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Manicomio di Imola

Manicomio di Imola

Il luogo degli incorreggibili

Dati tecnici

Data di Costruzione: 1880 [manicomio “Osservanza”]
Superficie Totale:
140.000 mq.
Superficie Coperta:
24.129 mq.
Numero posti letto nel periodo di massima ricettività:
1.200
Tipologia di manicomio: Padiglioni distanziati

Storia della struttura

 Prima di parlare dell’imponente manicomio Osservanza di Imola, è giusto ricordare i passaggi che hanno portato la sua creazione: era l’anno 1772 quando all’interno dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola si iniziarono a curare i primi malati di mente. Nel 1841 ne divenne direttore il Dott. Cassiano Tozzoli, suo il merito della costruzione del primo manicomio imolese, l’”Asilo Psichiatrico”, inaugurato nel 1844. Dal 1862 divenne direttore il personaggio chiave della storia di questo manicomio: il Dott. Luigi Lolli.

Il neo direttore si accorse dell’inadeguatezza degli 80 posti letto di cui disponeva l’”asilo psichiatrico” e decise quindi di edificare una nuova struttura che potesse far fronte alle numerose richieste di ricovero.

Nel 1869 cominciare i lavori di costruzione del nuovo ospedale, il manicomio Centrale [ o Santa Maria della Scaletta, poi successivamente rinominato Villa dei Fiori] e, parallelamente, furono anche avviati i lavori di un nuovo complesso, l’ “Osservanza” , ricoprendo così la figura di direttore in entrambe le strutture.

L’idea di Lolli era ben chiara: i due differenti edifici servivano ad offrire una migliore cura ai pazienti, nella Villa dei Fiori vi erano i pazienti curabili mentre nell’Osservanza finivano i lungo degenti, i cronici, gli “incorreggibili” come venivano definiti.

Dopo la morte di Lolli avvenuta nel 1896, la provincia di Bologna acquistò la struttura principale, la Villa dei Fiori, mentre l’Osservanza rimase ancora di proprietà della Congregazione di Carità, il vecchio proprietario dell’Ospedale sin prima della creazione dell’”Asilo psichiatrico”.

La struttura dell’Osservanza di Imola fu un vero e proprio gioiello del punto di vista architettonico, ogni padiglione aveva 2 piani ed erano tutti disposti in modo simmetrico, e terapeutico tanto da divenire centro del congresso di freniatria nel 1874.

Ma l’Osservanza nasconde anche un altro particolare: la sua posizione decentrata rispetto alla città non favorì solo l’ergoterapia ma anche il distacco fra i pazienti e la società civile.

Come il manicomio di Volterra e di Cogoleto, anche questa struttura è da ricordare per un personaggio di importanza artistica che vi fu ricoverato: il poeta Dino Campana.

Per effetto della legge Basaglia, nel 1978 cessarono i ricoveri.

Le 2 strutture chiusero definitivamente nel 1996.

La Villa dei Fiori è stata successivamente demolita nel 2011, qua documentata del reportage di Massimo Golfieri, fotografo imolese vicino alla realtà manicomiale del luogo.

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