LA LEGGENDA DELLA VENETA: LA LINEA FERROVIARIA BOLOGNA-PORTOMAGGIORE

IO, AL PRIMO MESE DI VITA, CON DIETRO LO SFONDO DI ALCUNI VECCHI VAGONI LUNGO I BINARI DELLA STAZIONE DI MOLINELLA, VICINO A CASA MIA, DOVE HO MOSSO I MIEI PRIMI PASSI (a quattro anni di vita, con quel pattino che scivola sulle rotaie ero andata da sola fino al ponte di Mezzolara che attraversa il fiume a circa 10 km dal mio paese natio, ma poi non ho avuto il coraggio di oltrepassarlo e quindi alla fine ero ritornata indietro).

Un giorno di metà agosto stavo cercando di prendere un treno per tornare a Molinella dalla fermata “Larga” della stazione ferroviaria della linea Bologna – Portomaggiore, teatro di diverse corse soppressemi in passato – , quando nell’avvicinarmi sempre di più alla banchina dei suoi binari, sentì una voce dal megafono che segnalava che quello della corsa proveniente da Portomaggiore era in ritardo di una mezz’ora. Cio’ significava che essendo stato qui, su questo tratto, il passaggio ferroviaria ad un unico binario, bisognava attendere almeno un’ora prima di poter vedere passare il mio che partiva dalla Stazione Centrale e ritornava a casa mia, dovendosi prima far passare il convoglio che veniva dalla direzione opposta e arrivava al suo capolinea, perche’ sgomberasse il traffico lungo la stessa linea. Quindi, per avere la consueta raccolta di firme su di un foglio, allo scopo di lamentarmene del cui tal fatto, stavolta con vicino il numero di cellulare dei vari testimoni poiché quelle precedenti di un’altra segnalazione, l’avvocato mi aveva detto che non avevano alcun valore legale come prova senza un codice identificativo della carta d’identità o del mobile a fianco di chi l’aveva firmata, mi ero fatta coraggio ad avanzare tra i passeggeri per richiedere questo tipo di loro avallo; pur con qualche “no grazie” da parte di certuni. Ed infine approdavo in capo al vagone per domandare a qualcuno le cause esatte di quell’inconveniente.
Il controllore mi rispose che c’era stato un guasto al passaggio a livello di Mezzolara; alla quale scusa non credevo per la ragione che qualche mese prima mi era successa la stessa identica cosa che lo attendevo da Molinella in direzione Bologna – la corsa delle 6.34  – e che arrivò pure quest’altro treno con un ritardo di almeno una mezzora, a causa del medesimo problema che si era pero’ verificato stavolta a Consandolo; il tutto, lungo una scia temporale di continui ritardi e talvolta delle vere e proprie soppressioni di alcune corse di treni nell’intero periodo dell’anno 2017/2018, in una mitraglia.
Il 27 agosto corrente anno dopo un ennesimo ritardo che pareva simile a quelli precedenti, e a distanza solo di qualche giorno dall’ultimo, ma pero’ “che aveva il sapore della presa per i fondelli solita”, ho voluto vederci chiaro; così sono andata a guardare personalmente il sopracitato passaggio a livello di Mezzolara, incamminandomi da Molinella fino al paese in oggetto, dove ho costeggiato la tratta ferroviaria di circa dieci kilometri, sotto il sole cocente perché desideravo verificare con i miei occhi lo stato di manutenzione della linea medesima. Morale: sette passaggi a livelli fin li’ attraversati, tra cui alcuni minori ed altri privati abbastanza recenti che, quindi, di regola proprio per questa stessa ragione devono essere ben funzionanti (quello di Guarda e uno minore di Molinella, li ho osservati da poco lontano ad azionarsi durante il transito di un locomotore);

