I MIEI VARI TENTATIVI DI TROVAR LAVORO, INUTILMENTE

UNO DEI MIEI TANTI TENTATIVI DI TROVARE UN LAVORO, ANDATO A VUOTO (da clik sopra)

Durante la mia ultima tornata a Bologna (nel 2017), prima di dover far rientro definitivamente dalla mia famiglia a Molinella, e in cui cercai disperatamente di trovare un impiego, come colf, baby – sitter, o badante convivente (non avendo più avuto al tempo un posto dove poi rientrare a dormire la sera, poiché mia madre per via delle sue alterate condizioni di salute fisiche che cominciarono ad emergere in modo accentuato proprio da allora, e che si riversarono su di me, nel ritrovarmi dalla stessa ciclicamente messa fuori di casa, che era, adesso, solo, “sua”, non mi avrebbe più voluto appunto appresso a sé…) ogni tanto qualcuno di serio (anche se veramente in poche persone) mi contattava al telefono, salvo in seguito non farsene regolarmente mai niente, causa interferenza mafiosa. Come nel caso, dell’esempio nel link sopra: dove un’agenzia di collaboratrici domestiche della città di Milano mi aveva proposto tre lavori diversi uno dietro l’altro, presso l’abitazione di certe famiglie (una a Parma, un’altra a Reggio Emilia, ed una a Pordenone), per dopo una volta avermi fatto vedere la carota, tirarmela puntualmente su, dietro disposizione della “Madama”, con cui era in collaborazione, dal momento che alla fine mi si richiedeva, puntualmente, da parte delle stesse persone interessate che si erano rivolte ad essa, la patente di guida per guidare la loro autovettura, e questo solo all’ultimo momento, oppure che addirittura l’auto in questione fosse da aversi, propria.

“Vi risulta a voi che le badanti dell’est che vivono nelle famiglie ove prestano il loro servizio, abbiano la patente e guidino l’auto? O conoscete, forse, dei filippini che quando vanno a fare le pulizie da qualcuno, ci vadano in altro modo se non con i mezzi pubblici?”

Nell’aprile 2019 dopo che la mia mamma fu al termine messa in una casa famiglia per una demenza senile sempre più devastante, mio padre mi aiutò economicamente per andare a vivere in un’altra casa in affitto un po’ più economica, nella quale stare da sola; e il tutto, con non poche difficoltà poiché quando ne ebbi trovata, finalmente, una che era perfetta (sia dal punto di vista della soluzione dell’alloggio, che della spesa da sostenersi), quella sistemazione, mi scivolò dalle mani non appena diedi mandato all’agente immobiliare che me la fece vedere, di mettersi in contatto con la proprietà per dire che sarei stata interessata a volerla in affitto, perché all’ultimo, questi, mi tirasse il “pacco”. Ciò, lo attribuì al fatto che l’immobile doveva costituirsi di buoni materiali che mi avrebbero permesso di isolarmi dal rumore, mentre a me, la mafia, mi doveva far molestare soprattutto con del baccano attraverso la corruzione degli inquilini, che dai tempi dei tempi mi venivano condizionati a torto, uno dietro l’altro, per impedirmi di vivere serenamente (vedi cap. ULTIMA FASE A BOLOGNA e anche cap. FESTA DEL 25 APRILE 2023), piegandomi conseguentemente, pure costui, che in sinergia con la proprietaria, mi posero al termine quale scusa per non darmelo l’alloggio inquisito, una bella panzana. Il tutto, in una beffa, come da deja vue di altri episodi simili avvenuti nel passato per la ricerca di un alloggio, che ero andata a cercarmi per poterci vivere in affitto (si veda il cap. CERVIA); il tal immobile, guarda a caso, era un bellissimo monolocale completamente arredato con già tutto dentro (dalle stoviglie alle coperte) e come appunto ho fatto presumere, probabilmente, molto silenzioso, essendo stato ubicato in un edificio di classe “A”. L’agente, mi disse, difatti, ma solo dopo che mi rimisi in contatto con egli, non avendolo più fatto lui, per primo, come era negli accordi, pertanto mi avrebbe dovuto richiamare lo stesso incaricato per sapermi dire cosa le aveva poi detto la proprietaria, rispetto alla mia richiesta di una stipula di un contratto, che essa, non lo dava al momento, via, perché da dopo che l’ebbi visto io, la proprietaria, avrebbe deciso di ospitare solo dei suoi parenti, durante i mesi estivi (ih!ih! Che ridere eh…).

