QUADRANTE DELLE MOLESTIE A MOLINELLA (PERIODO MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2018)

“DEVO ANCORA RICOREGGERLO BENE”

 
Una domenica di giugno, come d’abitudine in quel periodo, mi portavo lungo la via Viola, passando dall’ingresso principale dell’ospedale di Molinella che porta ad una bella fontana, senza però dentro più né l’acqua né i suoi grandi pesci rossi; quando nel voltare giù a sinistra rispetto a questa, in cui si accede al piazzale dei parcheggi e che rimane a fianco dello stesso edificio civile, dove c’è un’altra scalinata laterale per entrare dalla parte dei vari ambulatori, scorgevo in cima alla medesima rampa, una donna bionda di circa cinquant’anni, di corporatura normale con un paio di occhiali da sole ed un fiocco grande in testa che già per il suo aspetto alquanto bizzarro e il suo modo inquietante di porsi a me, mi parlava eloquente dell’imminente molestia che mi stavo apprestando a subire da parte di essa, pur essendo per la sottoscritta medesima, una perfetta estranea. E questo mio sospetto era dovuto al fatto che essendo stato quello un giorno festivo, la struttura rimaneva in genere chiusa al pubblico, ma soprattutto per la ragione che la tal figura, uscisse da lì, così presto (forse non erano neanche le 6.30), e proprio nel preciso istante che stavo appunto passando io (…??).

La guardai con curiosità ed insieme stupore, cercando di non nasconderglielo troppo, e anche lei, del resto, poco mi celò il suo falso atteggiamento di disappunto a questa mia insistenza a guardarla; infatti, questa persona non era stata, certo, l’unica persona ad avermi colpito in quel luogo, e che si è prestato lo stesso medesimo  più volte da palcoscenico per questa nuova ennesima molestia che mi facevano subire da qualche mese, e ogni volta con sceneggiature sempre diverse ed interpreti strani che si alternavano fra loro a sferrarmela questa: un vero e proprio ufficio di collocamento mafioso!  Quindi, giusto il tempo di realizzare che ero di nuovo sotto attacco per potermi distanziare il più velocemente possibile da lei, che non appena 500 metri da dove si trovava lei, come se mi detonasse una bomba verso di me, da un momento all’altro, lungo la via Viola dove mi stavo dirigendo, oltre le siepi di circoscrizione dell’area ospedaliera, io sentì il consueto fragore di una portiera di un’auto che la mercenaria in questione, aveva appena chiuso per spararmi addosso la famigerata “arma” laser famosa: e che è quella che inibisce la mia naturale respirazione diaframmatica, mettendomi in un disagio psico-fisico fino a quando non mi doccio da capo a piedi, e che il rumore impietoso dello sportello della macchina,  fungeva da alibi per comunicarmene il suo sparo, nascondendola in questo modo agli altri! E ciò nonostante ella, qui  ci  debba lavorare se ci lavora, perché faccia anche questo mestiere, ma la quale persona si adatta anche esso dallo svolgerlo, oggi, pur di avere un’entrata. aveva chiuso per spararmi addosso dalla famigerata “arma”; un nuovo strumento di tortura che la mia mafia mi ha sferrato di recente, tra la vasta gamma di espedienti diabolici impiegati contro di me, al fine di stordirmi, lungo il corso di vent’anni di ritorsioni mafiose. Questa nuova arma, che una volta che se ne viene colpiti, porta ad uno stato di tensione addominale che altera la respirazione diaframmatica, e che è simile alla corrente inibitoria di origine pakistana che ingloba anche l’odore di questa particolare cultura e che è prodotto in laboratorio. La quale emanazione, di quest’ultimi, però, sarebbe in realtà un’arma di natura biologica per farci i Potenti consumare molto acqua, le cui tasse per il suo largo inevitabile consumo vanno sempre a Prodi, di lì l’invasione di queste genti nel nostro Paese per riempirsi quest’ultimo le tasche dei nostri denari anche per questa cosa; ma che i mafiosi mi rendono chimica, solo per me, sapendo di esserne io infastidita da questo loro impatto olfattivo, che spazia dalla secrezione di un odore particolare, ad un suo impatto fisico di tensione ad esso correlato; come al tempo in cui nel mio appartamento mi facevano subire le fiale nauseabonde che mi mettevano al suo interno, da dove si sprigionavano sempre nuovi bouquet qualora mi sentissero dire a qualcuno al telefono, che fossi infastidita da uno in particolare di olezzo, come per esempio quello dell’immondizia che di seguito me lo ritrovavo infatti in casa, ecc.); e contemporaneamente comunicarmelo lo sparo di questo espediente attraverso quel linguaggio in codice del rumore impietoso. Dopo esserne stata colpita da quell’ennesima ritorsione per via di un recettore o magnete che la mia mafia mi ha messo per la ragione che non scappi da essa, da bene che stavo a destabilizzata fisicamente che mi sentivo subito dopo affinché voi tutti mi consideriate una ragazza con dei problemi e non prendiate in considerazione ciò che ho scoperto da “sotto il torchio” sul conto del potente, cercai di vedere almeno la macchina che avesse; e con una sorta di amara constatazione presi atto che si trattava delle solita Punto, stavolta però di un colore grigio topo che nel mio paese, questo tipo di vettura della Fiat è nel segno di una massoneria assieme alla Multipla della medesima casa di produzione; mentre il BMW e qualche AUDY appartengono ai mafiosi di alto rango. Ma non solo lei si è così posta nei miei confronti: altre tre persone che vi lavorano all’interno dell’ospedale sono state coinvolte pure essi per colpirmi in un’identica maniera, ogni volta mettendo in scena nuovi teatrini e anche loro con l’immancabile effige di un bel ghigno divertito stampato in viso da protocollo (una bombastik, un mingone dell’ambulanza, un operaio manutentore degli ascensori in una tuta arancione), fino a qualche finto visitatore di una certa età con lo spettrale paio di occhiali da sole a rendermelo alla mia idea ancora più terrificante per la particolare serietà omertosa dipingersi egli in volto e che parallelamente si mette per sfuggire al mio sguardo indagatore oltre che per darsi un tono, di seguito ad essere stato informato da qualcuno del mio sopraggiungere qui.