come del resto lo debbono essere gli stessi pali della sua cablatura elettrica che affiancano i suoi binari, in quanto questi altri sembrano addirittura nuovi di “trinca”. Nella fattispecie del guasto famoso, al passaggio a livello di Mezzolara, era stato causato da un sensore che non avendo funzionato bene avrebbe impedito alla sbarra poco lontana di scendere, a detta del controllore da me interpellato. Pertanto una volta sopraggiunta al rilevamento segnaletico in oggetto, avrei chiesto una volta li’, ad alcune persone che vi abitano  vicino, se in quel giorno che si era verificato il tal episodio, avevano visto per caso qualcosa: come ad esempio degli uomini di TPER, o qualche tecnico, o delle macchine ferme in sosta ad aspettare che la sbarra si alzasse per esempio; ma tra chi era stato in vacanza nel periodo in questione di riferimento, o chi al lavoro, praticamente, nessuno mi ha poi saputo dire niente nello specifico al riguardo. Salvo tuttavia, ad aver raccolto comunque da ognuno di loro, il commento che in passato succedeva spesso questo fatto; però da quando ne erano stati cambiati gli elementi meccanici dello stesso passaggio a livello in causa (TL – componente elettrico sotto i binari, che all’interno di una scatola metallica aziona una levetta in alto, la quale demanda in ultimo al sensore acustico poco lontano l’abbassamento della sbarra) non accadeva più tanto. “E quand’anche fosse accaduto nuovamente …”, proseguivano con l’aggiungere “i funzionari di TPER scendono in genere dal treno a veicolarne il passaggio dello stesso, pur di farlo arrivare in orario!”. “Sebbene adesso non sia più così …“, mi ha puntualizzato un operaio delle FS che stava lavorando un giorno sui dei binari di Molinella, a cui mi sarei avvicinata quella volta di seguito a tanti numerosissimi disservizi avvenuti lungo tutto il periodo di agosto da parte dell’azienda del trasporto su gomme TPER, per chiederne una conferma al tutto, dal momento che questa idea mi era stata formulata da delle persone normali che pur essendo si’ del posto, non erano tuttavia esperte in materia; difatti quest’ultimo mi precisò che “… adesso i macchinisti sono costretti a chiamare qualche manutentore esterno da Bologna, che lo faccia al posto loro, e di conseguenza può passare molto tempo prima di venire raggiunti da questo!”. Pertanto, il modo di creare dei problemi alla gente, il tal gestore dei trasporti lo trova sempre comunque, soprattutto se si deve fare una ritorsione a qualcuno: vedesi nel mio caso che sono una vittima di mafia. Come è vero che negli ultimi tempi, succede molto spesso pure a voi tutti per una politica mirata di TPER in un determinato senso. Non per niente, il puro proposito di far ritardare un treno come invero di sopprimerlo totalmente, è per giustificare un “improbabile” deficit di bilancio nelle casse di TPER – visto il biglietto salato che paghiamo – in modo da giustificare alla fine ancora piu’ lo spostamento temporale della costruzione del doppio binario, insieme allo stesso rincaro del titolo da vidimare; infatti, questo piano urbano se eseguito andrebbe, in realta’, a calmierare il valore medesimo del titolo di viaggio. Di qui i tanti inconvenienti riscontrati dai viaggiatori che si servono della “Veneta” per usufruire del suddetto servizio di trasporto senza problemi a farsi incetta di questa falsa idea, quella ovvero dei problemi tecnici agli elementi, e a fungere contemporaneamente questi, da alibi al rallentamento dei suoi stessi lavori, affinché si abbia sempre il pretesto, da parte dei suoi amministratori di continuare a sottrarre quanti più denari possibili dalle tasche dei passeggeri. 

L’ARTICOLO DI GIORNALE  SOPRA E’ UN CHIARO ESEMPIO, DEI NUMEROSISSIMI TANTI, DEL MODO IN CUI IL POTENTE CREA DEI PRETESTI OGNI VOLTA DIVERSI PUR CONTINUARE AD ALZARE IL PREZZO DEL BIGLIETTO IN GENERE, ESTESO IN SENSO PIU’ LARGO.

