FEBBRAIO 2022: IL MIO CANE DOBBY STA PER LASCIARMI

QUANDO HO FATTO IL VIDEO SOPRA, IL CANE ERA ANCORA IN SALUTE E IL VIDEO NON BALLAVA COME LO VEDETE OGGI (DI QUELLI CHE DI RECENTE MI SONO STATI TUTTI MODIFICATI DALLA MAFIA, PER CUI HO SPORTO UNA DENUNCIA)

Nel mese di luglio 2021, per fare un po’ di allenamento con la gestione degli animali domestici per le famiglie in cui avrei potuto lavorare, di seguito al corso che feci come domestica e badante che però, quest’ultima parte della dispensa, delle tre integrate nello stesso che prevedeva anche quella come baby – sitter, non riuscì poi a terminare, era appunto prevista anche la cura degli animali da compagnia, per cui ci venne impartita anche una lezione da una veterinaria; mentre rispetto alle mie esperienze personali in merito, avendo avuto in famiglia soprattutto dei cani, più di ogni altro animale (ai coccoriti, alle galline, ai pavoni, ai criceti, ai pesci, e ai gatti), per via del fatto che mio padre era stato un cacciatore, e attualmente ne aveva, uno, nella sua officina metalmeccanica, col quale, però, io, non legai subito, decisi di iniziare a portarlo un po’ fuori; ma tutto ciò, solo per poterci nuovamente avere a che fare con il suddetto regno animale, così da riappropriarmi della tale padronanza, ben specifica, e quindi, originariamente a fini strettamente di tipo lavorativo, perché a causa della mafia, negli ultimi anni, mi ero allontanata parecchio da questo mondo.
Mi recai, quindi, un giorno di luglio dell’anno 2021, nel capannone di papà per andare a prendere Dobby, e lo portai nella valle appresso alla zona industriale, che si estende a perdita d’occhio dallo stesso cortile esterno dell’azienda di famiglia. La quale cosa, l’ebbi già a fare un altro giorno, ancora, sempre di primavera, solo l’anno precedente, e dove mi ero accorta già da allora che Dobby se la spassò come non credo avesse mai fatto prima in vita sua, per cui la volta dopo che ritornai in azienda, successivamente a quella prima volta con lui, per fare delle fotocopie nell’ufficio del babbo, esso, ricordandosene di me, con cui condivise quell’esperienza magica probabilmente, o in quel modo così, a me parve l’avesse vissuta, mi scodinzolava alla mia presenza, felicissimo per un’eventuale sua replica. Avevo perciò intuito, ormai da tempo, che qualcosa non andava più in lui, visto la modalità con cui questo cane mi manifestava la sua voglia di evadere da lì, tanto esagerata, come se fosse stato rilegato fino a quel momento ad una sorta di prigionia, e io lo avessi finalmente liberato. Pertanto capì che Dobby era stato un po’ trascurato da un bel po’.
L’officina del babbo, sebbene grande e con un ampio giardino davanti, anche se  animata da diverse persone che erano gli operai di mio padre, e i proprietari dello stesso stabile che li vi abitavano anche, che lo intrattenevano sì di tanto in tanto col gioco “ATTI” IL GIOVANE CHE E’ UN MUSICISTA, E IL CUI SUO PADRE AFFITTA IL CAPANNONE DELL’OFFICINA AL MIO, NELL’ATTO DI SUONARE A DOBBY CON LUI ABBAIARE A QUESTO/OPERAIO DI MIO PADRE CHE GIOCA CON DOBBY, o con qualche complimento da parte di diverse persone (famigliari, dipendenti, clienti),
DOBBY CHE PRENDE LE COCCOLE DA MIA SORELLA MINORE,
DOBBY CHE PRENDE E RIVUOLE LE COCCOLE DA MIA SORELLA 

