Stalking a Molinella da parte di un “tiratore”, particolarmente, come da altri molestatori con disagi sempre nuovi

,Questo, è lo stalker di Molinella con una bici rossa, con cui l’ho visto girare, delle tante che ruba, e dai colori sempre diversi.

Nel link sotto (anno 2023), si apre un video, in cui il “Mongolo”, dopo che ero andata ad abitare altrove da Molinella, anche per colpa sua, a Marmorta (a 5 km dal mio paese natale), lo coglievo nell’atto di venirmi a disturbare pure lì:

Il “mongolo”, sopra, così da me chiamato, poiché è mezzo ritardato, è la persona, che per circa quattro anni (dall’autunno del 2016 fino al 2019) mi iniziarono a dispiegare davanti a me, dovunque io andassi, nel mio paese, per sferrarmi una strana arma. Alla sua opera di molestia, dopo due anni, mi cominciarono a disturbare, simultaneamente a lui, per molto tempo delle altre persone, con lo stesso espediente, seppur in modo diverso, sempre nella mia cittadina d’origine, e che si andarono ad aggiungere come miei carnefici, di mano in mano, fra altri nuclei sociali d’appartenenza; e la quale ritorsione, che in origine mi metteva a segno, solo egli, vide a seguire per miei “cecchini”, almeno sette persone, del mio vicinato – vedi cap. 37: QUADRANTE DELLE MOLESTIE A MOLINELLA (PERIODO MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2018) – a farsi incetta dell’ordine dall’alto di disturbarmi con questo strumento di tortura, in cambio di un proprio tornaconto personale. E le cui loro molestie, avevano avuto tutte quante in comune, come dicevo, con quella del “mongolo”, la benedetta arma a me ignota, in quanto non l’ho mai vista, ma che sapevo che i miei vicini di casa, in maniera turnale, me la scagliavano contro dandosi il cambio della guardia, alternativamente, al fine che io subissi uno specifico tipo di disagio. “Di conseguenza, costoro, saranno ben compatti, nell’infondere il contrario di ciò, come pure delle false informazioni su di me, quale vittima, essendo stati tutti insieme complici di questa nefandezza, in qualità di miei aguzzini, potendo oltretutto contare sull’indifferenza dei miei parenti, taluni dei quali in quest’omertà vi corroborano, per poi prestarsi ad incartamenti sanitari falsi che mi attenevano” (famiglia Sgoberti, Bertocchi, Landi, Solmi, Liccari, con la collaborazione appunto delle mie due sorelle, e “chaplé in dal cul, semi!”). L’arnese in questione, in definitiva, era costituito, secondo me, da una specie di piccolo telecomando, a stare in una tasca, e che una volta premuto, aveva una propulsione magnetica in scariche elettriche che mi venivano lanciate addosso a distanza. Il tutto, allo scopo “chi” li aveva corrotti alla suddetta tortura, in questione, di farmi stare perennemente in una sorta di malessere psico-fisico continuo o comunque, di farmi rimanere, in generale, il più a lungo possibile in uno stato disagio, dove il responsabile di questi lavori (il “fu” Comandante dell’Arma di Molinella, il Sig. Caruso), si poté avvalere, nella sua lenta, ma sistematica opera di distruzione della mia reputazione, nonostante la mia impareggiabile resistenza ad essa, della conpartecipazione pure di alcuni operai dell’Hera, o di quelli in generale dell’opere civili per il Comune che fanno certi lavori di manutenzione nel paese, come pure di certuni dei mercanti del giovedì, che anche essi, ad un certo punto, nel circondarmi con i propri banchetti intorno alla mia abitazione, iniziarono insieme agli altri a molestarmi, facendo cadere di frequente, a terra, ogni volta, qualcosa di diverso, come delle ferraglie, in modo casuale, però con un certo fragore al fine di farmi sobbalzare (per esempio delle scatole, ferri vari, ecc.), oppure producendo un particolare tipo di rumore, fingendone la casualità, per comunicarmi, in realtà, lo sparo di questa arma famosa; come nondimeno, lo stesso militare, suonato, poté contare inoltre, della complicità di circa cinque ragazzi sotto i vent’anni, a cavallo di motocross, e moto potenti, o motorini che mi “smarmittavano” sotto casa per rumoreggiare come fossero banditi sotto il mio balcone, con obiettivo lo sparo della succitata armaE i cui adolescenti corrotti, appunto, mi crossavano a “tutta birra” lungo la via, in cui si trova il mio palazzo – si veda cap. 43:CIRCONDAMENTO MAFIOSO ANCHE IN PIAZZA MARTONI –, sbucandomi all’improvviso da una qualche via sulla Piazza Martoni (almeno quattro sono le strade che vi si congiungono), e questo anche al mio preciso uscire dalla porta di casa, come al mio sporgermi fuori in balcone per fare qualcosa, o da una semplice finestra che aprivo; e dalla quale, allorché mi affacciavo alla loro vista, questi ragazzini, nel lanciarsi con le loro due ruote in strada, me lo sventavano addosso questo espediente diabolico, come fossero freddi ed esperti mercenari, attraverso l’improvvisa messa in moto di questi loro motori che producevano un chiassoso rumore da stordire le orecchie, tutto ad un tratto, dalla più perfetta quiete, per comunicarmene, il suo scoppio, e mascherandolo quel rumoraccio, che fungeva da iniziazione, della sua vera dolosità, dietro alla quale, però si nascondevano a chiunque altro.

Il quale famoso, mostruoso, personaggio in questione sopracitato, s’imponeva alla mia persona, dunque, più volte al giorno, sia quando passeggiavo per le strade del nucleo abitativo, che se stavo in casa, nella mia abitazione, anche lui come gli adolescenti, nel momento esatto che ne aprivo un vetro di un serramento o da lì vi uscivo, per andare sul terrazzo a prendere un po’ di aria, lo stalker in oggetto, proprio “in quell’istante“, mi sbucava all’improvviso, da qualche anfratto della piazza (da dietro il Municipio, o dai bidoni dell’immondizia vicino a via Andrea Costa per andare alla piscina, o dalla parte della via della Chiesa, ecc.) ove si affacciava la mia dimora, difronte al Comune di Molinella, affinché, costui, me la potesse sparare la “merda” della tal arma sconosciuta in tutta tranquillità, sebbene fosse lontano; e che mi continuò a molestare, per mezzo della stessa, molto a lungo, fino a che rimasi nel mio paese, in modo indisturbato, sotto l’egida di alcuni Carabinieri corrotti di Molinella e altre figure Istituzionali cittadine, che non solo lo protessero, ma vi collaborarono insieme a lui a questo disegno di molestia alla mia persona, in capo ad una precisa direttiva da Bologna: rendermi fragile dinnanzi ai miei compaesani e contemporaneamente a questo, mettermi nella condizione di farmi fare un altro TSO dalle Autorità competenti. Ciò, allo scopo di venire nuovamente azzittita, o non resa credibile, su quello che ho imparato in molti anni di ritorsione mafiose (dallo stragismo degli anni ’70 – 80 – 90 , al mercenario Igor, fino all’omicidio del dottorando italiano dell’Università di Cambridge Giulio Regeni, ecc., c’è dietro il politico Romano Prodi, e su tante altre cose ancora); pur essendosi dimostrate alcune persone delle Istituzioni, molinellesi, che interpellai a suo tempo, a questo proposito, apparentemente disponibili, ma al fine unicamente di assecondarmi, però non facendo proprio niente, perché in ultimo mi difendessi da me, per potermi così loro al termine, interdire, in un percorso di giustizia contro il Potente, del quale ho appena fatto menzione, attraverso un trattamento psichiatrico. Nello specifico, la molestia arrecatami da questo ragazzo che aveva per mira il turbamento della mia serenità nel quotidiano, mi veniva prodotta con lo sparo, in maniera reiterato, per mezzo dell’imposizione della propria presenza, di un particolare proiettile, che mi lanciava da lontano e che rimaneva invisibile agli altri (armi laser?), visto che non si vede e non se ne sente il suo rumore a livello uditivo; pertanto la vittima che viene colpita dal presunto corpo, non accusa dei sintomi di malessere particolarmente gravi da potersi palesare agli occhi di qualcuno, l’esserne stata dalla misteriosa “pallottola” ferita (come fanno invece le armi da fuoco o da taglio, pertanto chi ne viene trafitto dalle stesse, è ben visibile a chiunque). E che per tale ragione rimane appunto inafferrabile, quale strumento di tortura, che è tipica come cosa, questa, delle armi subdole impiegata dalla mafia di nuova generazione (es: togliere l’ossigeno dall’aria in una stanza con l’azoto liquido che l’asciuga della sua componente principale – con la cui sostanza hanno poi ucciso le vittime del Covid19 –, per far vivere alla vittima al suo interno, una sensazione di soffocamento anche se si aprono tutte le finestre; fiale nauseabonde per tramortire una data persona in certi ambienti in cui vive; le succitate armi famose che colpiscono i recettori nervosi verso chi le si punta, ecc. e altri sistemi di “intorpidimento” sia fisico, che psichico di detta natura da me subiti lungo tutto il corso di molti anni di mafia che rimangono invisibili agli altri. Pertanto un individuo che ne viene fatto segno di essi, nell’enunciarlo questi fatti, rischia di venir scambiato per pazzo, ciò a cui aspira appunto il tuo carnefice). Le quali armi odierne, a differenza di quelle del passato – cruenti e ben evidenti a portare allo show della morte – colpiscono nel tram tram quotidiano, ma appunto all’oscuro delle persone care, di coloro che ne vengono designate bersaglio, di queste; e che, difatti, non si propongono le tal armi come obbiettivo, l’ucciderlo, subito di colpo, ma al contrario metterlo fuori gioco poco alla volta, dal suo intento giornaliero, di procedere al suo benessere, per portarlo al termine ad un lento esaurimento psicologico, perché alla fine si suicidi da solo: quello come già detto, il tuo aguzzino anela nell’ucciderti a piccole gocce tutti i giorni, di modo che non ve se ne lasci alcuna traccia delle sue molestie premeditate a monte (es: “soffriva di depressione per poi essersi suicidata”). Una ritorsione, questa inflittami dal suddetto piccolo marchingegno, che “il mongolo” si doveva tenere in una tasca e che gli devono aver fornito alcuni militari di Molinella, e che porta ad un progressivo stress psico-fisico sempre crescente (solo con una doccia prolungata da capo a piedi, te ne riesci a liberare quasi completamente dal suo effetto, ma non pienamente: in quanto si può continuare ad avere di seguito al suo sparo, delle piccole micro contrazioni spastiche), e che deperisce emotivamente la vittima, poiché il terrorismo psicologico che suscita sul torturato, di venirne colpito dal tal “arnese” da un momento all’altro, durante il corso della propria giornata, porta già di per sé, ad un lento stato di deperimento psichico nel tempo; e che ti viene posta detta molestia proprio così, per questa stessa ragione: ovvero di far sfinire sistematicamente il soggetto mirato, perché al termine la faccia finita da sé, e del suo danneggiamento di tipo doloso da parte di altri, non ve ne rimanga traccia alcuna.