Ed e’ quello che inquadro con barba e occhiali, dietro al portamite sulla scrivania (dal minuto 3.05). Poco prima, costui, lo avevo incrociato lungo una via (la Marconi), dove mi stava venendo incontro con un sigaro dopo essere stato corrotto per farmela subire questa particolare molestia. E anche quando passo ogni volta davanti alla sua agenzia, lui, viene contattato da qc. per uscire dal suo ufficio, proprio in quel preciso momento che lì vi sopraggiungo, al fine di gettarmi addosso del catrame, così da sbeffeggiarmi alla mafia.

Bè questi tipi di “ciappini” continuai ad averli anche sul lavoro, come quando nel periodo, in cui ero già stata separata da mia madre, una signora di Milano che doveva scendere durante i mesi estivi in Emilia Romagna per lì trascorrervi le ferie nella sua dimora in campagna, per le vacanze, mi contattò per andare a farle da custode e governante, in un’antichissima e signorile residenza del ‘700 verso San Niccolò nel ferrarese, che subito dopo esserci conosciuti e avermela ella fatta vedere in modo da poterci accordare successivamente su ciò che avrei dovuto fare, ecco che dalla stessa, mi arrivò a distanza di due giorni dall’imminente mio inizio periodo lavorativo, il seguente messaggio:

Cioè prima mi si fa vivere la prospettiva di un possibile impiego e per giunta in un posto quasi sempre bello (non sempre però questo fatto), e appena di seguito lasciarmi a bocca asciutta.

Nel frattempo che accadevano questi eventi sempre diversi, mi ero messa nuovamente a tamburo battente su internet sul finire dell’estate 2019, da cui ogni tanto mi pervenivano anche delle proposte di lavoro interessanti, benché il tal fatto un po’ più sporadicamente, mentre sul treno avevo fatto amicizia con alcune persone peruviane. Una delle quali mi ospitò persino a casa sua (il sig.re Alberto, che sebbene abbia un nome italiano, è peruviano), a Mezzolara (Bo) dove stava in un appartamento in affitto con la madre e alcuni suoi parenti per poi farmi andare un giorno a lavorare con lui, poiché aveva l’appalto di molti condomini in cui faceva delle scale o di molti uffici per pulirli. Mi diede da pulire il vano condominiale di cinque palazzine, per risarcirmi infine di quaranta euro, in nero. La cosa strana, è che se questa cosa di mettermi su internet per svolgere delle semplici pulizie per conto delle aziende, o di uffici e condomini, la facevo io, che ero un’italiana, nessun privato o ditta mi chiamava più dai tempi di San Lazzaro di Savena, ma se lo facevano gli stranieri sì (dalle donne dell’est, ai filippini, ai peruviani, ecc.) fioccando addirittura gli appalti verso costoro, soprattutto per chi proviene dell’America Latina. Questo ragazzo, non solo aveva la gestione di diverse unità immobiliari a Bologna da pulire, ma pure di quelle di alcune aziende, come persino teneva presso di sé dei lavoranti che collaboravano per egli; pur ricordandomi però molto bene al tal proposito, che una volta in cui eravamo entrambi sul treno insieme che prendevamo da Bologna per ritornare a casa, gli arrivò sul proprio cellulare una foto di una pedata di una sua scarpa che aveva lasciato dopo aver pulito un pavimento di un’azienda, perché la stessa ditta ne reclamava la sua non efficienza, con questi, che di seguito ad averlo ricevuto l’MMS in oggetto dal cellulare sbuffò un “vaffa”, invece a  me, lo stesso soggetto mi avrebbe ripreso perché ero stata fin troppo diligente a spazzare le scale, nel tirare su i vari zerbini dei condomini, in quanto voleva che gliela “dessi più su“, girandosi ad essi solo attorno senza sollevarli.

