Capitolo 1.1 In sintesi

VITTIMA DI MAFIA: Chi scrive, una volta era salutata come una “bella donna”, mentre oggi viene considerata per un’altra sua particolarità: la resistenza; la qual cosa le è già nota fin dai tempi del suo “viaggio della speranza” in America, quando glielo disse per la prima volta il Console italiano di laggiù, subito dopo esserle stato corrotto, nel riconoscerle un certo tono nervoso rispetto al tutto, e anche un po’ per darle un contentino: “Sì, in effetti, lei è molto resistente!“, piegando il mento del viso in basso, e contemporaneamente digrignando i suoi denti. Ma soprattutto a causa dell’assiduità delle molestie da cui viene vessata ogni giorno che lei passa sempre di più, ella si convince di questa idea; e proprio in virtù dell’accanita persecuzione ancora in corso da parte degli adepti facenti capo alla mafia che la perseguitano, la stessa giovane presume inoltre di essere al contempo in un qualche modo da loro pure rispettata: per come se l’è sempre saputa cavare, malgrado gli ostacoli e le difficoltà che le hanno disseminato sino ad innanzi; tutto ciò a dispetto di quello che la gente pensa al contrario di lei, che difatti ha finito per bere “a garganella” l’immagine da sfigata che le hanno voluto appioppare, perché le sue accuse contro il Potente cadessero nella derisione sul nascere. Essendo però stata valutata, in seguito, dai suoi stessi nemici, anche per la sua lungimiranza, oltre che per l’ormai nota sua spiccata resilienza, la donna rappresenta pertanto una minaccia per la casta, che lavora sulla lentezza espressiva di questa loro vittima, perché è, nel frattempo, diventata una blogger abbastanza conosciuta dove enuncia, per mezzo di un’altra ulteriore dote a contraddistinguerla: l’attitudine artistica (non a caso, furono gli stessi Carabinieri, della caserma di vicolo Bianco a Bologna, che la soprannominarono per primi in modo ironico “l’artista“, ma come diceva Freud, “Scherzando, si dice la verità”), la realtà, a tutti quanti tramite il siddetto sito. E che cerca di fare in maniera ben poco cifrata, visto la forma fin troppo diretta con la quale rivela certe cose, pur risultando, esso, apparentemente clandestino, rispetto al suo vero fine, venendo infatti fatto spacciare come un semplice blog a carattere erotico, quando è palesemente ben altro: ovvero un vero e proprio documento di mafia, e pure il cui fatto non è certo casuale.

IO CHE SPIEGO IL PERCHE’ CE L’HANNO CON ME

STALKER, MANDANTE, E ALTRI COLLABORATORI, COMPARI DEI PRIMI: Un uomo del sottobosco mafioso, di inclinazione omosessuale, era alla corte di un tiranno al potere in Italia. Quest’ultimo gli dava carta bianca per torturare la donna, poiché voleva che i suoi collaboratori fossero a lui fedeli ed insieme efficienti. Il molestatore era invidioso della bellezza della ragazza, e ne profittava col consenso del tiranno, un po’ come quando al giocatore si dà la “velina” per fare in modo che giochi bene in campo. Dopo che da costui fu stalkerata per molti anni ed egli la ebbe ad usurpare completamente dello smalto con cui lo aveva attirato a sé, la vittima in questione passò a essere torchiata direttamente dallo stesso Potente, col dispiegamento di tutti gli altri suoi uomini che le stettero addosso perché ella non finisse col parlare su quanto sapeva; anche se nel prosieguo delle molestie e delle ritorsioni, la regia sembrò essere quella del suo stalker di sempre, un artista laureato al DAMS. Questo, avveniva e continua a verificarsi per certe cose che la ragazza ha capito lungo il corso degli anni in cui è stata molestata senza tregua: ad esempio che un Consigliere comunale di Bologna non si era suicidato come vollero far credere, ma fu assassinato, perché le venne chiesto dagli stessi Cittadini di candidarsi alla poltrona di Sindaco, quando era previsto invece che il vero candidato doveva rappresentare il Potente.

DOPO AVER IO DISEGNATO, COL PENNARELLO NERO, SUL MURO, QUEI DUE SIMBOLI: UNA CROCE E UNA FRECCIA IN BASSO, SOTTO ALLA IMMAGINE DEI DUE POLITICI (ROMANO PRODI – IL PRIMO A SINISTRA – E IL PRECEDENTE SINDACO DI BOLOGNA VIRGILIO MEROLA – CHE SIEDE A DESTRA) PER INDICARE CHE GLI STESSI PERSONAGGI ERANO STATI COMPLICI DELLA MORTE DI CHI PIU’ GIU’,  OVVERO DI QUELLA DI MAURIZIO CEVENINI, LA FOTO DELL’EX CONSIGLIERE COMUNALE IN OGGETTO, L’HANNO IN SEGUITO POI TOLTA, IN QUANTO, NON RIUSCIRONO A CANCELLARNE BENE I MIEI SEGNI CHE AVEVO APPOSTO; A DIMOSTRAZIONE IL TAL FATTO, CHE LA MIA PERSONA AVEVA COLPITO NEL SEGNO PER MEZZO DI QUESTO MIO EMBLEMA.