V-I  A-T-T-A-C-C-A-T-E

 M-I-L-I-T-A-R-I  

C-O-R-R-O-T-T-I!

non a caso, il corpo del suddetto espediente non identificabile dalla nomenclatura tradizionale delle armi, che mi venne lanciato addosso in un rateo fulmineo getta, come dicevo, in uno stato di disagio prolungato continuo, ma che dall’altra parte, non lascia però alcuna traccia visibile dello stesso sull’organismo della vittima, da averne delle prove di ciò. Questo ragazzo a bordo di biciclette sempre diverse che rubava (almeno su sei l’avevo visto girare, ma in tre solamente sono riuscita a riprenderlo con delle foto, scattando egli infatti come uno scarafaggio alla mia vista) e che appoggiava in varie parti della cittadina, senza che di questa ultima cosa, in particolare, nessuno lo chiamasse mai a risponderne nonostante le  mie segnalazioni sul fatto che costui mi molestasse ai militari di Molinella (…??), è per una motivazione ben specifica: in qualsiasi posto lui si fosse trovato, appena veniva richiamato all’ordine da “qualche d’uno” per quella sua precisa missione di molestia nei miei confronti, nel dirgli quest’altro complice, il luogo esatto in cui stavo per andare (es. che stavo per uscire in terrazzo a stendere il bucato o per aprire semplicemente una finestra, o per andare fuori dalla mia palazzina a gettare l’immondizia nel cassonetto o per recarmi in un supermercato a fare la spesa, ecc., avendomi gli adepti della mafia installato, a me, di nascosto delle microtelecamere in appartamento per potermi spiare e quindi per anticiparmi in ogni mio movimento), “lo stronzo umano”, in questione, si precipitasse da qualsiasi zona del paese in cui si trovava, prendendone una di queste ad egli più vicine, messegli a disposizione dalla mafia, e lasciate ognuna in luoghi diversi, appositamente, per non perdere questi tempo utile, al fine di scagliarmelo contro il tal “arnese” diabolico, senza mancarmi (le locations delle bici che gli hanno fatto da piattaforma erano state: la rete del campo da Tennis, il caseggiato della Pizzeria di Broda alla Torretta, dietro l’edificio del Municipio, il cortile interno della scuola media “Severino Ferrari”, ecc.); e, nel momento stesso in cui arrivavo alla mia meta, il “tiratore” in oggetto s’imponesse alla vista della sottoscritta medesima, preavvisato della direzione verso cui ero destinata, un po’ prima di raggiungerla io la stessa destinazione, per potermi costui colpire con quest’arma succitata anche se da una distanza di oltre 800 metri, con un certo anticipo.

MAIL RECENTE SPEDITA AL COMANDO DEI CARABINIERI DEL QUARTIERE MAZZINI IN BOLOGNA PER VISIONE DELLE TELECAMERE DEL MUNICIPIO DI MOLINELLA DI SEGUITO AD ALTRA RICHIESTA DI VISIONE ALLA MEDESIMA BRIGATA DI QUELLE DENTRO ALLA COOP DEL PAESE PER UN’ALTRA MOLESTIA ANCORA CHE MI INIZIARONO A FAR SUBIRE, POICHE’ I MILITARI PREPOSTI NON ME NE DIEDERO IL CONSENSO ALLA VISIONE IN NESSUNA DI AMBEDUE .

Da sotto il mio balcone con una mountbike nera dai cerchi rossi (la data della foto non è giusta), che mi gira attorno come uno squalo.

Questa cosa avveniva, appunto, grazie ad un sistema di telecamere che mi avevano installato a mia insaputa all’interno dell’abitazione in cui vivevo, assieme ad un altro espediente, che devo aver avuto certamente indosso: una sorta di chip che ho da sempre, e che mi deve aver messo la Polizia, sin dal mio abbracciamento alla mafia (come di quelli che mettono alle bestie, o altro di questo genere un po’ più sofisticate), perché io non sfugga mai ai miei aguzzini, così da aver tenuto contemporaneamente informato anche questo mio stalker in tempo reale sulle mie destinazioni di allora, una volta fuori io di casa, e che ogni volta erano diverse, poiché cercavo già  per mio conto, di disattenderli sempre dalle loro rispettive aspettative. Quando poi lo scorgevo, poiché questi cercava di tagliarmi in perpendicolare qualsiasi strada che stavo facendo, costui si poneva al termine a me davanti con un atteggiamento beffardo ed insieme imperturbabile, sapendo egli che non sarebbe mai stato perseguito dalla legge: la quale, difatti è dettata dallo stesso Potente che per mezzo di alcuni figure di Istituzione qui corrotte, hanno incaricato lui in ultimo, in qualità di “tiratore”, di farmi subire questa particolare molestia; le quali persone che lo avevano delegato di molestarmi erano state, al tempo, il sornione ex Comandante della Municipale ora in pensione – il Sig. Pezzoli – , che diresse strettamente questi lavori, come di quelli di tante altre molestie prima di questa, su ordine diretto al tal cantiere del Comandante dei Carabinieri dello stesso paese che lo aveva ricevuto esso per primo dall’alto, questo tipo di comando; mentre al carismatico giovane nuovo Sindaco veniva dato il compito di ignorarmi completamente nelle mie lamentele, facendomi tornare sempre a casa con la coda fra le gambe: “Ed io cosa posso farci?” mi disse quest’ultimo con il tono di un bambino di tre anni che è proteso al tuo sfottimento, una volta che ebbi ottenuto di avere con il Primo Cittadino in oggetto un colloquio nel suo ufficio, previo appuntamento, proprio per poterle parlare delle molestie di questo molestatore, insieme ad innumerevoli vari altri disturbi che stavo subendo, insieme a quelli suoi, procuratimi da parte di diversi individui del paese. E nella quale circostanza, in cui il “mongolo” mi reiterava questa condotta di perenne disturbo alla mia tranquillità, grazie al bypassar di questi rappresentanti cittadini, e che era sempre diversa e curiosa, nelle sue più svariate “cartoline”, perché da ciò ne rimanessi al contempo sempre attonita al tutto, parallelamente a questo fatto, si faceva vedere da me tutti i giorni con una giacca nuova che indossava in sfregio alla logica del suo reddito inesistente; e se faceva caldo e mi compariva al giorno anche in più battute, metteva una maglia ogni volta differente che si cambiava a distanza di poche ore, in nome dello sponsor per il quale lavorava. Infatti, da alcuni conoscenti che gli abitano vicino al ragazzo del quale faccio riferimento (per esempio dal calzolaio in via Marconi, che di seguito ad avergli parlato di costui, nel ritornare una seconda volta dal tal commerciante per fargli accomodare delle scarpe, mi chiese successivamente, dopo essere stato certamente corrotto per comportarsi in quel modo, “se stavo bene”, come lo si fa ad una persona che soffre di disturbi mentali, in un chiaro moto massonico, in quanto, nel frattempo, da “qualcuno”, quest’ultimo, doveva essere stato presumibilmente sollecitato a parlarmi in questa maniera particolare, se non voleva iniziare ad avere dei problemi col fisco per il proseguo della sua attività …), mi era stato appunto riferito, che era senza un soldo; tant’è che l’Ente Assegnatario delle Case del Comune gli aveva da mesi intimato lo sfratto. E a ciò c’è da aggiungere, che sempre da una data persona che mi avrebbe informato meglio sul suo conto  –  un amico che conoscevo da ragazza,