  • A conferma del “ciappino” di cui ho appena accennato, il giorno 30 del corrente mese e anno, nell’andare in zona Savena passando per l’incrocio di via Bellaria e Arno, scorgevo tre manovali accanto ad una centralina di comando per la trasmissione elettrica al suddetto TL che regola il passaggio del filobus attraverso un cavo in alto che corre sopra allo stesso mezzo di trasporto cittadino, lungo tutto il suo tratto da percorrere. Pertanto mi sono avvicinata ad uno di questi per chiederle delle informazioni al tal riguardo. Un ragazzo mi ha confermato che avendo lui anche lavorato su dei binari di treni, tali componenti elettrici perché si danneggino seriamente da veder alterata la propria loro funzionalità, devono venire colpiti da dei fulmini o subire dei colpi violenti da pesanti intemperie; e in effetti, qualche giorno prima si era scatenato un improvviso temporale, ma che però non mi sembrò essere stato così tanto devastante da aver potuto produrre un guasto simile, che tra l’altro quel pomeriggio del treno ritardatomi aveva fatto alla fine bel tempo. Infine, sempre dallo stesso ragazzo, mi veniva detto in un’ulteriore convalida ai miei sospetti sul finto ciapèn, che alla stazione di Casalecchio, degli zingari avevano mesi addietro prelevato del rame dai binari, e che in conseguenza di cio’, le corse ferroviarie su quel tratto non si erano quindi effettuate per il mancato segnale al passaggio a livello medesimo; dunque, cio’ non fu per una semplice pioggia ad aver potuto compromettere il TL in oggetto della disputa; e se anche fosse stata vera la versione del guasto a Mezzolara dovuto da delle brutte condizioni meteorologiche, “perché allora questi TL non li costruiscono sopra i binari anziché sotto e in modo protetto, da non subire né l’umidità della terra né gli urti da altro?..” (questo spunto riflessivo viene da mio padre che ha un’azienda metalmeccanica).

  • Ad ogni buon conto, può accadere che qualche automobilista nel cercare di passare sotto le sbarre di un passaggio a livello mentre si abbassino vi prenda contro, come pure nelle peggiori delle ipotesi ci rimanga in esse incastrato; in quanto questo provocherebbe in automatico un blocco di trasmissione allo stesso componente elettrico. La cui tal circostanza spiacevole sembrerebbe anche succedere abbastanza di frequente, a detta sempre dell’operaio ferrotranviere di Molinella da me interpellato, sostenendo che anche quest’altra motivazione puo’ rientrare fra le numerose cause dei ritardi di treni; sebbene pure quest’altra circostanza potrebbe essere soggetta a manipolazione nel corrompere ad esempio qualcuno per assurdo che  finga di incidentarsi  (ma tanto pazzesco non lo è mai, ve lo assicuro!), perchè chi di coinvolto a far malversare i soldi del biglietto pagati dagli utenti, una ragione pretestuosa la trova continuamente ad ogni modo, nel creare un disagio di trasporto ai passeggeri per in verità ben altro. E dove qui la Veneta con i suoi infiniti passaggi a livelli ne offre davvero tante di contestazioni alquanto dubbiose  e sempre diverse ai propri viaggiatori sulla più o meno autenticità di quanto dai suoi controllori dichiarato, su questi presunti inconvenienti. “Pertanto, per quale complicata ragione non si può chiudere il passaggio di alcuni di quelli privati o di certi minori nella tratta Bologna – Portomaggiore?”.

  • E ancora questo fatto, un’altra volta in cui attendevo un treno arrivato con qualche minuto di ritardo a causa sempre di quello che in direzione opposta aveva avuto dei problemi, nel chiedere spiegazioni del tal disguido (la corsa delle 8.55 Molinella – Bologna il 04/09/2018) all’ufficiale pubblico in servizio, da questi mi si diceva quanto di seguito riporto: “che loro rispondevano a TPER, la quale azienda regola il trasporto su gomma sul suolo cittadino, ma che era la FER (Ferrovie Ente Regione) che coordina invece lo stesso passaggio della flotta medesima messa in circolazione dalla prima società, e che dà il consenso o meno a far partire o a lasciare in sosta un convoglio su una certa tratta; pertanto se da un capo stazione non c’è l’autorizzazione al procedimento della corsa medesima, questa per effetto dell’ordine, deve interrompersi obbligatoriamente, e macchinisti e controllori di TPER devono attendere che da costui si abbia il segnale per il suo riavvio. Un’altra ragione, quest’ultima, che a mio modesto parere può alimentare ulteriormente nuove ombre sulla trasparenza dei diversi funzionari deputati a darci informazioni sui vari incidenti verificatisi durante l’erogazione del servizio,