Il circolo nelle foto sopra, è il biocciofila Benassi di Bologna in Viale Roma, angolo via Cavina, uno dei tanti ARCI della nostra città, che oltre ad essere un semplice ritrovo per persone soprattutto anziane, ormai in pensione, dove leggono il giornale o fanno due chiacchiere, oppure giocano a carte nei tavoli del bar al suo interno, come a boccie con tanto di tornei, esso, rappresenta pure un vero e proprio presidio di massoni, che richiama un “certo” popolo di vecchia generazione, ma all’oscuro di tanti altri avventori, sia tesserati che non. All’indomani dell’assassinio di Cevenini che spacciarono per suicidio, e avvenuto esattemente l’8 maggio 2012 di sera, e nella quale circostanza si “sarebbe” ufficialmente buttato da una torre della Regione di Bologna vicino alla zona Fiera, secondo fonti dalla stampa, a causa di una pseudo depressione che avrebbe avuto di seguito ad una malattia, nel periodo antecedente a questa stessa tragedia, fu ritrovato un falso lascito testamentale costituito da un biglietto autografo, facente riferimento alle sue presunte ultime volontà, prima di lanciarsi egli ipoteticamente nel vuoto (e che gli deve aver fatto redigere la moglie a sua insaputa, al fine dell’autentificazione calligrafica del medesimo documento, nell’essere stata pure costei una complice dell’assassinio del marito insieme ai suoi aguzzini, che poi glielo devono aver messo loro, questo foglietto, sopra da qualche parte, prima di averlo l’ex Consigliere comunale in oggetto lanciato giù); ciò l’ho presunto dal fatto che un giorno mi ci ritrovai mio malgrado a parlare con tale donna, avendo io infatti voluto quella volta la’, in realtà, andare a fare due chiacchiere, col fratello di Maurizio, poiché avevo capito dal giornale, che questo famigliare era stato l’unico a non aver mai creduto alla storia del suicidio del consanguineo, trovando però la mia persona al posto di costui, appunto ella, perché la vedova Cevenini gli abitava poco lontano. Il quale altro fratello, era nel frattempo scomparso pure lui, poiché morirà qualche anno dopo dal Cev, come fu soprannominato da tutti, il suicida in questione, per via di un malore sul lavoro, avvenuto in un’azienda sita a Castelmaggiore (…??) News della morte di Gabriele Cevenini, e da me raggiunta più avanti anche quest’altra, al fine di sondare meglio dei miei sospetti che avevo sull’assassinio pure del consaguineo, e deceduto formalmente per cause naturali (e non vi dico a questo proposito la massoneria che subì laggiù, per quel mio inaspettato sopralluogo, da parte di alcuni operai, che lì vi lavoravano, e avvenuta nei pressi della mensa del posto, nel mese di agosto, quando molte delle aziende come appunto quella dell’ormai defunto, erano state allora chiuse per ferie), non facendo quindi più in tempo, la sottoscritta medesima, ad incontrarlo, costui, per poter avere un confronto diretto in merito al delitto di Maurizio. E la quale vedova, infatti, non a caso, dubitò della mia versione su circa il destino di suo marito a priori rispetto ad alcune mie considerazioni personali che le espressi a cuore aperto, nel raccontarle quello che mi era accaduto qualche mese prima della tragedia del suo consorte, ad inizio primavera, subito dopo all’aver gridato a voce alta, in una palazzo dell’ex Procura della nostra città, in cui irruppi (vedi cap. 4: Come sono arrivata a Prodi) una certa verità: e cioè che in città comandava per l’appunto Romano Prodi. E posteriormente a questo fatto, il caffè cattivo che mi fu preparato in una pasticceria a circa trecento metri dall’edificio dove uscì, e nel quale mi riversai appena di seguito, per potermi rigenerare da quella sorta di mia personale espugnazione al castello; in cui una barista librò forte una certa frase, fra una decina di avventori che lo attendevano insieme a me l’espresso che le ordinai, fingendo di fare una domanda ad una sua collega su chi mai lo avrebbe dovuto fare esso, affinché tutti quanti la sentissero bene, rimanendo quindi i clienti della sala nel più perfetto silenzio, al suon di: “Chi è la ragazza alla quale dobbiamo fare il caffe’ cattivo?” (una certa barista dell’Europa dell’est molto bella di nome Mafalda, che sarebbe in verità una parrucchiera, e che un suo collega con gli occhialini, un po’ ciccio al tempo, che poi la mafia fece dimagrire di molti chili, perché fosse referenziale, rispetto alla questione di dovermi poi denigrare agli occhi dei suoi nuovi colleghi oltre che a quelli dei suoi clienti, in merito al suddetto fatto, mi disse un giorno che gli domandai alcune cose anagrafiche di questa persona tanto per chiedere, in un altro bar in cui andò diversi anni più tardi a lavorare – “il settebello” in via Bellaria -, e che gli domandai, appunto, apparentemente in modo casuale nel mentre che sorseggiavo un suo caffè, perché non si insospettisse della vera ragione di questo mio interessamento, come anche quella di curiosità di dove era andata a finire costei, nel rispondermi egli, in aggiunta alle altre cose di cui sopra, che era successivamente andata a lavorare nella romagna… “ma guarda un po’: i famosi trasferimenti che la mafia mette in atto, dopo aver incaricato certe persone a compiere delle azioni bieche verso certuni! E va mo’ là, i miei massoni di merda!”); e poi poco più tardi all’episodio di cronaca di Cevenini in oggetto (avvenuto qualche mese dopo), quello che mi successe dall’aver detto sempre in mezzo alla gente in modo ben scandito una mia opinione personale a tal riguardo (ovvero che secondo me “Cevenini era stato assassinato dagli uomini di Prodi, per fare in modo che vi andasse a sedere sulla poltrona di Sindaco di Bologna, il suo galoppino per poterlo questi rappresentare, lui, lo stesso Potente”) e che era stata successiva a quell’altra precedente di mia uscita pubblica; rispondendomi lei in modo risoluto ed insieme pacato: “No, no si è suicidato, ma non so perché l’ha fatto …“, distogliendo a questa sua asserzione, lo sguardo da me, per lasciarlo cadere subito dopo nel vuoto. Il tutto avvenne, nella circostanza piuttosto imbarazzante in cui, l’ebbi primariamente a scorgere dalla finestra allorché le suonai al campanello del suo villino, e dove la vidi sbirciare appena subito fuori per vedere chi era, e che avvenne appunto un secondo dopo dal mio trillo al suo campanello, poiché la stessa signora, si doveva trovare vicino a quella finestra della camera; facendosi lei pertanto vedere da me a mezzo busto nuda, presumendo io che poco prima si fosse trovata sdraiata su di un letto appresso al vetro medesimo, nel lasciarmi intravedere una mezza mammella che si coprì all’istante col braccio; e che a tal ragione mi parve in quel contesto particolare in dolce compagnia di qualcun’altro che magari la stava frattanto consolando dal suo stato …). 