SOTTO LA SORELLA MAGGIORE CHE LAVORA IN AZIENDA

non bastavano però a colmare il bisogno di Dobby, che era ora un setter di sette anni, di genere maschile, dal temperamento molto vivace, di fare le sue belle passeggiate all’aria aperta per “sgassarsi”. Mio padre, dal canto suo, con mia madre da dover continuare a mantenere, dopo averla lui stesso, fatta mettere in una casa famiglia, strappandola a me, e della quale mamma, la mia persona si era presa cura con zelo, precedentemente, ma secondo mio padre per una serie di sue ragioni non era così, di conseguenza di seguito a questa sua decisione, nel dover provvedere pure alla sottoscritta medesima, pur di giustificarsi del tutto con i compaesani, a mettermi in un altro appartamento più piccolo, avendo il papà fatto il recesso dal contratto d’affitto con l’altro, e che mi pagava sempre lui, nonostante io
MIA MADRE CHE RICEVE UN MAZZO DI FIORI DALLA FAMIGLIA IL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO IN STRUTTURA “VILLA LELLA”.
avessi ormai la bellezza di quarantasette anni compiuti, insieme egli all’occuparsi un po’ anche di mia nonna paterna, sua madre, con la quale continuava a vivere, forse non ne aveva avuto più tanto il tempo di portarlo a caccia, dove le regole ero nel frattempo anche cambiate, e a detta sua, non avevano più senso, o a farlo andare semplicemente fuori per una passeggiata, dovendo lo stesso papà, che era il capo, proseguire a lavorare per noi tutte; il quale aveva adesso settanove anni , e pur essendo andato in pensione da molto tempo, continuava ad esercitare la sua attività, per cui nel tempo che gli restava dal lavoro, lo preferiva passare assieme alla sua donna, anche se non saprei dire se la tal cosa fosse stata giusta per Dobby. Di questo però non gliene feci mai una colpa.
Pertanto, quando in principio, lo cominciai a portare a passeggio, io, sempre più spesso, al posto suo, nell’estate del 2022, per studiare in verità il comportamento dei cani, allo scopo primariamente di fare della pratica per un’eventuale animale da compagnia da dover poi accudire in una famiglia che mi desse in seguito da lavorare, prima ancora che per questo stesso cane, con il quale non avevo mai avuto una grande affinità come ho già detto, perché mi sembrava un po’ sporco, e che era in definitiva di mio padre, regalatole dalle mie due sorelle, soprattutto dalla minore, e che perciò consideravo il “loro”,
QUESTA DELLA FOTO, LA SORELLA CHE GLIELO REGALO’, E CON LA QUALE EBBI DEI PROBLEMI NEL PASSATO
non avrei mai immaginato, dell’amore e dell’affezionamento che presto avrei iniziato a provare per lui, come di un qualcosa di cui non si riesce più fare a meno.
In quel periodo oltretutto, venivo da più di due anni e mezzo circa, da una massiccia e pesantissima massoneria senza freni (si veda i video del cap.1 e in INDICE CRONOLOGICO), per cui fin da quando partivo da Marmorta per andare a Bologna sino al suo ritorno, la Polizia (la mafia), mi dispiegava dovunque io andassi dei massoni:
9 GIUGNO 2022 RITORNO A CASA PER LO STRADONE DI MARMORTA DOVE UN CAMIONCINO MI ATTENDE DA NON MOLTO LONTANO COL MOTORE ACCESO, PER SCARBURARMI DEL GAS DI SCARICO E CHE NEL MOMENTO STESSO CHE VEDONO CHE IO LO RIPRENDO SE NE VA

E POCO PIU’ GIU’ SEMPRE LUNGO LO STESSO PERCORSO, UNO STRANIERO CHE NEL BUIO AVANZA VERSO DI  ME ALLO SCOPO DI INQUIETARMI (SI VEDA AL 2′.00″)
i quali massoni, che venivano corrotti da degli intermediari della stessa, perché essi non sapessero di venire guidati da questa particolare istituzione, al fine di un loro possibile diniego alla mia ritorsione, si interponevano a me davanti, intercedendomi il passo, assiduamente, al fine di molestarmi, o fumandomi addosso, o attraversandomi la strada coi loro rispettivi cani, oppure gettandomi l’immondizia vicino alla mia persona, dandosene il cambio della guardia di tutto ciò. Ma oltre a queste molestie, se ne erano aggiunte via, via sempre delle nuove, e che erano state quelle di certuni a bordi di alcuni veicoli che guidavano per scarburarmi addosso del gas di scarico, insieme ad altre tantissime torture nuove che mi praticarono di volta in volta sempre più; inoltre, gli adepti della mafia, passarono a corrompermi persino delle persone intorno alla mia stretta famiglia d’origine, perché la infinocchiasse contro la stessa sottoscritta (come ad esempio alcuni operai di mio padre,

COSTUI LAVORA DA MIO PADRE DA QUANDO HA APERTO L’ATTIVITA’ E CHE PRIMA DI VENIRE CORROTTO CONSIDERAVO UN MITO; ORA QUANDO ARRIVO LO VEDO CHE SI ACCENDE IN MODO OMERTOSO UNA SIGARETTA IN TORTO A ME, E ALL’OSCURO DI MIO PADRE, E AL QUALE, ESPRIME IL SUO DISAPPUNTO PER IL FATTO CHE NON HO IL GREEN PASS QUANDO IN AZIENDA E’ NECESSARIO PER ACCEDERVI, CON LA QUALE SCUSA, IL BASTARDO, CERCA DI AIZZARLO CONTRO LA SOTTOSCRITTA MEDESIMA.