CONSAPEVOLEZZA –

CAMBIAMENTO:

 

A PRETENDERE IN TERMINI BREVI IL DOPPIO BINARIO LUNGO TUTTA LA TRATTA BOLOGNA – PORTOMAGGIORE

“ma attenzione ai massoni che con la loro finta indifferenza nel fingersi dei passeggeri comuni pilotano tutte le altre di persone normali al soprassedere a questo per farle disertare sul nascere dal ribellarsene”.

Vorrei ricordare ai passeggeri di TPER che il padre di Romano Prodi è stato un ingegnere delle ferrovie che ha fatto da caposaldo alla crescita della stessa infrastruttura dello Stato e che quindi da tali origini, questo suo figlio trae il proprio potere e di quello della sua intera famiglia che egli rappresenta oggi, ovunque nel Paese e nel mondo, insieme “ad una dozzina di altri strozi nel globo”. Infatti questa rete viaria è stata vitale per lo sviluppo economico dello nazione dai tempi della sua Restaurazione fino a quelli del Dopoguerra, e che vede qui a Bologna il suo snodo principale; ma in verità e’ per mezzo della stessa, che si è soprattutto dato manforte ai despoti del passato – dai re ai capi di governo – al loro rafforzamento egemonico in Italia e all’estero nel permettere ad essi di far trasportare le proprie armi, oltre che la propria stretta manovalanza (dagli uomini al loro servizio fino a quelli ridotti quali “schiavi” – come i deportati di guerra sino agli emigrati meridionali, che sono tutti andati entrambi a lavorare nel nord Europa o nella nostra nazione del nord per poi venire sfruttati, sino ad arrivare ad utilizzare i migranti e gli extracomunitari di oggi). Di qui il presidio militare tutt’intorno alla città di Bologna costituito da tanti piccoli distaccamenti dell’Esercito che ne fa di essa, una roccaforte strategica,

, nella quale il Potente si nasconde e si protegge; dalla Torre dell’UNIPOL ad erigersi ai piedi della stessa Suburbana Veneta fino all’estremo confine del capoluogo emiliano romagnolo, da cui se ne fa un grido e vanto della influenza raggiunta visto che supera persino quella degli Asinelli, e da dove ci saluta come un “fallo” in aria.

L’idea che ad ogni modo mi sono fatta sul perché questa linea ferroviaria sia così tanto sfigata, le cui ragioni ufficiali ad oggi si rimandano essenzialmente alla ragione essenziale legata ai suoi tanti passaggi a livello che la rallentano la tratta,  pur restando comunque essi in buono stato di manutenzione, non a caso, è un’altra: dal momento che è dai tempi in cui andavo a scuola che la tal linea ci ha sempre creato dei problemi (es. nel partire da Bologna per ritornare a Molinella alle 13.30 circa, l’azienda medesima anziché darci quattro vagoni come nell’andata verso la città, ci assiepavano come bestie in due sole carrozze); infatti, rimango profondamente convinta che la sua odissea nel viaggiarvisi sopra sul famigerato treno della “Veneta” è dovuta piuttosto alla terra che l’attraversa, che ha contratto un certo debito col Potente odierno dai tempi delle lotte agrarie nelle nostre campagne della Bassa; in particolar modo nella zona di Molinella – Guarda – Consandolo per mezzo di esponenti del Cooperativismo che combatterono il latifondismo, in cui Benito Mussolini voleva che i contadini rimanessero arginati allo stesso, al fine ultimo del maggior controllo di essi: vedendo il duce in questo riconoscimento di alcuni loro diritti che i lavoratori dei campi, andavano in quei tempi chiedendo, sempre di più la minaccia di una democrazia che si profilava all’orizzonte. E che dopo di egli, portò al passaggio di testimone della cui tal supremazia di tipo militare sulle genti, ad altri capi di governo ancora, fino all’attuale egemone, pur non dichiarandosi quest’ultimo in quanto tale, ma per ovvie ragioni di changing management of the power adottosi dal nuovo sistema (nel venderci, tutti i tiranni, la democrazia per altro affinché noi del popolo non insorgiamo, visto che siamo sotto un vero e proprio regime dittatoriale globale di natura oligarchica, sotto mentite spoglie). La quale colpa e relativa pena da scontare dei conterranei odierni del mio paese, altro non è quella della loro diretta discendenza a questi nostri avi combattenti che si ribellarono a suo tempo all’egemone del momento, per via in definitiva dell’insolenza dei contadini dimostrata nell’esservisi opposti avversamente alla sua dittatura. Il cui tiranno di oggi ci fa espiare attraverso una lentissima urbanizzazione, allo scopo di inibire il più a lungo possibile il processo di sviluppo economico delle nostre aree, attraverso per l’appunto una mancata e giusta riqualificazione delle opere pubbliche più urgenti (come le strade di Molinella

