorella maggiore (forse perché come mezzana non ne ho mai sentito lo stimolo). E successivamente, dopo i primi anni della piccola, in cui V. mi amava ancora moltissimo, la mamma incominciò anche con la terza figlia ad allontanarla dalla sottoscritta medesima, ma senza farlo apposta, imperversata non a caso com’era ormai la sua mente dalla follia (per l’abbandono affettivo del marito),

LA DEMENZA SENILE DI MIA MAMMA OGGI IN STADIO AVANZATO

e che oggi si è tramutata non a caso in un demenza cognitiva certificata, fino a comportarsi in quella maniera assurda. Pertanto da quell’età non ho avuto più modo di avere un rapporto normale con Veronica; fino a che si è arrivati al punto, in cui un giorno maledetto, la sorella minore mi picchiò insieme a mia madre per riuscire a mettermi loro fuori dall’uscio di casa, quando avevo venticinque anni (Veronica ne aveva soli quattordici): tutto questo solo per il fatto che facevo al tempo quelle pulizie di casa, alle quali, mia madre, aveva smesso di adempiere per via  del suo esaurimento nervoso. E anche dopo il mio incontro con il mafioso, successivamente a detti fatti, ogni volta che provavo di ritornare in famiglia, la sorella minore otteneva quasi sempre, di farmi scacciare nuovamente via da casa sempre per delle stupide ragioni, facendosi incetta del rapporto figliale compromesso che avevo avuto allora con la mamma e che aveva ormai lei con ciascuna di noi; e per colpa del quale rapporto, ci fece al termine la stessa litigare in seguito fra noi sorelle. Perciò la mia mafia poté infierire su questo terreno famigliare minato, cui puntualmente, mi si rilegò a tornare a dover fare i conti, perché soccombessi immancabilmente alla volta dei miei stessi parenti, che me la fecero pagare per aver dimostrato ad essi che su di me, riguardo alle mie risorse cognitive, si erano sempre tutti quanti sbagliati, oltre per il fatto di non aver mai accettato la mia innata capacità di sopravvivenza rispetto a tutto quello che mi era successo a Bologna; e per il quale motivo mio padre, particolarmente, intercedette con alcune figure delle Istituzioni corrotte, che mi circondarono progressivamente con alcune trappole al fine di farmi dei TSO, visto che contemporaneamente all’avversità da parte di mia sorella piccola per il mio rientro a casa, di questo mio progresso cognitivo, il babbo non se n’era mai fatto una vera ragione, non avendoli mai superati egli al tempo, ancora, quei nostri comuni problemi cognitivi, anche se avevo una bella azienda ben avviata; e nonostante la stessa serviva per tenere anche alta la bandiera del suo ego. Tutto questo all’ugual guisa della sorella maggiore, che si era sempre differenziata da me per il suo essere stata carismatica e brillante, nell’aver mancato invece, lei, in avvenenza rispetto a me. Questa totale non accettazione da parte della mia famiglia verso la mia persona, l’ho ottenuta allo stesso modo, anche da parte della mia stessa società nel chiedere ad essa aiuto, non ottenendo infatti mai alcun forma di assistenza, per la  medesima ragione di questo comune ad entrambe le parti sentimento di invidia nei miei confronti: ovvero, quello di non sancirmi il merito delle mie indiscussi doti di innata forza umana, oltre per il fatto di essere stata contemporaneamente a questo molto bella, e piuttosto intelligente. E GRAZIE!

LA SORELLA IN QUESTIONE, GRAZIE ALLA MIA MAFIA, HA OTTENUTO DA PRODI, DI AVERE QUELLE CONDIZIONI FAVOREVOLI PER FARE CARRIERA, SUBITO DOPO CHE SI LAUREO’. UN MASSONE DI MOLINELLA, INFATTI, LA INGAGGIO’ SUBITO DOPO LA LAUREA, PER ANDARE A LAVORARE NELL’AZIENDA FIAT, FINENDO PER FARE LEI UNA CELERE ASCESA NEL MONDO DEL LAVORO. TUTTO CIO’ PERCHE’ IL DIVARIO FRA ME E LEI, FOSSE TALE, CHE NESSUNO AVESSE MAI CREDUTO ALLA STORIA CHE MI LEGA AL POLITICO SOPRA CITATO, E QUEST’ULTIMO POTESSE CONTINUARE A DORMIRE SONNI TRANQUILLI.

UN’IMMAGINE DI MIA SORELLA MINORE NEL SUO UFFICIO

 

 

I messaggini sotto che mi ha mandato mia sorella piccola dopo questa denuncia:

MESSAGGINI DI MIA SORELLA VERONICA CHE MI HA MANDATO DI SEGUITO AD UNO MIO CHE LE HO INVIATO,  DOPO AVER OTTENUTO ELLA DI SCACCIARMI DI CASA PER L’ENNESIMA VOLTA; E DOVE LE FACCIO I COMPLIMENTI PERCHE’ NEL RIABBRACCIARE LA MAMMA SUCCESSIVAMENTE AL MIO RIUSCIRE AD ESSERVI RIENTRATA, NON L’AVEVO TROVATA AFFATTO BENE, IN QUANTO DURANTE LA MIA ASSENZA FORZATA ERA STATA COMPLETAMENTE ABBANDONATA A SE’ STESSA DALLA FAMIGLIA, POICHE’ SOFFRE DI UNA DEMENZA SENILE. (DA CLIK. SOPRA)

SOPRA UNA DELLE TANTE DENUNCE CHE HO DOVUTO FARE A CAUSA DI VERONICA CHE AVEVA OTTENUTO COME AL SOLITO DI FARMI SCAPPARE DA CASA CON LA MINACCIA DI UN TSO SU CUI FACEVA OGNI VOLTA LEVA ATTRAVERSO LA FRUSTRAZIONE DI MIO PADRE NEI MIEI CONFRONTI CHE ME LO METTEVA A SEGNO SENZA MAI ASCOLTARE PRIMA ANCHE LE MIE RAGIONI