QUEST’ALTRO, SI COMPORTA ALLO STESSO MODO DEL PRIMO, MA RISPETTO ALL’ALTRO, QUANDO ANDAVO DI NASCOSTO IN AZIENDA IN PIENA NOTTE PER POTER LAVORARE AL MIO SITO NEL COMPUTER DEL BABBO, QUANDO ANCORA NON MI AVEVA PRECLUSO NEL BROSWER DELLO STESSO, L’ACCESSO AL LINK DEL MIO BLOG, LUI, ALL’ALBA, IN MODO IMPROVVISO, E CON L’ARIA DIVERTITA, SOPRAGGIUNGEVA IN UFFICIO CON LA SCUSA DI ACCENDERE QUALCHE MACCHINA O IL RISCALDAMENTO (NON L’HO MAI CAPITO) IMPEDENDOMI QUINDI DI PROSEGUIRE A LAVORARE, POICHE’ IL PAPA’ NON VOLEVA CHE UTILIZZASSI IL COMPUTER, SEBBENE LE MIE DUE SORELLE POTEVANO FARLO QUESTO, E DI QUESTO FATTO SAREBBE STATO INFORMATO PER MEZZO DI EGLI.

MIA SORELLA DA ADOLESCENTE CHE CI NAVIGAVA TRANQUILLAMENTE ALLA SUA SCRIVANIA, CON L’ALTRA CHE NEL SUO COMPUTER, TIENE ANCHE LA SUA AGENDA FAMIGLIARE PERSONALE, ORDINA ACQUISTI PER LEI SU AMAZON, ECC.

chi le dava il capannone in affitto, la donna di mio padre,

 il marito di mia sorella,

quello di mia cugina,

due colleghi artigiani di mio padre e adesso anche un nuovo socio dell’azienda; e le cui persone, oltre a molestarmi di nascosto, dallo sguardo dei miei stessi membri famigliari, fecero appunto contemporaneamente a ciò, un imbastardimento molto sottile della mia persona ad essi, come se fossi qualcuno di cui avere delle perplessità, MAIL CHE SCRIVO A MIO PADRE PER SUPPLICARLO DI NON TOGLIERMI DOBBY CHE ERA DIVENTATA LA MIA NORMALITA’ IN UN PERIODO DI INTENSA CORRUZIONE).
Ero esanime! Dobby entrò nella mia vita, in quel periodo di sfinimento psichico. Fu come un raggio di sole che squarciò il buio dentro di me. E il babbo avvertì tutto questo dalla mail che gli avevo mandato, inviandomi un giorno questo messaggio al telefono:
Dobby, era stato come Dio che era ritornato a trovarmi dentro di me, per comunicarmi che non mi aveva abbandonato. Come fu, tre anni prima, quando mio padre mi strappò da mia madre, per mettermela in una casa famiglia, gettandomi in questo modo, nuovamente in pasto alla mafia senza più nessun conforto. Quel giorno del 2019 stavo camminando mesta, con la testa rivolta a terra, in preda al più totale sconforto. Mi sentivo un sacco vuoto. E Dio mi venne a trovare improvvisamente nel mio cuore, proprio all’apice di questa desolazione umana. Lo fece, quella volta, con un avulsione piena e carica del più totale calore umano. Ed io affrontai i fatti di Marmorta, di cui ero ancora ignara del loro imminente sviluppo, pur presagendoli e avendone il sentore, sapendo che però non sarei stata più sola  sola.https://www.tiktok.com/@sognandoamanda/video/6988407554208435461?is_from_webapp=1&sender_device=pc&web_id7062030309034034693
@sognandoamanda1

… E mentre io guardo in alto i paracadutisti lanciarsi nel vuoto, Doppy mi scappa oltre la rete a correre felice!

♬ Misread – Kings Of Convenience

Ma purtroppo,  non feci in tempo, a godere in modo infinito di tutto ciò, perché quasi subito Dobby iniziò ad ammalarsi, prima di diabete e qualche mese dopo di un tumore che lo prese all’osso della bocca, tanto da aver pensato che in tutto questo c’entrasse la mia solita mafia, e tutt’ora non ne sono ancora completamente distolta da tale idea. 