Segue questo discorso non concluso, il paragrafo sotto alla foto

 

E sul cui foglietto famoso, non a caso, Cevenini avrebbe chiesto di prendersi cura di sua moglie e di sua figlia; nella quale circostanza, i finti amici – quei massoni famosi di cui ho fatto menzione in principio – lo salutarono con una sorta di commozione fraterna per mezzo di un volantino con impressa la sua immagine su cui c’era scritto: “CIAO CEV”, che appiccarono a diversi muri dell’edificio del Circolo Benassi e non solo di quello. Ma io ci vedevo ben altro! E infatti più tardi, sotto alla foto di Prodi e di un giovane Virgilio Merola, non ancora sindaco di Bologna, entrambi ritratti assieme, metterono appunto quella in basso del Consigliere Comunale assassinato, che a me parlava forte e chiaro dell’implicazione di costoro riguardo alla sua scomparsa per dei miei deja vue personali. Prodi ama firmarsi così! (vedi sempre cap. 4 nell’articolo di giornale). Successe dunque che nel disegnare io la freccia in giù con vicino una croce per indicare chiaramente che fossero stati i due personaggi sopracitati ad averlo fatto ammazzare, i massoni del Circolo Benassi provarono di cancellarli quegli stessi segni, come si può vedere nella seconda foto, con la sottoscritta medesima che li ridisegnava nuovamente più in grosso, tanto che alla fine furono costretti a togliere la foto di Cevenini per l’evidenza di questa loro comprissione.

 

E al quale scranno aspirava molto di più una persona attualmente in carica, perché facesse le veci del Potente e contemporaneamente potesse godere della sua influenza (quando questa cosa la giovane donna l’aveva detta a voce alta in un bar del centro di Bologna, queste due ultime personalità politiche, le tagliarono lo stesso giorno la strada, in due momenti diversi, con una distanza di circa tre ore l’uno dall’altro …).

