RITORNO A MARMORTA DOPO AVER FINITO I SOLDI E, QUINDI, NUOVO TSO CHE MI FANNO

Laggiù dove morivano i dannati

Laggiù dove morivano i dannati
nell’inferno decadente e folle
nel manicomio infinito
dove le membra intorpidite
si avvoltolavano nei lini
come in un sudario semita
laggiù dove le ombre del trapasso
ti lambivano i piedi nudi
usciti di sotto le lenzuola
e le fascette torride
ti solcavano i polsi e anche le mani,
e odoravi di feci
laggiù, nel manicomio
facile era traslare
toccare il paradiso,
Lo facevi con la mente affocata
con le mani molli di sudore
col pene alzato nell’aria
come una sconcezza per Dio.
Laggiù nel manicomio
dove le urla venivano attutite
da sanguinari cuscini
laggiù tu vedevi Iddio
non so, tra le traslucide idee
della tua grande follia.
Iddio ti compariva
e il tuo corpo andava in briciole
delle briciole bionde e odorose
che scendevano a devastare
sciami di rondini improvvise.

(da “La Terra Santa” 1984)

ALDA MERINI

RICOVERO PSICHIATRICO IN SPDC A SAN GIOVANNI IN PERSICETO (DA CLIK SOPRA)

Esauriti gli ultimi soldi del risarcimento danni da parte dell’assicurazione dell’automobilista che mi aveva investito, coi quali ero riuscita a permanere in albergo per oltre tre mesi, e sfruttati gli ultimi amici clienti che negli anni mi erano rimasti per poter essere ospitata da loro, fui costretta al termine a fare rientro a casa mia a Marmorta. Dopo due giorni di relativa quiete, di tipo fittizia (sapevo benissimo che quella strana pace, anche di notte, era puramente preparatoria ad una nuova serie di molestie), ecco che al terzo giorno mi suonava al mio campanello il famoso Maresciallo Caruso, al quale, feci le dovute rimostranze del tutto, mentre lui se ne uscì pacioso fra i suoi colleghi estranei della sua corruzione e di varie altre malefatte nei miei confronti presso le prime due domiciliazioni a Molinella, precedenti a questa, dicendomi “Ma come mai non mi ha denunciato per quattro volte, se così fosse che la perseguito sempre, come mi sta dicendo, ora, lei?”; la quale cosa, era l’esatto numero di volte in cui mi ero recata al Comando generale in via Panzacchi, già dal luglio 2019, e che con la quale schermaglia, mi voleva oltraggiare ulteriormente, beffandosi del fatto che ciò lo sapevamo solo io e lui; e dove, nel quale posto, lì a Bologna, ero andata diverse volte, per l’appunto, pur di volere la mia persona denunciarlo ai colleghi della città, al tempo in cui ero ricorsa persino ad un avvocato con delega del Patrocinio e che poi mi fu corrotto, per non rettificarmela egli, la mia tal querela contro di questi (il Sig.re Ariemme con studio in via Arienti, al numero 37), per poterlo io segnalare ai suoi superiori di abuso d’ufficio. Nel cui presidio militare, stavo dicendo, ogni volta, che ci provavo di irrompervi al suo interno, me ne dovevo uscire con la coda fra le gambe, perché i Carabinieri bolognesi, in definitiva, non me la volevano mai prendere la mia segnalazione, con scuse sempre diverse, quali ad esempio il conflitto d’interesse (vedi cap. 46). Poi mi rincarò ad un certo punto, lo stesso