MIMMO ED IO

poiché è scomparso di recente assassinato dagli infermieri del CSM di Budrio ai tempi del Covid (si veda cap. CORONAVIRUS dove parlo del fatto che tra i pensionati in qualità di creditori del sistema, sono stati assassinati per mezzo della menzogna della pandemia, anche quelli che percepiscono l’invalidità e che sono sotto le U.s.l di Igiene Mentale poiché l’Esercito è a questi debitore) – , per la cui annosa faccenda, quella appunto della privazione alla mia persona dei dati anagrafici che lo riguardavano da parte degli stessi Carabinieri, come il suo nome e il suo cognome, era già di per sé la prova certa di una presunta implicazione della Brigata di Molinella al tutto, e nonostante questa cosa, io l’avessi richiesta specificatamente nelle mie denunce di seguito ad aver anche incaricato per il tale compito un’avvocatessa del paese, al tempo, alla quale non gliele avevano  mai date le sue generalità, neanche a lei, pur dicendomi loro con me di sì, dovendolo, quindi, al termine venire ad imparare da sola come si chiamava costui, domandandolo in giro, si era poi visto questo mio amico famoso, un giorno, che me lo raccontò il suddetto fatto da ancora in vita, dall’esemplare umano, chiedergli un prestito di 300.00 euro per potersi pagare lo stesso “mongolo” una bolletta. Il personaggio in oggetto, non a caso, viveva all’epoca dei fatti di cinquanta euro al mese andando a consegnare dei pasti a casa degli ammalati per l’ospedale di Molinella che date le difficoltà economiche in cui versava, la responsabile che lo seguiva (dalla quale un pomeriggio ero andata a parlare a proposito del suo dipendente anche da questa, per avere delle informazioni su di lui; e dal cui breve, ma eloquente colloquio, avevo già intuito di un coinvolgimento pure di ella alla vicenda, per il fatto di averlo difeso detta sua capa, un po’ troppo a spada tratta, perché a dire di costei: “ il ragazzo inquisito non era disponibile, ma di più!!…”, ripetendomelo ben tre volte), gli dava oltretutto da mangiare! Anche se un cugino di codesto molestatore, mi disse allora sempre questo mio amico di nome Mimmo, gli aveva trovato un posto di lavoro da lavapiatti in cui avrebbe potuto prendere 450.00 euro, ma dove alla fine “il mongolo” ci sarebbe andato un solo giorno! Quindi, se aveva così pochi soldi come poteva indossare un così vasto campionario di abiti? E’ presto detto: le stesse persone che lo avevano commissionato per questo tipo di lavoro, assai sporco che quale diverso impiego, il “mongolo” avrà di gran lunga preferito a quello di operaio – , lo devono aver contemporaneamente vestito di “trinca” in una forma di patrocinata mafiosa sovvenzione; potendo inoltre contare le persone corrotte qui a Molinella che lo spalleggiavano, fra le altre cose (alla strategia di averlo fatto vestire bene, perché non fosse sospettato di alcunché), nel doverlo continuare a coprire della sua malefatta, anche della collaborazione di alcuni massoni a Molinella, qualora la sottoscritta lo snidava apertamente davanti a qualcuno; difatti, questi ultimi dopo che la mia persona aveva provato di raccontare ad alcuni di essi la mia tragedia personale che subivo quotidianamente per potermi da loro provare di farmi aiutare, se ne uscivano poi in un secondo tempo ad alta voce, che li rinterpellavo nuovamente, e che erano stati frattanto presi da parte da certuni per gettare su di me dei dubbi e delle ombre a quelle persone rimaste estranee al tutto (come avevano fatto col calzolaio di Molinella), con il famoso moto massonico di cui ho già parlato, teso cioè a condizionare l’opinione degli altri che mi stavano poco lontano, affinché quelli ancora puliti, li sentissero, e alla fine da tutti quanti non mi si prendesse mai sul serio e non venissi al termine soccorsa (da esperienze maturate nel passato a Bologna e che come tipo di comportamento, ho potuto vedere mettere in atto ad altri, quando ancora non ne ero fatta segno io, in cui questi massoni me li ritrovavo spesso vicino, soprattutto nei bar, dove stazionano comunemente, e che sono riuscita a snidare nel corso degli anni di questa non propria loro autenticità, come appunto degli individui non proprio comuni, si veda il cap. LA MASSONERIA): “Che comunque non mi faceva micca niente di male passandomi, lui solo davanti..?‘” , oppure: “che M.G non era tanto posto e che non ci dovevo

 far caso!”. UN MASSONE DI MOLINELLA AL BAR DELLA GALLERIA, DOVE UNA VOLTA C’ERA LA FIAT, CHE L’HO RIPRESO DALL’INTERNO DELLA VETRATA DELLO STESSO LOCALE, IN CUI LUI STAVA ESTERNAMENTE AD ESSO, SEDUTO AD UN TAVOLO (QUELLO COI CAPELLI GRIGI CON UN CODINO, UN ABITUALE FREQUENTATORE): IL SIG. D. E CHE E’ UN SIGNORE CICCIO COI CAPELLI LUNGHI, CHE A QUALSIASI ORARIO IO PASSASSI DI LI’, EGLI SI FACEVA SEMPRE TROVARE DA ME, INSIEME AD ALTRE TRE PERSONE CHE GLI DAVANO IL CAMBIO, NEL SUA MISSIONE DI CONDURRE TUTTI GLI ALTRI AVVENTORI CONTRO DI ME, AL MOMENTO DEL MIO PRECISO PASSAGGIO 

Succedeva, quindi, allorquando il molestatore assillante appariva a me  davanti da “scoperta” in cui mi ritrovavo ad essere (poiché solo i vetri delle finestre e le porte della mia abitazione mi proteggevano da quella gittata, oppure nel caso avessi avuto vicino a me delle persone), che egli potesse spararmi il corpo dello strumento di tortura sopracitata che è costituita da una strana “scossa”, il quale me la puntava addosso solo senza nessun’altro intorno a bersaglio, per colpire unicamente la sottoscritta, quando vedeva appunto che il campo era libero dalla presenza di altri.

Con almento sei bici l’avevo brozzato, quando è un disadattato

Da sotto la mia finestra

Pertanto, il solo fatto che egli abbia tutto questo tempo per molestarmi non avendo lui alcuna forma di sostentamento economico, e neppure più dei parenti che lo possano mantenere, visto che di recente ha perduto anche l’altro suo genitore che gli era rimasto, comprova ulteriormente quanto sostengo sopra (gli è rimasto solo un fratello maggiore che vive a Medicina, il quale è accompagnato). Mi accadeva dunque di venire colpita da qualcosa che da fuori il mio organismo mi trapassava direttamente al mio interno, cominciando a far alterare in primo luogo la mia respirazione diaframmatica, contraendomi con spasmo sempre di più l’addome e con questo, il resto della mia muscolatura che ad un certo punto cominciava ad andare per conto suo come se avessi avuto la corrente, nel compromettere il mio sistema nervoso con tutti i suoi recettori. Di conseguenza dopo esserne stata colpita da questa misteriosa arma, mi ritrovavo a veder condizionate molte delle mie funzioni biologiche (andavo più spesso in bagno, mangiavo oltre la fame, non dormivo affatto, ecc., fra i bisogni primari; mentre per tutti quegli altri secondari, non riuscivo a gestire alcuna relazione umana, essendo protesa a trattenere questo disagio psico – fisico, e ogni altra attività meno impellente veniva compromessa insieme a quella prioritaria nel sentire un gran senso di fatica), in quanto a venirne minacciato era lo stesso rilassamento addominale che mi inibiva l’essere in armonia col mio corpo, impedendo così ogni altro normale decorso funzionale dell’organismo. Detto martirio finiva se mi facevo una doccia, ma sotto alla quale dovevo rimanere molto a lungo prima di riuscirmene a liberare completamente dall’immane disagio per poter nuovamente stare bene con me stessa. E’ comunque una delle tante “torture” chimiche che subisco da molti anni da parte della mafia, e dalla cui Forense, questi marchingegni diabolici non c’è ufficializzazione alcuna, pur esistendo essi. Tutto ciò perché la vittima designata non solo non venga creduta da nessuno, allorquando ne parli agli altri per potersi far aiutare, ma parallelamente sia tenuta alla larga e denigrata dalla sua gente, in quanto la si ritiene una pazza per avere al termine i suoi aguzzini il pretesto di internarla; perciò dalle Istituzioni, dai parenti, dagli amici e dai conoscenti le viene consigliato “di star serena“, e se insisti a chiedere ad alcuni soggetti istituzionali verso i quali ci si rivolge una qualche forma di soccorso, poi ti viene disposto  un trattamento psichiatrico (si veda la refertazione mendace sotto prima che mi facessero al termine un TSO).

 

Quest’altra di bici con la quale lo vedevo correre da qualche mese era una altra mountbike, ma multicolor (verde, blu, rossa) che in questa immagine, mi stava sfuggendo di soppiatto al mio intento di volerlo riprendere della sua malefatta di cattura.

FALSA REFERTAZIONE. ERO ANDATA PER RICHIEDERE UN ESAME DEL SANGUE, MA LA DOTTORESSA INTERNISTA DEL PRONTO SOCCORSO  CHE MI ACCOLSE DOPO MOLTE ORE DI ATTESA, SENZA NEANCHE GUARDARMI IN FACCIA, MI CHIAMO’ IN SEGUITO A NEANCHE UN MINUTO DI OROLOGIO CHE AVEVO APERTO BOCCA, UNO PSICHIATRA, PERCHE’ SECONDO LEI ERO UNA PSICOTICA. IL QUALE VENNE QUASI SUBITO, CON L’ARIA PACIOSA E OMERTOSA DI CHI E’ GIA’ STATO CORROTTO, SCRIVENDO POI DELLE FALSITA’, IN QUANTO ERO STATA CALMISSIMA. INFATTI, MI ERO SOLO ADIRATA PER IL FATTO CHE LA DOTTORESSA NON MI AVESSE MINIMAMENTE PRESTATO D’ATTENZIONE E NON MI VOLESSE FARE L’ESAME DEL SANGUE E PER IL FATTO CHE MI AVEVA CHIAMATO LO PSICHIATRA.