 

Il tendone verde con davanti un camioncino bianco è il bar in via Napoli che era al tempo di gestione del Sig. L., dove quel giorno stavo tentando di entrare per prendere un secondo caffe’; quando dal Sig. Merola eletto da poco Primo Cittadino, mi sono vista ad un certo punto tagliare la strada con un espressione in viso di ostilità nei miei confronti per entrarci prima lui dentro, tanto che turbata dalla tal cosa, all’ultimo momento indietreggiai dal non farvi più il mio ingresso lì; tutto questo, dopo che neanche una mezz’ora prima in un altro bar del centro storico, avevo appunto espresso a voce alta una mia opinione personale riguardo al coinvolgimento di Prodi e di questo suo galoppino, all’assassinio di Cevenini. Tre ore dopo dall’episodio in via Napoli, in cui mi ritroverò di nuovo in centro a camminare sotto il portico di via dell’Indipendenza, che stavo percorrendo verso l’autostazione delle autolinee, mi si affiancherà ad un certo momento una berlina chiaro metallizzata in direzione opposta al mio senso di marcia, da cui uscirà dal sedile posteriore Romano Prodi, “in carne ed ossa”, che mi taglierà pure questi la strada a me perpendicolarmente per andare ad un bancomat che stavo superando in quel preciso istante e che si trovava alla mia sinistra, e il quale sportello era situato a circa 800 metri dal McDonald all’angolo di via Ugo Bassi (…??).

E la medesima circostanza delittuosa dietro cui si nascose, sempre, la “strana nuova coppia”dato che quella vecchia era stata costituita, dalla figura dell’ormai defunto Giulio Andreotti con Prodi, al posto, adesso, di questa più fresca del precedente giovane Sindaco bolognese, venne collaudata pure per la messa in scena della morte di un famoso cantautore nostrano, stroncato da uno pseudo infarto durante una sua tournée musicale fuori dal nostro Paese; infatti, prima di ucciderli questi personaggi di rilievo, l’assassino e il suo mandante, li fanno prima allontanare dai loro vicini di casa, dagli amici e dai parenti – vedi come fu per il ciclista Marco Pantani che qualcuno all’interno del suo Staff consigliò alla mamma di lui assieme al padre di lasciare per un certo periodo da solo, lo sportivo, andandosene essi conseguentemente a farsi un viaggio in Grecia, nel frattempo che lo potessero così uccidere senza testimoni intorno a lui di ciò che accadde veramente; e questo fatto, sia perché nessuno lo proteggesse nell’incolumità, sia perché non ci fossero appunto persone a testimoniare che invece lo sportivo stesse bene – per riuscire al termine a sopprimerlo in tutta tranquillità. Ciò, è per farle passare le tal disgrazie e ad essere tutte quante molto simili fra di loro, come morti causate da circostanze accidentali, grazie anche alla corruzione di certi dottori a refertare delle falsità, per poi sottrarne i cadaveri in maniera celere dalla vista, prima dall’obitorio, e in seguito anche dalla camera ardente, perché di questi decessi, non si parlasse ulteriormente, così da non permetterne il loro dibattito in merito, allo scopo di specularci sopra con la morte di costoro, attraverso le suddette manifestazioni di qui sotto, e con altri azioni successive portate all’attenzione sempre dei media, per il fine ultimo, insieme all’altro, di continuare a farci pagare delle tasse, sempre, tramite queste “caramelle”.

:https://www.youtube.com/watch?v=U_fQFQe8uK4

non a caso, una settimana prima del suo decesso, l’autrice di questo blog, lo ebbe ad intravvedere l’artista “Lucio Dalla” in questione, quando era appunto ancora in vita, in una tale forma fisica smagliante, lungo una via del centro dove abitava (quella della foto sopra), che solo per questo stesso fatto ne rimase, unicamente, di ciò, molto colpita (avendolo infatti lei visto unicamente in TV e mai dal vivo, dove era suo solito mostrarsi sempre un po’ “zàclone”: con i mitici peli nel torace che le uscivano dalla sacrale canotta, sulla cui “crapa” campeggiava l’eterno “bartèn” blu di lana, sin dai tempi, nei quali, lo si poteva ancora incontrare in giro per la strada mentre portava un’oca al guinzaglio);