Mentre per costruire delle piste ciclabili o dei sotto passaggi (vedi video e fotto sotto), quindi delle stronzate,  i soldi qui li tirano fuori, fuorchè nelle cose urgenti

 

 

che non ci allacciano bene al contesto urbano della città e impediscono alle nostre aziende di imporsi meglio sul mercato, oppure il suo ospedale o quello che ne rimane dell’attuale poliambulatorio, che fra un po’ verrà totalmente pure esso smantellato, come è già avvenuto del resto per l’ufficio di collocamento che è stato decentrato a Minerbio, la promessa ventilata da mesi della costruzione del doppio binario con Bologna e altri retrogradismi o prese in giro “proidiane” del genere: vedi per es. quando lungo questa tratta: o prima della fermata di Budrio o di quella di Molinella o di Consandolo il treno si ferma in mezzo alla campagna per sostare qualche minuto). Tutto questo fa sì che continuiamo a rimanere eternamente debitori nei confronti di chi comanda e contemporaneamente si creino da parte del Potente le condizioni per esigere da noi nuove tasse. Pertanto alcune  figure cittadine  che ricoprono dei ruoli istituzionali lungo questa tratta geografica (soprattutto nel mio paese) sono state corrotte apposta per non procedere all’evoluzione di molti degli aspetti economici del territorio (es.: il Capitano della Municipale che soprassiede a molte rotture di tubi dell’acqua per farcela pagare di più, e lo stesso attuale sindaco di Molinella che toglie sempre di più i servizi alle sue frazioni – nella foto c’è quello di prima – come il comandante dei Carabinieri, ecc. ), che anzi boicottano per la sua non prosperità, all’insaputa della Cittadinanza.ARTICOLO DI GIORNALE LOCALE DELL’OPPOSIZIONE, DELLA NOSTRA CITTADINA CHE PARLA APPUNTO DI QUESTO

A PROPOSITO DEL NOSTRO CENERENTOLISMO NEL PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE…

 

Di conseguenza per me che ne sono una sua vittima, delle tante che ha fatto e ne continuerà a fare, pertanto subisco delle ritorsione mafiose da parte dei suoi uomini da molto tempo, dopo ch’ebbi avuto a che fare pur mio malgrado con un suo collaboratore, il quale da allora mi fece terra bruciata, la sospensione del servizio di trasporto di treni, bus e corriere è ordinaria quotidianità, rispetto alla misura vostra a questo tipo di disagio; difatti, costui è a capo del sistema, e TPER è uno dei suoi tanti baluardi sotto il proprio controllo, nella completa estraneità dei suoi sudditi.

LA LIBERALIZZAZIONE DELLE FERROVIE DELLO STATO DA PRODI 1 (FS) A PRODI 2 (DEGLI ORGANISMI PSEUDO AUTONOMI)

PRIMO ORGANISMO PSEUDO AUTONOMO IN VERITA’ GESTITO SEMPRE DA PRODI

SECONDO ORGANISMO PSEUDO AUTONOMO GESTITO SEMPRE DA PRODI, ATTRAVERSO VARI MANAGER COME MONTEZEMOLO, ECC.

ttps://www.youtube.com/watch?v=7Yg8rbEjBTE