La stessa cosa succedeva col traffico delle badanti rumene e dell’est Europa in generale: ovvero che se ti proponevi tu su internet che eri un’italiana, la Polizia postale ti intercettava il segnale, non facendoti risultare raggiungibile, oppure se ti si faceva al termine contattare, era unicamente per offrirti un lavoro, molto pesante rispetto a quelli che offrono comunemente alle straniere, per cui le si può vedere, in parte, a portare a spasso il vecchietto che sta in splendida forma, perché è solo anziano; invece a te che sei del posto, ti danno l’allettato da smerdare o da sollevare con un specifico travicolo che quasi c’è da fare un corso prima di imparare ad usarlo.

Idem con la prostituzione! Le puttane straniere vengono lasciate lavorare in santa pace, senza intercettazione del loro traffico. E a questo fatto, le vedi che oltretutto hanno i clienti più fini e coi soldi, invece a te (e in  particolare a me) pur di scoraggiarti sul nascere dal prostituirti ti danno gli zotici, i poveracci, e i merdoni, insieme al renderti per il resto delle volte al cliente col segnale del tuo telefono spento, quando in realtà sei lì che non stai facendo un cazzo.

TUTTO CIO’ E’ SOSTANZIALMENTE PER FAR USCIRE, IN GENERALE, QUANTI PIU’ DENARI DALL’ITALIA, COSI’ DA DEPAUPERARE SEMPRE MAGGIORMENTE IL PATRIMONIO INTERNO NETTO DELLA NAZIONE, AL FINE DI CREARE IN ULTIMO QUELLE CONDIZIONI DI POVERTA’, PER AVER IL PRETESTO “CHI” COMANDA NEL PAESE (PRODI & L’ESERCITO) DI AVANZARE NUOVE TASSE AI SUOI CITTADINI. MA A ME CHE SONO UNA TESTIMONE DI MAFIA, QUESTO GIOCHINO LO FANNO ADDIRITTURA IN MANIERA A DIR POCO OLTRAGGIOSA.

Questo ragazzo peruviano di cui ho fatto poco su menzione, dal gran che prendeva dei soldi in modo fluente, da una situazione immobiliare in cui viveva, passò velocemente ad un’altra (da Mezzolara passò ad un altro posto in zona Pieve di Macina mi sembra), senza problemi di anticipo dei contanti per i vari contratti d’affitto.

mail che ho scritto a mio padre e che qui sotto nel word ho redatto un po’ meglio, perché c’era uno vicino a me nell’internet point dove stavo navigando che faceva del chiasso (da clik sopra)

CONTENUTO DEL LINK SOPRA:

situazione lavorativa

C

[email protected]

10:35

A  [email protected]   Copia nascosta

Ciao babbo, martedì ero andata ad un colloquio di lavoro per poter andare a servizio come domestica nella residenza di due coniugi. La sig.ra (di nome Basile, cell. 3331238979 in via Selleri 62) che mi aveva contattato per poter tenerle in ordine la casa (pulizie, stiro, cucina, giardinaggio, ecc.), mi avrebbe anche ospitato, nella zona di San Lazzaro, ed esattamente nella frazione Pulce, dove c’è il maneggio dei cavalli.

Avrebbe infatti voluto assumermi come fissa, ovvero sarei dovuta rimanere da lei, poiché avendo ella fatto un intervento al ginocchio per un artrosi, e dovendosi sottoporre anche ad un secondo più avanti, aveva bisogno soprattutto di qualcuno che sapesse un po’ cucinare per darle una mano. Io al telefono le rispondevo di sì anche se questo è il mio punto debole.