A QUATTRO ANNI ORMAI TRASCORSI, DA QUANDO QUESTA MOLESTIA MI VENNE FATTA SUBIRE PER LA PRIMA VOLTA, UN GIORNO DI SETTEMBRE 2018 (CAPITOLO 41), MI ERO DATA AL TERMINE ALL’INSEGUIMENTO DELLO STALKER DI MOLINELLA; IL QUALE MI SBUCAVA DA FUORI DELLA MIA PORTA DI CASA IN QUEL PRECISO ISTANTE CHE NE USCIVO PER ANDARE A FARE LA SPESA; E  DOVE LO AFFRONTAVO FISICAMENTE, DANDO IO LUOGO AD UNA COLLUTAZIONE CON QUESTI, ALLA PRESENZA DI ALCUNE PERSONE, UNA VOLTA CHE LO EBBI RAGGIUNTO AL TERMINE, AL CENTRO COMMERCIALE “LA PILA”. ALLORA, QUALCUNO CHIAMO’ I CARABINIERI, MA LUI SE NE ERA POI SCAPPATO SUBITO DI SEGUITO. DOPO QUESTO EPISODIO RITORNAI PER L’ENNESIMA VOLTA IN CASERMA A SPORGERE DENUNCIA, IL CUI FAMOSO MARESCIALLO CAIMMI (UNA PERSONALITA’ ALQUANTO AMBIGUA), DI SEGUITO ALL’AVERMI ASCOLTATA PER LA QUARTA VOLTA A QUESTO RIGUARDO, MI DICEVA CHE AVREI DOVUTO RICHIEDERE UN REFERTO MEDICO SU UNA PRESUNTA TRACCIA NEL MIO SANGUE DEL RESIDUO DELL’ARMA SFERRATAMI; TUTTO QUESTO, IN VERITA’, PER SOSPINGERMI ALLA CERTIFICAZIONE PSICHIATRICA DI CUI SOPRA, E CHE NON ERA CERTAMENTE DA ME PREVISTA. NEL RITORNARE ALLA “PILA”, QUALCHE GIORNO PIU’ AVANTI, AVEVO NOTATO CHE MOLTI COMMESSI MI COMINCIARONO A GUARDARE MALE, E NELLA QUALE OCCASIONE PERCIO’ COMPRESI, DA DEJA VUE DI ALTRE ESPERIENZE PRECEDENTI SIMILI, CHE CERTI CARABINIERI CORROTTI DI MOLINELLA ME LI AVEVANO NEL FRATTEMPO MESSI CONTRO, CONDIZIONANDOMELI IN UNA QUALCHE MANIERA A MIO TORTO, INSIEME A QUALCHE COMMERCIANTE MASSONE (L’ERBORISTA DELLA PILA); QUESTO AVVENNE IN SINERGIA CON IL NUOVO RECLUTAMENTO DI ALTRI MOLESTATORI ASSILLANTI, E CHE ERANO COSTITUITI DA CERTI VICINI DI CASA CHE ALLORA MI ARRECANO PURE LORO DEI DISAGI, INSIEME A QUELLO DI DIVERSI ALTRI INDIVIDUI NEL MIO PAESE; E CHE SEMBREREBBERO STATE QUESTE PERSONE INSOSPETTABILI DAL COMPIERE SIMILI COSE: COMMESSI DI NEGOZI E DI UFFICI DEL PAESE CHE SI PORTAVANO LE DITA ALLE MUCOSE PER POI DARMI LA MERCE, O NEL PRESTARMI DEI SERVIZI (ADDETTI COOP, PROPRIETARI DI TABACCHERIE, O CARTOLERIE PERCHE’ IN QUESTO MODO ERA STATO DETTO LORO DI FARE, SAPENDO LA MIA MAFIA CHE SONO UN’IGIENISTA); E TUTTO CIO’ MI CAPITO’, GRAZIE ALL’INTERDIZIONE NEI MIEI CONFRONTI DA PARTE DI MIO PADRE CHE PER COLPA DI MIA SORELLA MINORE CHE OTTENNE DI FARMI USCIRE DI CASA PERCHE’ A 25 ANNI PULIVO LA CASA AL POSTO DI MIA  MADRE, CHE QUEST’ULTIMA NON VOLEVA CHE LO FACESSI PERCHE’ SI STAVA GIA’ AMMALANDO COGNITIVAMENTE, MOLTO TEMPO FA, METTENDOMI NELLA CONDIZIONE DI ABBRACCIARE QUINDI LA MIA MAFIA, IN QUESTO MODO DI DARMI ALL’USL DI IGIENE MENTALE SI RIPULI’ LUI LA COSCIENZA, NELL’AVER DETTO INFATTI FALSAMENTE DI ME AI CARABINIERI CHE FOSSI STATA AFFLITTA DA DISTURBI DELLA PERSONALITA’, PUR DI NON FARSI CARICO DI QUELLO CHE MI ERA ACCADUTO PER LA SUA NON ASSISTENZA DI ALLORA. I CUI, PARENTI SERPENTI SOPRACITATI MI VOGLIONO AMBEDUE SOTTO I LORO PIEDI, PER IN REALTA’ DELLE PROPRIE FRUSTRAZIONI PERSONALI NEI MIEI CONFRONTI, DANDO COSI’ MANFORTE AI MIEI NEMICI; I QUALI, ALLA FINE HANNO OTTENUTO PER MEZZO DI QUESTI MIEI FAMIGLIARI STRONZI, DI AVERMI FATTO PERDERE ANCHE LA PENULTIMA DIMORA, IN PIAZZA MARTONI (VEDI CAPITOLO 45).

 

Che è ciò su cui il Potente e i suoi mafiosi hanno da sempre lavorato: ovvero l’idea falsa che soffra di mente, pur di impedirmi di parlare su tutto quello che ho compreso in molti anni di mafia (per es. dalla bomba del 2 agosto ai vari episodi dello stragismo degli anni 70 – 90, dal caso Cogne, Pantani, Biagi, Giulio Regeni, fino al mercenario Igor a quelli più remoti del mostro di Firenze, sin al sequestro di Aldo Moro, c’è dietro Romano Prodi: TIE!). Per fare un altro esempio di come queste nuove recentissime armi siano così tanto inespiabili, da procurare del male poco per volta e in maniera prolungata ad una persona all’insaputa di chi intorno a lei, qualche anno fa che mi prostituivo in un appartamento (perché mia sorella piccola doveva studiare all’Università e né mio padre né mia madre mi permettevano di venire a casa), all’interno di questo immobile mi modificarono l’aria che respiravo; quindi anziché essere fluida diveniva solida come quasi respirassi dei cubetti di ghiaccio! Questo, avveniva per mezzo dell’azoto liquido, la quale cosa l’ho scoperta molto anni più avanti, guardando quei filmini polizieschi, essendo la mafia che te la sussurra, essa, nelle orecchie la verità, e che ci danno in pasto in TV ogni giorno,  per farvi a “Voi” credere che il poliziotto rincorra il ladro perché fa il suo lavoro, “quando invece sono colleghi!”); e il quale effetto di quest’altra arma era di soffocamento nonostante avessi tenuto allora aperte tutte quante le finestre (…??); come al tempo in cui prima di questa molestia, abitavo a San Lazzaro in un’immobile che avevo preso in affitto, dove mi mettevano delle fiale nauseabonde, il cui miasma prodotto durava anche più di 12 ore, sebbene spalancassi tutti i suoi serramenti allorquando vi entravo dentro, da dove me le sprigionavano non solo lì, e che non andava mai via. Fino ad aver impiegato la mafia, altri espedienti sempre più subdoli pur di stordirmi, quali appunto le punture alle cosce che mi facevano dopo prima avermi addormentata da fuori della mia porta, per potermi entrare in casa e che mi fecero da completamente inerme poiché sedata (non chiedetemi in che modo, per la quale incognita interpellai anche un professore anestesiologo del Sant’Orsola che da accademico imperscrutabile cui si pose a me, avendogli posto la tal domanda: “su quali fossero stati i sistemi di anestesia impiegati da loro”, fu al termine questi a dire a me di fuggire via dopo che lo ebbi messo in discussione sulla sua rigida teoria, seconda la quale non ne esistevano affatto, che addormentassero le persone da lontano; questo, dopo che gli avevo rivelato, che in verità fossero i mafiosi ad averne saputo sempre di più degli stessi professionisti, medici ultimi, come lui, per poterci a tutti quanti fregare, contando costoro su dei sistemi più avanti di quelli a disposizione dei comuni mortali; e del quale suo consiglio di scappare, feci alla fine tesoro decidendo infatti di andarmene in America; e che mi propinò al termine questo, come un padre premuroso, dove dall’altra parte della sua scrivania da cui si alzò e  in cui fino a poco prima, era rimasto seduto dietro per discutere le tesi con i suoi allievi pur di mantenere con loro una certa distanza affettiva, lo vidi ad un certo punto che si alzò per fare il giro dalla mia parte a venire ad accomodarsi vicino a me in un’altra poltroncina accanto, posando la sua mano tremula e al contempo apprensiva sulle mie ginocchia); e via, via sino ad altri espedienti sempre più sopraffini come l’inquinarmi le creme che me ne sporcavano la pelle del viso, alle eteree violazioni al domicilio senza alcun segno di effrazione che proseguirono a mio danno, ecc

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REGOLE GIUDIZIARIE SULLE LESIONI ALLA PERSONA (scaricate da internet)

 