Sabato 9 giugno, mi trovavo sempre in via Viola a fare la mia solita passeggiata, anche se mi avevano già “immerdata” da qualche altra parte.. Per esempio alla mattina che mi alzo per andare in bagno a vestirmi, nel momento preciso in cui apro la finestra qualcuno di corrotto mi dà il buongiorno fin da subito, con lo sparo di quest’arma. Per esempio se mi alzo tra le 5.50 e le 6.15 una persona di una pasticceria poco distante a me, tira su la saracinesca in quell’istante che giro la maniglia del vetro, e con tutto il fragore di chi ti vuole mettere un dito medio nel culo, me la lancia addosso; oppure di farmela sempre questa cosa, cioè, di rumoreggiarmi al mio affacciarmi sulla strada da un serramento per comunicarmi il compimento della propria missione, sono alcuni operai dell’Hera che puliscono la Piazza (uno che con l’Ape viene a svuotare i cestini del Banchieri dove c’era la scuola di musica, e un’altra persona dai capelli di media lunghezza brizzolati dall’aspetto piacente che mi armeggia continuamente in qualche modo intorno, al quale una mattina avrei detto qualcosa perché in uno stesso punto fisso da sotto la mia finestra, era rimasto oltre dieci minuti col suo soffione ad alzarmi della polvere senza mai spostarsi di una virgola che erano le 5.30 tal da avermi costretta al termine ad alzarmi dal letto; la quale cosa la mia mafia me la esacerba oltremodo dai tempi dei tempi SEGNALAZIONE DI RUMORE PROLUNGATO DEI SEFFIONI DELL’HERA). Quindi un altro giorno, succedeva che l’operatore dell’Hera mi apriva la sua bella portiera e me la sbatteva nella modalità di cui sopra al mio sporgermi con la testa all’aria aperta, proprio in quel preciso secondo, che qualche d’un altro gliene dava il segnale per mezzo delle telecamere che mi hanno messo a mia insaputa dentro la mia abitazione al fine di controllarmi meglio..

 Es.: “La ragazza si è alzata dalla camera”bip, “Sta andando in bagno”bip, “Stai pronto”bip, “Sta per andare verso la finestra”bip, “Apri la portiera” bip, “Vai! Sbattigliela e immerdala”bip. “Così che tutta la giornata è a disagio e inibita dall’essere sé stessa e gli altri la giudicano perché è strana..”

“ARI METTITI UN DITO NEL CULO ROMANO PRODI E TUTTI I TUOI UOMINI CORROTTI SFIGATI CESSI COME TE!!”