Quando ci siamo conosciuti mi ha chiesto se sapevo fare le lasagne alla bolognese, ed io le ho risposto di no, ma che avrei imparato come le faceva, però, e che sapevo comunque fare altre cose. Lei mi rispondeva allora che poi mi avrebbe fatto vedere come le cucinava lei. Quindi ci rimandiamo a lunedì per poter iniziare, perché in questi giorni doveva fare delle visite. Ma il giorno seguente, ovvero mercoledì mi chiama per chiedermi se l’indomani (cioè oggi) ero disponibile per fare una prova perché era riuscita a spostare l’appuntamento con il fisioterapista. Pertanto mi rendo disponibile, e vado a fare la spesa per fare delle prove a casa di cucina (mi sono cucinata tutto ieri: i pomodori gratinati, le melanzane alla parmigiana, ho fatto una ciambella, il pane, e ho preso gli ingredienti per fare le lasagne), e anche per prendere delle ciabatte nuove in quanto questa signora mi ha ben precisato che voleva che fossero nuove di trinca, e che mi portassi dietro un cambio giustamente; dentro di me, ho capito, che c’era qualcosa che non andava, perché non mi ha fatto cenno alcunchè se mi avrebbe retribuito, ma l’ho assecondata lo stesso, pur di lavorare, anche perché lo condivido assolutamente questo fatto dell’igiene (di quello invece che sarebbe stato invece il mio compenso, guarda caso qui infatti non mi ha chiesto niente, nè mi ha detto lei nulla in merito per l’appunto). Così, tornata da fuori mi accingevo a spadellare, e spentollare altre pietanze, quando ad un certo punto mi richiama (mi avrà chiamato nella giornata di ieri sette volte mentre io stavo fuori a fare varie commissioni), e mi chiedeva se avevo la macchina. Io le ho risposto di no; con questa, dirmi “ma allora come ha fatto a venire fino qui, martedì”? Ed io “con i mezzi pubblici”, le ho detto. E ci salutiamo per l’indomani. Verso le 17.00 mi richiama per dirmi che siccome si era consultata con suo marito, preferiva che avessi un mezzo mio, per via del Covid. Al che le ho risposto mooollttttooo gentilmente, “non c’e’ problema, quando ha bisogno, che finisce tutto, sappia pure che sono sempre disponibile, adesso che ci siamo già conosciute”, con questa rispondermi “certamente”.

Ecco, ti ho voluto aggiornare su questo fatto, e anche che mi sono informata all’Acli, sia per un impiego come badante che come colf. Ho accettato di iscrivermi a un corso di domestica/badante/baby-sitter, che quelli del patronato mi hanno chiesto se ero interessata a fare, perche sarebbe molto valido; io ho detto di sì, e loro mi hanno risposto che si faceva in rete per via del Covid, e che se nel frattempo saltavano fuori delle famiglie dove andare a lavorare mi tenevano in considerazione. Ma temo però che prima dovrò fare questo benedetto corso.

Da Molinella, niente di fatto (PATFRUT, GESSER, ECC.). Tornerò qui alla carica dopo Pasqua.

A presto.

… E LA STORIA DI MIA DISOCCUPAZIONE INCIPIENTE CONTINUA! 