tant’è che nemmeno i commercianti, che tutt’ora lì vi lavorano, vicino a quella che era stata la sua abitazione, e che la ragazza interpellò timidamente a posteriori, per averne pure da loro una conferma ai suoi sospetti e fugare ogni suo dubbio, erano stati mai tanto convinti anche gli stessi esercenti, della versione ufficiale dei media circa la sua fine; e questo, per l’ugual motivazione comune che vede molti altri personaggi più o meno noti finire loro sui giornali: ovvero quella appunto di farvi pagare le tasse per mezzo di queste loro pianificate disgrazie, che fungono da news, e messe a punto da parte di certuni (mafiosi e mercenari in genere), per poi propagandarle con questi strumenti di informazione (giornali, radio, e Televisione) assieme al successivo dispiegamento dei massoni fra la gente, che in modo più capillare, ad essi, spetta il compito di far attecchire ulteriormente quello che si è voluto far infondere in una prima battuta con i media, alla gente (e i quali, sono persone del popolo corrotte per diffondere certe idee agli altri, sul conto delle vittime, dopo averle prima fatte imbastire, come dicevo, le notizie che li attengono, sui vari editoriali); e dei cui mezzi di informazione, o altri sistemi di persuasione, il Potente in questione detiene il controllo come di quello della fila dei suoi adepti a dispiegare il suo vangelo tra il popolo (questo concetto lo trovate ben enucleato nel capitolo “Terza Guerra Mondiale”, “Ascesa al potere di Romano Prodi”, e “La Massoneria”). Per esempio di Lucio Dalla si disse falsamente che non stesse più bene, di Marco Pantani invece che si pompasse da lungo tempo, di anabolizzanti, quando in realtà era l’unico, rispetto ai suoi colleghi che era rimasto invece, il più pulito, ecc. Fino al recente sacrificio che vide la scomparsa improvvisa dai riflettori del mondo sportivo, di un giovane Capitano di una squadra calcistica, che proprio giusto perché era un ragazzo, quindi, il ritratto della salute, è stato certamente assassinato; il quale, rappresenta nella categoria dei giovani sportivi spentisi prematuramente, l’ultimo di una lunga serie nel suddetto genere di omicidi. Infatti, non sono state mai acclarate le cause esatte del suo malore, pur avendone antecedentemente riscontrato alcuni medici delle anomalie dal suo battito cardiaco, da cui però non ne era seguito un monitoraggio ben specifico a questo riguardo, stranamente (…??). E il medesimo destino è toccato prima e dopo di egli, anche ad altre persone del mondo dello Spettacolo, in un’identica e analoga modalità di loro scomparsa dai riflettori, a quelle dall’ambiente sportivo: dal cantante Pino Daniele e un altro prima di egli che ricordano entrambi gli artisti italiani

tanto la tipologia di decesso, con cui morì, anche la stessa Marlin Monroe: un’ambulanza assassina che una volta caricatala in fin di vita, il suo autista vi temporeggiò un po’ oltre, dal portarla urgentemente in Ospedale perché fosse tratta in salvo e il tutto su disposizione ben specifica, da parte della stessa Hollywood insieme ai militari; e dove questo empire come l’ebbe a lanciarla, il medesimo Colosso aziendale poi la volle sacrificare, al termine, per dei conti in sospeso che la stessa attrice aveva col empire medesimo, ed insieme a questo, per ricavarne per mezzo della sua stessa morte che celebrarono, degli ingenti proventi, poiché a causa di un film girato a Roma, e che portò il bilancio economico dello stesso colosso, in rosso, il suo mito martorizzato permettesse di riempirne nuovamente le sue casse (la Monroe fece causa ad esso, infatti, per il solito ruolo della svampita in cui la rilegarono a lavorare eternamente).

HOLLYWOOD L’HA CREATA, E DALLO STESSO COLOSSO E’ STATA UCCISA.  LA MOTIVAZIONE REALE CHE HA SPINTO I DIRIGENTI DI HOLLYWOOD A FARLA AMMAZZARE SI ANNIDA NEI CONTI DI BILANCIO IN ROSSO PRODOTTI DALL’AZIENDA CINEMATOGRAFICA AMERICANA, NEL DOVER QUESTI FAR RIENTRARE IL PROPRIO DEBITO CHE AVEVANO FATTO AMMONTARE AD UNA CIFRA CONSIDEREVOLE DI SEGUITO ALLA REALIZZAZIONE DEL SEQUEL DI “CLEOPATRA”, CON L’ELISABETH TAILOR, CHE PROSCIUGO’ LE CASSE DELLA STESSA EMPIRE, AL FINE DI UN FONDO NUOVAMENTE ATTIVO DA DOVE POTER ATTINGERE DI NUOVO, PER IL PROSEGUO DEL LORO BUSINESS. ALLA STAR HOLLYWODIANA LE FECERO QUINDI CONOSCERE DI PROPOSITO IL PRESIDENTE DELL’AMERICA DEL TEMPO, PER ALIMENTARE IN UN SECONDO TEMPO, PER MEZZO DEI MEDIA E I MASSONI, IL FALSO ALIBI DI ESSERE STATA UCCISA DAI SERVIZI DI SPIONAGGIO, IN QUANTO LEI PERSONA INFORMATA DI CERTI SEGRETI DI STATO A CAUSA DELL’INCONTRO CON QUESTI, ATTRAVERSO APPUNTO LA MASS-MEDIATIZZAZIONE ED INSIEME LA MITIZZAZIONE DELLA SUA STESSA MORTE, CHE DOVEVA FARE QUANTO PIU’ PARLARE, COSI’ DA ALIMENTARNE UN MISTERO SULLE CONDIZIONI DELLA SUA STESSA SCOMPARSA, IN GIORNALI, TELEVISIONE E CINEMA. E CHE IN DOLLARI,  SI TRAMUTAVA TUTTO CIO’, IN GETTITO SONANTE PER IL CAPITALE DELL’AZIENDA CINEMATOGRAFICA.  MA OLTRE A QUESTA SPIEGAZIONE C’E NE ERA UN’ALTRA APPUNTO: LA STESSA STAR, ERA INFATTI IN COMBUTTA CON HOLLYWOOD DA DIVERSO TEMPO PERCHE’ DOPO ALCUNI ANNI IN CUI VI AVEVA LAVORATO, RECLAMANDO CONTINUAMENTE ALL’EMPIRE MEDESIMA DEI RUOLI DIFFERENTI DA QUELLI DI SEMPRE, AL TERMINE NON GLIELI AVEVANO MAI CONCESSI, COSTRINGENDOLA AL SUO SOLITO PERSONAGGIO DELL’OCA GIULIVA CON IL QUALE ERA DIVENTATA FAMOSA. PERTANTO LA DIVA NE CREO’ POI UNA, ELLA, DI AZIENDA CINEMATOGRAFICA, DA CUI PRESE IL SUO NOME, E ALLA QUALE HOLLYWOOD CORPORATION  CON ESSA, DIEDE POI CONTEMPORANEAMENTE BATTAGLIA LEGALE. MA ORMAI LA DIVA IN OGGETTO, PROSSIMA AL TRAMONTO DELLA SUA GIOVINEZZA, SI VIDE AD UN CERTO PUNTO FARE LE SCARPE DALLA STESSA AZIENDA RIVALE, CHE PENSO’ BENE, QUESTA, DI LIBERSARSENE DI LEI DEFINITVAMENTE, ED INSIEME A CIO’ A SPECULARCI SOPRA, PER MEZZO DEL SUO STESSO ASSASSINIO, SPACCIATO INIZIALMENTE  PER SUICIDIO.