E io e lui, adesso, siamo come madre e figlio, anche se un giorno mi diede pure un morso al naso, tanto che dovetti andare al Pronto Soccorso a Bologna a farmi mettere cinque punti sulla radice, perché nel cercare, io, di metterlo alla sera dentro al suo recinto, avendomi costretto a ciò lo stesso, papà, quando Dobby non voleva più stare fuori al freddo, dal momento che col diabete si ha meno contrazione muscolare per potersi difendere dal gelo dell’inverno appena trascorso, in quel modo, lì, esso, si difese da me perché non fosse chiuso fuori; per cui a mio parere, il tumore che ne è seguito subito dopo a questo fatto, si deve appunto alla tal cosa (lo dico nel video sotto a 1′.20″)

Pertanto, gli comprai una cuccia nuova coibentata, appena ripresami dall’incidente che subì, ma che però il babbo non gli volle sostituire con quella sua vecchia, e fu allora verso Natale, che Dobby si ammalò di un tumore.

SCONTRINO DELLA CUCCIA COIBENTATA DI DOBBY

Ma il babbo intestardito a non volergliela sostituire con quella vecchia, proseguì ad accelerare in modo celere la malattia di Dobby, durante i mesi freddi, e perciò, a questo punto, provai di chiedere a mia sorella Veronica di dirgli qualcosa nella seguente mail, senza l’esito sperato.

Riuscì a trascinare Dobby all’estate, che fu il periodo, in cui solo l’anno prima io e lui iniziammo il nostro sodalizio, insieme. Tutto questo, dopo aver speso una fortuna in cibo per cani diabetici e medicine ricevute dal veterinario, con il mio Reddito di Cittadinanza, e i soldi che avevo preso in nero a lavorare dalla signora dottoressa che stava a Bologna, dove andai per un anno intero REFERENZE DELL’ULTIMO POSTO DOVE HO LAVORATO. 

Pure qui, il babbo, non volle che gli comprassi del cibo, specifico, per la sua patologia, sostenendo che ci pensava lui a fargli fare una dieta personale su consiglio del suo veterinario, e che in verità faceva di testa propria, comprandogli food alla coop pur di spendere meno, e non considerando in alcun modo la malattia di Dobby. Pertanto, io, gliela continuai a comprare lo stesso, e gliela davo di nascosto, talvolta. Altre volte, le scatolette che reperivo dai vari market per gli animali, la imponevo al babbo, semplicemente, e che al termine, lui, gli dava. Ma giunti a giugno, mi disse, infine, che voleva pure, che sospendessi l’assunzione di medicine che gli davo (antinfiammatorio, clorexidina, argento colloidale, antidolorifico), fuorché l’insulina, perché voleva che lo “lasciassi stare”. Come a dire, visto che Dobby era alla fine, e papà non lo aveva voluto operare, impedendo a fargli rimuovere chirurgicamente la parte compromessa dal cancro, per la serie “dolcis fundum”, già che c’era, pretendeva che lo vedessi inoltre crepare, così, senza accompagnarlo fino all’ultimo con qualcosa che gli sedasse almeno il male. Un mostro! 

Qui, mi confrontai con diverse persone, per capire se ero io che non capivo, o cosa… E sempre di più mi resi conto, che mio padre, non era solo lo stronzo che mi aveva condannato alla mia mafia in età adulta, ma era anche un aguzzino verso gli animali, che “manco amava quelli suoi”!

Per poi arrivare, lentamente, anche a capire che era un massone, durante il periodo in cui sempre di piu’, mi introducevo nella sua azienda, per via di Dobby, con l’acredine di ciò, della sorella maggiore che lì vi lavorava insieme alla cugina, e mossa questa da quegli operai corrotti che mi storcevano il naso ogni qualvolta entravo, perché non avevo il green pass per il covid19. E allora capì, poco per volta, a come, il babbo, era riuscito a fare carriera e a creare quell’azienda dal niente, anche durante la crisi economica. Anche se di questa cosa, non ne ho ancora la piena certezza, poiché ho sempre pensato che il mio papà era una persona normale che era semplicemente circondato da dei massoni, e che pertanto si comportava come loro, esclusivamente, per questa ragione; ma un giorno, vidi nel cellulare che mi diede in prestito, alcune  foto:

LA CASA DI MIA NONNA DOVE LUI CI VIVE INSIEME. LA BANDIERA ITALIANA, E’ SEGNO DI MASSONERIA…

TRA CUI ANCHE QUESTA DI DOBBY DA CUCCIOLO

E ANCHE QUEST’ALTRA, QUANDO ANCORA ERA IN PIENA FORMA FISICA

Mentre qui, era allo stadio terminale:

@sognandoamanda3

Il mio cane allo stadio terminale, quando la metastasi all’osso della bocca divenne quell’escrescenza che vedete. Lui, nonostante stesse crepando, era sempre così dolce.

♬ suono originale – sognandoamanda – sognandoamanda