A metà aprile 2021, nell’andare a prendere un po’ di frutta e verdura direttamente a casa di un coltivatore diretto a Marmorta dove abito, questi mi chiedeva se lavoravo ancora alla SPREAFICO, dove avevo lavorato un anno prima (nel 2020) ma solo nel mese di agosto – settembre. Quindi, gli dico di no. A quel punto mi chiede se ero interessata ad andare a lavorare da lui poiché aveva da piantare delle piantine di cocomeri e meloni, oltre a quelle delle zucchine e dei pomodori. E che verso giugno ci sarebbero state anche le ciliege. Per poi telefonarmi e dirmi che le pioggie dei giorni precedenti aveva rovinato tutto e che quindi non c’era più modo di farmi lavorare. Dopo qualche giorno mi ricontatta inaspettatamente e mi fa iniziare a far qualcosa (questo perché la mafia, credeva che non avrei accettato ad andarci e così smentitasi prontamente lo ricontatta di nuovo per incaricarmi a lavorare), per poi accorgermi che oltre a me c’era il solito pakistano, complice (anche da SPREAFICO c’era stato un certo “Mirza” ben poco pulito e che quando mi avevano fatto sparire la bici, me la ritrovo’ curiosamente egli e in seguito sempre dallo stesso, l’ho poi colto che al mio ritorno a casa da Bologna, un giorno, mi accese improvvisamente un qualche apparecchio rumoroso al mio preciso irrompere poco lontano da lui e dal punto di propagazione di esso sulla strada di Marmorta, o ancora se cercavo di andare a camminare in posti tranquilli  in mezza campagna per sfuggire ai soliti molestatori massoni e mafiosi, questi mi sbucava davanti tutto ad un tratto, ecc. sorridendomi allegro e pacioso come fanno i mafiosi), e che aveva il compito come il precedente straniero, di rompermi le scatole con le sue puzze o a prendermi per il culo con altre forme di molestie (un sabato di maggio in cui non andai al lavoro, anche lui stette a casa “casualmente” per andare in Questura a Bologna e mentre mi accingevo con la bici ad andare verso la stazione a Molinella, lo stesso mi attraversò la strada a Marmorta con un sigaretta che si stava accendendo in quel momento buttandone fuori una quantità di fumo considerevole,  e che mi lasciò al mio passaggio verso dove stavo andando davanti alla pensilina della corriera che voleva prendere, per poi salutarmi e volermi dare per forza qualcosa in mano che aveva per me, e che erano dei trucchi da donna, perché chi lo aveva informato del mio disagio a questo riguardo su di loro, lo aveva sbugiardato su di me a tal merito in modo grossolano), e del cui soggetto, questo signore non mi aveva assolutamente parlato; ma io anziché ritirarmi dal lavorare sul nascere, col giovane straniero di circa 25 anni già sposato con un matriominio combinato da suo padre e già con un figlio da mantenere, ci ho scherzato pure fino ai primi di maggio, quando dopo averlo alla fine mandato via il tal signore, perché arrivava sempre in ritardo, grazie anche a me, iniziava allora a puzzare a ‘ste punto costui, quando invece i giorni antecedenti (ho lavorato per una quindicina di giorni  presso la sua azienda) non aveva mai puzzato prima.

RIASSUNTO DI QUEL PERIODO DI LAVORO

Così ho trovato una scusa qualsiasi, e cioè che avevo trovato da lavorare presso una famiglia come domestica e non ci sono più andata (in quel periodo al lunedì e al mercoledì facevo contemporaneamente anche un corso come domestica da casa col telefono dove mi tenevo in contatto su internet per 4 ore, non andando a lavorare al mattino, per andarci di pomeriggio, nell’avergli detto che l’ACLI che ce lo aveva organizzato, ci aveva detto che per avere l’attestato di qualifica a certificazione europeo dei tre corsi frequentati, occorreva almeno un anno di messa in regola presso una famiglia, per cui sapeva che stavo cercando qualcosa del genere). La puzza che si era messa addosso, e che sono delle fiale nauseabonde potentissime, era per scoraggiarmi in  modo definitivo dal continuare a lavorare lì, ciò dopo che ero in qualche modo riuscita a fargli capire che il comportamento del pakistano era stato scorretto nei suoi confronti. Questo a significare come il mio datore di lavoro era in verità ben complice del tutto, e che era stato corrotto per illudermi come ogni volta dall’essere finalmente riuscita a trovarmi un lavoro e a tenermelo per giunta per un periodo prolungato. Questo signore mi ha pagato di tutto quasi 400 euro all’incirca puliti (che non sono molti per essere in nero, ma che per me erano come una conquista), dandomi i soldi ogni tre giorni. La solita carota che poi mi tiravano in alto! Ma in verità, la tal cartolina, asserviva ad impedermi di rifornirmi in modo definitivo dal contadino in oggetto di scorte alimentari, poiché in quei giorni, le molestie che mi venivano parellamente fatte ai supermercati di Molinella erano sempre più accanite, e questi mi dava a detto merito del respiro nel rinfoccilarmi da lui. E infatti, non ci sono più andata perché non volevo rendergli conto visivamente, che non c’era stata proprio nessuna famiglia che mi stava dando da lavorare (e lui lo sapeva), ed “io” purtroppo a differenza di tutti questi malati di mente che mi vengono corrotti e che fingono di recitarmi queste belle commedie, mi vergogno a raccontare balle. E così ad andare a fare la spesa forzatamente da “Falani” a Molinella, per le vie di Marmorta (sia per il passaggio pedonale di collegamento che se andavo dallo stradone molto stretto e incurvo affiancato da grossi alberoni secolari dove si sono schiantati in mille persone: per ogni albero un morto e lungo il quale tragitto mi aspettavano i soliti ciclisti corrotti, i motociclisti, e autisti di furgoni, cassonati e camion che mi scarburavano furiosamente nell’incrocarli costoro), non vi dico la via crucis che quindi riprese ad  attendermi …