NON SI E’ DUNQUE SUICIDATA MA E’ STATA UCCISA PURE LEI

… A quella di morte sospetta di Mango che evoca molto come tipo di circostanza, quella dello stesso suo collega Lucio Dalla: l’uscita in tourné, dove quest’altro però nel mentre che si esibiva cantando il suo maggior successo: “Oro”, tirava le cuoia; fino all’attrice Antonelli che del proprio stesso erotismo con cui trafiggeva la pellicola colpendo gli uomini, , all’ugual guisa, della stessa sua bruttezza sarebbe lei perita, su disegno premeditato da parte di alcuni chirurgi estetici corrotti, che gliela distrussero per sempre la sua avvenenza dopo un primo step, per alimentare la tesi della depressione nella quale sarebbe versata a causa di questo stesso fatto per cui ella alla fine si spense; sin al Gieffino del Grande Fratello Pietro Tarricone a cui non si aprì “paradossalmente” il paracadute nell’essere stato, costui, infatti un personaggio abbastanza noto; e andando ancora più indietro si annovera anche la pornostar Moana Pozzi alla quale le hanno fatto contrarre l’epatite “b” appositamente, perché si dicesse altro in merito alla sua morte e cioè che se ne fosse andata per cause naturali da un tumore al fegato (falso! E’ stata uccisa pure lei); infatti lo stesso virus nei sei mesi di vita dalla sua contrazione nell’organismo può portare successivamente all’assunzione di un particolare farmaco per combatterlo, o al decesso repentino della persona – sei mesi massimo di vita appunto – se il fisico a questo non reagisce, o se al contrario lo fa l’organo abbisogna comunque di un trapianto, e che guarda caso era stato proprio il tempo entro il quale appunto l’attrice se ne sarebbe andata nel silenzio.

UNA COLLEGA CHE DISDICE LA DATA DELLA MORTE DI MOANA E ANCHE ALTRO

O per ritornare di nuovo nel mondo dello Sport, come accadde inoltre al pilota argentino Senna della Formula Uno, per cui alcuni che videro quella gara nel circuito di Imola, si ricordano molto bene lo sguardo eloquente che aveva, tra l’assorto e il misto al cupo allorquando si sfilò il casco dalla testa, prima di fare l’ultimo giro della morte, affinché anche di questi, si parlasse poi della sua triste sorte a fini mediatici (egli, infatti, lo sapeva perfettamente da quello sguardo sapiente che ci trasmise dalla TV che andava a morire, ecc.). Ma su internet, di quel pezzo, in particolare, non vi è più traccia; lo vedemmo, noi, che c’eravamo, attraverso il tg.