Sempre il mongolino, che ho fotografato dal didietro che gli dicono a degli auricolari: “Sta sbucando dallo stradello della gelateria di Ponti”. “Adesso sta uscendo in balcone a stendere i panni, passale da sotto (dopo che come ho già detto, da dentro casa mi avevano installato delle telecamere a me nascoste con le quali mi controllano di ogni movimento); “ora sta uscendo a fare un giro verso la zona artigianale: tagliale la strada che va dalla Torretta all’azienda di Nobili .. e infestala della nostra corrente, che si è appena fatta la doccia, cosicché la gente che la vede e la sente parlare non darà mai credito alle sue parole tanto la inibiamo dall’essere sé stessa!!” MA METTITI UN DITO NEL CULO PRODI. Questo ragazzo, infatti, mi poteva essere distante anche oltre un chilometro di distanza, dove era raccapricciante a livello psicologico, il modo in cui mi si cercasse di ammattire anche a questo riguardo: ovvero di volerlo io sfuocare ad una distanza simile per capire davvero se si trattasse sempre di lui o meno; e che non tardava ad arrivarmi come sentenza, allorquando le contrazioni addominali iniziavano ad acuirsi sempre di più. E’ qualcosa di fastidiosissimo: il tuo sistema nervoso e’ come se fosse sotto l’effetto di una continua scossa elettrica; si perde il contatto con la propria respirazione diaframmatica, e le relazioni sociali di qualsiasi natura vengono compromesse nel dover controllare il disagio connesso che ne deriva, fino a quando non ti lavi completamente. “Pertanto Cari Concittadini, la Carla che avevate ritrovato recentemente a Molinella (per costrizione dal momento che non mi fanno lavorare neanche come escort, se no col cavolo che sarei ritornata in questo paese deprimente) non è così lei, come l’avevate ritrovata, per quanto molti di voi lo avranno desiderato, che la sottoscritta lo fosse stata cosi’ tanta strana e insicura. In verità, nonostante tutto quello che mi è accaduto e mi accade tutt’ora, sarei molto in forma comunque (“sarei” perché sono sotto attacco): questo, per l’onnipotenza che mi deriva dalla presa di  coscienza dei miei vent’anni di ritorsioni da marzo.

Ad ogni modo grazie a tutti quanti per non avermi aiutata fino adesso a coglierlo in fragranza di reato questo tizio, nonostante lo abbia fatto presente con chiunque delle persone che conosco del mio paese;  che però a ridere di me, quello sì che invece sono state capaci!!”. Soprattutto per mezzo dei massoni di Molinella nel pilotare gli altri puliti sulla incresciosa questione contro di me, che non sarei normale, ecc.!! Gente insospettabile perché ritenuta per bene, e di una certa età…

Costui, l’avevo visto molto spesso frequentare delle persone della sua età che si ritrovano alla prima panchina di via Andrea Costa, davanti alla pasticceria “Degli Artisti”, dove ne avevo riconosciuti altri come lui (quello col cappello di paglia, che stava sempre lì a sedere e faceva essenzialmente il guardiano ai lavori dei motorini che mi si faceva passare a tutta birra sotto casa, e di altro (macchine, camion dell’immondizia, le corriere per la città a rumoreggiarmi in modo premeditato), e che sostava notte e tempo in su di essa,  allorquando lo vedevo che uscivo in balcone o aprivo una finestra, insieme ad un’altro in bici, come lui, e che è stato anche un mio cliente quest’utlimo (e chissà quali stronzate ai suoi amici attempati avrà detto di me ad essi).

(LA DATA DELLA FOTO NON E’ QUELLA GIUSTA) QUESTA SCRITTA SUL MURO ERA IN UN TENTATIVO DI CHIEDERE AIUTO, ALLA GENTE CHE LO LEGGEVA, E DOVE SOPRA UN MASSONE DISERTAVA DAL SOCCORRERMI, A CHIUNQUE LO LEGGESSE, NELL’INCORAGGIARE INFATTI IL MERCENARIO DI PRODI “TIRATORE”, DAL PROSEGUIRE A DISTURBARMI, COME SE LA SOTTOSCRITTA SE LO FOSSE CERCATO, LEI IN UN QUALCHE MODO, TUTTO CIO’.


SCRIVE IL MASSONE MOLINELLESE: “Mirco sei la forza di tutti noi, speriamo proprio che tu ce la faccia”.

SPECIFICAZIONE ULTERIORE DI TUTTO QUELLO CHE STAVO SUBENDO E DEI VARI PERSONAGGI COINVOLTI AD ARRECARMI UN DANNO, SENZA AVER MAI OTTENUTO IL SOCCORSO DI NESSUNO, MA SOLO LA DERISIONE.

E DOVE SCRIVEVO (MA NON L’HO FOTOGRAFATA IN TEMPO LA SCRITTA PERCHE’ LA MUNICIPALE ME L’AVEVA DOPO POCO SUBITO CANCELLATA) ANCHE DELL’IMPLICAZIONE DEL SINDACO DARIO MANTOVANI! CHE A PROPOSITO DI COSTUI, VISTO IL SECONDO BALLOTTAGGIO A MOLINELLA PER IL PROSEGUO DEL SUO MANDATO, E CHE AVVENNE APPUNTO PER LA SECONDA VOLTA IN QUESTO PAESE, I RAGAZZI DELLA PISTA DI PATTINAGGIO CHE MI AVEVANO MOLESTATA LUNGAMENTE ANCHE LORO, DAVANTI A CASA IN PIAZZA MARTONI,  MI  ANTICIPARONO A QUEL PROPOSITO  CHE AVREBBE VINTO LUI. E SE LORO CHE ERANO  STATI CORROTTI, LO SAPEVANO GIA’…

Qui invece dico, nel rispondere alla scritta poco a sinistra cerchiata, in cui si legge:”I AM THE CHANGE”, allo scopo di prendermi per il culo, “tu invece un massone, ecc.” e guardate dopo qualche mese quello che è stato cancellato nella frase, per non far sapere appunto alla gente che questi, fosse  in realtà un massone…

ALTRO TENTATIVO DI CHIEDERE AIUTO A QUALCUNO NEL CERCARE DI FAR CAPIRE CHE OLTRE AD UNA VITTIMA ERO ANCHE UNA TESTIMONE DI MAFIA, PER LA QUALE RAGIONE VENIVO PERSEGUITATA ANCORA DI PIU’, E SENZA AVER OTTENUTO ALCUN RISULTATO PURE QUI. INFATTI,  I PENDOLARI QUASI NON VI ENTRAVANO NEANCHE DENTRO ALLA STAZIONE, ANDANDO DIRETTAMENTE ALLA BANCHINA E QUEI POCHI CHE LI AVEVO VISTI LEGGERLO IL TAL MESSAGGIO, MI SEMBRAVANO DEI MASSONI ANCHE QUESTI: LASCIANDOSI ESSI A DEI SOSPIRI QUASI DI COMMISERAZIONE VERSO CHI ERA L’AUTORE, IN MERITO A CIO’ CHE AVEVO SCRITTO, PUR DI PILOTARE GLI ALRI A FARE IN ALTRETTANTO MODO!

Nel riquadro che avevo cerchiato sopra si leggeva una scritta del solito massone: I’M AM THE CHANGE. Io sono il cambiamento, letteralmente, in una sorta di presa per il sedere e che io snidavo della cui sua massoneria; pertanto sulla destra che ho stavolta solo sottolineato (ma che nella foto in grande non si legge), lui mi rispondeva: TI ODIO. Mettendo io a segno quel match con un’ennesima mia scritta a suo seguito: COLPITO E AFFONDATO. Nell’aver voluto intendere al tal fatto che lo snidavo in qualita’ di un massone…

2019: CAMPAGNA ELETTORALE PER IL RINNOVO DEL MANDATO A QUESTO SINDACO, in cui io scrivo (e che qualcuno mi cancellava col pennarello nero) il mio sito con il numero del capitolo del mio testo dove parlo della sua implicazione al disegno di azzittirmi, e di quella della complicità di alcuni massoni di Prodi a non prendermi in considerazione, che si trovano molto spesso come avventori, nel bar annesso, dove il pannello inquisito da me scarabbocchiato era davanti, e che dichiaro infatti essere un bar in cui rigurgitano questi.

DA QUI DEVO RICORREGGERE…

Sul personaggio che mi spara la merda vorrei riferire qualcosa che ho visto di recente quest’estate al Bar del Tennis nel vederlo pavoneggiarsi con la complicità di una persona che gli faceva da spalla, e che gli dava del “busone” per il suo culo a vincere alle scommesse, dovendo giustificare il suo abbigliamento dal vasto assortimento che si porta addosso, quando in verità non ha entrate di alcun tipo e che giustifica i cui tal proventi con questa scusa, in quanto è la mia mafia per l’appunto che lo veste!! (maggio 2018)

Come l’avevo fatto di parlarne di costui ai commercianti e ai vicini di casa, e alla Coop Reno dove invece qui subito dopo a questa mia soffiata, c’è stato un cambio della guardia con altre persone che mi hanno proseguito a molestare in alternativa a questo ragazzo (mi stanno corrompendo l’intera cittadina a momenti nell’estraneità del resto della comunità), che fingendosi clienti mi avvicinano per spararmela pure loro questa corrente. Il giorno venerdì 15 marzo ora pausa pranzo, un tipo sulla trentina altezza media con i capelli corti neri e un po’ schizzato nel modo di muoversi, che ordina sempre al banco del pane, un filoncino per passare a quello dell’insaccati annesso e farselo farcire, in seguito dall’essersi a me prima presentato (chi di corrotto lo fa sempre con lo sguardo), ha approfittato di un mio momento di distrazione per accorciarmi le distanze e gettarmela addosso; poi quando è andato alle casse ed io l’ho inseguito con lo sguardo per avere la conferma dei miei sospetti, l’ho visto da lontano che mi guardava per controllare a sua volta che non lo snidassi ai presenti. Infine egli ha sciorinato delle battute divertenti alla cassiera perché non fosse sospettato di alcunché, fino a quando è uscito dall’edificio per andare al parcheggio dove c’era la sua macchina (una station credo scura), in cui l’ho visto sfrecciare via da lì, in fretta. Chiedo quindi a tutti quelli che lavorano in questa cooperativa, di fare attenzione a chi mi sta intorno, come pure di guardarsi anche negli occhi fra di loro in quanto ne ho sorpresi diversi dei vs. colleghi (almeno 7 cui sovrintenderà la responsabile Sig. P) a lavarsi con le mani alcune parti del corpo (il sig. S per es.) per poi toccarmi la mia merce, della cui cosa la mia mafia sa bene il fastidio che avverto (come l’ultima domenica di settembre 2018, in cui una volta alla cassa tre commesse una dietro l’altra a distanza di qualche minuto con l’ascella sporgente sulla mia spesa che era collocata già sul tapis roulant hanno finto di dover prendere dei tesserini nel sporgersi verso la loro collega che stava dall’altra parte e che me la doveva passare la stessa mia merce per farmi subire quel tipo di molestia, ma questo non è niente ovviamente pur volendolo far presente comunque a chi rimasto pulito alla Coop come in altri supermercati di Molinella perché anche alla Famila, al Conad e al Lidl ne ho sorpresi altri di dipendenti corrotti).