Coltivatore diretto di Marmorta – (clicca per ascoltare gli audio solo al termine della musica)

E poi di nuovo alla fine del 2022, da parte di un’agenzia di pulizie per lavorare alla sera nel paese di Minerbio, dove è quindi necessario avere un auto propria, poiché i mezzi pubblici non ci sono più, quando la mafia, sa bene che non ho più la patente e per giunta per non più di tre ore ogni giorno:

Mentre a fine luglio 2022 provai di ritornare alla carica presso un magazzino di Molinella per la selezione della frutta e della verdura, dove avevo già lasciato un curriculum ma poi c’era stato il Covid, e per un bel pezzo non assunsero più. Finito il tempo della pandemia, e subito dopo l’era del suo vaccino, senza il quale non potevi lavorare da nessuna parte, lasciai lì nuovamente il mio curriculum, e qualche giorno a seguire venni contattata da un’impiegata per un colloquio. Ma nel mio presentarmi quel giorno in quell’ufficio, mi attesero due manovali all’ingresso, che posero un travicolo subito fuori dalla porta dove iniziarono poco lontano dalla sottoscritta  medesima a fresare qualcosa, con un arnese elettrico collegato ad un filo di una presa che stava dentro, per avere la scusa essi di lasciare la porta semiaperta in modo che io subissi la smorfia mafiosa. Prima di me, era entrata un’altra persona, per cui l’impiegata me lo avrebbe comunicato chiedendomi di attendere proprio in questa sala d’attesa del video sotto, il mio turno, perché io subissi appunto la ritorsione in oggetto. Sapevo dunque, che se anche mi avessero preso, mi avrebbero torturato di molestie, e quando fu poi chiamata, mi resi ben presto conto che il mio intervistatore stava mettendo in scena la commedia. Io dovetti specificare che non aveva fatto il vaccino, e lui, prese il telefono per informarsi se era cadute le misure severe, rispondendogli qualcuno dall’altro capo di sì. Mi disse quindi di andare in ferramenta a Molinella, a ordinare nel frattempo le scarpe infortunistiche prima della mia recluta, per poi condurmi all’interno dello stesso magazzino nei vari reparti, per farmi vedere il tutto. Era la classica carota che mi si faceva vedere per poi tirarmela su. Chiesi, quanto tempo sarebbe occorso prima di poter sapere se mi avrebbero assunto, con egli dirmi: “max due settimane”. Ma non mi chiamarono mai. Poi, non appena uscì di lì mi attesero vari mezzi pezanti che mi circondarono fino al mio rientro a casa, uno dietro l’altrofino all’ospedale dove mi recai per andare forse in un bagno pubblico o a consumare uno snack. Anche dalla mia uscita là, mi attendettero alcuni massoni e massoni a bordo di certi mezzi meno pesanti per “scarburarmi” addosso la solita merda di gas tossico, in un saluto alla mafia… Io però in quell’occasione fui ben contenta di non essere stata presa, perché Dobby era morto da poco, ed io avevo assolutamente bisogno di elaborare il suo lutto.