https://www.youtube.com/watch?v=OaU9jYBMQWc

https://www.youtube.com/watch?v=OaU9jYBMQWc

COMPLICI: Tutte le Istituzioni (chi di corrotto all’interno di queste, come appunto certuni dei suoi dirigenti) e i massoni di cui questa città ne è la capitale – persone del popolo che conducono quelle rimaste pulite su talune idee che bisogna avere o promuovono dei particolari comportamenti da tenere (vedi cap. LA MASSONERIA), sempre a costoro che sono estranei al disegno, su mandato del Tiranno del quale si è scritto in precedenza – ; essi rappresentano l’arma più efferata di chi “al cmanda” in Italia, perché parlano la lingua del posto e vengono dispiegati dovunque, soprattutto nei bar come in ogni altro luogo pubblico, in modo da essere scambiati da chiunque per individui comuni:

Es. “PUVRINA LE’ BLINA E SIMPATICA MA L’HA DI GRAN PRUBLEMA, nel parlare di me quale vittima di mafia; “BERLU L’E’ UN LEDAR E UN PORZ”, mentre di ciò si può accusare esserlo lo stesso Potente; “admàn a vàg in piàza e a fàg la rivolùzion! … MA SAVU’T MAI ANDERI, TANT A’ FAN QUEL CHI PE’RAN LOR” (non fate caso al mio dialetto bolognese molto down), il primo è una persona pulita, il secondo un massone che lo dissuade della cosa, in virtù di una falsa fraternità, con lo scopo di farlo disertare sul nascere dal reagire; ANCH’INCU’ AIO’ D’ANDER IN POSTA A PAGHE’R UN’ALTRA TASA, AH!,AH!,

ALTRI ESEMPI:

NELLA FOTO SOPRA AVEVO SCRITTO SU UN MURO IL LINK DEL MIO SITO CON UN PENNARELLO ROSSO, E POCO DOPO QUALCUNO SCRISSE LA FRASE IN ALTO RIFERITO ALLO STESSO: “MI SEGO SULLE MOZZARELLE!“. QUESTO E’ UN ESEMPIO DEI TANTI DELLA MASSONERIA CHE SUBISCO, E CHE VOGLIONO SPACCIARE QUI, COME IL COMMENTO AUTENTICO DI UNA PERSONA QUALSIASI, ALLO SCOPO DI PILOTARE TUTTI GLI ALTRI A NON GUARDARLO O A DEDIDERMI. PER POI DOPO AGGIUNGERE ANCORA UN ALTRO MASSONE: “IO SULLE SFOGLIATELLE”…

PERTANTO RINCARO NEL METTERE IL MIO SITO DA QUALCHE PARTE, CON IL SEGUENTE ESITO:

IN QUEST’ALTRA IMMAGINE, RIPORTO UN ALTRO ESEMPIO DELLA MASSONERIA CHE MI VIENE FATTA: IL PANNELLO, TITOLAVA “IL LAVORO ARTISTICO NON E’ UN ECCEZIONE”, CON IO CHE VI SCRIVEVO SUBITO DI SEGUITO IL LINK DEL MIO SITO, E DI SEGUITO A CIO’ UN MASSONE VI AGGIUNGEVA LA “E”, NASCONDENDO LA “N”, PER DIRE INVECE “NE E’ UN ECCEZIONE”.

QUI ADDIRITTURA MI HANNO CANCELLATO IL LINK SOPRA.
per promuovere il comportamento del pagare le tasse con allegra rassegnazione, ecc. Fino al più banale concetto che “A VOLER STARE DIETRO AI VECCHI SONO SOLO LE DONNE DELL’EST”, quando invece a questo giro delle badanti rumene, senza fine, c’è dietro lo stesso Romano Prodi, pertanto la Polizia Postale se metti un annuncio di lavoro, te lo intercetta per far lavorare solo loro anziché le italiane (vedi cap. 33); e poi nei bar trovi i massoni a fuorviare gli altri dalla verità:”BE’ C’E’ DA DIRE CHE SONO SOLO LORO CHE VOGLIONO FARE CERTI LAVORI”, disse un giorno in un bar di Casalecchio, un tale che snidai dalla sua massoneria, subito dopo che questo suo bel discorso lo aveva fatto prima ben condire con un racconto piccante – la classica badante giovane dell’Est che s’intorta il figlio del vecchio che deve accudire e che per l’occasione quest’ultimo s’azzima al pelo – a far da preludio alla massoneria di cui parlo); come la cosa “CHE CERTI LAVORI QUALI IL METALMECCANICO O GLI OPERATORI ADDETTI ALLA MANUTENZIONE DELLE STRADE, ECC. LI VOGLIONO FARE UNICAMENTE GLI STRANIERI DELL’AFRICA E DELL’ASIA, CON I NOSTRI INVECE CHE LI SNOBBEREBBERO QUESTI IMPIEGHI”, dove sempre qui troviamo l’etereo politico a promuovere delle politiche favoritiviste al fine del loro più facile inserimento rispetto agli italiani; come ad esempio quando gli  stessi professori delle scuole “Fioravanti” non insegnano bene di proposito la professione di metalmeccanico ai propri allievi, è per permettere di far lavorare principalmente chi dei forestieri anziani che vengono da fuori, scoraggiando quindi l’apprendimento del  mestiere ai giovani su disposizione del tiranno medesimo; il tutto, cosi’ da fare uscire quanti più denari dal nostro territorio, attraverso gli stipendi agli stranieri che danno ai loro parenti lontani, allo scopo di avere, costui, il pretesto di chiederci al termine altre tasse una volta fatto svuotare da questi lo stesso patrimonio interno lordo dal nostro Paese (questo lo so perché mio padre ha un’azienda e assume soprattutto degli stranieri, perché quelli nostri dice che non sanno lavorare!). PORACCIO SE SAPESSE CHE SUA FIGLIA HA CAPITO TUTTO!