Dal marzo 2018 al maggio corrente anno, ad arrecarmi disagio in questo altro modo dietro precise istruzioni, ci sono stati anche dei commercianti sia a Molinella che a Bologna. Essi si portano le dita nel naso o nelle orecchie, come si grattano la testa o si strusciano con la mano la faccia per poi dopo toccarmi le fotocopie dei documenti che mi devono fare, o delle foto che gli porto da lavorare e qualsiasi altra cosa su cui compiere altri lavoretti.

Volevo dire a questa gente “che sa bene che io so”, di leggere il capitolo 25 di questo testo: perché anch’io ho la mia mafia (..).

 

MA LA MAFIA TRA LE FILE DEI PROPRI ADEPTI, RECLUTA MOLTO PERSONE ANCHE SOTTO I SERVIZI DI IGIENE MENTALE, O SOLO MATTE, IN QUANTO RITENUTE INCAPACI DALLA GENTE DI COMPIERE DEGLI ATTI MALVAGI PREMEDITATAMENTE, IN VIRTU’ DELLA LORO PSICOSI: OVVERO SI PENSA CHE ESSENDO LORO MALATI, NON LO FACCIANO APPOSTO DI COMPORTARSI IN UN CERTO MODO, QUINDI SIANO INNOCUI. DI CONSEGUENZA NON SONO MAI SOSPETTATI DI ALCUNCHE’, OLTRE A NON VENIR MAI PRESI SUL SERIO, QUANDO INVECE PROPRIO PER QUESTO,  VENGONO ASSODATI PER FARE CERTI LAVORETTI SPORCHI.

Come le due figure pittoresche di vecchietti – Silvano e Coriandolo – che quando vado in stazione alla mattina per prendere il primo treno delle 5.30 circa, giungedovi qui anche già alle 5.00  talvolta addirittura alle 4.00 per provare a scrivere la mia storia in santa pace perché un tempo non c’era mai nessuno, loro arrivano poco dopo di me che devono prendere il treno delle 6.30 per iniziare a tossire, starnutire (dirsi l’un l’altro “BANDESAN”) come da copione al fine d’impedirmi di concentrarmi. Recentemente, mi sono avvicinata a quello succube approfittando di un momento in cui “la mente” andava fuori a fumarsi una sigaretta, per chiedergli se venivano tutte le volte così presto o solo in determinate mattine (quelle appunto in cui ci vado io), e questo ignaro di essere sottoposto ad una sorte di interrogatorio, mi risponde affermativamente ai miei sospetti: “no solo in alcuni giorni”. Quindi gli formulo più nel dettaglio: “ma Silvano riceve forse una telefonata da qualcuno”, che quest’ultimo mi farfuglia qualcosa, come se non capisse bene quello che gli avevo chiesto…

In questo video sotto erano già le 6.00 circa (il treno che aspettavo insieme a questi era delle 6.43); ma al tempo in cui vi sopraggiungevo anche alle 4.30, quando il primo treno arrivava alle 5.43 circa, loro dopo dieci minuti arrivavano pure loro.

Sopra, le due cartoline sotto i servizi di igiene mentale di Budrio, coordinati nella loro opera di molestia, dall’infermiere “Giordano”, che fingono di venire in stazione di Molinella presto per andare al lavoro, quando invece iniziavano alle 9.00, pur di disturbare me che provavo di correggere dei testi del mio blog. e dove li vedevo che facevano le brave persone con tutti gli altri passeggeri, grazie anche a delle loro spalle (sapessero i pendolari del mio paese…). Mentre sotto una ripresa di cui avevo fatto uno streaming e che non riuscivo a recuperare, dei miei tanti tentativi di correggere i testi del mio blog in treno o in stazione, senza riuscirci

https://youtu.be/Pfdt2iZeAkM

Un altro demente che dalla mattina alla sera crossa per il centro di Molinella del tutto indisturbato, insieme ad altri corrotti come lui (vedi video dai cap.40). Quest’altro non so se sia stato corrotto anche lui per rompermi le palle così, o se é proprio lui un deficiente di suo. Ad ogni modo, stando alle ultime informazioni che ho avuto da un mio cliente, un carabiniere di Molinella meridionale, un po’ robustello, di nome Lauro Ferrazzi, quest’ultimo avrebbe il figlio che fa delle gare di motocross, pertanto se a queste “Bestie di Satana”, i Caramba non fanno niente, e per suddetta ragione, anche se gli stessi ufficiali affermano di fermarli e fare loro qualche sanzione, ma poi dicono: “il babbo gliene paga e quindi poi ritornano in sella ai loro motori”. Eh, eh come no! Vè che se le Autorità competenti facessero veramente il loro lavoro, non ci sarebbero queste scorribande selvagge; ma d’altronde degli stupidi che mettano la miscela in suddetti motori che superano i 90 decibel di rumore ad essere omologate dalla motorizzazione alcuni di questi motoveicoli (??), li devono poi far girare da qualche parte, se si vuole che ne mettano dell’altro di carburante dentro: che è la vera motivazione per la quale imperversano per le strade in questo modo, dal momento che dietro le accise, si nasconde sempre lui, “al ninen”, alla cui cosa i Carabinieri (i dirigenti) sovrintendono.

LA VIA CESARE BATTISTI CHE ARRIVA ALLA PIAZZA MARTONI DOVE ABITO IO (800 METRI)

Ma una delle tante persone che mi gira intorno da sotto casa, è che di sicuro è stato coinvolto è quello con la golf nera maraglia che scarbura con un rumore sordo che sembra una scoreggia!! Lui poco prima della mia doccia e subito dopo che me la sono fatta, mi lancia con queste odi da preludio una bella merda addosso!! E miscela di altri e benzina sono tutte sotto il conto del maiale, insieme a quelli di carburanti degli uomini dell’HERA di Molinella, che quando faccio la doccia che siano le 5.00 del mattino, le 6.00 o le 7.00 questi me la devono sparare insieme alla merda che vi nascondono con il rumore dello stesso motore eternamente all’insaputa degli amici, i famigliari e le persone normali che pensano siano loro rispettabili.

FATTURA DI CONSULENZA DELL’AVVOCATESSA ALLA QUALE MI SONO RIVOLTA PER IL MONGOLO E I MOTORINI SOTTO CASA

Il luogo esatto dove si è svolto l’accaduto, dietro cioè questi cespugli e sotto al lampione con una telecamera del comune che dall’alto lo avebbe ripreso

Denuncia Molinella 2017

TESTO DELLA DENUNCIA SOPRA

Molinella, 17 luglio 2017

All’att.ne dei Carabinieri di Molinella

Oggetto: molestie da stalking in questo paese da oltre un anno, da parte di un ragazzo che non conosco.

Sono a segnalare nel Vs. comando di Molinella, dove ho la residenza e presso cui da circa un anno, sono ritornata a vivere da mia madre, che un ragazzo di circa 30 anni che non avevo mai visto prima nel mio paese d’origine, a cavallo di una bicicletta ha iniziato ad avvicinarmi in modo frequente, allorquando mi vedeva passeggiare da qualche parte, per superarmi e poi ritornare indietro verso di me, a più riprese sebbene la sottoscritta, gli facesse ben capire che con lui non ci volevo avere niente a che fare.

Questa persona che si presenta alto 1.75 e magro di corporatura, un po’ mezzo sfoltito in capo, di capelli color scuro, e con uno sguardo assente, si è imposto alla mia persona sempre di più, sia mentre cammino per il paese e talvolta in orari come già le 5.00 e le 6.00 che vado a prendere il treno alla stazione, sia da subito sotto il mio balcone di casa, per uscire a stendere qualche panno e dove lui proprio “in quel momento” mi sbuca alla mia vista, dalla strada di piazza Martoni; e se io rientro in casa per aspettare che se ne vada, accade che questo individuo ripassi da lì davanti anche due o tre volte, allo scopo di importunarmi. Come la stessa cosa mi succede, quando faccio la scala della mia palazzina che aprendo la porta d’ingresso, me lo ritrovo poco lontano di qualche metro, dove in quel passaggio pubblico mi si presenta dinnanzi nel preciso istante in cui esco, e pure qui facendo ancora avanti e indietro.