Come un altro giorno – l’11 giugno 2018 ore 17.20 – che tornavo da un giro in bici a Sant’Antonio, accaldata mi facevo una doccia rinfrescante con la finestra aperta per fare anche uscire dal bagno la corrente che avevo già addosso (purtroppo diversamente non me ne riesco a liberare per via dell’esalazione del calore dell’acqua che la impregnerebbe al mio corpo ulteriormente impedendo che mi scivoli via), quando nell’uscire dal box un mio vicino di casa che entrava nella sua auto in quel mentre, mi sbatteva con la famigerata violenza la famosa portiera, rimmerdandomi nuovamente. E qui di coinvolto ho visto anche alcuni individui del mio vicinato che sembrerebbero delle persone rispettabili (..??), quando invece sono dei vili perché alcuni di essi, li ho sorpresi pure loro a divertirsi dal tutto.
DUE MACCHINE DI PROPRIETA’ DEI 6 INQUILINI COINVOLTI
Un’altra mattina ancora, di ritorno dalla mia consueta camminata in campagna dalla parte dell’ospedale di Molinella, facevo la stessa strada della via Viola all’incontrario, quando ad un certo punto mi supera un ragazzo inquietante con un auricolare all’orecchio e il solito ghigno divertito da ordinanza. Dico inquietante perché lo vedi dal modo in cui vestono e si muovono che non sono delle persone normali, anche se poteva sembrare una persona comune. Ciò che fu strano è che pure lui proveniva dall’aperta campagna salvo non averlo affatto notato a camminare con me o a fare ginnastica laggiù, dal momento che è una strada ininterrotta dove vedi chiunque per oltre 2 kilometri di distanza sia davanti che dietro. Pertanto nel volgere lo sguardo alle mie spalle scorsi a 800 metri circa di distanza da me, una Panda dell’U.s.l con a bordo una ragazza che probabilmente lo aveva scaricato da là per potergli dare le coordinate esatte al punto xy in cui dare a quest’ultimo il segnale, al fine di farmi far sparare da qualche d’un altro la consueta merda allorché mi sarei trovata a bersaglio, e la cui vettura era parcheggiata a fianco di una villa con un nome che non ricordo. Avvicinandomi al civico 14 dove ci sono due saracinesche all’angolo di via Michelangelo e che appartengono ad una persona che qui dentro ha una specie di ufficio, osservai a circa 100 metri da me un cagnolino bianco sotto una scrivania al suo interno, allorquando quasi perfettamente parallela al locale, ho sentito improvvisamente farccadere qualcosa  da parte di una persona che non vedevo poiché si nascondeva alla mia vista attraverso una porta mezza aperta,  tanto che l’animale se ne era spaventato pur’esso; e nella cui situazione frattanto, la sottoscritta si rimmerdava ulteriormente, benché quel giorno fossi già stramerda. Successivamente ho interpellato i vicini e questi mi hanno detto che il suo proprietario si chiama di cognome B. e lavora in comune (ma va? Non mi meraviglia!!  E sono in tre ad essere stati corrotti là insieme al sindaco). Potrebbe essere stato infatti sempre questo sig. B che un pomeriggio in cui stavo andando in bici da qualche parte appena fresca di doccia, nel passare da lì per prendere la direzione dello Stadio di Molinella vicino ai giardinetti pubblici, ad un certo punto da una laterale del Municipio “qualcuno” mi abbia tirato giù una tapparella in modo del tutto inaspettato perché venissi colpita dalla corrente di nuovo del cui rumore me se ne dava la comunicazione, per risentirmi ancora a disagio..