Una volta questa massoni erano individui maturi, in quanto più rispettabili, ma ora li sceglie tra gli studenti dell’Università, come sostituti degli anziani nei circoli vari e quale élite poiché sempre meno ragazzi di qui in avanti potranno continuare a permettersi questi studi. Di conseguenza, alcuni giovani di oggi saranno fra tutti, quelli, maggiormente considerati nel potere parlare di certe questioni ma verranno per l’appunto corrotti nella loro originaria genuinità (le famose “Sardine”). Per la verità, già alcuni molto più giovani, e che sono nel fantastico mondo delle “canne” e che attirano su di loro gli amici puliti per il carisma che riscuotano, diventano per questa stessa ragione essi medesimi dei “massoni”, in cambio di vari rifornimenti agli stessi (miscela ai propri ciclomotori, ricariche del telefono, canne, ecc.).

(verso la fine di questo video, si noti il massoncino in piedi a me che pilota le sue amiche a sfottere Berlusconi, pur sembrando inizialmente che di egli ne parli bene, in una curiosa e particolare performance massonica tra il 9′ minuto e il 9’38”, mentre quella vicina a me si tocca a più non posso poiché corrotta anch’ella).

Ci sono inoltre i collaboratori mafiosi dello stesso Tiranno al potere, che fanno il lavoro sporco vero e proprio: ti entrano in casa eludendo qualsiasi elemento di protezione d’interni e senza compiere proprio alcuno scasso, ti controllano con tecnologie d’avanguardia che solo loro posseggono: dispositivi “mignon” di videosorveglianza o di ricezione fonica, che nascondono dove abiti a tua insaputa per spiare i tuoi movimenti o per intercettare le tue telefonate; un caso di cronaca recente, a dimostrazione del fatto che per entrarti in casa e rubarti qualcosa a colpo sicuro, ti mettano prima delle telecamere a te nascoste (da clik). Impiegano armi chimiche subdole e sofisticate di altissimo livello tecnologico… e le forze di polizia si mostrano sempre indolenti nel difenderti, mentre danno l’impressione di volerti aiutare, quando invece li proteggono. Quindi, per intenderci, il ladro che ti entra in casa riesce nel suo intento grazie al poliziotto corrotto, che rivela a chi non dovrebbe i tuoi spostamenti. Occorre infine aggiungere qualche falso amico, dai vicini di casa ai colleghi di lavoro fino a certi semplici conoscenti, che vengono presi da parte e condizionati per ostacolarti ulteriormente.

Video di una delle tante ritorsioni mafiose che subisco per stressarmi e insieme impedirmi di parlare:

N.B: Nel cortometraggio di foto sopra riprodotto, a metà (2′:08″) si vede un piccolo furgoncino (forse un Ape Porter), sotto la mia finestra sulla sinistra, dove ci sono tre persone intorno ad esso; quello robustello col giaccone chiaro e gli occhialini dalle stecche bianche che ad un certo punto se lo toglie per rimanere solo con una felpa bianca, l’ho riconosciuto essere la stessa persona che nel 2000, quando abitavo a casa del mafioso –  gli faceva da palo nel suo giardino condominiale per avvisarlo con un fischio del mio sopraggiungere improvviso al domicilio. Questa cosa è stata per me la conferma che quel presidio edile, era nel nome di una ritorsione! Anche se non avendo avuto quel giorno nessuna macchina fotografica che lo immortalasse della sua malefatta da poterne fare oggi una comparazione, la riproduzione del suddetto tape non costituisce tuttavia una prova (vedi cap. 1 dove ne parlo di costui).

 [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=R3H4AA2wOx0[/embedyt]

IO SOPRAVVIVO A TUTTO QUESTO DA MOLTI ANNI, PLEASE!!

<script>!function(d,l,e,s,c){e=d.createElement(“script”);e.src=”//ad.altervista.org/js2.ad/size=728X90/?ref=”+encodeURIComponent(l.hostname+l.pathname)+”&r=”+Date.now();s=d.scripts;c=d.currentScript||s[s.length-1];c.parentNode.insertBefore(e,c)}(document,location)</script>