Un mese fa ero andata a dormire a casa di un amico che abita in via Barattino, e al quale avevo parlato di questo strano individuo, che si era proposto di andargli a dire qualcosa; ma la mattina nell’uscire dalla sua abitazione per ritornarmene nella mia, lo sorprendevo nuovamente,  il soggetto in questione, che a bordo della sua bici mi passava davanti pure qua, che in genere lo vedevo a fare altri giri, in un atteggiamento “serafico”; ma anche un’altra volta che alla mattina andavo a camminare in campagna verso la via Viola, tagliando per la strada che corre dietro alle due tabaccherie principali della via Mazzini, lungo la quale c’è il negozio di mangimi per animali e un altro di ortofrutta, nel ritornare a casa che ripercorrevo all’incontrario lo stesso stradello di cui ho poc’anzi parlato, mi sbucava un bel giorno, da quest’altro ennesimo posto del tutto inaspettatamente, e dove al mio sconcerto – per le numerosissime volte ormai che mi faceva questo genere di agguati dal momento che è da un certo tempo ormai, che me ne guardo dall’incrociarlo, quando invece lui cerca di imporsi alla mia attenzione assiduamente e in luoghi sempre diversi -, lo sorpresi quel giorno da dietro le mie spalle che lo avevo appena superato, a tirare fuori dalla sua tasca, un cellulare, come per mandare a “qualcuno” un messaggio (??).

E arrivo alla giornata di ieri che era domenica 16 luglio alle ore 15.45, in cui ero da poco rientrata a casa, e dove mi trovavo sul mio balcone che guardavo verso il Municipio, quando mi compare sottostante alla piazza nuovamente, andandosi a riparare in un’oasi verde del piazzale che reca l’insegna della medesima piazza sotto ad un lampione (nella quarta foto in alto); e dietro la quale, si cercava di nascondere alla vista altrui stavolta, perché mi aveva sentita gridare a mia madre di accorrere per sorprenderlo, dal momento che da tutti quanti non ero mai stata creduta fino in quel momento che costui mi molestasse. Mia madre che si chiama A.B di anni 70, nel vederlo per la prima volta si rendeva conto finalmente della mia ragione ed è pronta a farsi da testimone di questo fatto bizzarro che convalida l’atteggiamento ossessivo vessatomi da questo ragazzo nei miei riguardi da lungo tempo (oltre un anno), che alla fine se ne andava via da lì “alla chetichella”, mentre io e mia madre gli imprecavamo dietro con lui rispondere a me, in particolare, tirandomi un braccio a mezz’aria.

Era stata mia premura, qualche tempo fa avvertire pure la mia proprietaria di casa, che ha un negozio di preziosi, proprio sotto di noi, per chiederle di aiutarmi a sorprenderlo in qualche modo visto che lui passa anche dal suo esercizio commerciale, ma la stessa mi diceva di stare tranquilla che era un ragazzo del quale non mi dovevo preoccupare, perché essendo un giorno andato pure da lei per informarsi del prezzo di un paio di occhiali, le era sembrato una persona innocua, seppur con qualche problema mentale (qui il mio concetto di cui sopra a tal riguardo).

Chiedo quindi all’Autorità competenti di questo comune, di svolgere delle indagini su questo ragazzo di cui non conosco l’identità, ma del quale sono stata informata da qualcuno che abita nella zona di via Marconi di Molinella; in particolare di visionare le telecamere di quello spettro di visuale dove si è svolto l’accadimento di ieri pomeriggio che lo deve avere ben ripreso dall’edificio del Municipio a qualche metro di distanza da esso, in termini brevi perché non vengano cancellate queste immagini, al fine che io abbia le provo di quanto affermo alla testimonianza di mia madre, e di poterle anche visionare le stesse, da così poter adire alle vie legali.

Carla Zandi

N.B. : Ad integrazione di quanto sopra, ravviso che questo genere di molestia sia riconducibile a tutte quelle altre di cui ho già fatto denuncia in passato, e che quindi la persona in oggetto, poter apparentemente sembrare come un molestatore  qualsiasi, non sia invece da doversi considerare in questo modo, per l’appunto; aggiungo inoltre che la descrizione del tipo di molestia, effettiva,  che subisco giornalmente da parte di costui, mi riservo in un altro luogo dall’enunciarla, per proteggermi nell’incolumità da altre ripercussioni giudiziarie, per mezzo dell’interdizione di mio padre C.Z  verso la sottoscritta, che ha sempre dichiarato il falso su di me per vecchie diatribe famigliari

DOPO DUE SETTIMANE CHE SONO PASSATE DALLA DENUNCIA

Mi reco un pomeriggio verso l’ora di cena in caserma a Molinella, per avere informazioni sulla più o meno visione delle telecamere che avevo richiesto in quest’ultima segnalazione, dopo che da allora gli agguati del demente, anzichè ridimensionarsi di seguito ad averlo finalmente messo in trappola con un filmato, si erano paradossalmente intensificati. Ma di questo non me ne stupivo (da altre situazioni prima di questa), nè che non sarei mai riuscita ad avere da loro, tali prove che avevo richiesto a suddetto Comando, visto che di questa ultima ritiorsione, ritengo responsabili alcune figure che ve ne fanno parte, all’insaputa naturalmente del resto dei comilitoni ai quali ho capito di essere stata tratteggiata da quelli coinvolti come una ragazza con dei “problemini mentali”; infatti, quando arrivo, dopo prima essermi identificata in guardiola e aver chiesto di poter parlare col Maresciallo, sono stata accolta da un signore dai capelli bruni, alto di statura e leggermente robusto, che non avevo mai conosciuto prima, della cui perfetta sorniosità mi parlava eloquente.

Non a caso, mi spiega che “purtroppo” da quella telecamera – pur essendo aperta – non si vede bene e che quindi sapendola lui già questa cosa, me l’aveva fatta tranquillamente cancellare la registrazione (??). A mio avviso, sarebbe stato comunque corretto, averne disposto lo stesso la mia visione, per capire se anche solo delle ombre di questo idiota come pure dei suoi movimenti, in quelle immagini me ne sarei potuta fare qualcosa a titolo di prova. Faccio quindi finta di niente, essendo io stata preparata alla “commediola” in partenza, e gli chiedo allora come posso fare dunque per incastrarlo nuovamente questo personaggio; dove dal Maresciallo mi sento consigliare di fornirgli almeno il nome e cognome di questo ragazzo, perché così avrebbero avuto almeno un dato su cui lavorare. Come se in questo suo consiglio da prassi formale, si ravvisassero le condizioni per un’eventuale loro alleanza nei miei confronti, che siamo su sponde opposte.

Finisco per cambiare discorso e parlargli del trambusto prodotto da fiotti di ragazzi che si riversano la sera alla fontana del Municipio, facendo dei veri e propri schiamazzi oltre a gridare a voce spianata fino a tarda notte, e gli accenno anche della questione delle moto da cross che imperversano soprattutto lungo la via Cesare Battisti, quella della strada di Piazza Martoni, dove io e mia madre abitiamo fino a quella della piscina, per cui dai residenti sono state fatte molte richieste di Pronto Intervento ai Carabinieri, senza che le cose siano ad oggi cambiate. Qui mi sento rispondere da questo Ufficiale, che “purtroppo” i ragazzi di oggi sono molto maleducati (ma va ?!) e che le contravvenzioni le fanno, ma poi il “bappo” gliele paga anche e di conseguenza loro poi continuano a fare casino. E li giustica ancora dicendo: “Lo abbiamo fatto tutti di crossare a quell’età, come di truccare la marmitta (al che rimango perplessa). Che ci vuoi fare? Ci vuole molta pazienza”. Mentre riguardo al baccano dei ragazzini di oggi, mi ha detto che c’è sempre stato dai tempi dei tempi lì! E anche questo é falso, perchè sono ormai cinque gli anni che io e mia madre siamo venuti ad abitare lì – pur avendo vissuto comunque sempre in centro – e i primi due li abbiamo fatti nella più completa tranquillità.

Ad ogni modo me ne vado con la coda tra le gambe, nella mia veste d’ordinanza”: ovvero quella del Cittadino di serie C che non ha diritti, mentre il “mongolino”  complice e meschino della “mattanza”, continua frattanto con “chi” di corrotto delle Istituzioni tra Molinella, Budrio e Bologna, a molestarmi nella più completa indifferenza di tutti quanti (grazie Molinella!!) perché prima o poi io “tiri le cuoia”, da venire azzittita nuovamente con dei trattamenti psichiatrici o in generale per non essere presa in considerazione dalle persone con le quali parlo e dico quello che so dei crimini di Romano Prodi, a cui “Voi gli pagate le tasse” (ah! ah!) ma senza saperlo che gliele mettete in tasca a lui.

Altra denuncia per le molestie del mongolino

TERZA DENUNCIA DEL MONGOLO CHE MI DISTURBA FATTA A BOLOGNA

DOVE NE E’ SEGUITA, ANZICHE’ UN’INDAGINE DA PARTE DEI CARABINIERI DELLA ZONA MAZZINI UN CONTATTO PRESSO L’USL DI IGIENE MENTALE DI BUDRIO CON REFERTAZIONI SANITARIE FALSE: QUESTO L’ESITO DELLE INDAGINI DEI CARABINIERI

RECENTEMENTE SONO ANDATA DAL SINDACO PER SAPERE IL MOTIVO PER IL QUALE LE TELECAMERE DEL MUNICIPIO NON VENGONO FATTE SOSTITUIRE IN MODO SOLLECITO RISPETTO A CIO’ CHE MI STA CONTINUANDO A SUCCEDERE, MENTRE QUELLE NUOVE SONO STATE MESSE DA POCO LUNGO LA VIA MAZZINI, CHE GIA’ PER LE NUMEROSE BANCHE ED ESERCIZI COMMERCIALI PRESENTI, ERANO DA TEMPO STATE INSTALLATE PRIVATAMENTE DAI SINGOLI STESSI COMMERCIANTI, PRIMA DI QUESTE ALTRE .., LUI MI HA COSI’ RISPOSTO: “CHE ADESSO NON SI PUO’ PIU’ TENERE L’HARD DISK COME UNA VOLTA, MA DEVONO ANDARE A BANDA LARGA, E CHE TEMPO UN ANNO SE NE DOTERA’ DI UN PAIO ANCHE L’EDIFICIO DEL MUNICIPIO”, DOVE GUARDA CASO C’E’ PIU’ URGENZA NELL’IMMEDIATO, VISTO IL FATTO CRIMINOSO CHE PROSEGUE A COMPIERSI!! POI ARRIVA UNA TELEFONATA CHE LA SEGRETARIA LO CHIAMA DALL’UFFICIO ANNESSO PERCHE’ QUALCUNO HA BISOGNO DI PARLARGLI E NELLA CUI CIRCOSTANZA DALLO STESSO SINDACO, GLI SENTO DIRE: “5 MINUTI E POI ARRIVO..”. QUANDO ERA DA UN MESE CHE AVEVO PRESO L’APPUNTAMENTO E DOPO NEANCHE VENTI MINUTI SONO STATA LIQUIDATA!! NEL PROFERIRE POI A LUI LA PAROLA CORRUZIONE, L’HO VISTO FARSI SERIO E INCAVOLATO COME SE LO AVESSI SNIDATO DELLA SUA MALVERSATA FUNZIONE DI PRIMO CITTADINO.