 Quindi ricapitolando: ogni qualvolta che poco lontano da me odo lo scoppio di un improvviso e forte rumore, che in rassegna vanta portiere a venirmi sbattute di proposito, marmitte di motorini truccate che appena esco dalla doccia con la finestra aperta o vado fuori in balcone rompono col loro fragore il silenzio tutt’intorno, proprio in quel preciso momento che mi sono appena liberata di dosso dalla corrente famosa, come di quelle delle auto che portano il motore a non so quanti giri, nel medesimo istante in cui mi ero riuscita a riappropriare del mio benessere psico-fisico, in realtà, é allo scopo di rigettarmi in una condizione di stress continuo, sia dentro le mura di casa che all’esterno, in una commedia alla Hitchcock; poiché la persona coinvolta  in questo disegno è appostata da qualche parte a farsi dare il segnale da qualche d’un altro per irrompere alla mia attenzione allorquando io tenti di liberarmi dal disagio perenne in cui mi vogliono far rimanere a lungo perché a voi tutti quanti, mandi dei messaggi confusi per non essere poi credibile alla comunità quale vittima di mafia. Ed è per questa ragione che nell’edificio del Municipio, dove nei pressi c’è appunto anche la mia abitazione, il sindaco D.M non ha fatto ancora installare le telecamere nuove, cosìcchè io non abbia le prove di ciò che sostengo: ovvero che alcuni motociclisti o guidatori di autoveicoli – massoni e mafiosi di Prodi, si appostino da qualche parte lì nei pressi della piazza per poi al “via”, sgasare a mille sulla strada per disturbare appositamente la mia persona nel momento stesso che metto fuori il naso!! Mentre questo Primo Cittadino si sente “bello tranquillo” che nessuno mai lo inquisirà per questo, come del resto chi della regia e certi individui sempre diversi ad essere stati coinvolti perché tanto sanno che non verrò mai creduta, oltre a non suscitare comunque alcun interesse per un buonismo ormai tramontato dei nostri tempi; ma anzi che se parlo troppo, mi aspettano delle querele che ansimano a rigettarmi addosso qualora tutte queste persone le snidi, cosa che tra l’altro è già avvenuta per un post che ho scritto su di una avvocatessa che mi avrebbe dovuto aiutare, la quale successivamente mi ha querelata con tanto di dissequestro dello stesso; in modo che venga azzittita per sempre con la chiusura del mio sito affinché tutte le verità contenute di cui parlo, e che riguardano certi crimini verso certi fratelli e sorelle vittime di mafia come me, e che solo l’autrice di questo blog conosce venendo molestata dagli uomini di Prodi da molto tempo, siano nascoste a voi tutti, nel frattempo mi si sputtani o mi si denigri “alla grande” da miei stessi concittadini, alcuni dei quali già corrotti, nell’estraneità di tutti gli altri.

  • Recentemente ho parlato con il Capitano della Municipale riguardo ai rumori prodotti in piazza da parte di certi veicoli, ma non solo quelli: i 130 decibel del concerto dei JOY DI BRUTTO per la Fiera del paese che mi fecero vibrare i vetri delle finestre tanto da doverli tenere obbligatoriamente aperte per tutto il tempo, e i soffioni dell’Hera alla mattina prestissimo, ecc. Lui mi ha così risposto: sono l’ARPA e la Motorizzazione che autorizzano i livelli del suono, quindi la Municipale non ci può fare niente (..??), salvo che non si procede per vie legali al dissenso di suddetti consensi; ma poi ci si scontrerebbe con colossi quali la Ducato o la Harley, perdendo inevitabilmente la causa. Io invece dico: che a prescindere il tutto, ci siano comunque delle soglie di tolleranza in cui chiunque si debba attenere nel guidare nei centri urbani con codeste cilindrate, come infatti certuni sani di mente fanno già, e chi le supera debba venire multato per disturbo alla quiete pubblica; e la stessa cosa vale per i concerti, alcuni dei quali, si dovrebbero tenere magari in luoghi appositi, come l’ex zuccherificio al fine di non disturbare i residenti per il rimbombo dato dalle casse.. e dove qui la Municipale entrerebbe in merito nel sovrintendere a questo rispetto; ma nel sentire quella mafia che mi alleggiava intorno di cui Pezzoli se ne faceva appannaggio facendosi solenne e fintamente sconsolato che lui non ci poteva fare niente.., ero come inebetita dallo sconcerto in uno sfondo di persone intorno di quattro o cinque consiglieri che erano appena usciti da un Consiglio e che si trovavano da me poco lontani vicino alle scale del Municipio; e dove nel vedere poi l’assessore della Cultura che ha l’età di mia sorella minore di trentatre anni (..??) che mi guardava con derisione e in modo massonico volto, cioè, a pilotare gli altri suoi colleghi che ancora non mi conoscevano a fare altrettanto, nell’accorgermene di questa cosa io le inviavo ad un certo punto questo messaggio indiretto alzando la voce: “Sono molte le persone in Piazza a non poterne più di tutti questi rumori, anche se c’è chi sta in silenzio (infatti pure lei abita lì in piazza) fingendo di non esserne infastidito volgendole allora lo sguardo, per sottintenderne un suo atteggiamento “pilota” in questo senso: e che nello specifico è il disertamento dal lamentarsene a priori. Ma l’idea che rumore sta allo specialista ottorinolaringoiatra come sporcizia e degrado sta a Hera e quindi nuove tasse, è sempre più una convinzione certa che prende forma in una formula esatta e a cui non ci si scampa e nella quale equazione le Istituzioni nonché alcune case madre di prodotti alleate (farmaceutiche e di motori)  si rendono tutte quante complici.

RUMORE ALTO : DOTTORE OTTORINOLARINGOIATRA (e quindi farmaci) = SPORCIZIA E DEGRADO : HERA (e dunque aumento delle bollette)