infame Maresciallo, poco lontano dalla mia porta: “Noi siamo qui solo per notificarle una Querela che la Sig.ra del piano sopra al suo le ha fatto, e nient’altro…”; salvo che nel mentre delle frasi che ci lanciavamo a brucia pelo, l’uno all’altro in una sorta di imprecazione reciproca, spassandosela il militare corrotto con gli altri suoi subalterni ignari di tutto, poiché complice del suo potere su di essi, e anche della sua protezione dall’alto, mi arrivò l’ambulanza insieme a dei vigili della Municipale che mi invitava ad andare al CSM di Budrio per mezzo di essa, perché la sottoscritta medesima parlasse con un nuovo psichiatra – visto che la precedente dottoressa, la Sig.ra Menino, l’avevo ormai denunciata anch’ella, a suo tempo, e l’U.s.l di Igiene Mentale si era quindi organizzata frattanto con la nomina di uno nuovo specialista che la doveva sostituire, la prima – “ma solo per poter parlare con me… ” così mi dissero falsamente, continuando in quel modo a prendermi per i fondelli. Salvo che se mi rifiutavo di avere il colloquio con quest’altro dottore, la stessa Municipale che era nel frattempo subentrata ai cinque Carabinieri che mi stavano con le armi puntate davanti al mio cortile d’ingresso, sarebbe entrata in azione sinergicamente all’Arma, per condurmici forzosamente. Ho provato di oppormici pacificamente, come si usa fare in queste circostanze assurde in cui ci si sente in pericolo, ma sono stata letteralmente marcata da dieci uomini come un’animale da bracco e trasportata in ambulanza, con la forza, con tanto di scena plateale in mezzo alla gente, voluta di proposito dallo stesso maresciallo condizionatomi a torto, perché fosse adempita con questa offesa a me, la formula sacrale “al danno la beffa”: nell’essere io stata oggetto di curiosità, davanti all’ufficio della Posta del mio stabile davanti alla strada e dietro al mio appartamento, nel quale la gente si trovava per attendere in coda, il proprio turno, e che assisteva suo malgrado al tutto, senza però muovere un dito! Ma che, stranamente vidi non era sorpresa più di tanto, dato i tempi recenti in cui stiamo vivendo di assurdi assassini legalizzati, come appunto quello del Coronavirus. Ho provato di dire la cosa “che se questo dottore voleva parlarmi, lo avrebbe potuto fare chiamandomi semplicemente per telefono se era vero che lo psichiatra in oggetto…”, mi voleva unicamente convocare per una chiacchierata, e che quindi quella ritorsione che subivo, era stata una pura coercizione e nient’altro. Con loro che nel proseguo di questa presa per il sedere, me lo assicurarono caldamente, che il tal dottore volesse unicamente un colloquio con me, e questo coi vigili convinti veramente di ciò, poiché costoro vengono tenuti all’oscuro di quello che invece ti faranno (fino ai vari Ufficiali dell’Ordine, subalterni, ai quali, dicono sempre che ci vogliono solo parlare, quando invece, nel momento stesso che ci hanno consegnato ai medici, questi ultimi, ti fanno la puntura sia con le buone che con le cattive, nell’incarnare l’Istituzione che fa il suo dovere);