Eh Dario Mantovani, sapessero i Molinellesi di come sei complice pure te… Tutto questo, mentre il mongolo mi sbuca ogni qualvolta torno a casa da Bologna o io esco dalla mia abitazione per andare da qualche parte “proprio in quel preciso momento”, e con sempre delle bici diverse in segno di beffa, quando lui vive di 50 euro al mese per portare dei pasti agli ammalati dall’ospedale di Molinella, e  l’ente assegnatario della casa in cui alloggia lo abbia già sfrattato da giugno, da voci del Paese di cui parlo nella denuncia sotto.

RIPETO IL TUTTO:

In questo video sotto, documento di come il ragazzo mi molesta da quasi due anni col bypassar di sindaco e Forze dell’Ordine di Molinella. In definitiva se esco fuori dal balcone o apro un vetro di una finestra, lui mi sbuca fuori improvvisamente da qualche parte. La molestia che mi arreca è data da una strana corrente che anche da una distanza di oltre 800 metri, mi pervade dentro fino a compromettermi la respirazione diaframmatica che ad un certo punto va per i cavoli suoi,  impedendomi così facendo di svolgere con serenità tutte le mie faccende domestiche. E’ qualcosa di chimico, che non c’entra niente con lo stress da psicosi di vedermelo sempre davanti. L’unico modo per proteggermi da questa persona, è tenere sempre chiuso il vetro della finestra. Ma se esco a far la spesa o per portare fuori l’immondizia, il corriere in oggetto, mi taglia la strada per andare alla coop o lungo il percorso vicino i bidoni della spazzatura, ecc. In un giorno è capace di imporsi della sua presenza anche tre volte; e l’unica possibilità per ritornare in me da quella “merda” che mi getta appositamente addosso su mandato di Romano Prodi, allo scopo di farmi compatire dai miei stessi compaesani su quanto so,  per cui sono testimone oltre che vittima, è farsi una doccia; diversamente non si è più in grado di rispondere neanche ad un sorriso o un saluto degli amici o dei conoscenti, senza tradire un disagio. Infatti a tutti i miei compaesani ho già mandato diversi messaggi confusi su di me: quello che vuole appunto questo potente!!

Visto che recentemente sono riuscita ad avere un colloquio col sindaco che a questo proposito si è dimostrato perfettamente inesistente nel rispondermi: “Ed io cosa ci posso fare?”, che è una frase tipica che mi sono sentita proferire diverse volte da certe persone alle quali avevo chiesto aiuto in passato ma nel cui tono coglievo sempre una certa sfumatura da presa per il culo, quando quello che avrebbe potuto dirmi Dario Mantovani, era che avrebbe messo al più presto una telecamera funzionante in sostituzione di quella che c’è attualmente dove però non si vede bene (secondo le Istituzioni),  da poter avere in questo modo le prove di suddetto stalkeraggio, penso che sia stato corrotto; infatti come ho detto sopra. quelle nuove lungo il corso Mazzini sono state da poco messe, mentre nel Municipio verranno installate di qui ad un anno (??) ARTICOLO DI UN GIORNALE LOCALE CHE PARLA DELLA VIDEOSORVEGLIANZA NEL PAESE FUORCHE’ NELL’EDIFICIO DEL COMUNE DOVE SI SVOLGE IL FATTO CRIMINOSO. La quale cosa mi rimanda allo stile Proidiamo del “danno alla beffa” che regola ogni sua ritorsione, che ho subito fino ad oggi (guardate il video dei muratori per esempio dove parlo del cancello in ferro battuto che alcuni condomini mi sbattevano furiosamente e dove l’amministratore di condominio alla fine fece mettere un automatismo in uno dei due presenti, fuorché in quello in cui era necessario); di conseguenza mi sembra ovvio che le Autorità a Molinella siano state coinvolte, nella più completa estraneità da parte dei miei compaesani, che di questo giovane e intraprendente Primo Cittadino, in particolare sembrano tutti quanti molto contenti. Vorrei aggiungere infine che insieme alle Istituzioni del paese che corroborano al tutto, ho individuato anche alcuni massoni con i quali  mi ero confidata e dove successivamente li ho sorpresi infatti a parlarmi in questo modo: “Ma non ti fa poi micca niente di male?”, ecc. A voce alta, perché gli altri sentissero e venissi compatita (es. al bar vicino alla galleria dove una volta c’era la FIAT, e vicino all’edicola della piscina comunale).

Il video qui sopra in origine si vedeva bene, questo che ho fatto mettere è stato evidentemente camuffato (dalla mia mafia via internet) perché il molestatore in questione venga protetto. La bici comunque di questo video è nera, ma ne utilizza di colori sempre diversi. In quelle sopra di foto era infatti rossa.

DA CIRCA DUE SETTIMANE DEL MARZO CORRENTE ANNO, QUANDO MI FACCIO LA DOCCIA  E DOVE PRIMA TENEVO SEMPRE LA FINESTRA APERTA (ANCHE SE FUORI FACEVA MOLTO FREDDO) AFFINCHE’ LA CORRENTE CHE AVEVO ADDOSSO ESALASSE,  DA NON DOVERLA RIPRENDERE UNA VOLTA USCITA DAL BOX ATTRAVERSO LA TEMPERATURA CALDA DELL’ACQUA CHE L’AVREBBE IMPREGNATA NEL BAGNO, APPENA ESCO E MI AVVICINO ALLA FINESTRA PER CHIUDERLA ME LA RISENTO CHE MI PIOMBA ADDOSSO DALL’ESTERNO. SONO QUINDI COSTRETTA A DUE PASSAGGI: IL PRIMO CON LA FINESTRA APERTA IN CUI MI FACCIO UNA PRIMA DOCCIA PER DOPO USCIRNE E ANDARLA A CHIUDERE, E POI FARMENE UNA SECONDA – NELLA QUALE CIRCOSTANZA LA MIA PELLE SI STA LETTERALMENTE DISIDRATANDO, FRATTANTO – . QUESTO PERCHE’ DOPO DUE ANNI CHE ME LA SFERRANO QUESTA MOLESTIA, STAVO FINALMENTE OTTENENDO DI SOPRAVVIVERCI (COME GIA’ PER ALTRE MOLESTIE DEL PASSATO CHE APPENA IMPARI A CONVIVERCI TE NE FANNO SUBIRE UNA NUOVA), CHE LA MIA MAFIA A TRADIMENTO MI METTE UNA NUOVA MARCIA. INFATTI PRIMA RIUSCIVO PER QUALCHE ORA A NON ESSERNE INVASATA DALLA LORO “MERDA”, RIUSCENDO COSI’ A GIUNGERE A VOI DELLA MIA ESSENZA. ADESSO INVECE MI PRECLUDONO ANCHE DI QUESTA POSSIBILITA’, TANTO PER LORO SONO DIVENTATA UNA MINACCIA.

 A DARE IL CAMBIO DELLA GUARDIA AL MONGOLINO DI CUI HO PARLATO SOPRA, CE N’E’ UN ALTRO DI PERSONAGGIO PSICOTICO CHE SOSTA SEMPRE IN PIEDI DAVANTI ALLA PORTA DI CASA SUA IN CORSO MAZZINI TRA LA TABACCHERIA DELLA VALERIA E IL NEGOZIO DI OTTICA DELLA BONORA: UNO STRANO TIZIO CON GLI OCCHIALINI E IL BERRETTO DA PUFFO (IL SIG. P.M) CHE HANNO CERTI MERIDIONALI. ANCH’EGLI L’ HO SORPRESO PIU’ VOLTE CHE TORNANDO A CASA DA BOLOGNA PER RITORNARMENE NELLA MIA PALAZZINA, MI GUARDAVA COMPLICE E DIVERTITO DEL TUTTO, E PURE LUI NELL’IMPORSI A ME  PREPOTENTEMENTE MI GETTA OGNI VOLTA ADDOSSO QUESTA CORRENTE DA LONTANO, QUANDO L’ALTRO NON PUO’ FARLO.

MI RINNOVO CHE QUESTI MONGOLINI AVRANNO SI’ DEI PROBLEMI, MA SANNO QUELLO CHE FANNO!! COME ANCHE VOI SIETE RESPONSABILI DI QUELLO CHE MI ACCADE, DAL MOMENTO CHE GLIELO LASCIATE FARE AD EGLI…

E DI RECENTE NEL 2024 SI E’ POSTO NUOVAMENTE A ME, STAVOLTA, COME OPERAIO DELL’HERA A MARMORTA DOVE ABITO ORA

E che inquadro poco lontano da me al ‘9.”03