Anno luglio 2023: Mio padre, trascorso un anno che non avevo fatto più lavorato, mi chiese, se avessi trovato nel frattempo qualche impiego. Dopo la morte di Dobby, le molestie che mi si riservarono, erano addirittura triplicate, ed io pensavo solo a poterle documentare, lasciando da parte la ricerca di un’attività lavorativa, anche se questa mio opera documentativa, la consideravo comunque pure questa una sorta di attività vera e propria, dal gran che mi consumava. Giustamente, egli, si preoccupava del fatto, che non mi avrebbe più potuto mantenere a lungo, ma soprattutto, era esanime di dover mantenere me, la mamma e la nonna, e quindi mi soleccitava ad andare al mare a provare di fare la stagione alberghiera, ma purtroppo da fine aprile, iniziò l’alluvione nell’est dell’Emilia Romagna, ed io che volevo partire dalla festa del 25 aprile per andare in avanscoperta nel litorale a vedere se trovavo come domestica per delle famiglie private, mi ritrovai a causa del tal disastro ambientale, a dover rimandare continuamente la mia partenza, arrivando così a luglio che ero ancora disoccupata.

Ma poi venni contattata da una famiglia bolognese che aveva visto la mia domanda di lavoro su un portale di annunci economici online, perché io le facessi da colf, per dopo accadermi la seguente cosa, come quando succede che tutto sembra troppo bello e già fatto; pertanto accadde che i due coniugi inquisiti, i quali abitavano in una splendida villa sui colli, a dirupo sulla città di Bologna, mi avrebbero all’ultimo momento detto, che dovevano vedere anche un altro candidato prima di decidere chi prendere, in quanto essi erano in contatto anche con un’agenzia, che ne avrebbero avuto appunto uno da offrirle, decidendosi alla fine dopo aver parlato ipoteticamente pure con questi di prenderlo, benché questa coppia mi aveva fatto capire che avessero avuto una certa urgenza di assumere qualcuno, e fossimo stati in contatto da oltre una settimana. Preciso la cosa, che solo il giorno in cui mi ero vista col signore, una prima volta, mi aveva espresso l’esigenza di farmi tagliare l’erba del loro giardino, la quale cosa, era alquanto sospetta, visto che in quel periodo ero stata massacrata da tagliaerba. Io gli dissi, che dovevo vedere il tutto: e infatti, l’opera di giardinaggio era da professionista, poiché il loro giardino, seguiva la morfologia del terreno, che si apriva in una conca, e dato che avrei dovuto radere il manto erborso, con il seggiolino, era parecchio pericoloso che mi catapultassi giù. Questo, lo ammise pure il signore, molto gentile nei modi, ma corrottissimo. Tanto che al termine decise di affidare il lavoro ad un professionista. Ma allora, avevano avuto bigogno di una domestica o cosa? Poi, c’erano i loro due cani, che puzzavano in modo selvaggio, mentre la casa non presentava al suo interno alcun odore. Il cui fatto, è bizzarro.

MAILS CON QUEST’ALTRI ALTRI DATORI DI LAVORO

In seguito nel riprovarci di nuovo a cercare lavoro nell’autunno del 2023, andando nella sede della Cooperativa di Massarenti in via Andrea Costa a Molinella, mi sentì dire che come pulizie stava cercando la GESSER di Molinella, per la casa di riposo del paese; ma nel dare alla segretaria il mio numero di cellulare, questa, non mi ricontatterà più, per poi dopo qualche giorno andare a chiederne conto alla stessa GESSER, ottenendo come scusa, pur di non farmi lavorare la mafia, che avendo io la bici per venire a Molinella da Marmorta, sarei stata scomoda.

Il cui video del colloquio al Patronato lo avevo registrato nel seguente video (dove mi filmavo solo le mie gambe, e il suo audio), e che come vedete mi è stato censurato perché la gente pensi di me, che sia un incapace e una svogliata, di conseguenza ne avevo fatto successivamente denuncia nel novembre 2023 del tutto (PDF DELLA DENUNCIA)