ECCO, QUESTO E’ LO SCENARIO CLASSICO IN CUI SI SVOLGE UN TSO CONTRO UNA PERSONA: E’ PURA PAZZIA!

chiedendo infine la mia persona in quel frangente di disperazione, di poter parlare al telefono con mio padre; il quale, in un mio precedente tentativo di tornare a casa, prima che mi fossero finiti tutti i soldi, e in cui con quella occasione avevo detto al papà che mi avevano nuovamente spiccato un altro mandato per una ennesima sevizia psichiatrica da documenti dell’ex Roncati, la sede del ex manicomio di Bologna, ora dipartimento di salute mentale, dove ero andata prima di tornare definitivamente a casa al fine di informarmi preventivamente del mio destino imminente, mi rispose dall’altro capo, perentorio: “Vai a casa tua a Marmorta e mettiti la mascherina che c’è il CORONAVIRUS!, per costringermi quindi a far rientro a Molinella da Bologna, dove prima della fine degli ultimi denari avevo persino dormito su di una qualche panchina, talvolta, pur di non consegnarmi nelle mani del nemico, poiché avevo capito che mio padre non mi avrebbe difesa in alcun modo mio estratto conto esaurito di denari a furia di star fuori di casa dove pernottavo in hotel pur di non rischiare di sottopormi a nuovo TSO, annusandone quindi il pericolo dell’imminente trattamento succitato. Ma devo dire che stavolta me le erano quasi riusciti a far credere come passata quella minaccia, anche se in cuor mio lo presagivo che era la chiete prima della tempesta. Lo feci chiamare, quindi, a postumi dell’accaduto sopra, per averlo almeno come testimone che stavo bene a cui dirlo questo fatto all’USl di Igiene Mentale di Budrio pur azzittendomi poi egli davanti ai dottori e togliendomi ogni dignità di persona come fa di solito davanti alle persone. Successe infatti che da un psichiatra che mi ricevette, me ne trovai al termine davanti a me tre che non conoscevo affatto, nonostante loro dissero che invece essi mi conoscessero, ma ormai il babbo non aveva più alcun potere. Successe quindi che una volta giunta qui a Budrio, questo ragazzo giovane che era il nuovo dottore psichiatra apparentemente molto gentile, venne personalmente ad accogliermi all’ingresso dell’ambulanza nel parcheggio del CSM come se volesse farmela di nascosto da tutti la puntura all’interno del medesimo automezzo, e che era appunto quello di specialista che andava a sostituire la Sig.ra Mennino che avevo denunciata, come già detto; mi disse allora al mio rifiuto di farla lì dentro, che potevano anche andare in ambulatorio all’interno del CSM. Purtroppo però per me la trappola una volta o lì dentro in ambulanza o in ambulatorio, era già bella scattata dal primo momento che ero stata rinchiusa in quel mezzo. Mi fa parlare un poco, giusto per dare l’idea di una contestazione di sua mediazione arbitraria, e poi tutto ad un tratto proferisce che secondo lui ero molto stressata e che occorreva farmi un DEPOT (la famosa puntura che ingrassa). Ma al mio impuntarmi a non volerla fare, faccio a questo punto chiamare mio padre che una volta chiamato dentro con me davanti al dottore gli assicura che mi trovava bene, mentre egli per avere rinforzi chiamava a questo punto la Responsabile del CSM per rafforzarsi in alleanza, e che in modo prepotente – una donnona minacciosa e oscura –  mi darà della malata psichiatrica (a questo riguardo negli incartamenti viene scritto che avevo avuto un comportamento aggressivo, quando invece ero rimasta il più possibile remissiva perché sapevo che l’avrebbero impugnata questa cosa a mio dann o). E così nonostante mi ero giurata e avevo giurato a tutti loro che non mi avrebbero mai più messo le mani addosso (mai dire mai dice il detto “Carletta”), mi sono vista contraddetta io stessa da quello che avevo tuonato ad essi con i loro colleghi precedenti, perché pur piangendo, dopo aver provato di fuggire di nuovo ma stavolta dall’interno degli ambulatori, con gli utenti di lì che non mi soccorsero anche in quest’altra circostanza in alcun modo, me la rifaranno di nuovo per l’ennesima volta quella merdata. SONO STUPRI! E non è vero che accetti volontariamente di farle queste punture come scrivono negli incartamenti. Se ti rifiuti ti fanno un TSO e che infatti mi hanno prontamente fatto perché mi ero rifiutata di volermela fare con le buone, portandomi quindi al SPDC di San Giovanni in Persiceto, dove entravo per la quarta volta. Mentre la seconda settimana sarebbe scattata (quando il TSO prevede sotto sette giorni di trattamento sanitario obbligatorio) per vedere come reagivo alle cure della prima puntura che mi veniva fatta quest’altra a distanza di un anno, in una dose più moderata stavolta e dove riscontravo in quel contesto furtivamente da un documento che mi stavano facendo prendere contemporaneamente il RISPERDAL – una medicina che se la assumi per un mese ingrassi molti chili poiché ti blocca il metabolismo basale come mi era già stata data in un passato, dove avevo appunto preso dieci chili e che mi era stata data proprio per questo – per cui mi impuntai di farmela sostituire con un’altra medicina (la terza puntura me la avrebbero fatta venerdi 10 luglio e se non andavo all’U.s.l mi sarbbe venuta a prendere nuovamente a casa la Municipale ma io non mi feci più trovare nel giorno della puntura continuando a spendere soldi quindi in albergo a bologna dentro il termine di quell’ordine spiccato alla Municipale che è di 48 ore, che poi scade e si rinnova nel mese successivo), pur scrivendo anche qui i Dottori il falso: e cioè che ero consenziente. Ho visto piangere nel far stuprare altri come me dentro all’ospedale psichiatrico di San Giovanni in Persiceto altre persone, per puri scopi economici (i Depot costituiscono dei sovvenzionamenti alle Usl da parte del governo), e ho fatto quindi per conto mio una petizione scritta da parte di quelle persone che come l’hanno subito questo abuso, ma che stranamente mi è sparita da dentro l’ospedale da qualcuno, rifacendone dunque un’altra che è calligraficamente scritta molto male per la gran merda in corpo che mi avevano ormai messa dentro, senza però una persona qui iscritta, che si era voluta fare da testimone a quanto sopra.

DA NOTARSI LA SCRITTURA TREMURA, DALLA GRAN MERDA CHE CI DAVANO (L’HALDOL), ALLA FACCIA DI CHI DICE CHE CI CURANO LE MEDICINE. GIUDICATE VOI!

fax inviato alla Municipale di Molinella e al CSM di Budrio (da clic sopra)

GIUDICE TUTELARE (mail inviata al giudice tutelare senza risposta)

Ma ritornata a casa a Marmorta dopo due settimane a San Giovanni in Persiceto ecco, che in seguito ai due o tre giorni di relativa altra quiete fittizia, appena di ritorno da mia madre dove l’ero andata a trovare alla sua casa famiglia sita in Ospital Monacale in cui è ospite, trovando nel frattempo che la dieta che le dovevano fare per via di alcune sue patologie, con la scusa del Coronavirus, le OSS non gliela avevano fatta affatto fare tanto, continuando quindi lei a rimanere un’obesa, mi attendeva contemporaneamente a questo fatto a farsi nuovamente minaccia della sua corruzione l’inquilino del piano di sopra che come quando con i due cagnini della sua compagna si faceva vedere sempre da me a rientrare proprio in quel preciso momento in cui rientravo anch’io, stavolta con solo il solito mozzicone di sigaretta in bocca nel calarsi nei panni del mafioso, mi guardava da lontano. E già ne ravvisavo puzza di merda! Rientrai nel mio appartamento quando subito dopo, lo vidi che usciva da dietro ai garage dove è situato il mio appartamento per andare nel suo a far finta di fare dei lavori; iniziava così a strisciare con rumore e polvere dei palet fuori dal medesimo per poi tirare fuori dallo stesso uno strano tornio per fresare qualcosa … FRESA O TORNIO NON SO DELL’INQUILINO MOLESTO Tanto da essere stata costretta a chiudere le mie finestre nonostante ci fosse un bel caldo fuori poiché eravamo ancora all’inizio di settembre!! Iniziava in questo modo per oltre un mese quest’altra molestia, dove il condomine lasciò’ per tutto questo tempo la roba che vedete in queste foto, la quale faceva puzza di legno marcio.

VIDEO DELLE MOLESTIE DA PARTE DI ALCUNI CONDOMINI_20150101_043506

ALTRE IMMAGINI DEL palet palet (2)

il condomine molesto davanti al suo tornio o fresa poco lontano dalla mia finestra/ tornio o fresa con cui mi disturbava da dentro il suo garage(2)

OPPURE MI VENGONO A CIAPPINARE PER FRESARE QUALCOSA ALL’INTERNO DI UN GARAGE O MI METTONO DAVANTI A CASA MIA LA PROPRIA AUTO

Nel frattempo ogni 10 del mese di seguito all’ultimo TSO veniva spiccato l’ordine alla Municipale di venirmi a prendere a casa se non mi presentavo di mia spontanea volontà all’U.s.l di Igiene Mentale di Budrio per il DEPOT. Per cui mi organizzavo in quel giorno a non farmi trovare, andando a pernottare in hotel per almeno 48 ore, che era il termine in cui scadeva appunto lo stesso mandato per infine tornare a casa mia. Tutto ciò frattanto che avessi cercato di mettermi in contatto col Giudice Tutelare per farmi sospendere questa misura, fallendo, perché non mi si rispose mai con la scusa del COVID19. E dopo anche aver provato di contattare una psichiatra per farmi fare da lei una controperizia o presa in carico per slacciarmi dall’U.s.l che avevo già contattata l’anno prima per il precedente depot che mi era stato fatto, per dopo essermi infine stata corrotta anche lei. Il giorno in cui ci saremmo dovuto vedere dopo un mese che era stata in ferie (…?), rischiando nel frattempo di farmi vedere dalla Municipale in giro, allorquando finalmente rientrò mi disse che non avendo prenotato con internet pensava che non ci volessi più andare all’appuntamento che avevo prefissato con lei giorni prima, per cui l’aveva al termine annullato. 

Ci riprovai a contattarla nuovamente e così si giustificò stavolta:

LA QUALE SCUSA ERA STATA LA STESSA DELL’AVVOCATESSA CHE MI AVEVA QUERELATA PER DIFFAMAZIONE PERCHE’ L’AVREI POSTATA SUL MIO SITO, DOPO AVERNE CONSTATO LA SUA CORRUZIONE PER UN MANDATO DI OPPOSIZIONE AD UN RECLAMO AVVERSO DI UN TSO CHE MI ERA STATO FATTO (SI VEDA IN AUTOBIOGRAFIA NEI VARI LINK)